Dear Ice.
Caro Ice,
Era l'anno 2019 quando, insieme alla mia famiglia scelsi di adottare un altro cane.
Dopo aver discusso a lungo, la decisione finale cadde su di te; un bellissimo incrocio tra Amstaff e Dogo argentino.
Io e mia sorella eravamo entusiaste, mentre mia madre leggermente scettica.
In seguito, si ricredette e accettò il tuo arrivo in famiglia.
Molti dei miei amici invece, storsero il naso alla notizia; non vedendo nient'altro che, la questione a livello estetico.
Non m'importava quello che pensavano loro; per me eri e, sei bellissimo a prescindere da quello che dicevano gli altri.
La prima volta che ti vidi, non era nemmeno di persona ma, tramite una foto.
Ti chiamarono Ice, perché eri quasi del tutto bianco; ma in un secondo momento, pensai che avessero sbagliato perché, una volta scoperto il tuo carattere affettuoso il nome perfetto per te, sarebbe potuto essere Honey.
Avevi cinque anni e, cercavi casa disperatamente; non conoscevo molto del tuo passato, sapevo soltanto che eri stato salvato insieme a tua sorella da un canile lager. In seguito venni, abbandonato due volte.
Amavi da morire i gatti e altri animali ma con i tuoi simili, sei sempre stato molto selettivo.
Non avevamo grandissime pretese, l'unica cosa veramente importante era la tua compatibilità con le femminucce visto che, ne avevamo già due; molto più tardi, divennero le tue compagne di marachelle.
La prima cosa che mi colpì di te, fu il tuo sguardo; due occhioni color nocciola che esprimevano dolcezza ma allo stesso tempo, sembrava essere macchiato dalla solitudine.
Nonostante tutto, avevi un'espressione fiera e rilassata; i volontari ti trattavano bene e, avevi anche un posto dove correre.
Sappi che tutto questo, mi bastò a smettere di cercare altri cani; quell'enorme testone dallo sguardo gentile, mi aveva conquistata letteralmente.
Sono stata felice in questo modo solo poche altre nella mia vita, e lo divenni ancora di più quando ci dissero che, con molta probabilità saresti stato nostro.
Da quel momento in avanti già t'immaginavo a casa con noi, sdraiato sul divano a rilassarci, dopo una lunga passeggiata per le campagne che ami tanto oppure, mentre giocavamo alla lotta o al riporto.
Passò un mese e, finalmente arrivò il giorno in cui ti avrei visto di persona:
Era il 23 agosto e quella data, in seguito divenne così importante che ogni anno, la festeggio quasi più volentieri del mio compleanno.
Ricordo ogni singolo momento di quella giornata; ci alzammo in largo anticipo rispetto alla sveglia e prese dall'ansia, ci preparammo velocemente per andare in stazione.
Il viaggio per arrivare da te, fu veramente lungo e stressante.
Abbiamo attraversato metà del territorio italiano solamente per conoscerti; ma sappi che nonostante tutto, lo riaffronterei altre mille volte pur di vederti felice.
Appena arrivammo al rifugio, i volontari ci fecero molte domande; volevano essere sicuri che fossimo in grado di gestirti perché diciamocelo; non sei un cane facile, ma in fin dei conti se mi piacevano le cose semplici non avrei scelto te, ma un tenerissimo cucciolo di Labrador preso in allevamento.
Finalmente dopo tanta attesa, ti fecero entrare e i nostri sguardi s'incrociarono.
Mi venisti incontro scodinzolando così forte, da farmi pensare che fra poco avresti preso il volo; ci mancava poco che sarebbe successo realmente, perché istintivamente ti sei messo a saltare e, mi feci cadere per terra gli occhiali.
Sapevo che non dovevo ridere, ma lo feci ugualmente; ero troppo emozionata per sgridarti.
Il tuo educatore dopo avermi ripresa bonariamente, disse in modo scherzoso che sembravi più tu il nostro cane da una vita, anziché quello che abbiamo cresciuto noi; solo ora però, mi rendo conto quanto in realtà fosse vera quest'affermazione.
La tua straordinaria vivacità, fu la seconda cosa che mi piacque di te; non davi minimamente l'impressione di essere un cane già adulto, ma un cucciolo fuori taglia che non ha mai avuto tempo di crescere.
Ancora adesso conservi questa caratteristica tipica di entrambi i tuoi genitori, ma ti scateni soltanto quando puntuale come un orologio sai che sta per accadere qualcosa che ti piace fare.
Inutile dire che, trovai incredibilmente adorabile la prima volta che ti vidi sbattere le zampe sul pavimento mentre, attendevi con impazienza la tua pappa o l'ora della passeggiata.
