Epilogo
Quattro Luglio
Ho sempre desiderato di passare la festa dell'indipendenza sotto i fuochi d'artificio di New York.
E' risaputo di come la festa sia invidiabile da ogni parte dello stato, e per la prima volta posso confermare con i miei stessi occhi.
Una sola parola, indimenticabile.
Partendo dalla mattina, dove ci siamo organizzati presto per andare a Coney Island, dove hanno organizzato un mega party direttamente sulla spiaggia.
Musica, birra e bbq alla portata di tutti.
Ci siamo potuti godere del freso dell'oceano e allontanare il caldo afoso della città, divertendoci allo stesso momento.
E se questo non fosse abbastanza?
Ma giustamente ci aggiungo la famosa gara dei mangiatori di Hot Dog da Nathan's. Nello storico locale dei veri e propri folli si sfidano a chi riesce a mangiare più hot dog in dieci minuti.
Sembra roba da poco, non è vero?
Errato. A dimostrarlo un grandissimo quadro con il campione in carica dove specifica esattamente il suo grandioso record; la bellezza di settant'uno hot dog.
Dire di aver riso in quel lasso di tempo tra gente che vomitava e i cori del pubblico per i finalisti, è riduttivo.
Bello.
Il party sulla spiaggia ovviamente non ha terminato nemmeno per un secondo, troppe persone bisognose di svago illimitato.
Quando il sole è del tutto calato invece, mi sono preparata fisicamente e psicologicamente a raggiungere Battery Park e trovare un posto decente per la visione tanto attesa.
Stendo un telo sotto ai miei piedi e mi siedo al centro di esso, iniziando a guardarmi intorno per sperare di vederlo arrivare.
Una mano mi sfiora la spalla da dietro e subito sussulto dal panico.
Mi giro rapidamente ma due labbra mi stampano un morbido bacio a stampo. Troppo rapidamente si staccano e la figura di Steve mi si presenta a pochi centimetri.
Sorrido.
«Ciao» mi sposto di qualche passo per fargli posto vicino a me. Con un braccio mi circonda la vita e mi stampa un nuovo bacio sulla tempia.
Il profumo di bagnoschiuma mi invade le narici, fragranza ormai famigliare ai miei sensi.
«Ciao» gli accarezzo il mento e lo fisso.
Sono passati quasi tre mesi da quando abbiamo iniziato a convivere insieme, e non potevo sperare di meglio come coinquilino.
Appoggio la testa sulla sua spalla e mi rilasso ad ascoltare il battito del suo cuore.
«Ci hai messo tanto» sussurro, puntando i miei occhi al cielo in trepida attesa. La sua lieve risata smuove il suo corpo.
«Tesoro ho fatto del mio meglio. Sai anche tu che oggi sono arrivato in ritardo» avvicina le labbra al mio orecchio «una ragazza mi ha tenuto sveglio tutta la notte» mi sussurra divertito, facendomi arrossire.
«Beh» mi schiarisco la voce «ragazza fortunata»
Sollevo di poco la testa e lo guardo divertito scuotere lentamente il capo.
«Tutt'altro»
Ci godiamo minuti in silenzio a contemplare il cielo stellato ed infinito.
Il sorriso mi si smorza lentamente, quando torna ai miei ricordi l'ultimo episodio in cui sono stata ad ammirare le stelle.
Ero con lui, in quella collina.. sopra la grande roccia.
Chiudo gli occhi di scatto e respiro profondamente.
Devo dire se ad oggi mi sia passata? No, assolutamente no.
Non riesco a non pensare a lui per troppi giorni.
Mi mortifico quando spesso e volentieri, involontariamente, io paragono Steve ad.. Hunter.
Steve, il ragazzo che è riuscito a tirarmi su, a farmi passare attimi felici. Il ragazzo che da meno di un mese ha preso il posto di..
Non è un paragone voluto comunque.
