Capitolo Ventisei

Mi affretto a raggiungere il portico dell'Università con la pioggia che scende incessante e inzuppandomi dalla testa ai piedi.

«In questo momento mi ricordi tanto la bambina di the ring, sai quella con tutti i capelli bagnati sul viso e l'espressione della morte stessa»

Mi giro verso Steve che trovo a squadrarmi dalla testa ai piedi con un ghigno sul viso.

Sbuffo sonoramente notando come i miei vestiti siano del tutto bagnati.

«Vuoi spiegarmi tu invece come fai ad essere completamente asciutto? Sta diluviando porca miseria»

Mi strizzo le punte dei capelli e lo raggiungo, dirigendoci poi entrambi verso il bar. Dose doppia di caffè, come minimo.

«Beh mia cara Avery io come ogni persona normale su questo pianeta ero munito di ombrello» fa un alzata di spalle e mi tiene la porta aperta.

Rimaniamo in pieni davanti il bancone, ordinando due caffè da portar via visto che li berremo camminando.

«Oggi non ti ha accompagnato il tuo principe azzurro?» domanda ironicamente.

Gli do una spinta con la spalla e trattengo a stento una risata.

«Piantala, non è mica il mio babysitter»

«Ah no? Ogni volta che dobbiamo vederci noi due casualmente deve fare qualcosa per marcare il territorio. Non gli piaccio proprio, sono certo di questo»

Lo guardo di sottecchi e ahimè non posso andare contro la sua frase. Hunter prova un certo astio verso Steve, crede fermamente che il ragazzo qui accanto provi qualcosa per me. Ma non è cosi e sto provando di tutto per farli avvicinare quel tanto che basta per calmare le acque.

E poi il fatto che non si conoscono ancora caratterialmente, mi fa pensare che Hunter nutra gelosia basandosi solo sull'aspetto fisico del mio amico. Perché Steve è proprio un bel ragazzo, ed è inutile negare anche questa realtà.

Spero solo che le cose si tranquillizzino con il passar del tempo.

Ormai Hunter ed io facciamo coppia fissa, i ragazzi lo sanno e non ci facciamo più tanti problemi.

Siamo anche una di quelle coppie che non mostra effusioni in pubblico, anzi devo dire che siamo molto riservati, concedendoci giusto qualche bacio ogni tanto.

E mi va bene cosi, davvero, perché non ho alcun bisogno di dimostrare nulla a nessuno, anzi, il fatto che teniamo il meglio solo per noi due rende la relazione più.. preziosa.

In queste settimane ho anche preso una moderata confidenza con Jenna, dove ci scambiamo ogni tanto dei messaggi e devo confermare il fatto di trovarmici veramente molto bene.

E' una ragazza molto dolce e mi dispiace di ciò che sta vivendo, anche se me ne ha parlato pochissimo sono riuscita ad avvertite la tristezza ogni volta.

Tra qualche giorno proprio compirà diciotto anni e finalmente potrà trasferirsi dal fratello. Per l'appunto ho deciso con Hunter di organizzargli una festa a sorpresa degna di nota e oggi pomeriggio vado con Harper per vedergli un regalo da parte mia.

«Comunque» Steve si mette seduto al suo solito posto, vicino il mio, e si beve un sorso di caffè «ho una proposta da farti» dice soffiando sul bicchiere.

Bevo anche io un sorso del mio, contenta di poterlo fare con calma visto il nostro anticipo e lo guardo curiosa.

«Sono tutt'orecchi»

Si gira a guardarmi con un ghigno malizioso, una scintilla viaggia nei suoi grandi occhi e si prende qualche secondo di tempo prima di parlare.

«Ricordi che ti avevo parlato dei miei e del loro lavoro no?»

Annuisco, continuando a bere il caffè.

Ovvio che me lo ricordo, parlava del New York Times per la miseria, come potrei anche solo sbagliarmi.

«Beh diciamo che hanno aperto uno stage estivo per i ragazzi che frequentano le università, appunto in estate cosi che sono non vincolati dalle lezioni ed esami. Il numero è molto ristretto, sette in tutto, e permettono uno stage informativo professionale di tre mesi»

Strabuzzo gli occhi per l'incredibile notizia, di solito queste cose le fanno raramente e quando avvengono, chiedono anche somme di denaro molto alte per partecipare.

