Capitolo Diciannove
Il mattino dopo mi sveglio con un fastidioso dolore in testa. Le tempie mi battono tantissimo e una nausea leggera mi scuote lo stomaco quando mi sollevo con il busto. Chiudo il viso nelle mani gemendo per il dolore, mentre diverse immagini si ripetono nella mia mente. Sono ancora incredula, no.. sconvolta. Ieri sera ho visto un lato di Hunter che non.. non riesco a credere ancora che il ragazzo con cui ho passato del tempo sia lo stesso che ieri si baciava due ragazze contemporaneamente al suo amico. Un brivido mi percorre velocemente la schiena e il senso di nausea aumenta ogni secondo di più.
Alla fine riesco a prepararmi senza rimettere e quando esco di casa trovo un cielo scuro tanto quanto il mio umore.
Grandioso, penso.
A testa bassa e con la mente in subbuglio raggiungo l'Università.
Più provo a ragionare su qualche possibile opzione che possa giustificare il comportamento di Hunter, più realizzo che no.. non esiste.
Decido di avviarmi verso il bar visto che a casa non avevo un filo di fame, per prendere almeno il caffè e passare velocemente questa giornata del cavolo.
Sto per aprire la porta quando quest'ultima viene spalancata dall'esterno.
Alzo lo sguardo e per poco non mi cedono le gambe a trovar due occhi color del ghiaccio osservarmi sorpresi.
Ci fissiamo per un secondo che sembra mille, mentre cerco di regolare il respiro e non far trapelare minimanente il mio nervosismo, seppur io senta il tremolio delle mani frasi forte.
Decido di muovermi e allontanarmi da lui, perché il solo vederlo mi nuove un forte dolore all'altezza del petto.
E comunque, dopo giorni che non si fa vedere e anzi, mi evita, ci mancherebbe che iniziassi io una conversazione.
Lo sorprasso abbassando la testa, quando la sua voce mi blocca sul posto.
«Aspetta!»
Non mi volto, aspetto che continui.
«Avery..» sospira lentamente «volevo scusarmi per essere sparito. Ho avuto.. molto da fare»
Sbuffai, spazientita.
Scrollai le spalle e risi forzatamente mentre mi giravo di poco verso di lui.
«Certo, immagino come eri occupato» dissi derisoria, ripensando allo spettacolo di ieri sera.
«Non mi permetterei mai di interrompere i tuoi impegni.. di massa specialmente» lo guardo corrugare la fronte ed osservarmi perplesso.
«Capisco che magari, visto il nostro ultimo incontro tu pensassi che il giorno dopo ti avrei cercato ininterrottamente con pretese quali portarmi all'altare su di un cavallo bianco»
Un gruppo di ragazzi ci passa accanto per entrare nel bar e Hunter coglie l'occasione per afferrarmi e spostarci più infondo. Io come una macchinetta attivata, non fermo il monologo che gli sto facendo.
Ormai ci sono, gli dico tutto e chiudo la discussione definitivamente.
«Ma non è cosi, Hunter. Non sono una cretina e so cosa stavo facendo e sopratutto con chi. Perché ti conosco un po' o almeno cosi credevo, visto l'altro tuo lato che ho scoperto ieri. O il fatto che mi hai evitato per giorni come avessi la peste bubbonica? Ripeto, credevo di conoscerti» la sua risata strozzata mi interrompe.
«Conoscermi?» scuote la testa velocemente, i suoi occhi sono coperti da uno scintillio che non so definire e la mandibola è serrata come i suoi pugni.
«Tu non sai nemmeno chi sono io, Avery! Mi hai conosciuto per quello che io ti ho mostrato. Hai visto un lato di me che non mostro quasi a nessuno, ti ho trattata come se avessi per le mani una rosa chiusa in una cristalliera. Con più attenzioni di chiunque altro e con le giuste moderazioni» si avvicina di un passo veloce a me, sovrastandomi con la sua altezza.
Mi irrigidisco di colpo, per il contatto troppo ravvicinato, il suo profumo che invade le mie narici è una maledetta scossa elettrica per il mio corpo.
«E sai perché hai avuto questo trattamento?» sposta di lato la testa facendo oscillare il suo ciuffo.
«Perché sei la sorella di James, mio fratello. Il minimo che possa fare è trattarti cosi. Ma da quello che hai visto.. a conoscermi, Avery?» scuote lentamente la testa mentre il mio respiro aumenta. Il suo sguardo è tagliente e.. cattivo.
Cattivo come mai prima d'ora.
«Tu non sai niente di me, di come vivo, di quello che ho vissuto, di quello che voglio o di come cazzo vorrei fosse la mia vita» mi sputa dritto in faccia, facendomi indietreggiare per la forza delle sue parole.
«Tu non hai mai conosciuto il vero Hunter, il vero me. Ed io ho fatto una grandissima cazzata a cedere perché, è inutile girarci intorno, ho un attrazione bella forte per te. Un attrazione che mi ha portato ad agire impulsivamente, un attrazione che-» si porta un pugno chiuso nella bocca e stringe forte «che mi fa incazzare come una bestia perché tu» mi indica, avvicinandosi ancora di più «sei la fottutissima sorella di mio fratello, tu, sei cosi innoqua e santa che se solo vedessi uno squarcio di ciò che sono realmente spariresti nell'arco di qualche secondo e rimpiangeresti di essere venuta a letto con me o anche solo di aver formulato il pensiero nella tua testa»
Spalanco la bocca e boccheggio, letteralmente.
