Piccola stella senza cielo

Questo, di pensiero, lo chiamerò piccola stella senza cielo perché, questa canzone è l'unica alla quale riesco a pensare in questo momento mentre, seduta sul tettuccio della mia macchina, ho trovato l'unico punto abbastanza in alto per stare bene.
Mi piace guardare le cose dall'alto quando sono triste e, qui dove lavoro, non ce ne sono abbastanza. Sono andata via con la macchina. Sono scappata dall'alloggio nel quale mi trovavo con tutti i miei colleghi perché mi sentivo fuori luogo. Perché loro ridevano e scherzavo ed io abbraccio un cuscino e pensavo soltanto alla necessità che avessi di essere abbracciata. E quindi, invece che chiedere un abbraccio, sono solo scappata via perche, scappare, è quello che mi riesce meglio. Fuggo via da tutto.
Ci ho provato a fuggire anche via dalla mia vita prima che, con la forza di un uragano, tornasse a perseguitarmi anche in Inghilterra.
Sono salita sul tettuccio della mia macchina e guardo le piscine dall'alto e mi convinco che il leggero suono in sottofondo sia il mare in lontananza e non i motori delle sei piscine. Due ad acqua dolce, quattro ad acqua salata.
Sono fuggita via perché oggi, lo chef dell'hotel dove lavoro, mi ha dato l'ultimo tiramisu che aveva, guarnendolo di cacao con una cura che non mi aspettavo.
E, mentre lo mangiavo, pensavo soltanto a quanta voglia avrei avuto di abbracciarlo, piangere mentre lo facevo e dirgli che la sua, di famiglia, è davvero fortunata ad averlo.
È un padre eccezionale ed io non facevo altro che pensare a quanto avrei voluto sentire il mio. Chiamarlo e dirgli che mi manca e che mi dispiace ed anche se mi ha fatto male, io vorrei essere davvero in grado di perdonarlo.
Non ci riesco,però.
A vent'anni sono ancora la bambina arrabbiata di dieci che non riesce a fare amore o dolcezza perché ha paura di essere respinta.
Mi sento, sotto questo cielo di quasi fine estate, una stella che non ne ha uno. Che non ha ancora trovato il suo posto, ridicola nel tentare di trovarne uno.
Il mio Spotify funziona solo con internet ed io l'ho finito.
Ho cantato piccola stella senza cielo mentre fumavo una Marlboro ed adesso, anche se ho freddo e la maglietta del pigiama non riesce a proteggermi abbastanza, ho sentito il bisogno di scrivere.
Lo stesso bisogno impellente che ho di un abbraccio e che nessuno è in grado di darmi.
Avrei solo bisogno di piangere davanti a qualcuno. Stringerlo e dirgli che fa un male cane. Sfogarmi e dirgli cosa che c'è che non va. Dirgli perché non riesco a perdonare mio padre e perché, al contrario, vorrei così disperatamente farlo.
Ho solo voglia di gridare.
Ho voglia di scoppiare ma non credo che nessuno mi veda.
Mi sento invisibile a volte e questo, è uno di quei momenti in cui mi sembra che,  se solo scomparissi, nessuno se ne accorgerebbe.
Ho voglia di fuggire via.
Volare lontano e lasciarmi tutta questa merda le spalle ma non ci riesco.
Ho l'università.
Ed ho paura.
Si fotta l'università. Se avessi i coglioni, me ne sarei già andata da tempo ma, invece, sono ancora qui. In questi posto del cazzo a mangiarmi la mia stessa bile per delle scelte che ho troppa paura di compiere.
Non mi va bene.
Non mi va bene nulla per un cazzo. Non mi va di sentirmi una piccola stella senza cielo perché io, un posto nel mondo voglio averlo.
Voglio scappare via ed essere finalmente, incommensurabilmente felice e non solo per qualche attimo.
Io voglio esserlo per sempre.
E non ci riesco. Perché mi sento sempre triste e troppo spaventata per fare qualsiasi cosa.
A volte vorrei sparire.
Altre, come oggi, vorrei soltanto gridare al mondo di notarmi perché, cazzo, esisto anche io.
Sono triste e sono arrabbiata e vorrei solo che tutta questa merda finisse pur non riuscendo ad impegnarmi abbastanza perché questo possa succedere.
Vorrei tornare in alloggio dai miei colleghi adesso ma ho paura che mi prendano per pazza o che, nessuno di loro, si alzi per potermi abbracciare.
Alla fine della fiera, so che tornerò nel mio, di alloggio, a rifarmi il letto sfatto pubblicare su Wattpad e mettermi a dormire anche se non ci riuscirò subito.
Perché è questo quello che faccio.
Mi isolo, divento piccola e tento di salvarmi da sola anche se, ogni volta, fa sempre e solo peggio.
Perché nessuno si salva da solo ed io, povera cretina, ogni volta che cado, ci credo sul serio di poterci riuscire.
Ma muoio.
Cado e chi mi recupera più?
Io, di sicuro, non ci riesco.
Perché sento di non avere più forza e non ho idea di come fare per recuperarle.
Perché sono una piccola stella cielo e, chissà per quanto tempo ancora mi ritroverò a vagare nel cielo, incapace di trovarmi un posto tutto mio.

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