Chapter 3

"Sorellina?".
"Sono qui!".
Il fratello aprì la porta e sorrise divertito nel vederla.
"Ancora davanti all'armadio?" - domandò dilettato.
"Non so che vestito indossare! È la prima volta che mi invita a cena e non ho nemmeno un abito presentabile" - esclamò.
"Beh, potevi anche non accettare" – mormorò costui mentre prendeva posto sul letto.
La ragazza si voltò verso di lui, guardandolo dritto negli occhi.
"Avresti dovuto vedere com'era allegro. Non volevo deluderlo. Dopo tutto e soltanto una cena, giusto?" - replicò.
"Ne sei sicura?" - chiese a sua volta, sorridendole.
"Sì, almeno spero..." - mormorò ella.
Tyles sospirò leggermente, passandosi una mano sul viso.
"Di solito quando si va ad un appuntamento con qualcuno è perché una certa persona prova qualcosa per l'altro o per l'altra" – affermò.
"Ma noi siamo soltanto migliori amici".
"Prima il mazzo di rose rosse, ora l'appuntamento. Per di più al buio!" - esclamò, spalancando leggermente gli occhi.
Lei lo guardò in silenzio, giocherellando con le proprie dita.
In fondo aveva ragione, come aveva fatto a non pensarci prima?
Se fosse così, come gli avrebbe detto che lei non provava nulla per lui, se non una semplice amicizia?
Non voleva ferire i sentimenti di nessuno, sopratutto se si trattava del suo migliore amico.
"Sorellina? A cosa stai pensando?" - le domandò il ragazzo, interrompendo i suoi pensieri.
"Pensavo a come dirgli che non provo nulla per lui.  Sai, nel caso, fosse come dici
tu" – bisbigliò.
"Ah, vedrai che non la prenderà male!" - la rassicurò sorridendo - "almeno spero" - aggiunse poi a bassa voce.
Lei non sapeva cosa fare, a questo punto avrebbe voluto non aver accettato l'invito, né tanto meno essere stata accompagnata a casa ieri.
"Non so cosa fare adesso!" - esclamò piagnucolando, dopo aver lanciato sul letto l'abito che fino a poco fa teneva in mano.
Lui osservò attentamente il vestito e spostando infine gli occhi sulla sua figura che, con le braccia conserte al petto e l'aria persa, fissava l'abito.
"Se non te la senti, chiamalo e digli che non verrai" – si limitò a dire.
Kristen spalancò gli occhi e lo guardò con sguardo sorpreso.
Sperava che il fratello stesse scherzando.
"Cosa? Avrei dovuto dirglielo stamattina!" - replicò la sorella.
Tyler le sorrise dolcemente, affondando le mani sul materasso che si abbassò notevolmente sotto al suo peso.
"Non abbatterti, vedrai che capirà".
"Lo spero. Non voglio perderlo, lo sai" – sussurrò.
"Non succederà, piccola. Vieni qua!".
Il fratello si alzò dal letto e le andò incontro con braccia spalancate, per poi stringerla in un forte abbraccio.
Quanto amava farlo.


Sam si presentò puntuale davanti casa sua.
Alle venti in punto citofonò, mandando Kristen nel più panico totale.
Lei non era ancora del tutto pronta e non appena udì il suono, cominciò immediatamente a correre da una parte all'altra della sua piccola ma comoda stanza. Ad aprire la porta fu suo fratello.
Quando socchiuse la porta, un sorriso smagliante comparve sulle sue labbra appena notò il ragazzo di fronte a lui stretto in un bel completo scuro.
"Sam! Entra pure. Mia sorella si sta ancora preparando" - disse, incitandolo ad entrare.
"Grazie mille. Certo, ho tutto il tempo a disposizione. Dalle del tempo" – rispose dilettato.
Sapeva benissimo cosa stesse facendo in quel momento.
"Come va?" - gli domandò Tyler, dopo che presero posto sul divano.
Sam si sistemò i pantaloni lungo le gambe muscolose, poggiando infine i gomiti su esse.
"Bene. Tu come stai?" - domandò a sua volta.
Il ragazzo di fianco a lui sorrise, imitandolo.
"Mia sorella sta per andare al suo primo appuntamento. Sto più che bene" – replicò.
Sam si lasciò andare ad una piccola risata nervosa. Era sarcastico?
“Cercherò di non deluderti” - parlò.
Tyler lo guardò, ritornando infine a poggiare la sua attenzione sulle proprio scarpe.
