Capitolo 23
Niall's POV
Erano le quattro di mattina quando mi svegliai dal mio sogno, anche se più che sogno era un incubo -ma solo in parte-.
Cercai di camminare a passo lento per non svegliare Zayn che aveva il letto dall'altra parte della stanza. Mi avviai verso la cucina e aprii il frigo per vedere con cosa potevo consolarmi; presi una vaschetta di gelato al pistacchio e nocciola, presi un cucchiaio dal cassetto -che dopo la visita di Liam abbiamo dovuto ricomprare- e lo conficcai nel gelato alla nocciola. Mi misi sul divano dell'altra stanza e aprii una luce soffusa che non usavamo mai.
Misi in bocca il gelato gustoso e il cervello si ghiacciò per un momento. Rimasi lì a mangiare gelato per tanto tempo. Verso le cinque, credo, mi alzai dal divano avendo finito il gelato e una vocina mi fece riflettere.
Tu pensi di perderla? Beh si la perderai se stai qui a mangiare gelato come un coglione mentre lei è la che soffre.
Ma non mi fanno entrare...
Risposi mentalmente alla mia vocina interiore. A che livelli sono arrivato?
Che cazzo te ne frega?! Trova un modo per stare con lei, se poi la perderai sarà colpa tua.
Hai ragione.
Detto questo mi alzai, posai il gelato e presi le chiavi della macchina da un mazzetto davanti alla porta. Misi addosso una giacca di pelle e rimasi con i Jeans con cui avevo "dormito".
Mi avviai alla macchina posteggiata nel parcheggio riservato al condominio e misi in moto. Il tragitto fu breve e quando arrivai davanti al portone aperto varcai la soglia. Al bancone non c'era nessuno così andai su per l'ascensore al terzo piano.
Corsi verso la sala CFH ma Anna non c'era eppure sul cartellino medico c'era scritto: Anna Stone.
Quando un dottore mi vide cercò di cacciarmi via perché diceva che non potevo stare la.
Io disperato gli chiesi: "Dottore la prego mi ascolti... Voglio solo sapere dov'è Anna Stone, devo sapere se sta bene. Se vuole rimarrò in sala d'attesa tutta la notte ma mi faccia restare."
Ogni parola veniva fuori con difficoltà ma riuscii a formulare la frase che volevo.
"Ehm... Si certo, credo che questo possa farlo. In ogni caso Anna Stone è stata portata nella sala lavaggio dove la stanno pulendo e vestendo. Poi verrà portata nella sua stanza dove le controlleranno la pressione e il battito. Dopodiché faremo esami approfonditi per cercare di capire se la paziente risente di danni celebrali che potrebbero essere non facili da curare se dovessero presentarsi. Comunque... a parte tutto questo sta bene." Mi fece un sorriso con sguardo tagliente e se ne andò. Io rimasi lì impietrito e poi mi diressi in sala d'attesa. Finché non udii nessun rumore giocai a Candy Crush saga sul telefonino che mi ero portato in caso Zayn mi volesse rintracciare.
Passò tempo che per me era interminabile e sembravano giorni più che ore o minuti.
Dopo circa un'ora dal mio arrivo udii dei suoni provenire da destra, ovvero dalla "camera" di Anna. Così mi alzai e mi avvicinai. La vidi pulita e vestita sul suo lettino medico, gli occhi sempre chiusi, il viso sempre bianco. Quando alcune infermiere se ne andarono sgattaiolai nella sua stanza e le presi le mani. Erano fredde ma erano ancora le sue mano. E io le tenevo nelle mie. Le strinsi forte, non troppo, giusto per rendermi conto che lei c'era e che io c'ero, che non fosse solo un incubo insomma. Poi quando sentii dei passi leggeri le diedi un bacio sulla fronte e ritornai nella sala d'attesa. Era così malinconico stare là ad aspettare. Quell'edificio emanava troppa tristezza. Restai un'altra mezz'ora circa e poi me ne andai. Mi era bastato stringerle le mani e posare le mie labbra sulla sua fronte. Anche se avrei voluto di più. Avrei voluto vederla sveglia, serena, magari avrei voluto stare con lei su un divano abbracciati a vedere film, magari avrei voluto che lei giocasse con una mia ciocca di capelli come faceva a volte nel sonno. Magari, ma dico magari, avrei voluto non essere la causa della sua sofferenza.
