25.Gioele

Non sono mai stato con nessuna ragazza, non ho mai incontrato qualcuno con cui mi piacesse davvero stare a parte Arianna e Giulia, quando ancora ci parlavamo. Però non ero innamorato di Giulia, o almeno non tanto quanto lo sono di Ari. Per lei provavo più affetto fraterno che amore, le volevo bene in un modo diverso. Ora ne sono consapevole.

-Gio, se non vuoi dirmelo non ti preoccupare - Ari mi appoggia una mano sul braccio.

Mento o sono sincero? Non voglio che lei rida di me, ma non voglio neppure essere bugiardo.

- Nessuna- ammetto con grande fatica.

-Nessuna nessuna?- Ari mi fissa. Non ride, questo è già un fattore positivo.

-No

-Neanche io, intendo nessun ragazzo. Sinceramente non mi è mai importato molto.

Forse non siamo poi così tanto diversi. Io però non ho mai avuto una ragazza più che altro per troppa timidezza.

-Sarà quasi ora di cena, è meglio se torniamo in casa- le faccio notare.

Lei sposta la testa che aveva appoggiato sulla mia spalla e tira fuori il cellulare dalla tasca della felpa- Sono quasi le sei e mezza, andiamo.

Ci alziamo e Ari ripiega la coperta.

-Tieni- le porgo la giacca e lei se la infila velocemente. Prendo la torcia che avevo appeso al gancio altrimenti Ari al buio non riesce a scendere.

Quando rientriamo in casa troviamo Ginny, Rebecca e Paolo seduti attorno al tavolo intenti a leggere il menù della pizzeria d'asporto.

-Che state facendo? - chiedo.

-Stiamo scegliendo le pizze, visto che le uniche due persone che fra noi sanno cucinare erano date per disperse fino a qualche secondo fa - Ginny mi lancia un'occhiata.

-Ora siamo qui, quindi ci pensiamo noi alla cena- dico- Per te va bene, vero Ari?

-Per me è uguale - risponde lei.

-Siete sicuri di aver voglia di cucinare?- indaga Paolo.

-Si si, forza andate su in mansarda, qui ci pensiamo noi- li caccio, voglio stare da solo con Ari.

-Vado a lavare le mani -Arianna si dirige in bagno.

Anche Paolo e Rebecca escono dalla cucina lasciando me e Ginny da soli.

-Gio, dove eravate finiti?- si impiccia .

-Nella casetta sull'albero, ma questi non sono affari tuoi.

-Scusa. Volevo solo dirti che, secondo me, non dovresti aspettare oltre. Diglielo e basta, piú aspetti e più rischi che lei si metta con qualcun'altro.

-Ginny, fatti gli affari tuoi - ripeto scocciato.

-Peggio per te!- dice lei ed esce dalla cucina quasi correndo.

Mi da fastidio che tutti cerchino di convincermi a confessare tutto ad Ari. La verità è che non me la sento, ho paura di dirle la cosa sbagliata, che lei mi rifiuti, che non voglia più neppure parlarmi, di perderla, proprio come ho perso Giulia. In fondo lei è così bella e io... sono io. Come potrebbe una come Arianna innamorarsi di uno come me? Di uno così insicuro e nemmeno tanto bello? Ha detto che non ha mai avuto un ragazzo, ma chissà in quanti le hanno chiesto di uscire e lei ha rifiutato. Cosa mi garantisce che lei non riderà di me?

-Allora signor chef, iniziamo?- Ari ritorna in cucina sorridendo. No, non potrei mai rinunciare ai suoi sorrisi, devo tenermi tutto dentro.

-Prontissimo - le lancio un grembiule e lei lo afferra al volo.

Ci mettiamo subito al lavoro, è divertente cucinare con lei. Non smette un attimo di chiacchierare, mi piace ascoltarla mentre mi racconta di alcuni fatti della sua infanzia.

-Assaggia un po' se va bene - mi porge un cucchiaio con un po' di sugo per la pasta.

-Mi piace, aggiungi solo un pizzico di sale.

-Ok, tu a che punto sei con il secondo?

-Ho appena messo in forno le patate, bisogna solo cuocere le bistecche, ma lo facciamo dopo, vanno mangiate subito: fredde fanno schifo.

-Allora, visto che la pasta è praticamente cotta, vado a chiamare gli altri.

-Ok, intanto finisco di apparecchiare.

Ari annuisce e poi esce dalla cucina lasciandomi da solo.

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