Il nostro primo incontro andó bene e, alla fine ti portammo a casa il giorno stesso.
Era ormai tardo pomeriggio e, il viaggio di ritorno fu ancora più stressante di quello dell'andata; restammo bloccati per un'ora in stazione, perdendo anche l'ultimo treno che, ci avrebbe portati tutti e quattro indietro.
Per fortuna, non eravamo molto lontani. Chiamammo un taxi il quale, arrivò poco dopo; ma l'autista, ci disse in tono sprezzante, riferendosi a te che non accettava di trasportare "quella bestia." nel suo veicolo.
Fu la prima vera ingiustizia alla quale, assistetti nei tuoi confronti; provai una rabbia intensa verso quell'uomo ignorante ma ne, spuntò un altro che accettò volentieri di accompagnarci e la questione si risolse.
Tornammo a casa alle nove di sera, stanchissimi e affamati; ma con te non era ancora finita, perché prima di farti entrare in casa decisi di darti una lavata.
Il tuo pelo era molto sporco, perciò passai una buona mezz'ora, prima di vederlo ritornare bianco e lucido.
All'inizio, il nostro rapporto non fu idilliaco come avevo immaginato, durante il mese precedente alla tua adozione.
Sin da subito ti sei mostrato molto testardo e poco incline ad ascoltare; ma potevo capirlo, sei stato catapultato all'improvviso in una realtà che ti era quasi del tutto estranea.
Ancora oggi, ripenso a tutte le cose che mi hai distrutto, dai calzini ad alcune delle mie maglie preferite che sono tutt'ora stipate in un angolo dell'armadio; non ho il coraggio di buttarle.
Come dimenticare poi la nostra prima passeggiata in assoluto; fu un completo disastro.
Eravamo scoordinatissimi e, non riuscivo a spostarti nemmeno di un centimetro.
Col senno di poi, se ci penso mi viene quasi da ridere.
Scusami se, mi sono dimostrata un' incapace all'inizio e, non riuscivi a fidarti ancora del tutto di me.
Ma come potevo biasimarti?
Dovevi ancora realizzare che, saresti rimasto con noi a prescindere dal tuo comportamento e, le tue brutte esperienze passate avevano comunque lasciato il segno; ma io ero fiduciosa e, giurai a me stessa che non ti avrei mai ridato al canile.
Perché questo voleva dire arrendersi davanti alla mia sfida più grande.
Averti al mio fianco significava osare e, di conseguenza anche sbagliare.
Il tempo continuava a scorrere e, dopo un paio di mesi riuscii a tirare fuori il lato più bello di te.
Le nostre camminate, divennero ben presto il momento più atteso della giornata; avevo finalmente trovato qualcosa che ci avrebbe aiutati a migliorare il nostro rapporto.
Sembravi entusiasta di fare qualsiasi attività coinvolgesse uno o, più membri della nostra famiglia.
Ancora una volta, la tua splendida personalità, ha lasciato il segno nel mio cuore.
Ma, ci sono stati dei momenti in cui, ce la siamo vista veramente brutta.
Ricordi ad esempio, quella sera in cui ci siamo ritrovati uno strano individuo che, ci ha inseguiti per metà del nostro percorso, con un giornale arrotolato in mano?
Non sapevo assolutamente, quali fossero le sue intenzioni; ero spaventata e, tu lo percepisti.
Dopo avermi guardata intensamente per qualche secondo ti voltasti e iniziasti a correre; ti fermasti soltanto quando eravamo abbastanza lontani.
Come scordare poi, quella volta che, hai fiutato un animale selvatico potenzialmente pericoloso e, senza troppe cerimonie mi hai portata in un punto più sicuro della collina.
Non furono gli unici momenti, in cui mi hai protetta da un pericolo imminente; ce ne sono stati molti altri.
Mi piace pensare che io e te, ci siamo salvati a vicenda.
A volte credo che se non ci fossi stato tu, in determinati momenti della mia vita, non sono sicura che le cose sarebbero andate a finire così bene.
Da quel giorno iniziai a considerarti il mio eroe, mi sentivo al sicuro quando avevo te al mio fianco.
Mi seguivi come un'ombra ovunque andavo.
Quando non potevo portarti con me, mi rivolgevi sempre quello sguardo irresistibile da cucciolo bastonato; una sera ti sei persino messo davanti alla porta d'ingresso, afferrasti il guinzaglio, lo poggiasti per terra e iniziasti a scodinzolare abbaiando.
