seventeen.

《Stefano scendi》urlò la madre.

《Oh che palle》 si rigirò varie volte sul cuscino e alla fine si alzò.

Dentro il suo armadio non c'erano altro se non magliette rosse e pantaloni neri.

Ne prese un paio e se li mise al volo.

Subito dopo raggiunse il bagno e si lavò i denti velocemente, erano poche le volte in cui la madre lo svegliava cosi di domenica.

Si guardo allo specchio, i capelli erano un disastro ma non gli importava.

Ammeno che non ci fosse un Burci corvino di sotto sarebbe sceso anche come un barbone.

Sistemò il letto e recuperò il suo cellulare.

Scese di sotto dove la madre lo aspettava con la porta di casa ancora aperta.

《Questa è la famiglia Burci》li presenta 《cazzo》sussurra a bassa voce Stefano.

Si passa le mani sui capelli freneticamente.

《Buongiorno》sussurra abbassando la testa.

Non voleva incontrare gli occhi del corvino che intanto fece una smorfia.

《Lei è una mia collega li ho invitato qui a mangiare, mi sono dimenticata di dirmelo scusa》dice la madre passando una mano sul suo viso 《fa niente mamma》gli sorride e corre in camera 《se vuoi puoi salire con lui》dice a Sascha che annuisce.

Sale le scale con prudenza e apre la porta della sua camera.

È seduto sopra la sedia della scrivania, le lacrime ci cadono sopra e lì ce un foglio sul quale scrive anche quello bagnato di lacrime.

Si avvicinò a lui e lo abbracciò da dietro 《ora ci sono》sussurrò al suo orecchio.

Ora era lì per lui, ora era il momento di cominciare, ora era molte cose.

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