Il rifugio

Avevo immaginato questa giornata uguale a tante altre che abbiamo passato. Non è la prima volta che decidiamo di trascorrere insieme il fine settimana, ma è la prima volta che nessuno dei nostri amici si unisce a noi. Pare che ognuno di loro abbia avuto un imprevisto dal quale non ha potuto liberarsi, e alla fine ci siamo ritrovati noi due ad affrontare questo sentiero di montagna. Siamo accompagnati da una guida perché è la prima volta che decidiamo di salire così in alto, ma in certi momenti è stato come se fossimo stati soli. Ad un certo punto gli ho dovuto persino chiedere di passare avanti perché avevo l'impressione di sentire il suo sguardo bruciare su di me, e adesso sono io che mi ritrovo a fissare il suo corpo, a partire dalle sue spalle per arrivare al suo fondo schiena.

È particolarmente bello nel suo abbigliamento da escursione, anzi no, lui è particolarmente bello e basta.

«Tutto bene lì dietro?» mi chiede con aria divertita quando si volta a guardarmi.

Non so se mi abbia beccata a fissarlo, ma farò finta di niente, come ho sempre fatto finora.

«Benissimo!» rispondo con tono deciso.

«Hai bisogno di una pausa?» mi domanda ancora fermandosi, lasciando che lo raggiunga.

«Forse sei tu ad averne bisogno.» Il sentiero è impegnativo, ma sono abbastanza allenata da resistere fino al rifugio.

«Diciamo che sono io ad averne bisogno.» Mi sorride, e come ogni volta sono costretta a trattenermi, perché guardare le sue labbra da così vicino, riesce a smuovere in me qualcosa che fatico sempre di più a controllare. «Steve?» Si volta verso la guida che è rimasta a guardarci a qualche passo da noi. «Possiamo fermarci qualche minuto?» gli domanda dandomi di nuovo le spalle, e io poso lo sguardo su quel tatuaggio che abbiamo fatto insieme qualche mese fa, quello che abbiamo entrambi dietro l'orecchio sinistro con l'iniziale del nostro nome: lui il mio, io il suo.

«Dai, sediamoci qui.» Mi fa cenno di raggiungerlo su un masso dal quale si ammira uno spettacolo straordinario, e oltre a un paesaggio incontaminato, natura e fauna selvatica, il mio sguardo cade spesso sul profilo del suo viso, sul quale ricade qualche ciuffo sfuggito allo chignon improvvisato che ha fatto prima di intraprendere questa camminata.

Devo smetterla di guardarlo in questo modo o si accorgerà di quanto poco mi manchi per sbavare. Rivolgo quindi lo sguardo in avanti, mi lascio accarezzare il viso dal fresco venticello che ha iniziato a soffiare, e penso che devo darmi una calmata, devo smettere di pensare con gli ormoni, perché questa non è altro che attrazione, giusto? E non voglio rovinare il mio rapporto con Jamie perché non potrei sopportare di perderlo se qualcosa non andasse per il verso giusto.

«Non ho mai visto niente di più bello in vita mia.» Mi volto verso di lui quando lo sento parlare e mi rendo conto che i suoi occhi sono fissi su di me. Il mio cuore accelera improvvisamente, ma subito faccio un respiro profondo per calmarmi, perché è ovvio che stesse parlando del panorama e non di me.

«Hai ragione» rispondo alzandomi in piedi per poi darmi una ripulita al fondo schiena. «Dovremmo andare adesso» gli dico volendo allontanarmi da lui perché le palpitazioni sono arrivate al livello di guardia.

«Sì è meglio» aggiunge Steve. «Sembra che il tempo stia peggiorando. Dobbiamo raggiungere il rifugio.»

Ci rimettiamo in marcia di nuovo immersi nel nostro silenzio, nei nostri pensieri, mentre seguiamo la nostra guida per il sentiero che si fa sempre più impervio. I quadricipiti delle mie gambe sembrano diventati di marmo, e il fiato si fa sempre più corto, per non parlare della temperatura che è più bassa a ogni passo in avanti che facciamo lungo questo sentiero. Ho iniziato a vedere anche alcune chiazze bianche sugli alberi.

«Dobbiamo sbrigarci ragazzi, sta per arrivare una tormenta.» La voce di Steve interrompe il rumore ritmico dei nostri passi sul selciato.

Aumentiamo il passo fino al rifugio dove entriamo esausti e infreddoliti. Sto tremando, non mi sono vestita abbastanza pesante, ma non credevo che in pieno agosto avremmo potuto imbatterci in una tempesta di neve.

«Vado a informarmi sulle condizioni meteo. Torno subito.» Steve si allontana lasciandoci all'ingresso.

Mi stringo nelle spalle e mi volto verso Jamie che sta sorridendo. «Ne hai sangue nelle vene, Ellery?» Si diverte a prendermi in giro per la mia scarsa resistenza al freddo.

