Ansia

Oggi parliamo di ansia, vi va? 

Rubo un po' di tempo al mio ripasso di cinese e scrivo di ansia perché, mentre mettevo in ordine la mia camera appena arredata a nuovo, ci ho proprio pensato. Non a l'ansia ma a quanto le persone riescano a banalizzarla. E, tra un plaid e l'altro, mi sono detta che qui ne avrei potuto parlare perché, qualcuno di sicuro, mi avrebbe capita. 

Parliamo di me, comunque, che soffro d'ansia da quando sono bambina. Soffro d'ansia e di attacchi di panico da quando andavo alle elementari ed adesso, al secondo anno di triennale, mi ci sono talmente abituata che gli attacchi riesco a farmeli venire e pure a spegnerli. 

Prima, quando ero bambina e non sapevo neanche bene che cosa fossero, non ancora in grado di dargli un nome, iniziavo ad urlare, a piangere. Mi aggrappavo alle cose perché mi sembrava che tutto il mondo mi stesse scivolando da sotto ai piedi. Adesso, non starò qui a dirvi perché mi vengano gli attacchi di panico o quelli d'ansia. Non è rilevante. Rilevante è quanto, invece, queste patologie qua (perché di patologie si tratta) vengano perculate su internet perché la gente è stronza e fa cagare. 

Cioè, a me viene proprio il sangue al cervello quando vedo, sul mio feed di instagram, qualche beota che fa tweet sull'ansia oppure quando me li becco su Insanity Page. Semplicemente perché, se le persone soffrissero veramente d'ansia, non gli verrebbe neanche voglia di scherzarci. Voglio dire, è come se un malato terminale di leucemia scrivesse uno stato su Facebook del tipo: "Per questo 2019 saremo in due: io e la mia leucemia". è inappropriato e stupido. Capisco poi che le persone abbiano diverse sensibilità e che reagiscano e scelgano di reagire alla vita in qualsiasi modo vogliano ma, a mio avviso, farlo con un tweet non ha molto senso. 

In ogni caso, il discorso sul cancro è però più generale nella misura in cui qualunque essere umano in questo universo, che sia in grado di intendere e volere, si rende conto della gravità di un cancro. 

Non tutti gli esseri umani, però, si rendono conto della gravità dell'ansia perché, ormai, quella parola è diventata un po' come quando metti "cazzo" alla fine delle frasi. Talmente comune che si è pure convinti ci stia sempre bene. "Devi dare un esame?", "eh, si, ho l'ansia. 

"Devi partire a vaffanculo?" , "Eh, si, ho l'ansia". 

"Come stai?" , "Eh, ho l'ansia". 

Ed io sono convinta, convinta e straconvinta che se questi menomati avessero idea di che cosa vuol dire soffrire d'ansia, non ne parlerebbero così facilmente. Semplicemente perché, a meno che non ci sia qualcuno che sappia cosa vuol dire  (perché ne soffre) e quindi ti senti di parlarne, esporre qualsiasi cosa che ti fa venire l'ansia, ti fa sentire un pazzo. 

Si, un pazzo. 

Un pazzo fuori di testa. 

Perché provi a parlarne con chi non ti capisce e vedi gli occhi sbarrati, macchiati di quella scintilla che dice:"ma che cazzo ha che non va questa?". E, questi fenomeni poi ti dicono anche:"eh, ma sei proprio esagerata!"

Ed a te viene solo voglia di dirgli:"e grazie al cazzo, Einstein". 

Perché, razionalmente, chiunque soffra d'ansia sa che, per la maggior parte, quello che sente è irrazionale, facilmente superabile per i più ma non per sé stesso e tu, che non capisci, ti chiudi la bocca e tieni le tue inutili perle di saggezza per te. 

Perché, chi soffre d'ansia, sente le altre persone parlare, discutere e si chiede il perché lei abbia così tanta paura di fare qualsiasi cosa. Si chiede che cosa ci sia che non va in lei. Perché non si senta in grado di fare niente e, piuttosto che esporre quanto tu ti senta vulnerabile, stai zitta e non metti i tweet che poi riposta Insanity Page. 

