The King of Wishful Thinking


[ futuro, ricordi, zolfo ]

Non leggerei nella mia mente, se fossi in te.

Peter lo sa benissimo, cosa comporta quel terribile destino. La sua Anima Gemella è un ripieno di rancore e vecchi errori commessi, che cerca di redimere da sempre – con scarso successo – e che prova a cancellare, ma che nella mente rimangono, come una cicatrice, e sanguinano ogni volta che vengono scossi. Non ha voglia di vederle, quelle memorie lontane. Prima di scoprire chi fosse quella sua anima affine, Peter era convinto che quell'uomo fosse tutt'altro che un mostro, e ora... ora non è più sicuro di niente. Si copre gli occhi, come se solo questo potesse cancellare il passato e risanare il presente, e quindi il futuro. Tony è migliore di ciò che era un tempo, ma un tempo era un uomo diverso. Terribile. Quasi non riesce ad immaginarselo. Quasi sembra un'altra persona, e Peter ha paura.

Smettila di andare così a fondo!

Tony lo supplica di non scavare, ma è di fronte a lui e i suoi pensieri lo hanno inondato. Peter vorrebbe cancellare ogni cosa, ma più cerca di nascondersi dietro ad altri ricordi, più quelli tornano ad affacciarsi nella mente del suo innamorato. Più Tony li affoga, più questi riemergono. Gli stringe i polsi tra le dita, nel ridicolo e inutile tentativo di fermare quel flusso di pensieri connessi. Peter si chiede quali siano i suoi; si chiede quali siano i ricordi che Tony sta vedendo nella sua testa, ma forse non ci sono. Non sono presenti. Troppo velati da altro, ora come ora.

Non farti del male, Peter. Ero ciò che ero, ma non lo sono più. Non guardare, chiudi la mente.

Vorrebbe tanto farlo, ma l'Afghanistan e le armi di distruzione di massa sono un flash ininterrotto di terribili immagini fatte di esplosioni e di morti. Di persone innocenti che, ignare, perdono la vita attraverso bombe e missili che portano la firma dell'uomo che ama. Il furioso alcolismo dato dalle manie di grandezza che nascondono una profonda insicurezza. Il tentativo di emulare un padre che non l'ha amato e che Tony rimpiange e addita come la causa di tutto. Un Tony che combatte Captain America, nel solo e unico intento di smorzare il rancore. Senza logica, senza sentimento, senza alcuna possibilità di ammettere che Rogers non c'entra nulla e che ha solo cercato di proteggere, a sua volta, chi ama. E Tony ha travisato, ha voluto farlo e alla fine ha rotto qualcosa. Più di qualcosa. Legami, cuori, il passato. Tony ha solo spaccato, cercando poi di rimediare col tempo a qualcosa che aveva troppe crepe. Un passato che ha reso le basi di un futuro, troppo traballante.

Tony gli stringe di più i polsi tra le dita. Peter vede la stanza intorno a loro sparire. Vede solo bianco e nero; ricordi e rancori; rabbia, ferite, orgoglio e possessione. Ha appena scoperto di possedere l'Anima Gemella che più bramava al mondo, ed ora è immobilizzato dal terrore, perché di fatto Peter non sa più chi ha davanti. Tony Stark è un essere umano meraviglioso. Un uomo infinitamente intelligente, gentile, arrogante in un modo quasi divertente, che lo ha sempre affascinato, sempre attratto. Lo ha sempre desiderato e ora che può averlo, Peter vacilla.

Guardami. Non ostinarti a vedere quelle cose e guarda me.

Non ci riesce. Ha gli occhi chiusi e la voglia infinita di andare via e chiudersi in un mondo diverso, dove le cose sono come prima, quando ancora non era a conoscenza di quella realtà e dove Tony Stark era il suo eroe e non il volitivo demone che è.

Guardami. Peter, guardami.