Non rispondo e alzo gli occhi al cielo per poi cercare una qualsiasi fonte di calore. Individuo un camino nella sala comune e mi avvicino per scaldarmi. Con la coda dell'occhio seguo i movimenti di Jamie che si reca al bancone del bar, poi mi raggiunge porgendomi una tazza fumante.

«È un po' di tè caldo aromatizzato alla cannella.» Sorrido al pensiero che se lo ricorda sempre, poi allungo una mano per afferrare quella tazza, e il breve e veloce contatto tra le nostre dita mi provoca la solita scarica elettrica lungo la spina dorsale.

«Grazie» dico per poi portarmi il liquido caldo alle labbra e sorseggiarlo mentre tento di nascondermi dai suoi occhi indagatori.

È sempre più difficile stargli vicino senza cedere alla tentazione di saltargli addosso. Ci conosciamo dai tempi delle scuole medie ed è sempre stato un ottimo amico, ma nell'ultimo anno, da quando si è lasciato con Karen, tutto sembra essere cambiato. Ci siamo avvicinati molto per consolarci a vicenda delle rispettive rotture, ma ho evitato con cura di restare sola con lui. Inizialmente perché cercavo solo amicizia e non volevo essere fraintesa, poi, le cose sono peggiorate quando mi sono resa conto che il mio corpo sembra essere attratto dal suo come se fosse una potente calamita.

Mi trovo bene con lui, ma non voglio rischiare di rovinare tutto perché il mio corpo impazzisce quando il suo è nei paraggi.

«Ragazzi l'unica strada che permette di tornare indietro è già inagibile a causa della tempesta.» Steve attira di nuovo la nostra attenzione. «Il maltempo non si calmerà per almeno quarantotto ore, dovremo restare qui. Vi conviene andare a vedere se hanno ancora stanze libere.»

Io e Jamie ci guardiamo nel sentire quelle parole. «Stai scherzando?» gli chiedo scioccamente, ma è ovvio che non stia scherzando. Steve conferma quanto appena detto e ci indica il bancone dove andare a informarci. Ci avviciniamo e restiamo entrambi di stucco quando l'uomo alla reception ci dice che, date le poche disponibilità di stanze libere, è costretto a darci una sola camera, e la nostra sorpresa aumenta ancora quando entrati nella stanza, ci accorgiamo che c'è un unico letto matrimoniale.

Il pensiero di noi due nello stesso letto mi provoca pensieri inappropriati, per questo motivo gli chiedo di tornare nel salone comune e lui accetta senza nemmeno guardarmi negli occhi.

Una volta al piano di sotto prendiamo posto sul divano di fronte al camino. La serata passa in fretta tra chiacchiere e risate con alcuni ragazzi con cui abbiamo fatto amicizia, ma presto anche loro ci lasciano soli dicendo che sono stanchi. Il salone si svuota a poco, a poco, non c'è più neanche Steve nei paraggi, e io sento aumentare la temperatura corporea.

Il braccio di Jamie è dietro le mie spalle, appoggiato al divano, la mia gamba è contro la sua, e con la coda dell'occhio riesco a vedere il suo torace muoversi al ritmo del mio respiro. Vorrei allungare una mano per poterlo toccare, vorrei sentire il battito del suo cuore sotto le mie dita, vorrei...

«A quanto pare doveva proprio andare così.» La voce di Jamie interrompe i miei pensieri. Mi volto a guardarlo e da così vicino i suoi occhi scuri sembrano ancora più profondi.

«Cosa?» gli chiedo con quasi un filo di voce.

«Forse è un segno.» Anche la sua voce si affievolisce, e i suoi occhi si abbassano sulle mie labbra.

«Un segno?» chiedo ancora più confusa.

«Io ho provato a starti lontano, Ellery, ci ho provato davvero, ma oggi sembra che tutto mi stia urlando di farlo.» La sua mano arriva leggera sul mio viso e le sue dita scorrono lente lungo la mia mandibola fino a sfiorare con il pollice le mie labbra.

«Di fare che cosa?» Non riesco a ragionare, non sono lucida. Questo contatto mi sta facendo andare il sangue al cervello e sento che il corpo sta per prendere il sopravvento, e gli ormoni invadermi il cervello.

«Di baciart, Ellery.» Poi buio. Le sue labbra sulle mie, dapprima con bacio dolce, che si fa subito più intenso, più passionale e adesso, che grazie a lui ho trovato il coraggio di posare la mia mano sul suo cuore, sento che batte veloce, allo stesso ritmo del mio.

«Volevo farlo da troppo tempo, El...» dice con il fiato corto.

A quanto pare non ero la sola a sentire quella chimica che ci ha fatto avvicinare, e forse abbiamo una possibilità, o forse no, ma voglio vivermi questo momento fino in fondo, perché non voglio più respingere quello che sento per Jamie.

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