I miei ricordi di quel primo periodo insieme, non si fermano solamente ad esperienze quasi al limite dell'inquietante; ci sono stati anche dei momenti meravigliosi che hanno risaltato ancora di più le tue qualità.
Ripenso ancora come a riuscisti a far sorridere un signore in carrozzina, il quale successivamente mi disse di aver da poco perso il suo amato cane.
Oppure, di come diedi prova di una delicatezza che non ti appartiene affatto quando sei di fronte ai bambini o alle persone anziane; di solito, sei aggraziato come un bisonte imbizzarrito.
Credo fermamente che tu, abbia un dono ed é quello di riuscire a far star bene chiunque ti circonda; nonostante le persone in realtà ti abbiano sempre fatto del male.
Arrivò il Natale; il primo passato al caldo fra le mura accoglienti di una casa, con una famiglia che ti ama.
Come posso dimenticare anche l'approccio con la neve?
Appena ci camminasti sopra, sprizzasti letteralmente di gioia, iniziando a farmi correre in direzione del parco, uno dei tuoi posti preferiti.
Ti liberai dal guinzaglio, ne raccolsi un po, ricavandone delle palline che lanciai poco distante; non mi sono mai divertita così tanto in vita mia e credo, nemmeno tu.
Passammo un paio d'ore su quel prato innevato a giocare, poi ti portai a casa perché stava iniziando a fare freddo.
Quell'anno ti prendemmo anche un regalo; un bel cappotto rosso che, hai rotto in più punti prima di comprendere a cosa serviva veramente.
E pensare che oggi, mi permetti di fartelo indossare senza cercare di distruggerlo mi fa capire, quanto tu sia cambiato in questi due anni passati insieme.
Ora hai sette anni, ma il tempo non sembra avere effetti su di te; sei rimasto lo stesso cucciolone, intrappolato nel corpo di un cane adulto che, gli anni più belli della sua vita non ha avuto nessuno con cui condividerli.
A volte, vorrei tornare indietro e ridarti i tuoi cinque anni persi; ma sono consapevole di non poterlo fare, perciò non ci resta che goderci quello che abbiamo a disposizione, fino all'ultimo istante.
So già che quando mi lascerai per sempre; avrò soltanto il letto più spazioso ma, il cuore vuoto.
Non riesco ad immaginarlo ancora, perché una parte di me vorrebbe che accadesse il più tardi possibile.
É così strano pensare che due anni, siano praticamente volati.
In questo preciso istante, sto leggendo la lettera che ho scritto per te; sei seduto al mio fianco, mi guardi interessato piegando di lato la testa e corrugando la fronte in modo adorabile.
Capirai sicuramente la metà di quello che sto dicendo, ma stai scodinzolando perché sai che sto parlando con te.
Lo sai?
Non ho mai pensato che potessi essere il mio cane ideale eppure, di questa scelta non me ne sono mai pentita; perché continuo a pensare, che ti amerò per tutta la mia vita.
É stata dura diventare così affiatati, ma proprio per questo, credo che la nostra storia merita di essere raccontata; non c'è stato mai niente di scontato e più di una volta, ammetto che sei riuscito anche a sorprendermi.
Ogni passo in avanti che abbiamo fatto, é stata una conquista per entrambi e adesso, dopo tutti gli alti e bassi tipici di qualsiasi legame, siamo inseparabili.
Oggi, anche se é il tuo compleanno, non ti ho preparato una torta con sette candeline che non riuscirai mai a spegnere.
Ma, non me ne sono dimenticata.
Ho preferito, passare una giornata più speciale del solito insieme a te:
Ti ho portato un osso fatto di pelle che hai divorato in poche ore.
Poi, siamo andati a trovare il tuo amico asinello che, non vedevi da un paio di mesi; avete mangiato insieme le carote ed infine, giocato.
Al ritorno, camminavi con andatura trotterellante e ti giravi, puntando lo sguardo su di me per cercare il mio.
Adesso sei felice e, spero di poter vedere quell'espressione sul tuo musone ancora per molto tempo.
Guardo l'orologio e, noto che sono le otto di sera; inizi a guardarmi e sederti davanti la porta.
Ti alzi fai un giravolta e, ti siedi di nuovo.
<<Stai fermo!>> Ti dico, poi apro la porta.
Vorresti correre ma, non lo fai perché hai notato il micio entrare in cucina.
Intanto, ti metti seduto e sbatti le zampe sul pavimento; quel gesto mi ha sempre intenerito.
Non importa se sono passati degli anni, dalla prima volta che l'ho visto.
Finalmente, ti dò il via per mangiare e, mentre chiudo la porta, con un sorriso sussurro: " Buon compleanno, Orsacchiotto, ti voglio bene."
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