«Oh.. wow, hanno aperto qualche bando per fare la richiesta?» dico speranzosa.

Steve poggia il suo caffè sul tavolino che ha davanti, poi si gira completamente verso di me.

«Beh di solito si, ovvio, ma insomma solo i più meritevoli potranno superare quella barriera. Io invece, ho avuto grazie ai miei la possibilità di scavalcare le selezioni e in breve, sono già uno dei sette prescelti»

«No! Non ci credo, o forse si visto che i tuoi sono mezzi soci» rido sbalordita «sono felicissima per te però, se è quello che vuoi. Caspita»

«Avery grazie ma non è tutto» ride per la mia espressione.

«Te lo dico senza giri di parole, potrei far venire una persona con me, so che me lo concederebbero. E so quanto aspiri al NYT, quanto lodi quel posto come fosse aria quindi, insomma, ti va di venire con me?»

Spalanco la bocca e gli occhi.

«Oh, no, non posso accettare Steve. Non è.. giusto» non so nemmeno cosa dire sincermente.

NYT è il mio sogno, dannazione, ma cosi mi sento di sfruttare ingiustamente delle persone. Forse non merito nemmeno quel posto come magari altri invece si.

Steve afferra una mia mano, avvicinandosi più vicino.

«Senti, pensaci sul serio. Non mi dispiacerebbe vivere con una persona amica e condividere quest'esperienza che sicuramente darà tanto a noi e al nostro curriculum. Datti del tempo per rispondermi ok? Mancano ancora due mesi, c'è tempo. Ma sul serio, pensaci, è una grande opportunità. Divideremo un appartamento concesso proprio da loro e saranno tre mesi che puoi giurarci se voleranno via cosi velocemente da non rendertene nemmeno conto»

Il mio sorriso si incrina leggermente quando capisco il significato della sua frase. Vivere con lui per tre mesi? Hunter mi ucciderebbe se solo glie ne parlassi. Non si può fare, non sarà mai d'accordo. Però New York Times..

«Ripeto, hai del tempo per pensarci. Non intestardirti proprio ora» mi da un piccolo buffetto al naso e si gira verso la lavagna dove noto è posizionata la professoressa.

Alla fine delle lezioni, mi incammino verso la mensa per incontrarmi con Harper e andare così a trovare il regalo per Jenna.

Quando arrivo al classico tavolo però, trovo tutti i ragazzi eccetto l'unica persona che mi interessava davvero.

Beh, una delle due. Perché Hunter invece c'è e sta mangiando delle patatine mentre ride per una battuta di Cameron.

«Ciao ragazzi» li saluto e mi avvicino verso Hunter che al sentir la mia voce solleva di scatto la testa e mi sorride.

«Ciao bellissima» mi stampa un leggero bacio a stampo e saetta con lo sguardo su tutto il mio corpo.

«Non dovevi uscire con Harper?» mi domanda con quel ghigno bellissimo che basta a farmi andare in combustione.

Mi siedo al posto libero accanto il suo e scrollo le spalle.

«Hai detto bene, dovrei, ma la mia amica è sparita nel nulla»

Poi mi ricordo una cosa e guardo Cole che è seduto di fronte a me.

«Sai quando torna Jess? Non l'ho ancora sentita»

Un ombra passa nei suoi occhi e china il capo verso il vassoio.

«Non ti so dire, oggi pomeriggio passo da lei e vedrò bene la situazione»

Annuisco mentre pensierosa mi mordo il labbro. Jess sono un po' di giorni che deve fare avanti e indietro tra lei e il fratello per andare a casa. Non ha voluto dirci esattamente cosa sta succedendo ma dai suoi comportamenti e dal suo umore è chiaro di come la questione sia abbastanza seria.

Seria a tal punto da obbligarla ad assentarsi per le lezioni, come oggi.

Vorrei tanto stagli vicino, ma non me lo permette in alcun modo.

Non lo permette a me e non lo permette a tutti gli altri del gruppo.

Spero che almeno con Cole riesce a sfogarsi ed essere se stessa. Mi manca, non lo nego, ma mi ritrovo con le mani legate perché devo rispettare le sue scelte.

Hunter mi bacia una spalla, attirando la mia attenzione.

