//twenty two//
Leggila (se vuoi) con la canzone consigliata sopra.
Mi sono preparato velocemente, sto correndo come un pazzo fra le strade di Milano per raggiungere il mio migliore amico.
Suono al campanello e lui appare con tutte le sue vesti e il solito sorriso raggiante che nasconde qualcosa, lo sto lasciando stare ma so che c'è qualcosa che non va.
"Andiamo?" Sorrisi e feci finta di niente per l'ennesima volta "no" disse mordendosi il labbro "perché?"credo di meritare delle spiegazioni "non posso" mi stava per chiudere la porta in faccia ma l'ho fermata con il piede "ci sarà un giorno in cui smetterai di mentire" lo guardai inumedendo le labbra "ti prego" presi il suo viso fra le mie mani "dimmi la verità" lui quasi come se non volesse mi prese le mani e le mise giù "va tutto bene Sascha ma non ho voglia di uscire" sussurra.
Stefano in camera sua ha un calendario dove ogni giorno mette una crocietta e non ho mai capito perchè "per cosa è quel calendario?" Entrai in camera sua e lo indicai "è...è per un concerto" balbetta e si morde il labbro, è nervoso "cosa stai aspettando?" Chiesi "qualcosa che mi sarà portato via" rispose.
Ero confuso, Stefano non aveva niente, cosa li potevano portare via?
Aveva un cappuccio in testa, lo indossava da mesi, anche d'estate.
"Ti posso chiedere un favore?" Si alza dalla sedia "dimmi tutto" mi avvicino a lui.
Siamo davvero troppo vicini ma lui non parla,agisce.
Unisce le nostre labbra velocemente.
Decido di ricambiare, metto le mie mani dietro la sua nuca, non ho mai provato una sensazione cosi mersvigliosa, un brivido mi percorre la schiena, gli mordo il labbro e mi stacco.
"Grazie grazie davvero Sascha" sembra avere una luce nei gli occhi, riesco a leggere nei suoi occhi come se fosse un papiro, sono brillanti,come se avesse compituo il suo dovere "ora mi sento più libero" sussurra mentre sorride "forse era proprio questo che mi mancava, la felicità" continua a sorridere, non smette e sorrido anch'io, non l'ho mai visto cosi...felice, si butta sul letto e io mi butto accanto a lui.
Tiene le labbra socchiuse, i denti che si toccano e chiude gli occhi.
Non si muove da minuti "Ste ti togli il cappuccio?"gli sussurro, sto massaggiando la sua pancietta da minuti "Ste!" Urlo.
Non si muove, mi sdraio per controllare il suo battito ma non lo sento "Ste Stefano smettila di scherzare ti prego! Cazzo"Comincio a toccarlo da per tutto a tirargli schiaffi "Stefano perfavore" gli prendo il viso fra le mani, mi accorgo del suo sorriso ancora presente e delle sue guancie bagnate, stava piangendo "Stefano" lo scuoto e il cappuccio si li toglie...no ha i capelli "t-ti prego,dimmi che non è vero, Ste-Stefano ti prego" mi butto sul suo petto e piango a dirotto, la sua maglietta diventa un lago "perchè non me l'hai detto?"sussurro, la mia voce strozzata suonava sola in tutta la stanza "Stefanoooo" prendo la sua maglietta e la tiro, urlo e urlo il suo nome ma niente.Le lacrime scendono velocemente "non andartene cosi, non ora, non ora che cominciavo ad amarti" urlo ancora disperato.Mi accorgo che non posso fare più niente e stampo sulle sue labbra un bacio a stampo "perchè non me l'hai detto? Ti avrei capito, te lo giuro"Vedo sfocato.
Non fa differenza ciò che è il suo corpo a me interessava conquistare la sua anima.
Sua madre entra e porta una mano sulla bocca "figlio mio nooo"viene vicino a me.
Lo prendo per la testa, i nostri momenti insieme mi passano per la mente mentre bagnò il suo corpo.
Ci sono io che lo difendo alle elementari, che non lo guardo alle medie, che non lo calcolo alle superiori ma dopo ricordo ciò che davvero ci ha legati durante questi anni, la sua allegria, Stefano aveva questa chimica con la felicità,non era mai senza, lo ricordo davanti alla porta mentre mi accoglieva a casa sua, lo ricordo sull'altalena mentre sorrideva e giocava come un bambino ma soppratutto ricordo quanto l'ho amato"n-non b-b-att-te più" dico con voce strozzata, lei poggia la testa sul suo petto e piange, piange per ore, io sono rimasto anche dopo, a parlare con lui, a raccontargli di Sascha Burci e mentre parlavo mi accorsi del calendario e di un diario per Sascha.
Forse il dolore non mi abbandonerá mai, il tempo non allieverá la ferita ma imparerò a conviverci.
Gli accarezzo i capelli, ha le labbra secce, viola ma sorride ancora, sto provando odio a non vederlo con quei suoi stupendi occhi sfumati aperti a osservarmi, scrutare ofni minimo movimento, mi racconto bugie.
Lui non c'è più e non potrá più dirmi 'andrá tutto bene Sascholo'
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È successo 18 anni fa e me lo ricordo come se fosse ieri.
Aveva detto "forse era proprio questo che mi mancava la felicità" mi ricordo il suo sorriso quel giorno, non aspettava altro che la corrispondenza del mio amore dalle medie e io non me n'ero mai accorto.
Ho letto tutte le sue lettere centinaia di volte, cercando di non bagnarle, erano l'unica cosa che mi rimaneva di lui.
Ogni volta che leggevo che stava male per me volevo schiaffeggiarmi.
Ed eccomi qui, davanti alla sua tomba, hanno inciso sopra il suo nome e congnome, la sua data di nascita e morte e una frase.
Non c'è tesoro più grande della mia storia, nessuno vive invano ma fate che sia la felicitá che viva per voi.
Lui aveva lasciato intendere che la sua felicità ero io con la sua ultima frase.
Ormai non posso più dirgli ciò che ho sempre voluto dire cosi glielo dico come lui ha deciso di farlo con me con una lettera.
Non so cosa sento dentro, se un vuoto, una sensazione di buco nero o una cosa indescribibile, non è dolore, non è tristezza, è più rancore e vuoto.
Vengo qui ogni giorno prima di andare al lavoro per dedicare la mia vita anche solo a ciò che rimane di lui.
Io ho fatto tesoro della sua storia.
Lui non ha voluto dirmi la verità per la felicità che stavo vivendo, non mi aveva detto che stava cedendo alla morte con onore.
Alla fine lui ha vinto, ha ottenuto ciò per cui ha lottato durante tutta la sua vita...ha ottenuto me perchè ora lo desidero ardentemente fra le mie braccia, desidero le sue morbide labbra sulle mie, desidero la sua anima congiunta con la mia sotto il nome di matrimonio.
Una pagina mi cade davanti agli occhi, guardo solo la fine è firmata Stefano Lepri.
"È ora? Dimmi ti immagino anche? Sono diventato pazzo per te! Vuoi che lo dica? Ok e va bene! Ti amo Stefano e ti amerò per sempre!"
Posso guardare in faccia la veritá e affrontarla con dignità, finalmente mi sono liberato, mi sono dichiarato a te mia cara speranza a cui è attaccata la mia ancora.
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