Love yourself at first, so I can love you.
[ schiuma, costume, profumo - wc: 494]
Venti minuti fa stavate facendo l'amore, ed eri così immerso a guardare il suo sguardo perso nel tuo, mentre diventavate una cosa sola, che ora stenti a credere di avere davanti la stessa, medesima persona. Peter è sempre stato una sorpresa per te, tutta da scoprire. Certe volte fa delle cose, sotto i tuoi occhi, che non pensavi mai potesse essere capace di fare.
«Io sono Iron-Man!», dice; le mani ai fianchi, solo i boxer e una maglietta ingrigita addosso e... della schiuma sulla faccia, in quella che è la pantomima ridicola della tua barba.
Alzi un sopracciglio; puntelli i gomiti sul materasso dove sei ancora beatamente sdraiato, e lo guardi.
«Ma che cavolo... Peter, togliti quella roba dalla faccia!», cerchi di redarguirlo, ma ci metti davvero tutto te stesso per trattenere una risata. È buffo quanto, quel ragazzo sia timido e impacciato, certe volte riesca a tirar fuori il suo lato intraprendente solo quando ha su il suo costume da Spider-man e... beh, quando è con te, solo con te e nessun altro.
Ne vai così fiero che solo Dio sa quanto la cosa ti renda felice.
«Io sono Iron-Man!», ripete lui, ancora convinto, ma un po' deluso dalla tua reazione.
Ti fingi indignato e sbuffi: «Smettila di cercare di essere me».
Peter storce il naso e la bocca. Un piccolo pezzo di schiuma da barba gli cade sulle labbra e lui non ci fa nemmeno caso. Piega un ginocchio sul letto e senza alcuna delicatezza ti sale sopra.
Senti il suo peso addosso, e il suo profumo ti avvolge. Vuoi quasi fare di nuovo l'amore, ma sei troppo stanco anche solo per chiederglielo.
«Tu invece dovresti smetterla di cercare di non essere te! A me piaci così come sei, non ti cambierei per nulla al mondo», ti dice e cerca di baciarti una guancia, ma lo scosti perché non hai proprio voglia di sporcarti con la schiuma.
«Falla finita, Parker.»
«Altrimenti cosa mi fai?», ti sfida, fingendosi lo sbruffoncello che non è mai stato.
A quel punto la schiuma da barba e la paura di sporcarsi diventano del tutto marginali e palesi quel disinteresse con un ghigno. Lo spingi sul materasso, sotto di te, e incateni i suoi occhi ai tuoi, scoprendo ancora una volta quanta vita può darti quel giovane così incantevole.
«Ti tolgo il fiato a forza di baci, e sai che ne sono capace», dici, e Peter apre leggermente la bocca, ma non replica.
Il suo sguardo assorto sul tuo ti blocca il cuore per un secondo e, prima di baciargli le labbra e quindi impiastricciarvi con la schiuma da barba come due ragazzini, sorridi a due centimetri dal suo viso, quando lui ti dice: «Allora fallo!»
Come se avessi mai avuto bisogno del suo permesso, per essere felice, quando ti basta solo che ti guardi con quella gioia sconfinata negli occhi, che è così dannatamente contagiosa da toglierlo a te, il fiato.
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