«Ferma gli ingranaggi nel tuo cervello, vedrai che sta bene. Avrà i suoi problemi come tutti»

Per tutta risposta gli frego la patatina che stava portando alla bocca e me la mangio, ottenendo una sua occhiataccia.

«Avery eccomi!» urla Harper, correndo verso di noi.

James è poco dietro di lei e quando arrivano indossano entrambi una maschera angelica.

«Ci avete messo poco» sogghigna a bassa voce Hunter, beccandosi uno scappellotto dietro la nuca d amio fratello che si siede dall'altro lato vicino a lui e gli frega una patatina.

«Ehi!» lo guarda male Hunter, finendo per dargli un pugno amichevole sulla spalla.

Animali.

Mi alzo sbuffando e stampo velocemente un bacio ad Hunter, prima di raggiungere la mia amica che adesso mi guarda dispiaciuta.

«Non fate danni!» urla James e per tutta risposta Harper gli alza il pollice in su, muovendo poi le sopracciglia in sua direzione.

Fortunatamente la mia amica è stata più intelligente di me, portandosi un ombrello, così abbiamo potuto raggiungere la sua macchina senza bagnarci i vestiti.

A pranzo decidiamo di fermarci al messicano vicino l'Università, visto che entrambe lo adoriamo.

Ed ora eccoci qui, mentre camminiamo per una delle vie principali del posto, a guardare i negozi e farci venire qualche idea.

Camminiamo per una buona oretta e con la scusa ci siamo anche fermate a comprare delle cose che servivano a noi per la quotidianità, quando dopo un po' i miei occhi vengono calamitati verso un insegna che conosco fin troppo bene e che adoro alla massima potenta. Poi mi si accende la lampadina.

«Ma certo, è perfetto» dico contenta, trascinando Harper infine verso il negozio di intimo.

Come ho fatto a non pensarci prima? Jenna ha diciotto anni, se non ha già iniziato comunque adesso vivrà le sue esperienze con i ragazzi e insomma, un bell'intimo non guasta mai.

Controlliamo bene ogni tipo di intimo, dal colore al tessuto, quando poi decido di prendergliene uno molto delicato.

Color blu notte e con del pizzo a contornare tutto.

Sto per dirigermi fiera verso la canna, ed ecco che un intimo esposto sul manichino mi azzera la salivazione.

E' un mix perfetto di pizzo e fiocchetti a ogni dove, e poi è di un rosso accesso.

E' semplicemente bellissimo.

Lo osservo per buoni dieci minuti, e alla fine mi concedo questo lusso.

Lo prendo, per me ovviamente, sperando nel mentre che lo pago che possa soddisfare una certa persona.

Solo a pensarci divento rossa come un pomodoro.

Anche Harper ha fatto le sue compere in negozio, ma preferisco non sapere nulla visto che insomma, lo vedrà mio fratello.

Quando arrivo a casa il sole sta iniziando a calare. Sistemo le mie buste, tenendo da parte il regalo per Jenna e mi preparo per andarmi a fare una doccia,

Il telefono mi vibra per l'arrivo di un messaggio e dopo aver aperto l'acqua mi dirigo verso la borsa per prenderlo.

Un sorriso mi esce spontaneo quando vedo che l'emittente è Hunter.

"Preparati per questa sera, voglio portati in un posto"

Ancora sorridendo gli rispondo.

"Mi farò trovare pronta"

La sua risposta arriva dopo nemmeno un secondo.

"Come sempre, d'altronde. A dopo bellissima"

Arrossisco immediatamente per la sua frase allusoria, poi metto il telefono in carica e vado sotto la doccia.

Quando scendo lo trovo appoggiato alla sua moto con il telefono in mano.

Indossa una maglia verde militare che fascia perfettamente i suoi bicipiti, abbinata a dei jeans strappati.

Quando si accorge della mia presenza, ripone il telefono in tasca e mi fa cenno di avvicinarmi.

A ogni passo il battito mi batte furioso, come ogni dannata volta che mi ritrovo da sola con lui.

Arrivo davanti a lui e una sua mano va a finire su una mia guancia, accarezzandola lentamente.

«Ciao bellissima»

Poi mi bacia, e sul serio questa volta. Con le sue morbide labbra si crea lo spazio giusto per entrare con la lingua e avvolgerla alla mia.