Perché, l'ansia, per chi non lo sappia, non è l'adrenalina prima di un volo. La voglia di partire con tutta te stessa che ti tiene sveglia la notte per l'emozione. L'ansia è la paura di perdere l'aereo e che ti spinge a non chiudere occhio per essere in aeroporto ore prima. L'ansia è l'angoscia che ti fa rigirare tra le lenzuola, incapace di fare qualsiasi cosa se non pensare a tutto che potrebbe andare male. 

L'ansia, non è la paura che un compito od un esame possano andarti male. L'ansia è pensare che, se quello va male, la tua vita è finita completamente. Tu sarai un fallimento per chiunque, incapace di combinare qualsiasi cosa buona nella tua vita. E, al 90% dei casi, ti convinci con ogni fibra del tuo corpo che andrà male e stai ore a pensare a come fare perché la tua vita non vada a rotoli. 

L'ansia è la paura di camminare anche cento metri da sola di notte. E, quando sei obbligata a farlo, il cuore ti batte talmente forte nel petto che neanche riesci a sentire i rumori di ciò che ti circonda. Sei talmente spaventata che l'unica cosa che riesci a fare è correre, fuggendo da quelle gelide mani nemiche che non esistono da nessuna parte se non nella tua testa. 

E, quando dici come ti senti, quando dici che non sei riuscita a dormire per il terrore. Che sei stata con gli occhi sbarrati a fissare il soffitto per talmente tanto tempo da riuscire a vederlo oltre al buio o che, per la paura che qualcuno potesse farti del male, non sei neanche uscita di casa, le persone ti dicono:"Eh, ma non puoi vivere così! Sei esagerata!". 

E l'unica cosa che tu vorresti rispondere è."ma va'?!"

Come se non lo sapessi. Come se a te piacesse vivere così. Come se non preferiresti vivere serena, addormentarti subito come poggi la testa sul cuscino. Goderti le luci della notte mentre torni a casa, senza il terrore costante che ti grava sulle spalle che qualcuno possa farti del male. Ecco perché, chi soffre d'ansia, non ne parla. Perché, a meno che l'interlocutore non sia una persona con la stessa patologia, non sarà mai capito. 

Io ne parlo con i miei amici. Gli dico che ho paura ad uscire la notte. Che mi sforzo per non guardarmi continuamente alle spalle anche quando sono con loro, che sono tutti ragazzi alti e forti. Che ho paura a lasciare la porta di casa e che per me è un sforzo anche farmi dieci metri al buio dal parcheggio della mia macchina al cancelletto di casa e loro dicono:"Ma dai! Ma che vuoi che ti succeda! Qui è tranquillo e non è che gli stupratori sbucano improvvisamente la notte". Ed io li amo i miei amici, li amo con tutta me stessa ma loro non capiranno mai. Perché non sanno cosa vuol dire. 

E menomale. 

Menomale, cazzo, che non sanno che cosa voglia dire avere costantemente paura. Avere costantemente una paura che non puoi esporre perché nessun altro potrebbe mai capire. 

C'è questa mia amica di famiglia, per esempio, che deve compiere sedici anni. Che adesso è bella abbastanza da poter fare la modella perché sta piano piano diventando donna ed ha gli occhi enormi e la bellezza commerciale che va di moda proprio adesso. è la classica che ti giri a guardare quando la vedi camminare per strada e, non lo diresti mai che è stata vittima di bullismo fino a qualche anno prima. Che veniva presa in giro perché aveva qualche chilo di troppo e che, adesso, non vuole neanche che si parli di quel periodo in cui lei era in carne. Non vuole neanche che si facciano vedere le foto e, quando la mamma ed il babbo erano venuti a prendersi il caffé a casa mia e la mamma l'ha detto a me, alla compagna di mio padre e ad una delle sue amiche storiche, loro due hanno sbarrato gli occhi, scuotendo di poco la testa. 

