DIRECTIONS

- 90

Sometimes I fell like giving up,
but I jus't can't
it isn't in my blood.


|| REINA ||, Indianapolis - Gara 10/18

"Mi dispiace per la gara.

Sto ancora cercando di convincere Armando, per me sei la migliore".

Il messaggio di Tomàs è la prima cosa che leggo non appena rientro in possesso del cellulare  uscendo dal box. Dispiace anche a me per la gara, visto l'ennesimo zero che ho fatto prendere alla squadra. Una caduta stupida, e pensare che Indianapolis è forse la mia pista preferita. Sono rimasta qui con il team finita la gara, anche se più per non dover andare in giro per il paddock e fare incontri sgraditi.

Una volta sfilata la tuta però e finita anche la gara di MotoGp sento il bisogno di andare a fare un giro.

Scuoto la testa davanti al cellulare e rispondo con una faccina frettolosa.

Compongo quindi il numero di Barbara.

"Il piano b sta andando a quel paese, ci serve un piano c" le dico, camminando con la testa bassa dalla parte opposta ai box. Le urla e gli applausi che provengono dalla pit lane rendono palese che le premiazioni siano in corso. In realtà è lo stesso caos che sento provenire anche dall'altra parte del telefono.

"Vieni in pit lane, giuro che sono lontana dalla folla" grida Barbara al telefono. Appunto.

Senza fare storie e anzi con abbastanza disinvoltura chiudo il telefono e  attraverso un box a caso per non dover fare il giro largo. La calca è raggruppata sotto il palco con il podio e quando l'inno spagnolo inizia a suonare di botto cala il silenzio.

Barbara, con la polo blu della Yamaha, è seduta sul muretto in corrispondenza del traguardo e da lì su mi fa segno con la mano.

"Che è successo a Marc?" mi domanda non appena la raggiungo.

"Lo abbiamo fatto incazzare" rispondo con una certa consapevolezza, incrociando le braccia e mettendomi sulla difensiva.

E' vero, vuoi per un motivo, vuoi per l'altro, io e Valentino l'abbiamo fatto incazzare davvero. E ora lui risponde così, con una beffa morale al suo grande rivale prendendosi due vittorie di fila, due vittorie strabilianti, che rovinano il sogno di un campionato combattuto solo in Yamaha, e semplicemente ignorando me.

Mi sembra coerente, è ciò che ho fatto io in primis.

Eppure quel sorriso sul podio dopo una vittoria non scampa, si vede persino da qui giù. Non potrò mai fargli tanto male da toglierglielo.

"Parliamo di cose serie, la carriera da crossista quindi? non procede?" dice lei, distogliendo lo sguardo dal podio non appena l'inno finisce e i piloti brindano con lo spumante.

Mi accendo una sigaretta, poggiando la schiena contro il muretto mentre lei mi studia seduta lì su.

"Le buone intenzioni ci sono" rispondo, fissando il fumo mentre esce dalle mie labbra "mi manca un team"

"Mancano anche  tre mesi all'inizio del campionato MX, c'è tempo"

Guardo Barbara di sottecchi, alzando un sopracciglio.

"Ok ho detto una cazzata, ma non so come risolvere la situazione" dice, alzando le mani.

Tre mesi sono pochissimi per trovare un team, testare la moto, modificare la moto. Col il vecchio team sarebbe stato diverso, ma senza di loro è quasi impossibile.

Smetto di lanciare occhiate verso il podio, vedere Marc lì che ride e scherza mi rode troppo. Mi allontano persino dal muretto, dando una pacca sulla coscia di Barbara che crea un rumore secco.

"Io torno in albergo, spero di trovare una soluzione a tutto ciò nelle infinite ore di volo che ci aspettano per tornare a casa" mormoro una volta che la sigaretta si spegne.

La getto per terra e la schiaccio con fin troppa violenza, ma dopo che muovo i primi passi la voce di Barbara mi blocca.

"Fondiamo un team privato"

Fermo il piede a mezz'aria e resto immobile per un attimo, non mi giro a guardarla.

"Tu corri, io ti faccio da meccanico, chiediamo a Tomàs di farci da gommista. Ci mancano solo i soldi per moto, treni di gomme, pezzi di ricambio, iscrizione e spostamenti" continua lei.

Qualcosa dentro di me si muove.

E' una pazzia, penso, ma in realtà la mia testa è altrove. Ha già trovato una soluzione.

Riprendo semplicemente a camminare, senza darle risposta. Non voglio interrompere il mio flusso di pensieri.

Passo le ore successive come un automa, mi cambio, chiudo la valigia, sistemo i bagagli e prendo il taxi per andare in aeroporto. Il volo in tutto dura dodici ore, con uno scalo a Toronto.

Ed è nella sala d'attesa del Toronto Pearson international airport che mando un messaggio ad una persona che mi sarei aspettata di non cercare più in tutta la mia vita.

Nove ore dopo sono a Cervera.

Eric mi aspetta poggiato sulla sua moto davanti al cancello di casa mia, un sorriso decisamente poco rassicurante gli illumina il viso. Però è bello, questo non lo si può negare. I capelli castani sono più lunghi del solito e hanno preso una piega mossa, ribelle. I denti bianchissimi risplendono nella penombra. Negli occhi immagino il solito ghigno pericoloso.

"ciao piccola" mi saluta, sentire la sua voce è come essere costretta a sentire all'infinito delle unghie che graffiano una lavagna "sapevo che saresti tornata da me"

Alzo gli occhi al cielo e sbuffo, appurando il suo non essere decisamente cambiato in questi mesi senza sentirci.

"di certo non con piacere" controbatto, accompagnando la frase con una smorfia quasi disgustata. "però ho bisogno di te"

"è sempre bello sentire una frase del genere"

"voglio entrare nei tuoi giri di corse, macchina o moto è uguale, basta che siano fuori pista" dico, forse con il tono più serio che abbia mai fatto in tutta la mia vita. Strano come il pensiero di fare qualcosa di illegale non mi spaventi affatto, piuttosto mi elettrizza "mi servono soldi facili"

Se possibile, il sorriso di Eric si allarga ancora di più.

Allunga una mano e la trattiene a mezz'aria finché non glie la stringo.

"mi farai diventare miliardario"

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UN CAPITOLO CON MENO DI 1000 PAROLE. wow, è forse la prima volta.

Allooooora perdonate la mia assenza, purtroppo la sessione incombe e la mia testa è presa anche da un altro progetto che sto cercando di buttare giù in tempo per partecipare ai Wattys di quest'anno.

Ovviamente questo capitolo mi serviva molto così, breve e incisivo, di passaggio.

Guess who's back ??? ERIC, in nostro amatissimo Eric.
Allora delle attività illegali di Eric ne avevo accennato anche in YOUNG GOD, quando Reina e Marc vanno insieme in quel bunker in mezzo alla campagna per cercare Eric e poi si ritrovano a fare un inseguimento con la polizia.
Ecco, ora è Reina di sua spontanea volontà a voler tornare nella vita di Eric e partecipare a corse clandestine.
Cosa pensate di questa svolta nella storia? E di Marc che dà schiaffi morali a tutti?

Spero di aggiornare il prima possibile ma non sarà facile, un bacio e a presto ❤️

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