“Non dovresti rendere felice me, ma mia sorella. Lascia che mi tolga una curiosità”.
"Sì?".
"Ti piace mia sorella, non è così?" - chiese egli, sorridendo leggermente divertito.
A quella domanda Sam sgranò leggermente gli occhi, percependo il suo cuore battere velocemente.
L'aveva scoperto.
"Tua sorella? È una bella ragazza e anche dolce" – replicò.
"Anche in gamba se per questo" – aggiunse costui.
Sam si limitò ad annuire, distogliendo lo sguardo da quello di lui.
"Ma non hai ancora risposto alla mia domanda" - gli fece notare.
"Non saprei. Credo di sì" - mormorò egli, visibilmente imbarazzato.
Tyler gli diede una pacca sulla spalla.
"Bene, allora cerca di non spezzarle il cuore. Sai benissimo che posso trovarti in due secondi".
"Con me è nelle buone mani" - rispose quello mentre accennava un sorriso che venne ricambiato subito dopo.
Continuarono a parlare, fino a quando Kristen fece il suo ingresso in salotto.
Entrambi smisero di conversare e la fissarono stupiti, talmente era bella.
Tyler era davvero orgoglioso di lei.
Kristen si sentiva a disagio, s'imbarazzava completamente quando si sentiva osservata, sopratutto se in mezzo c'era pure il ragazzo che le regalava attenzioni.
"Sam, come...come va?" - domandò, cercando in tutti i modi di fargli scollare gli occhi di dosso.
"Benissimo. Sto benissimo. Tu, invece?" – rispose.
A quella risposta, Tyler gli rivolse una veloce occhiata.
"Sto bene anch'io. Sono pronta... Possiamo...Possiamo andare..." - sussurrò accennando un sorriso nervoso e imbarazzato.
Non vedeva l'ora di uscire di lì.
Troppe attenzioni la mettevano a disagio.
"Certamente. Andiamo”.
Lui si alzò dal divano, mentre lei andò dal fratello e mettendosi in punta di piedi, gli stampò un casto bacio sulla guancia.
"Non fate tardi, mi raccomando” - disse, poi rivolgendosi all'amico continuò - Entro le undici rivoglio mia sorella indietro" - gli raccomandò.
Quello annuì.
"Certo. Non ti preoccupare".
Uscirono di casa e lui da gentil'uomo le aprì lo sportello della macchina, invitandola a salire per prima, poi la raggiunse posizionandosi al posto di guida.
Accese il motore e partì a tutto gas diretto verso ristorante.
Persa nei suoi pensieri, la ragazza poggiò la testa sul finestrino della macchina fissando fuori.
Si sarebbe sentita malissimo confessandogli la verità. Non voleva ferirlo o farlo sentire male solo perché lei non ricambiava i suoi stessi sentimenti.
Con la testa fra le nuvole, non si accorse nemmeno che erano arrivati e per sua grande sorpresa realizzò che lui non le aveva rivolto nemmeno una parola per tutto il tragitto. Forse era emozionato.
Per lui quel "sì" all'invito significava tanto, invece lei quasi si pentiva.
Non perché non gli voleva bene, lui per lei era come un secondo fratello, ma per il fatto che la verità sarebbe saltata fuori, in caso lui le avrebbe rivelato la sua.
"Kristen? Siamo arrivati" - la risvegliò lui con un grosso sorriso, dopo averle aperto lo sportello.
Lei sorrise dolcemente e dopo essersi slacciata la cintura uscì dall'auto, seguita da lui che si affrettò ad appropiarsi della sua mano.
"Grazie per aver accettato" - le disse ad un tratto mentre entravano dentro al locale.
Kristen gli sorrise.
"Dovrei essere io a ringraziare te per avermi invitata" – rispose.
Un ragazzo più o meno della loro stessa età si presentò dinanzi a loro.
Indossava un bel completo e la sua capigliatura bionda risaltava le sue iridi chiare.
“Buonasera e benvenuti. Avete prenotato?” - domandò gentilmente.
Sam annuì, porgendogli un fogliettino bianco.
“Un tavolo per due” - rispose infine.
Il ragazzo davanti a loro sorrise, intascò il bigliettino e fece loro strada verso a un bel tavolo ricamato con una tovaglia bianca e viola.
“Prego. A momenti passerà una mia collega” - disse.
I due lo ringraziarono e dopo che egli si congedò, si allontanò, sparendo subito dopo.
"Beh, dopo tutto quel lavoro che facciamo, ci serve una pausa" - scherzò egli, intenta a spostarle la sedia per farla sedere.
