Capitolo 2

Cominciai a correre quando mi accorsi di non arrivare in tempo nella mia classe.
La classe di Roberta era più vicino all'entrata della scuola dove c'eravamo parlate poco tempo prima.
"Anna Stone? Anna Stone?" La voce della professoressa mi fece sobbalzare dato che ero a pochi metri dall'entrata della porta.
"Oh, si scusi prof, sono qui." Dissi ansimando per la stanchezza poco dopo.
"Mmh...hai una giustificazione per il ritardo?" Continuò la professoressa Roth.
"No ma..." Cominciai io venendo interrotta.
"Allora dovrai rimanere fuori." Cosa? Per solo un minuto di ritardo sarei rimasta fuori?
"Ma professoressa!"
"Fuori." Continuò alzando la voce e puntando il dito contro di me.
Rimasi lì altri due secondi rivolgendo prima di uscire uno sguardo alla classe che rideva di me.
"Certamente..." Dissi ironizzando rivolgendomi alla professoressa che ancora aveva il dito puntato nella mia direzione.
Uscii il telefono mentre varcavo la soglia della porta e -sbadata com'ero- non mi accorsi di un ragazzo che stava per entrare così ci scontrammo e caddi per terra con lui.
"Oh, scusami non ti avevo visto" dissi col viso in fiamme per la vergogna.
Raccolsi il suo cappotto e lo zaino che erano finiti a terra con lui.
"Colpa mia" mi rivolse un sorriso gentile e ci guardammo negli occhi .

Erano celesti come il cielo nelle fiabe, quello perfetto e senza imperfezioni. Ecco, i suoi occhi erano come una fiaba, e mi fecero perdere la testa. Dissi a me stessa di essere in paradiso. Poi continuando a sorridere come un ebete mi superò per entrare nella classe.

Aspettai qualche minuto e poi notai la porta aprirsi leggermente.
Vidi il ragazzo che feci cadere pochi secondi prima e quegli occhi che facevano invidia al mondo si incrociarono di nuovo con i miei.

Poi elaborai che sicuramente non aveva nemmeno lui la giustificazione per il ritardo. Anche se non è che avesse davvero ritardato -come me-.
Così lo salutai sorridendo e cercando di sembrare normale. Non ero brava con le amicizie, ma quell'anno avevo deciso di cambiare, non volevo avere solo un'amica. Così cercai di farmene altri.
"Ciao" dissi allegra.
"Ciao" rispose con quel sorriso dolce che continuava a esserci sulle sue labbra. Che solo allora notai.
"Come ti chiami?" Chiese lui camminando verso un corridoio, io lo seguii e risposi.
"Come mi chiamo?" Oh no, mi ero totalmente scordata il mio nome.
"Si, vorrei sapere il tuo nome se non è una domanda troppo difficile" rise divertito dalla mia mancanza di parole.
Il mio nome pensai Anna rifle... Anna!
"Il... Il mio nome è Anna. E il tuo?"
Chiesi ancora un po scossa dalla mia memoria poco affidabile.
"Sei sicura?" Rise ancora ma più lievemente, come se non volesse farmelo notare, ma era troppo evidente.
"Si. Sicura" ora sorrisi anche io mostrandogli sicurezza.
"Bene. Io sono Niall, Niall James Horan." Mi porse la mano e io gliela strinsi mordendomi il labbro inferiore a quel contatto. "Il tuo nome completo?" Mi chiese continuando a stringermi la mano. "Oh no, sono solo Anna, Stone. Probabilmente i miei genitori non si sono sprecati troppo quando hanno dovuto scegliere il mio nome." Abbassai la testa, rialzandola subito dopo. Lui si fermò e notai che eravamo nella segreteria. C'erano delle sedie così mi avvicinai e mi accomodai. Lo fece anche Niall. Continuava a fissarmi ma facevo finta di non accorgermene. Dopo minuti che continuava, stufa lo guardai e gli dissi "Perché mi fissi?"
Lui rise e poi abbassò la testa. "Perché sei bella." Rialzò lo sguardo verso i miei occhi che non riuscivano a stare fermi. Ero confusa, bella? Io? No, doveva essere un'allucinazione per il caldo o forse mi ero solamente immaginata quelle parole. "N-no io non sono bella. Quindi non mi fissare." Finii distogliendo lo sguardo. "Okay allora se non sei bella non avrai problemi a essere mia amica. Tanto le persone non-belle non mi attirano per nulla. Quindi potremmo solo essere amici no?" Scherzò e io risi imbarazzata per poi controbattere "anche se fossi bella potremmo solo essere amici." Lui mi guardò e ridendo sussurrò "non ne sono del tutto sicuro." Io lo guardai con aria di sfida rispondendo "Allora trova il modo di convincerti. Solo amici, sempre che lo saremo."
"Per me lo siamo già."

Passammo il resto dell'ora a parlare per conoscerci meglio.

"Tieni questo è il mio numero." Disse strappandomi il cellulare dalle mani e digitando numeri sulla tastiera della rubrica.
Niall il magnifico così si salvò in rubrica. Risi leggendo il nome.
"Grazie" dissi sorridendo
"Grazie a te" rispose facendo lo stesso.

Suonò la campanella della seconda ora e mi recai nell'aula 4B, l'aula di religione.
Mi sedetti in fondo, nel banco isolato da tutti.
"Ragazzi... Ragazzi!"
La voce della prof riprese metà della classe ad ascoltarla, si schiarì la voce e disse. "Ragazzi c'è un nuovo compagno quest'anno quindi accoglietelo mi raccomando."
Io non mi azzardai a muovere la testa in direzione dell'ombra che si dirigeva verso di me. Poi però ruotai la testa dalla parte della figura misteriosa e vidi Niall.
Mi scrutava come aveva già fatto l'ora prima e il ciò mi infastidiva parecchio.
"Ehm.." Cercai di tossire per creare imbarazzo e far distogliere lo sguardo ma nulla.
"Basta cazzo! Non fissarmi. Mi dai fastidio lo sai" ma non mi ascoltò perciò alzai la voce e implorai di smettere. "Uuh ho appena scoperto il tuo punto debole Stone." Attaccò lui ridendo. "Si okay ma.. Sul serio mi dai fastidio. Cosa vuoi in cambio?" Mi pentii della domanda appena fatta.
Gli si illuminarono gli occhi e io mi dissi stupida.
"Smetterò di fissarti se il tredici settembre verrai con me in un luogo segreto. Tranquilla non sono un maniaco-puttaniere se è questo che pensi" sorrise ma io no.
"Come faccio a esserne certa? Ti conosco da poco più di un'ora."
"Ti chiedo di fidarti."
"Non posso.."
"Si che puoi. Fidati."
"Okay."

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