Me ne andai a girovagare per le strade più desolate e sconosciute della città. Quando spuntarono i primi raggi di sole ritornai all'appartamento dove Zayn ancora dormiva.
Andai a trovarla tre volte al giorno ogni giorno, a volte anche quattro, quando potevo... Passarono mesi ma lei non cambiava, sempre fredda e immobile come un cadavere. Al settimo mese infernale dall'incidente di Anna, successe un miracolo.
All'ospedale
Camminavo per i corridoi dell'ospedale con un mazzo di fiori gialli in mano. Tutti mi salutavano e io ricambiavo, ormai ero conosciuto. Il solo pensiero mi fece rabbrividire ma anche rassicurare perché sapevo che mi avrebbero trattato meglio. Almeno un po'.
Mi fermai davanti alla sala CFH, come ogni giorno. Scrutai nel lettino e vidi Anna meno pallida del solito, sorrisi sollevato. Dopo sette mesi che andavo a trovarla mi era sembrata sempre migliorare e non avevo perso certo la speranza che un giorno si svegliasse. Le parlavo sempre anche se molto probabilmente non mi sentiva, le raccontavo cosa succedeva a scuola e in famiglia.
A volte la supplicavo pure di tornare da me. Ma lei era sempre li.
Misi i fiori in un vaso, con tutti gli altri. La stanza era molto colorata e non era certo adatta ma almeno c'era meno tristezza.
"Buongiorno amore mio." Dissi baciandola sulla guancia.
Cominciai a raccontare alcuni disastri che succedevano tra i ragazzi. "Liam era spaventato da Louis perché aveva un cucchiaio in mano e glielo puntava contro, sempre a litigare quei due." Risi piano ripensando alla scena. Poi tossii e cercai una bottiglietta d'acqua sul mobile ma non la trovai. "Aspetta amore vado a prendere un bicchiere d'acqua sotto. Torno subito" dissi avvicinandomi alla porta.
Poi successe, sentii tossire ma non ero io. Mi girai di colpo e mi avvicinai veloce con le lacrime agli occhi. Subito cominciai ad accarezzarle i capelli. "S-sei...sveglia. Amore mio." Le lacrime scendevano ma erano lacrime gioia. Guardai i suoi occhi, i suoi bellissimi occhi che mi erano mancati così tanto. Lei era disorientata e sembrava anche spaventata. "C-chi sei? Dove sono?" Il sangue gelò nelle vene e rimasi pietrificato. "C-come chi sono? Amore sono Niall." Dissi cercando di trattenere le lacrime. "Anna amore mio sono Niall, il tuo Niall." Le lacrime però non si fermavano.
Una dottoressa passò di lì e vide la scena. Era sorpresa come me e subito chiamò gli altri dottori. Si avvicinarono ad Anna e io mi scostai tenendole comunque la mano tiepida.
Cominciarono a visitarla e mi dissero che dovevo andare via. Le baciai la mano e me ne andai.
Cominciai a pensare mentre sorridevo. Poi decisi di avvertire gli altri così li chiamai euforico. La mamma di Anna, Mary, Lara, i ragazzi, TUTTI.
Arrivarono dopo un quarto d'ora, prima sua madre, poi Mary e Harry, e poi i ragazzi e Lara.
Tutti al settimo cielo per questo miracolo improvviso. Ma io sapevo che qualcosa andava storto... Come mai non mi aveva riconosciuto?
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