💧Acqua💧

Il vento soffia impetuoso mentre il Sole batte prepotente sulla mia pelle arrossata.

Fa caldo, tanto, troppo caldo.

Perfino la brezza estiva è fastidiosa, non piacevole. È calda, soffocante.

L'unico sollievo in giorni come questo è la fredda acqua del lago nascosto dalle folte chiome degli alberi.

Eppure, dopo un po', anche quello inizia a farti star male.

L'aria, a contatto con la pelle coperta di gocce, ti fa rabbrividire, senti freddo.

Sono proprio le "belle" giornate soleggiate quelle più dure, a volte.

Spesso è proprio ciò che ritenevi "piacevole" a farti soffrire.

Forse è perché in realtà sembra andare tutto bene, forse è che non potresti desiderare di meglio perché apparentemente non ti manca nulla.

Forse è perché non dovresti lamentarti, che sembra andare tutto a rotoli.

Anche quando fuori c'è il Sole ti senti morire, se dentro hai il gelo.

Sento il battito debole, la vista sfocata, mentre mi trascino stremata verso la riva dello specchio limpido, impaziente di ricevere qualche attimo di sollievo da quel clima torrido.

Il primo contatto della mie pelle secca, con l'acqua gelida, è piacevole, quasi rivitalizzante.

Mi sento bene, come non succedeva da tempo.

Poi arriva il freddo e con esso la necessità di spingermi ancora più in fondo, pur di non percepirlo.

Così sprofondo ancora di più, fino alla vita, fino al collo.

Quando penso di essere arrivata al limite, di non potermi spingere oltre, ecco che un'altra serie di brividi mi percorrono la schiena.

Non è abbastanza.

Devo andare ancora più giù.

Ho bisogno di andare ancora più giù.

Immergo anche la testa, trattenendo il fiato, solo dopo aver riempito d'aria i polmoni, consapevole di non poter cambiare idea e risalire senza pagarne le conseguenze, senza tornare a soffrire.

L'acqua mi abbraccia, mi stringe in una morsa d'acciaio, non mi permette di muovermi, mi intrappola.

Il mio corpo richiede ossigeno, il petto sembra esplodere di dolore.

Mi costringo a rimanere sotto.

Devo resistere, non posso mollare, non voglio stare male.

Ma resistere è come morire, e morire renderebbe vani tutti i miei sforzi e sacrifici.

Il mio corpo reagisce da sé, sento i miei muscoli contrarsi e la superficie che si avvicina.

Non posso fare nulla per evitarlo.

Riemergo tossendo, alla disperata ricerca di aria.

Brividi mi scuotono mentre il vento si infila nella mia pelle come spilli, provocandomi dolore acuto.

Gli occhi mi bruciano, vorrei sfogarmi piangendo ma nessuna lacrima cade sulle mie guance.

Vorrei gridare ma tutto ciò che rimane della mia voce è solo un rantolo stanco.

Vorrei scappare ma non riesco a muovermi.

Così rimango lì, ferma in attesa della fine di tutto ciò che mi fa così male.

La consapevolezza che si tratti di un ciclo che avrà fine solo con l'arrivo dell'inverno, ben vivida nella mia mente e dietro le mie palpebre chiuse.

💧ANGOLO AUTRICE💧
anche questo molto casuale e non mi soddisfa per niente...

Dietro in teoria c'è tutta una metafora ma non sono sicura si capisca e abbia senso, quindi non ci sto a perdere tempo a cercare di spiegarla (ovviamente fatemi sapere le vostre ipotesi e i vostri dubbi se ne avete)

Detto questo, spero siate clementi e spero vi piaccia più di quanto piaccia a me.

Fatemi sapere che ne pensate.

Love you❤

La vostra
🌟Rob🌟

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