Roma
Nell'ultimo pensiero, la mia vita stava andando a rotoli. E lo fa ancora adesso. Rotola. Rotola e rotola e rotola ma, ogni tanto, trova qualcosa che la fa fermare.
Boom.
Di colpo immobile e si ferma a guardare il panorama che, in fin dei conti, neanche fa così tanto schifo. Ed è esattamente quello che sta succedendo adesso ed è il caso che io vi parli di Roma adesso che sono in tempo. Adesso che mi sono fermata ed ho smesso di rotolare, guardando il panorama.
Ero a Roma.
Tre giorni.
Un tempo che, per vedere la città eterna, non sarà mai abbastanza. Ma io ci sono andata comunque per il compleanno della mia migliore amica e, la cosa buffa, è che neanche volevo andarci.
Io volevo andare a Firenze. Passeggiare su Ponte Vecchio. Perdermi a guardare la cupola e gli acri di terra verde che si spiegano davanti ai miei occhi. Volevo lasciarmi avvolgere dalla pace Fiorentina, dal patrimonio di arte e storia che, in chissà quale modo, riesce sempre a raccogliere i pezzi della mia vita del cazzo.
Ma la mia migliore amica ha questa cosa di non voler tornare mai negli stessi posti e, visto che era il viaggio del suo compleanno, siamo andate a Roma.
E, cazzo, meno male.
Perché io, Roma, la auguro a chiunque. Anche al mio peggior nemico.
Io, Roma, la auguro a chiunque sia spezzato, scettico, rotto. Solo per ricordarsi che siamo in grado di fare cose meravigliose. Solo per ricordarsi che, è vero, Roma è eterna e tu, quell'eternità, a Roma la respiri proprio.
Perché Roma è speciale. È enorme. È bellissima e se la ami, ti amerà anche lei.
Perché passeggi per i vicoli di Trastevere, osservando le edere che decorano i muri rossicci, respirando il profumo del guanciale in un silenzio surreale ed il sorriso sul volto.
Perché, ovunque ti giri, c'è un tempio, c'è arte, c'è storia. C'é immensità e l'unica cosa che tu puoi fare è sbarrare gli occhi, aprire la bocca ed apprezzare.
Perché cammini tra i fori imperiali, tra le colonne che, dopo milioni di anni, reggono ancora, bellissime, forti ed eterne e tu, davanti a quella concreta forma di infinito, non puoi far altro che piangere. Perché quella sotto di te, protetta con così tanto amore, è una città vera e propria. È l'inizio di tutto ciò che noi conosciamo. Sono le fondamenta incredibilmente solide di chi pensava oltre. Di chi era un genio fuori dal suo tempo che vivrà per sempre.
Ed io non ce la faccio a descrivervi per davvero come mi sono sentita. Come, la forza di quell'eternità, in me si sia concretizzata nel mio pianto. Io non ce la faccio a descrivervi come mi sia sentita davanti a milioni di anni che resistono ancora. Che saranno per sempre le basi della nostra vita e della nostra storia. Che saranno per sempre il nostro orgoglio ed il nostro patrimonio più bello.
Io non ce la faccio a descrivervi come mi sono sentita sotto alle volte del Colosseo. Sotto alla magnificenza del suo maestoso candore col sole che lo illuminava alla sue spalle pur non avendone realmente bisogno. Una meraviglia così -cazzo- brilla da sola.
E Roma mi ha fatto sentire protetta. Mi ha fatto sentire viva. Perché i palazzi erano enormi, i monumenti erano eterni ed io, sotto il loro sguardo, non mi ero mai sentita più al sicuro. Perché passeggiavo tra le vie con i nomi più improbabili ed ho capito perché Roma sia eterna e perché sia la capitale.
Perché Roma è uno schiaffo a chiunque dica che niente è per sempre. Un schiaffo a chiunque sottovaluti la nostra storia. Uno schiaffo a chiunque sottovaluti l'Italia e quello che fa il mondo. Uno schiaffo a chiunque sia sempre convinto che l'uomo non sia in grado di fare cose meravigliose e bellissime.
Uno schiaffo a chiunque abbia perso la speranza perché, Roma è proprio questo, la prova concreta che ce la possiamo fare. Che dal passato, nel bene e nel male, per essere migliori possiamo imparare. Perché, io la vedo la cura con cui proteggiamo i nostri patrimoni. Io lo vedo l'amore delle persone verso l'arte. Gli occhi sbarrati lucidi e le bocche aperte davanti a tanta immensità.
Li vedevo i bambini felici che saltavano in piazza Navona, cercando di acchiappare le bolle di sapone. O quello che, a braccia aperte, correva davanti ai fori imperiali, seguendo la direzione del vento. Ho visto anche i ragazzi che ballavano davanti ai musicisti di strada e quelli che:"famose n'artra bevuta" davanti ad un'osteria di Trastevere.
Roma è il costante profumo di pasta. Le risate ed anche le bestemmie. Il flash delle fotocamere che, comunque, non riusciranno mai a catturare la bellezza dei primi sguardi.
Roma è la canzone che speri di sentire alla radio. Quella che, in una giornata no, mentre guidi per chissà dove, ti da un bel colpo al petto e ti spinge a sorridere mentre la canticchi.
Roma è un film che vorresti non finisse mai od il boato dentro ad uno stadio.
Roma è uno spettacolo di meravigliose luci e tu, mentre vi cammini in mezzo, ti chiedi come sarebbe esserne parte.
Roma è l'eternità che non fa spavento ma che ti avvolge. "Va tutto bene" ti dice perché tanto, lei è sempre lì, eterna e bellissima, a vegliare su di te.