Il suo sapore misto a quello della sigaretta invade i miei sensi e mi porta a sospirare, perché non vedevo l'ora di poterlo sentire cosi vicino.

Si stacca troppo presto e con un sorriso che non riesco ad identificare mi passa il casco che noto era già pronto per me.

«Coraggio, dobbiamo andare»

Afferro il casco con ancora il rossore sulle guancie e me lo infilo.

«Andare dove di preciso?» gli chiedo sinceramente curiosa.

Salgo dietro di lui e cingo i suoi fianchi con le mie braccia.

Non mi risponde, si limita a strizzarmi una coscia e parte sgommando.

Percorriamo non so quanti chilometri, capisco solo che ci siamo allontanati dalla città. Si addentra per una stradina ricca di alberi e poca illuminazione e non fossi insieme a lui inizierei a preoccuparmi sul serio.

«Vuoi forse uccidermi tra gli alberi come nei film?» gli urlo da dietro, inalando una sua risata di cuore.

«No, mi piaci troppo. Preferisco fare altro con te, se proprio devo dirlo»

Mi piaci troppo.

Posso agitarmi cosi tanto per una semplice frase, dannazione?

Cioè insomma stiamo insieme quindi era ovvio che gli piacessi un minimo, ma sentirlo dire cosi apertamente fa.. bene al cuore.

Sto sorridendo come una cretina e mi stringo di più al suo corpo.

Raggiungiamo i piedi di una piccola collinetta e finalmente si ferma. Il posto è deserto ed illuminato da semplici pali posti dietro ogni panchina a pochi metri di distanza.

Mi guardo intorno curiosa, quando la sua mano afferra saldamente la mia, trascinandimi con sé.

Saliamo la collinetta in pieno silenzio ed infine arriviamo fino in cima.

Una grande roccia è posizionata al centro ed occupa grande parte della cima. Ma è il panorama a destabilizzarmi.

Davanti i miei occhi si mostra un complesso gioco di luci, derivate dalle abitazioni lontane e dal loro riflesso nel mare.

Oh mio dio.

«Che.. spettacolo» dico senza parole.

«Già.. ti piace?» mi scruta con lo sguardo.

«Moltissimo» mi giro verso di lui sorridendogli «ma come hai trovato questo posto? E' super nascosto e anche isolato»

Scrolla le spalle e mi porta seduta sulla grande roccia.

«Sono una persona molto solitaria io, Avery. In questi anni mi è capitato spesso e volentieri di avventurarmi da solo con la moto in vari posti. Senza meta, mi piaceva girare la sera e rinfrescarmi le idee, la mente. Mi fa stare bene essere in posti isolati. E un giorno ho trovato questo posto» batte due volte la mano sulla roccia «e insomma, non credo servano parole per capire il perché io ci venga spesso. Mi.. mi libero di tutti i problemi quando sono qua, ricarico le batterie.. se cosi si può dire»

Ammiro il suo profilo perfetto nella sua serietà e capisco di quanti lati in realtà Hunter nasconde al mondo.

Non bastano settimane per capirlo fino in fondo, non basta guardarlo in superficie.

«E'..» mi schiarisco la voce, vittima delle mie forti emozioni «bellissimo, tutto»

Distoglie lo sguardo dal panorama ed incrocia i suoi occhi con i miei.

Un vento leggero passa tra di noi, muovendo i miei capelli in varie direzioni e inalandomi pienamente del suo profumo.

«E poi gode anche di un altra ottima visuale» mi dice con un leggero sorriso, poi si sdraia sulla roccia con il busto e mi incita a fare altrettanto.

Mi sdraio al suo fianco, pochi centimetri che ci dividono, le mani ancora unite, le dita intrecciate tra loro, e guardo in alto.

E capisco che siamo così in alto da poter ammirare il cielo come quando si è in montagna.

Migliaia di stelle risplendono nel nero della notte e lo spettacolo ai miei occhi mi porta ad incanalare più aria, lentamente.

Isolati dal mondo, ma pieni di luce.

Ed è vero come il cervello, grazie a questi paesaggi, si rilassi di conseguenza.

Avverti la leggerezza farsi sovrana del momento, i nervi divenire delicati, la pace avvolgere i sensi.