Con Steve sto bene, sul serio. Si comporta da perfetto ragazzo e siamo complici in molte cose.
Il problema è.. la costante sensazione di star vivendo un sogno a breve termine.
Sembra più un viaggio illusorio, ed ho paura che a breve mi sveglierò e tornerò a stare come quel giorno.
Ma non è una cosa voluta, ripeto.
Quando guardo Steve appena sveglia, mi immagino occhi ghiaccio penetrarmi fin dentro l'anima.
Quando le sue mani mi accarezzano lentamente, percepisco la mancanza di una mano possessiva, che più che chiedere il permesso se ne fregava.
Mi immagino il suo sorriso ogni volta che la gente è felice.
In parole brevi, non riesco a non pensare a lui.
E' la mia condanna.
Non voglio che questo stage finisca.
Non voglio tornare li, ho paura.
Una fottuta paura di trovarmelo davanti.
Il mio viaggio mentale viene interrotto dai primi fuochi d'artifico che vengono lanciati in aria.
Steve afferra il plaid che si era portato dietro e ci avvolge le spalle, stringendomi più a se.
Sospiro, per la serenità del momento in contrasto con i miei pensieri terrorizzati.
Mi rilasso sulla sua spalla e cerco di dare attenzione allo spettacolo di luci del momento.
Ma è inevitabile, il paragone viene a crearsi prepotente dentro di me.
Diretto, pungente.
Perché lui era il mio spettacolo di fuochi. Adrenalina, colori, atmosfera magica.
Ma adesso non sto più guardando loro.
Mi volto verso Steve, amareggiata, perché so che lui non è cosi.
Davanti i miei occhi ho il panorama delicato di stelle, comunque bellissime ma con la consapevolezza di essere troppo silenziose per me.
Il mio cellulare vibra dalla tasca, cosi con un gran sospiro e buttando giù con difficoltà il groppo in gola, lo afferro.
Il nome di Harper lampeggia sullo schermo e una sensazione di felicità mi riempie lo stomaco.
«Harper?»
«Avery.. dove sei?» la sua voce è avvertita molto in lontananza, per colpa del rumore die fuochi.
Mi chiudo l'orecchio libero con la mano e mi alzo dalla coperta, facendo cenno a Steve e allontanandomi subito dopo di qualche passo.
«Harper ti sento male, c'è la festa qui ricordi? Che succede?»
Un leggero singhiozzo viene avvertito dalle mie orecchie, ed il sangue mi si gela nelle vene.
«Harper?» chiedo terrorizzata «Che succede? James?»
Un altro singhiozzo segue la mia domanda.
«Avery, devi tornare subito a casa» la sua voce è bassissima, seguita da un suo scoppiare a piangere.
«Calmati, cosa-» corrugo la fronte in un espressione confusa, con il cuore a battermi furioso.
Harper che piange? Deve essere successo qualcosa di serio.
«Ti prego torna subito a casa»
«Ok, va bene ma almeno dimmi che diav-» vengo interrotta dal suo finale con il botto, chiudendomi le viee respiratorie e mandando in frantumi i miei neuroni.
«E' successo un casino» singhiozza «Jess.. Jess è scomparsa»
Fine
NOTA AVVISO:
Ed eccoci arrivati alla fine di questo libro. Spero che il viaggio dei nostri protagonisti vi sia piaciuto e che sia riuscita a trasmettervi le giuste emozioni. Sono molto affezionata a questo gruppo e volevo già informarvi che è in stesura il secondo libro di Thorny Love. Tra non molto quindi torneremo a parlare di loro e ci sarà un grande grande grandissimo problema al centro di tutto.
La nostra piccola Jess è scomparsa. Lo avreste mai immaginato?
Ed Avery con Steve?
Spero che rimarrete in attesa di sapere ancora di loro, vi ringrazio delle vostre attenzioni, seppur minime, molto importanti per la sottoscritta.
May we meet again. ( cit. della mia serie tv preferita, concedetemelo)
<3
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