Capitolo 14
"oh ma chi è questo bel giovanotto?!" La voce entusiasta di mia mamma mi fece venire un giramento di testa
Ovviamente mia madre doveva umiliarmi per forza...
"piacere sono Niall."
"è il tuo ragazzo?! Ah lo sapevo!!! Che bello e sembra anche molto simpatico e dolce."
"Mamma che ci fai a casa?" Chiesi sorpresa
"oh scusa ciao. Comunque hanno annullato la riunione così ho preso il primo treno che ho trovato per venire qua a casa"
Non ero del tutto contenta perché ora Niall non avrebbe più potuto passare le notti con me.
Ci mandò in camera mia dicendo che ci preparava una merenda.
Io ero tutta rossa in faccia.
Gli chiesi scusa e lo feci accomodare su una sedia, mentre io mi sedevo a gambe incrociate sul mio letto a due piazze.
Si guardò attorno anche se era già entrato una volta ma non ci aveva fatto caso probabilmente, perché sembrava molto perso nei suoi pensieri.
Per spezzare il silenzio dissi ad alta voce in modo che potesse sentirmi "allora! Che ne dici? Abbastanza scocciante eh?"
"che? Scusa ero distratto."
"niente lascia stare angelo."
"cosa? Angelo?"disse sorridendo.
"si, perché tu sei il mio Angelo, e comunque quando vuoi stai attento eh?!"
"sono furbo. È per questo che sono irresistibile."
Risi.
Niall disse sussurrando e con un lieve sorrisetto rivolto verso il basso "angelo... Wow"
Io dissi "che c'è non ti piace?"
"no no non è questo... Mai sarebbe stato questo, cioè 'Angelo', io non mi sento un angelo. Non merito questa vita perfetta con te."
"ma che dici? Tu la meriti. Meriti di stare con me... Semmai io non lo merito, tu sei troppo perfetto per me, eppure io ti amo. Sai Niall io non avrei mai creduto di incontrare una persona come te : bella, gentile, dolce, affettuosa, romantica, perfetta..."
Poi mentre Niall aprì bocca la porta si aprì. Ha detto solo Anna e poi si è zittito.
Era mia mamma che ci portava la merenda. Porse un pezzo di torta a Niall che però rifiutò dicendo "scusi ma non ho tanta fame."
Ero tipo a bocca aperta...
Poi mia madre disse "okay." E me la porse a me.
Io accettai e mia madre lasciando il vassoio sul tavolo lasciò la nostra stanza. La quale invase un silenzio tombale.
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