Kristen lo ringraziò e dopo che si ebbe accomodata, rise.
"Credo tu abbia ragione. È molto bello come posto" – ammise, guardandosi attorno con fare curioso.
Sam in risposta le sorrise, si sedette di fronte a lei e la imitò.
“Un bel posto per una ragazza speciale” - mormorò.
A quella frase, lei arrossì. Si portò una ciocca di capelli dietro all'orecchio e si sistemò l'abito azzurro lungo le gambe tese.
Era nervosa.
L'amico, notandolo sorrise dolcemente. Prese il menù e ancora dilettato scorse con gli occhi la lista di bevande e cibi presenti.
"Prendi tutto quello che vuoi" – disse.
La ragazza annuì, imitandolo.
Lo sfogliarono in silenzio, fino a quando una cameriera li affiancò.
"Buonasera! Cosa ordinate?" - domandò, tenendo in mano un taccuino e una penna.
Sam accennò all'amica di parlare per prima e lei non se lo fece ripetere più di una volta.
“Desiderei un piatto di spaghetti e vongole” - rispose, accennandole un sorriso.
Il ragazzo ridacchiò, notando che ella aveva scelto il piatto cui prezzo era il minimo.
“E lei?”
Poggiò il volantino sul tavolo e guardò la cameriera.
"Spaghetti e vongole per entrambi" – disse, rivolgendole un sorriso gentile.
"E da bere?".
"Coca per me e -".
"Acqua per me" - concluse Kristen.
"D'accordo! Un minuto e vi sarà servito tutto ciò che avete ordinato".
Si dileguò con un largo sorriso stampato sul volto e camminò rapida verso alla cucina che distava parecchio da dove i due avevano preso posto.
Non riuscirono nemmeno a ringraziarla e già era scomparsa sotto al loro sguardo.
Ci furono alcuni minuti di silenzio, nessuno sapeva cosa dire o come comportarsi; lei era troppo in pensiero e nervosa, mentre lui troppo felice.
Non potevano passare il resto della serata in quel modo, così lui decise di rompere il ghiaccio e farsi avanti.
Che appuntamento sarebbe stato, sennò?
"Partirai quest'anno?" - le domandò ad un tratto.
"Mh? No, non credo...Tu?".
"No. Il prossimo anno vorrei andare a Parigi, quindi sto cercando di risparmiare" – rispose.
"Parigi! La città degli innamorati" - esclamò ella, ridacchiando.
Sam la seguì a ruota.
"Già! Ti piace?".
"Sì, è carina" – replicò.
Passarono i minuti e finalmente la cena furono loro serviti, calda e squisita.
Parlarono per tutto il tempo che cenarono, tra una risata e l'altra e silenzi che venivano interrotti subito con domande e risposte.

"Sono così piena!" - esclamò la ragazza una volta fuori, mentre si portava una mano sul ventre leggermente gonfio.
L'amico rise divertito, alzando le braccia verso all'alto per stiracchiarsi.
"Ah, a chi lo dici! Se vuoi aspettami qua! Prendo l'auto e arrivo" – disse.
Kristen annuì, sorridendogli.
"D'accordo".
Egli si allontanò lasciandola da sola e lei ne approffittò per guardarsi attorno.
Era già calato il buio e soltanto un paio di lampioni accesi illuminavano la città che, nonostante la tarda ora, non ne sapeva di voler addormentarsi.
La sua attenzione cadde su una pila di fogli rossi posti sopra ad un tavolino bianco. Quasi come se fossero stati dimenticati lì da qualcuno.
Ancora una volta il rosso.
Spinta da quel colore, che nonostante la poca luce, riusciva ad attirare l'attenzione dei passanti, si diresse verso di essi e ne prese uno, leggendone il contenuto.
Il suo cuore cominciò a palpitare e le sue pupille si dilatarono per la sorpresa e per l'emozione quando realizzò il messaggio di quei volantini.
Audizione di canto e ballo.
Queste furono le prime parole che lesse.
Aveva visto bene? Audizione di canto e ballo?
Los Angeles.
Come avrebbe potuto raggiungerla? Non era molto lontana, ma cosa ne sarebbe stato della sua casa? Di suo fratello? Del suo lavoro e di Sam?
La sua emozione si trasformò in tristezza.
Il suo viso si fece cupo e triste. Sapeva di non riuscire a poter partecipare, e poi, una cameriera che balla? Le persone l'avrebbero di certo presa in giro.