Roma è la tua migliore amica con la quale condivi le Polaroid. Le battute stupide mentre continuate a camminare anche se vi fanno male i piedi. I mugolii per la carbonara surreale da quanto buona. I volti stanchi e sorridenti e le scale di piazza di Spagna che vi faranno sempre lamentare, anche se sono la strada più corta per tornare in albergo. Sono le sigarette fumate tra i vicoli, davanti ai piatti vuoti e gli stomaci pieni.
Roma è la reflex appesa al collo e la spensieratezza che vi avvolge come se fosse una vecchia amica perduta, tornata da chissà dove. E, tutte le volte, tu pensi che sia diverso, che sia cambiato qualcosa ma, in realtà, è tutto esattamente come il primo giorno: naturale e bellissimo.
Roma è la spensieratezza. Quella che nel dizionario è descritta come:"la dolce s. dei vent'anni".
Quindi, a Roma, andateci quando avete vent'anni. Quando volete essere ancora bambini ma il mondo reale vi attira dalla sua parte. Quando cercate quella spensieratezza persa tra i corridoi dell'Università od una casa che non sentite più vostra. Perché, Roma, se la amate, vi amerà anche di più.
Perché, Roma, lo sa che avete bisogno di sentirvi un po' meno distrutti ed a lei va bene eccome aggiustarvi piano piano, mattone dopo mattone.
Perché, Roma è tutto ciò che di bello riescono a fare le persone. E perché è talmente tanto bella che non potrebbe toglier fuori la parte migliore di te. Quella che non conosce il dolore o la cattiveria ma quella che, come i bambini che saltano, cercando di prendere le bolle di sapone, ha anche voglia di stupirsi.
Quindi, andate a Roma. Amatela. Rispettatela e lei lo farà con voi. Con la meraviglia del Colosseo, con un bicchiere di vino davanti a San Pietro ed uno in Piazza del Popolo.
Col tramonto che da su San Pietro, dalla terrazza del Pincio, con la Carbonara nei vicoli eterni sopra delle tovaglie a quadretti.
Roma è lì a dirvi che andrà tutto bene. Che se c'è ancora qualcuno che ha voglia di proteggere colonne di milioni di anni fa, qualcuno sarà disposto a farlo anche voi che siete molto più giovani.
Ed io vorrei davvero essere stata in grado di descrivervi come mi sono sentita. Del senso di pienezza e gioia che mi ha avvolto ogni secondo che ne respiravo la sua aria. Del senso di sicurezza mentre tornavo la notte, avvolta dai palazzi e dalle luci.
Ma so che, certe cose per capirle devi viverle e, io vi dico, vivetele. Andate a Roma e sognate un po'.
Chiudetevi in una bolla di perfetto cristallo anche per poco. Adesso l'ho capito perché le serie televisive ce le fanno qui. Perché ci scrivono canzoni su Roma e perché, nessun romano si vedrà mai disposto a lasciarla veramente.
Col cuore, sarai sempre lì, tra i vicoli ad essere anche tu parte di quella meravigliosa eternità.
Io, a Roma, ci ho lasciato un pezzo di me e mi sono presa una parte di lei. Per sempre mia e per sempre nel mio cuore perché, inconsapevolmente, Roma era esattamente ciò di cui avevo bisogno.
E, vi prego, partite con chi vi capisce. Partite con chi apprezza l'arte quanto lo fate voi. Con chi ama camminare con la testa per aria per evitare di perdersi anche un solo dettagli. Partite con chi sa quanto bisogno avete di commuovervi davanti a tanta magnificenza e non vi giudica, si limita a guardarvi e sorridere.
E, se non avete questa persona, se non avete la persona che renderà il viaggio il migliore della vostra vita, allora partite da soli. Io sono sicura che Roma riuscirà a coccolarvi anche se doveste partire da soli, con il telefono scarico, Google Maps e le cuffiette.
E, se siete di Roma, non datela mai per scontata. Non smettete mai di stupirvi davanti al Colosseo ed al sole che, da dietro di lui, vi fa capolino. Non smettete mai di mugolare davanti ad un miracoloso piatto di carbonara o di lanciare le monetine nella Fontana di Trevi, sorridendo idioti ed imbarazzati.
Voi, nell'eternità ci siete nati ed, in cuor mio, so che non la date realmente per scontata ma, eccome se vi vedo. Eccome.
Voi passate spediti sotto al Colosseo. Chiacchierando con qualcuno oppure con le cuffiette, tenendo gli occhi fissi sulla punta delle scarpe. Alzate quella testa -cazzo- smettete di chiacchierare. Voi quello magnificenza ce l'avete tutti i giorni e non va data per scontata. Va amata, curata, protetta.
Non smettete mai di stupirvi o di sentirsi così immensamente grati per quello che avete a due passi.
Io, da casa mia, vedo sempre il mare da lontano, dalla mia finestra e quando vado a farmici le passeggiate, dopo mezz'ora di macchina, sto ore a guardare le onde. Ore a guardare l'orizzonte aspettando che il sole tramonti e che io cielo si tinga dei colori più belli. Ore ad ascoltare il mare che si infrange sugli scogli, lasciando che il vento mi scompigli i capelli mentre sorrido.
Io non di per scontato il mare. È la cosa più bella che ho.
E voi, non date per scontata l'eternità che avete sempre la fortuna di trovarvi davanti agli occhioni.
Vorrei davvero essere stata in grado di spiegarvi veramente come mi sento o quello che provo ma, certe cose, puoi solo viverle. Io, comunque, ci ho provato. Ci ho provato davvero perché chiunque, anche il peggior nemico, si meriterebbe qualcuno che abbia voglia, anche solo per una volta, anche solo per un secondo, di regalargli Roma.
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