È una supplica, sputata con rabbia. Peter sa che non ce l'ha con lui, ma solo con se stesso. Vuole solo che il tempo si blocchi e che quei pensieri non possano tornare più in là del Queens, quando si sono conosciuti la prima volta. Lo vede. Vede Tony seduto su quel divano, che gli fa l'occhiolino per nascondere il segreto che sì, lui sa... sa che lui è Spider-Man. Eppure, sopra a quel ricordo, le bombe esplodono, la gente muore e l'alcol viene consumato come se fosse acqua per un assetato. Bicchieri rotti, occhi privi di amore ma colmi di odio e malessere. Pieni di vendetta. Occhi che non gli ha mai dedicato, ma che sono esistiti.

Chiudi la mente, apri gli occhi e cerca altro. Ho altro, da darti.

Lo sa. Peter lo sa. Sa che è così, che Tony non è stato solo il mostro che ha sempre creduto di essere, ma il fatto che lui abbia vissuto solo la sua parte migliore, rende troppo difficile l'idea che quella vita passata possa essere dimenticata e superata. Messa da parte.

Ho commesso errori che non avrei mai voluto mostrarti. Errori che non commetterò più. Però tu guardami.

Lo guarda. Apre le ciglia, le spalanca e la stanza ritorna sfumando a fare da contorno a quella consapevolezza, quella nuova verità, quell'amore scoperto affine, che nasconde dietro di sé troppi sbagli e troppe incertezze. Eppure gli occhi di Tony sono così diversi, ora. Esplodono di una nuova vita che sta vivendo; brillano come se avesse davanti tutto ciò che gli serve per essere felice. Peter si chiede se sia lui; se sia grazie a lui.

Non sono un mostro. Non più.

È l'ultimo pensiero che gli dedica, prima di abbracciarlo forte e sospirare sui suoi capelli, troppe cose che tiene dentro e che vorrebbe celare. Peter sa che non ci riuscirà, come lui non troverà mai il modo di cancellare, nella propria mente, la paura di deludere e fallire e allora capisce. Capisce che tutti commettono errori, tutti sbagliano, tutti si vergognano, tutti si sentono inadeguati; tutti amano, e cambiano per amore. Persino Tony. Persino lui.

Non lo sei mai stato. Non per me. Ricominciamo dal Queens, vuoi?

Pensa e spera che Tony lo abbia sentito. Non gli risponde, a quella domanda. Non a parole, non con un pensiero, non con un suono ma con un gesto. Gli alza la testa con due dita sotto al mento, e gli pizzica le labbra con una terribile e angosciante – vibrante, paura. Un bacio, il primo che si scambiano dopo aver scoperto che sì, sono anime affini, e niente potrà cambiare le cose. Eppure, dopo minuti interi di ricordi oscuri e un passato nero come la pece – come lo zolfo, quasi tossico – in quel bacio Peter trova il silenzio. Trova immagini condivise che hanno qualcosa di diverso da dargli.

Sono di nuovo nel Queens, e si guardano sorridendo. Tony gli fa l'occhiolino e lui balbetta frasi sconnesse e mettono sul terreno il primo mattone che ha dato inizio a qualcosa... qualcosa che sì, dopotutto, può cancellare il passato e lasciare che guardino avanti, insieme, trovando il silenzio in baci che annullano tutto. Persino la paura.

Fine

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Note autrice:

Ho voluto scrivere questa breve soulmate, ispirandomi a quella poco usata della lettura del pensiero e la condivisione di immagini. Un qualcosa che, vista attraverso gli occhi di due persone come loro, poteva solo generare angoscia, paura ma infine consapevolezza e amore.

Ecco perché li amo così tanto. Mi danno tanto, mi danno troppo e io non so nemmeno se sono in grado di rappresentarli davvero così bene, ma scrivere di loro mi serve, mi aiuta. Mi fa bene, dannatamente bene.

Spero che questo breve squarcio di vita vi sia piaciuto. Alla prossima.

Miryel ♥

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