Continuava a fissare quel pezzo di carta tra le mani fino a quando non udì il suono del clackson.
Si voltò quasi di scatto e intravide l'amico dentro all'auto pronto a partire.
A quel punto era indecisa se buttare il foglio e lasciar correre dimenticando di averlo letto, o prenderlo e sperare ad un colpo di fortuna, ma alla fine optò per la seconda.
I suoi le avevano sempre insegnato a pensare positivo.
Perchè arrendersi senza nemmeno aspettare?
Piegò il fogliettino in quattro e lo mise dentro alla piccola borsa che si portò dietro, poi salì in macchina affiancandolo.
Si allacciò la cintura e lui cominciò a guidare diretto verso casa.
"Quello che avevi in mano era un volantino?" - le chiese ad un tratto, senza staccare la visuale dalla strada.
Lei annuì e dopo lo tirò nuovamente fuori. Ancora non ci credeva.
"Ci sarà un'audizione, a Los Angeles" – sussurrò.
Sam la guardò per brevi secondi, per poi ripuntare l'attenzione sull'asfalto che bruciava sotto alle ruote della sua auto.
"Di ballo?" - domandò.
"Anche di canto." - aggiunse.
Il ballo era il suo sogno. Lui lo sapeva benissimo.
"Sei triste perché hai paura di non riuscirci ad andare?" - chiese a bassa voce.
La ragazza scosse leggermente la testa, sospirando.
"Non ho paura. So che non ci riuscirò, e poi lì ci vanno coloro che sono bravi bravi bravi. Bravissimi".
L'amico aggrottò la fronte.
"Perché, tu non lo sei?".
"Non dico che non lo sono. Sto dicendo che non sono della loro stessa altezza" – replicò, sbuffando appena.
"Perché ti abbatti così facilmente? Io credo che tu sei bravissima! Te lo dice pure tuo fratello!“ - esclamò egli.
"Mi hai visto ballare solo una volta" - mormorò.
"E mi è bastato quella volta per capire quanto sei dotata di talento".
A quella risposta, Kristen si sentì sollevata. Era felice a dir la verità.
Lo guardò. Aveva ragione? Lei forse non se ne rendeva conto, ma gli altri sì.
Tutti tranne lei.
"Fossi in te ci proverei" – sussurrò lui spostando gli occhi sulla sua figura prima di ritornare a guardare la strada buia.
"Non so se riuscirò ad andarci. Se non dovessi farcela?".
"Hai sempre amato Los Angeles, magari quando andrai lì potresti farti pure una piccola gita".
Sorrise e si portò una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
"Non so nemmeno se riuscirò ad avere tempo”.
"Per cosa?".
"Se dovresti fare un'audizione dovresti pure inventarti i passi, non credi?" - parlò.
"Ah, per quello non c'è problema! Per una come te sarà facile" – enfatizzò costui.
Kristen ridacchiò leggermente.
“Dici? Non credo”.
"Pensaci".
Lo guardò e lui fece lo stesso, poi sorrise.
"È il mio consiglio" – concluse.
Ella annuì. In fondo aveva ragione. Perchè non provarci?
"Lo farò".

Arrivarono a casa prima del previsto e suo fratello come sempre l'attendeva impaziente.
Per lui ella era davvero importante e sapere che sarebbe uscita con un ragazzo che forse provava qualcosa per lei, lo metteva leggermente in pensiero.
Ma si sentì sollevato quando vide la macchina del suo amico fare ingresso nel loro giardino, soffermandosi davanti alla porta d'entrata.
I fari illuminarono Tyler, così Kristen appena lo notò sorrise, mentre Sam la guardò leggermente allarmato.
"Abbiamo fatto tardi?" - domandò.
Lei scosse la testa, ridendo: "No, siamo puntuali di un'ora".
Sam tirò un sospiro di sollievo e si abbandonò completamente al sedile
“Menomale! Sono salvo!" - esclamò scherzando.
"Sei salvo per oggi, ma più in avanti chissà, potresti ricevere una visita per
davvero" - scherzò quello dopo aver fatto scendere la ragazza dall'auto.
Sam accennò una risata sarcastica e riaccese i fari dell'auto.
"Speraci".
"Grazie per oggi Sam" - disse Kristen sorridendogli dolcemente.
Quanto amava il suo sorriso.
"Grazie a te per aver accettato! Possiamo uscire pure il prossimo sabato, se vuoi" – rispose.
"Il prossimo sabato mia sorella viene a cena con me" - lo incalzò Tyler.