«Sei.. tanto, Hunter. Sei veramente tanto» dico sospirando, la voce che mi trema, il cuore che galoppa.

«Sei la prima persona che porto qui» il suo pollice accarezza lentamente il mio, emanando scariche su tutto il mio corpo.

«Perché?» chiedo in un sussurro, girandomi verso di lui.

Quando anche lui fa lo stesso, ci ritroviamo con i nasi che si sfiorano ed il respiro che accarezza l'altro.

«Perché le ultime volte che sono venuto qui, i miei occhi non vedevano più soltanto il panorama. Immaginavano te, i tuoi grandi occhi ad ammirare estasiati il posto. Immaginavo te con il sorriso carico di emotività, contenta per averti mostrato un pezzo della mia vita. Perchè ho capito che questo tipo di panorama, deve essere condiviso con qualcuno di importante.. e per me quella persona sei tu» sussurra lentamente «Perché preferisco te, come panorama» conclude così, occhi negli occhi, respiri strozzati.

Ed io non sento più nulla, troppo forte il rumore del mio cuore. E' impazzito, come il mio cervello, batte sulla cassa toracica cosi frenticamente che sono quasi certa possa sentirlo anche lui.

Chiudo di scatto gli occhi, presa alle spalle al muro dalle mie emozioni. E non riesco a controllare le due lacrime traditrici che mi scivolano oltre le palpebre, lasciare una scia umida e fredda a contatto con il calore delle mia guance.

Avverto il suo pollice raccogliere quelle gocce nemiche, accarezzandomi lentamente.

«Ehi bellissima, dammi i tuoi occhi» la sua richiesta mi fa riaprire le palpebre e riesco a reggere il suo sguardo il tempo di qualche secondo, prima di fiondarmi sulle sue labbra.

Spingo le labbra alle sue, le attacco sperando possano unirsi fra loro, sperando che trasmettano da sole i miei pensieri.

Chiedo con urgenza di appropiarmi della sua lingua, che mi concede il secondo stesso.

E ci stringiamo in un abbraccio, la mia mano e stringergli il collo, la sua mano afferra in una presa ferrea il mio fianco.

Intrecciamo le nostre gambe, chiedendo di avvicinarci ancora di più.

Mordo e lecco le sue labbra preda di una voglia cieca. Le mani mi tremano all'impazzata, quando inizio a scendere e frenticamente gli sbottono i jeans, calando poi la zip e avvertendolo inspirare furiosamente.

Ma non mi ferma, ed io non mi fermo.

Mi separo dalle sue labbra il tempo di sfilarmi la maglietta dal collo e di calarmi i pantaloni e lanciarli per terra.

Hunter viaggia con i suoi occhi verso il mio corpo, ansimante ed incredulo per il completino che ho deciso di indossare.

Afferra i fiocchetti con le dita e lo vedo deglutire, quando invece di tornare accanto a lui io gli monto sopra.

Attacco nuovamente le labbra alle sue, senza un minimo controllo e troppo esigente di sentirlo più vicino.

«Avery» mi sussurra tra un bacio e l'altro, mentre io tiro fuori la sua intimità e la stuzzico

«Dio, sei una visione» una sua mano stringe i miei capelli, mentre con l'altra non riesce a staccarsi dal mio intimo.

Non dico niente, mi limito a baciarlo come se fosse l'ultima volta in assoluto, perché sono certa che se provassi anche solo a dire una parola, la mia voce mi tradirebbe per l'emozione.

Ed è in questa posizione, con le mutandine spostate verso un lato e mentre inizio a calarmi su di lui, che apro gli occhi e mi drizzo di schiena, fissandolo dalla mia altezza.

Sospiriamo entrambi per il primo contatto e lo sento dalle sue mani che mi stringono come anche lui sia vittima piena del momento.

Che non è solo uno scambio di sguardi, di carezze.

Questo momento rimarrà impresso nel mio cuore per sempre.

Tutto questo, noi, il panorama.. Hunter.

Lo urlo con il corpo, perché mi manca il coraggio di usare le parole. Che mentre mi muovo sinuosa sopra di lui, io gli sto dicendo che lo amo, profondamente.

Che sono profondamente ed irrimediabilmente, innamorata di lui.

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