Ed io, mentre le guardavo, seduta accanto al mio caminetto, riuscivo solo a pensare non capissero nulla. Perché, quando un giorno questa ragazza è rimasta chiusa fuori casa e mi ha chiesto se potessi ospitarla per poco, davanti a due tazze di thé, mi ha confessato le dia anche fastidio mangiare in pubblico. Che deve sempre sapere dov'è il bagno ed avere il tavolo il più vicino possibile.E che si porta sempre un sacchetto per il vomito nello zaino.  E, quando va in ristorante ed è circondata da tante persone che non conosce, non riesce a mangiare più di un'insalata e, davanti a del thé che non mi piaceva, io l'ho capita. Ed ho capito anche perché tremava mentre me lo raccontava. 

Perché, poi mi ha detto lo sapessero in pochi questo suo problema e che si sentiva anche una scema a prendere sempre l'insalata quando, attorno a lei c'erano persone che mangiavano pizza ma non riusciva proprio a farne a meno ed io so che cosa vuol dire. L'ho capita. Perché per me non è esagerata. Per me ha una patologia forte al punto tale che, parlarne, la fa sentire piccola e vulnerabile. 

E diventi talmente tanto brava a conviverci, leggendo gli occhi delle persone quando provi a parlarne, che riesci anche a capire con chi dovresti aprirti e con chi no. Perché, degli stronzi che dicono tu sia esagerata, non te ne fai nulla, non ne hai bisogno. Come non hai bisogno di persone che fanno finta di capirti quando, invece, non sanno proprio un cazzo. 

Quindi, trovarmi sul feed di Instagram persone che pubblicano o repostano tweet sull'ansia mi fa arrabbiare al punto tale da volergli scrivere di smetterla proprio. Perché, se sapessero che vuol dire, forse avrebbero voglia di giocarci di meno. Perché, anche solo riflettere su quello che hai, su quello che ti assilla, ed il pensiero di non essere in grado di superarlo, è una sconfitta. Perché vorresti vivere serena e non ci riesci e poi arrivano questi che ti postano tweet di merda convinti di far ridere o di sapere che significa. 

Io soffro d'ansia e neanche mi va che le persone lo sappiano. Neanche mi va di postare una storia su instagram con un tweet simile. Perché mi sentirei matta, estremamente vulnerabile. è come far scoprire a chi ti circonda il tuo più grande tallone d'Achille ed a nessuno piace sentirsi così scoperto. 

A nessuno. 

Ed io vorrei soltanto che queste persone, per un giorno soltanto e senza poi ripercussioni future, abbiano un attacco d'ansia o di panico. Che si sentano il mondo scivolare da sotto ai piedi e tutte le loro certezze scomparire velocemente tra le dita. Che si sentano persi, col cuore che batte talmente forte da non riuscire a capire cosa ti circonda. Che abbiano quella paura che ti fa solo venire voglia di urlare o quella che neanche ti fa muovere. A rimanere lì, impalati a chiedersi cosa ne faranno della loro vita in quel momento. 

Perché, almeno, così saprebbero che cosa significa e forse gli verrebbe meno voglia di scherzarci su. 

Perché è questa l'ansia. è una nemica nascosta, irrazionale e sempre presente che ho imparato a controllare ma che non so come mandare via. Che, ogni tanto ritorna. Ritorna e mi toglie il sonno, i pensieri, facendomi focalizzare solo su di lei. è uno di quei rapporti tossici con persone altrettanto tossiche che tu vorresti eliminare dalla tua vita ma che, per un motivo o per l'altro, sono sempre lì. Una fastidiosa spina che ti porterai sempre nel fianco. 

E l'unica cosa che puoi fare è parlarne con chi ti capisce così da sentirti meno pazza. Con chi, davanti ad una tazza di thé, invece di guardarti con un misto di pietà e terrorizzato stupore, ti guarda scocciata e comprensiva perché sa che merda sia. E che l'unica cosa che ti dice è:"lo so, anche io", condividendo cosa le passi per la testa. 

E lo fai con chi ti capisce, non con i tuoi followers del cazzo su twitter ed instagram. Perché, quella parte così vulnerabile di te ti fa solo paura e l'unica cosa vorresti fare, quando ti imponi di non pensarci è solo trovare qualcuno che la capisca. 

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