"Uh, il fratellone geloso! Ahah Tyler smettila" - ridacchiò la ragazza, stringendolo in un dolce abbraccio che egli ricambiò, stampandolo subito dopo un bacio fra i capelli.
Sam scoppiò a ridere e scosse piano la testa.
"Beh, meglio che vada!"
“Certo! Ci vediamo e grazie per aver portato mia sorella a casa in anticipo" - lo ringraziò stringendogli la mano.
"Di nulla Tyler. Ci vediamo presto".
Si salutarono e Sam sparì lungo il viale, mentre fratello e sorella rientrarono dentro casa.

"Allora, racconta, com'è andata? Hai mangiato bene?" - le domandò curioso mentre si sedeva sul letto di fronte alla sorellina ormai con il pigiama e le gambe incrociate.
"Benissimo! All'inizio abbiamo ordinato solo un piatto, ma alla fine lui ha insistito affinché ne ordinassi altri!" - esclamò divertita.
"Meglio, almeno ingrassi un po'!" - scherzò lui dopo averle scombinato i capelli che lei si affrettò ad aggiustarli.
Ma agli occhi di lui, ella non appariva allegra come aveva sperato.
Che le fosse successo qualcosa?
"Se ti sei divertita, allora perché hai quello sguardo triste?" - si azzardò a domandarle.
Senza rispondergli, la ragazza si voltò, allungandosi per frugare nel comodino di fianco al suo letto e dal cassetto estrasse il famoso fogliettino rosso, porgendoglielo.
Lui, senza esitare lo prese dolcemente e lo aprì, e tutto quello che riuscì a dire era un "oh" a bassa voce. Ora capiva del perché quella tristezza.
"Audizione eh? Los Angeles" – mormorò.
"Non riuscirò ad andarci, non è così?" - chiese ella con un filo di voce.
Il fratello prese un bel respiro e la guardò. Non voleva ferirla.
"Non...Non credo..." - rispose, quasi balbettando.
"Sarà per una prossima volta. Credo che anche qui facciano delle audizioni" – si affrettò a dire lei con un sorriso.
Un sorriso finto; infatti si vedeva lontano un miglio che era un sorriso infelice e deluso.
Tyler si sentiva male nel vederla in quello stato, lei cercava di apparire il più naturale e felice possibile, ma le labbra e gli occhi non mentono mai. Almeno per lui.
La conosceva fin troppo bene.
"So che per te significa tanto poter partecipare ad un'audizione” - parlò.
"E' tutto apposto! Nella vita ci saranno altre occasioni! Questa non è l'ultima e l'unica" - lo interruppe lei.
"Sei sicura?".
"Sì! E poi anche se vorrei non so neanche se il capo mi darebbe qualche settimana di ferie" – rispose ridacchiando.
Non voleva fargli sentire in colpa.
"La prossima volta che c'è ne sarà un'altro ci andrai, d'accordo?".
"Certo. E' tutto apposto fratellone, davvero".
"Stai crescendo e stai maturando in fretta. Mi ricordo come se fosse ieri quando non ti compravo una bambola, tu cominciavi ad urlare e calpestare tutto quello che trovavi per terra".
Lei ridacchiò rossa in volto.
"Non ero poi così cattiva!" - esclamò fingendo di tenere il broncio.
Lui rise e le stampò un dolce bacio fra i capelli.
"Invece lo eri! Dai! Dormi! Domani usciamo! Ti va?".
"Certo! A prenderci un gelato?" - esclamò ella pimpante.
"Un gelato? Offri tu? L'ultima volta l'ho fatto io".
"Devi ancora mantenere la promessa di due giorni fa" - gli ricordò lei.
Il ragazzo continuando a sorridere si morse il labbro inferiore.
"Pensavo te ne fossi dimenticata” - mormorò.
"Hai pensato male" - ribattè lei con un sorriso divertito.
"Che testa di mela che sei".
"Uguale al mio fratellone" – enfatizzò.
Risero entrambi, poi lei gli stampò un'ultimo bacio e lui uscì dalla stanza dopo averle spento la luce.
Guardò il pezzo di carta sul suo letto, lo prese e lesse tante volte la parola "audizione".
Ce l'avrebbe fatta? No, ma non voleva demordere.
Stanca per la giornata, Kristen poggiò il volantino sul comodino e sdraiandosi completamente chiuse gli occhi, addormentandosi con ancora il pensiero in testa.
Non sapeva ancora che il destino le avrebbe cambiato la vita.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top