10. Gioele

Appena entrai in classe andai direttamente a sedermi al mio posto. Tolsi l'astuccio e il diario dalla cartella e li appoggai sul banco. Presi il libro di storia e rilessi le cose che in teoria avrei dovuto studiare per quel giorno. Quando suonó la campanella non avevo ancora finito, speravo che il prof fosse in ritardo. Non ero mai stato impreparato ed ero piuttosto in ansia.

-È inutile che ripassi, tanto sappiamo tutti che sai tutto alla perfezione- Fabio lasció lo zaino sul pavimento e raggiunse il suo gruppetto di amici.

Ignorai il suo commento: non avevo tempo da perdere.

-Buongiorno, spero che abbiate studiato- il prof chiuse la porta dietro di se e si avvicinó alla cattedra. Fabio tornó a sedersi da parte a me.

-Tutti presenti oggi?

-Si

-Allora estraggo gli interrogati- prese il sacchettino con i numeri e li mischió.

Iniziai a pregare tutti gli dei che conoscevo affinché non mi chiamasse. Invocai persino Ade e Morfeo. Appena scoprii che non era uscito il mio numero feci un sospiro di sollievo e lo stesso fece Fabio da parte a me. -Ora si può studiare scienze senza problemi

Lo osservai mentre sostituiva il libro di storia con quello di scienze e sfogliava il libro per cercare la pagina giusta.

-È la 283- gli ricordai

-Grazie

Pure io presi il mio quaderno con gli appunti e iniziai a studiarli.

Fabio mi fissó incredulo-Non ci credo

-Cosa?

-Non credo ai miei occhi, Gioele Perego che non sta attento in classe- mi bisbiglió.

- Devo farlo per forza, devo studiare.

-Che ti succede? É la prima volta .

-Ieri non ho potuto studiare, tutto qui.

-Ah, allora dopotutto pure tu sei umano. Che avevi da fare di così importante? - indagó lui.

-Affari miei

Non mi rivolgeva quasi mai la parola, che cavolo voleva sapere?

-D'accordo - disse e ritornò a studiare.

Per fortuna non venni sorteggiato neppure in scienze e le prime tre ore passarono veloci.
Durante l'intervallo decisi di andare a trovare Matteo, il mio migliore amico. Purtroppo lui aveva un anno in più di me, quindi non eravamo in classe assieme.

-Ciao Gio- mi salutò lui appena entro nella sua classe.

-Teo, ti va di fare un giro?- chiesi.

Lui annuì e si alzò dal banco su cui era seduto. Uscimmo in corridoio e scendemmo le scale, dopo tre ore di lezione avevo bisogno di sgranchire un po' le gambe.

Sentii lo stomaco brontolare -Ci fermiamo un attimo alle macchinette?

-Va bene- si mise in fila. Come al solito la fila era lunghissima poiché all'interno della scuola c'erano solo due macchinette.

-Hai da fare questo pomeriggio?- mi chiese.

-No, non credo.

-Ti va di uscire?

-Dipende, dove vuoi andare?- feci un passo avanti poiché la fila era avanzata.

- Al cinema. Ti ricordi di Greta?

E come potevo dimenticarne? Mi parlava di quella ragazza in continuazione da quando l'aveva conosciuta. -Si, ma cosa c'entra?

-Ha finalmente accettato di uscire con me, ma ad una condizione: un'uscita a quattro, lei porta un'amica e io un amico, così non ci sarà imbarazzo.

Forse non ci sarà imbarazzo per loro, ma per me si. -Te lo puoi scordare

-L'altra ragazza, Silvia, è carina e un po' secchiona come te. Andrete d'accordo.

-No no, chiedi a qualcun'altro- finalmente era arrivato il mio turno alla macchinetta. Misi le monete ignorando Matteo che mi implorava di uscire con lui e Greta.

-Ti prego non insistere

-Dammi una motivazione valida.

Non sapevo cosa rispondergli. Non c'era un vero motivo, non volevo uscire con loro e basta.

Prima che io potessi aprir bocca sentii qualcuno che mi chiama -Gio! Come stai?

Avrei riconosciuto quella voce così squillante fra mille, infatti non fui sorpreso quando mi voltai e mi ritrovai davanti Arianna. Lei nemmeno poteva immaginare che mi avesse tolto da una brutta situazione.

-Ari! Tutto bene, tu?- la salutai ignorando completamente Matteo.

-Sto morendo di sonno. Ieri ho dovuto studiare fino a tardi.

-Mi dispiace, se avevi tanto da studiare non avresti dovuto fermarti da me fino a tardi.

-Non importa, mi sono divertita.

-Io sono Matteo comunque - intervenne il mio migliore amico porgendole la mano.

Lei mi guardò confusa, ma poi sorrise e gli strinse  la mano- Arianna.

-È un mio amico - spiegai.

-Ah, ok- annuì lei- Senti Gio, devo andare. Ora ho ginnastica e se arrivo tardi anche oggi mi tocca fare cinque minuti in più di corsa. Ti scrivo dopo per metterci d'accordo su quando vederci la prossima volta. Ok?

-Ok

-Ciao Gio. Matteo, é stato un piacere conoscerti.

Mi rivolse uno dei suoi incredibili sorrisi poi si incamminò, o meglio iniziò a correre, lungo il corridoio. Presto la sua chioma rossa scomparve fra la massa di studenti.

-Questo è un buonissimo motivo - disse Teo.

-Cosa?- chiesi confuso.

-Per non uscire con Silvia.

- Ari non centra assolutamente-risposi cercando di sembrare convinto.
O forse si? Ero un po' confuso. Quella ragazza era incredibile, la conoscevo da poco ma più tempo passavo con lei e piú mi piaceva. Era così spontanea in tutto ciò che faceva e questo mi piaceva molto. E poi quel suo sorriso, era incredibile.

-Ah ah, certo- commentò Teo poco convinto.

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