«Non.. non è vero! Tu non ci hai nemmeno provato a parlarmi» respiro affannosamente «e non sono una.. santa, dannazione! Pretendevo solo del giusto rispetto da parte tua, che.. che» un briciolo di rammarico sbuca nei suoi occhi e sto cercando di controllare i miei dal riempirsi di lacrime.
«che non sparissi come se avessi il diavolo alle calcagna. Non ti avrei chiesto niente Hunter. Ma.. non ti sento per giorni, poi ieri mi-» mi blocco di colpo e chiudo gli occhi.
Lui non mi ha vista, ricordo.
E non voglio sembrare quella che lo spiava di nascosto.
Sospiro lentamente e torno a guardarlo, cercando di ragionare lucidamente.
Non è iniziato niente tra di noi ancora e già siamo nocivi insieme.
Non c'è stato niente tra noi, anche se io gli ho concesso la mia parte più privata, più pura.. mi rendo conto che lui in confronto non mi ha dato niente di suo.
Ho solo ingigandito io tutto ciò che c'è stato e.. devo fermarmi prima di scottare, di bruciare sul serio.
«Senti.. come hai detto tu abbiamo James in mezzo e» mi smuovo i capelli verso un lato «torniamo a quando non era successo.. nulla tra noi»
I suoi pugni si aprono lentamente e continua a fissarmi, senza far trapelare emozione.
«dammi solo del tempo per.. insomma..» non avevo parole.
Non sapevo bene cosa dire.
Tempo per.. ? Dimenticarmi di aver perso la verginità?
Dei suoi baci che mi risucchiavano in uno stato confusionale e.. bellissimo?
Scrollai le spalle e alzai le mani in segno di resa.
Mi rigirai senza dargli il tempo di protestare e mi avviai direttamente alla classe. Al diavolo il caffè.
I giorni sono letteralmente volati, io che seguivo le lezioni e studiavo i pomeriggi, evitando casualmente i ragazzi e le loro uscite.
Almeno, avevo una buona scusa dietro.
Il problema però era la mia mente, bastarda fino al midollo.
Non riuscivo a non pensare alle parole di Hunter.
Tu non hai mai conosciuto il vero Hunter.
Il fatto è che io avrei tanto voluto conoscerlo, ma lui non me lo permetteva. Non so se lo bloccavano i pregiudizi o che magari cambiassi idea sul suo conto, ma aveva chiaramente detto di non aver voluto di sua volontà mostrarmi niente di sé.
Non rimpiango comunque la notte trascorsa con lui, se avessi dovuto immaginare la mia prima volta, avrei voluto provare le stesse emozioni che ancora mi scorrono per la pelle.
Devo solo controllare il mio stato confusionale ed interrompere ciò che dentro di me si stava scatenando per quel ragazzo.
Faccio ancora in tempo.
Sono ancora in tempo.
Per questo, per aiutarmi a dimenticare, a velocizzare i tempi, ho deciso di tornare a casa per il week-end.
Per questo, mi ritrovo davanti la porta di casa, di sabato mattina, con un borsone in spalla e il dito premuto al citofono.
Mamma apre la porta con enfasi e quando mi vede, il suo sorriso mi scalda subito il cuore, prima di essere circondata dalle sue braccia calde.
«Avery, tesoro! Che bello averti qui»
Sorrido sulla sua spalla.
«Mamma, mi sei mancata» ed è vero. Mia madre è sempre stata molto alla mano ed è per questo che ho un buonissimo rapporto con lei.
«Vieni, entra» mi fa passare e chiude la porta alle sue spalle «Sei venuta con il bus? Con questo tempo?»
In effetti fuori diluviava ma non mi è importato affatto.
«Una doccia veloce ed è tutto apposto» gli sorrido e la seguo verso la cucina, dove inizia a fare il caffè.
«Allora.. vuoi dirmi subito perché hai deciso all'ultimo di tornare a casa o provo ad indovinare?» mi domanda bruciapelo.
Mi mordo il labbro e nascondo il sorriso che rischia di uscire.
«Non.. è niente»
Si gira in un secondo e mi osserva curiosa.
«C'è di mezzo qualche ragazzo?» un ghigno esce sul suo viso ed io mi imbarazzo subito.
Ma come..
«Mamma! Non mi va di parlarne, sul serio»
Alza la mano e si rigira ad accendere il caffè.
«Va bene amore, sono comunque felice di averti qui»
La raggiungo da dietro e gli circondo la vita con le braccia.
«Anche io»
Passiamo l'intera giornata a parlare di molte cose, raccontandoci più episodi successi nell'arco della nostra distanza e mi ritrovo a tarda serata, stranamente felice e spensierata.
Ci siamo viste un film sul divano e abbiamo cenato con la pizza, commentando di tanto in tanto i comportamenti dei protagonisti, come farebbero due amiche.
Il giorno dopo mi sveglio presto e nonostante il mio primo pensiero ha visione due occhi colo ghiaccio, decido di scendere e preparare la colazione, giusto per deviare il giro dei miei pensieri.
Mi sono imposta di non pensarci finché sono qui, ed è quello che farò.
In tarda mattinata decido di andare a fare una passeggiata verso il parco che abbiamo vicino, come facevo di abitudine prima.. quando ancora abitavo qui.
Nonostante i brutti nuvoloni in cielo, ancora non è scesa alcuna goccia perciò mi velocizzo ad uscire, sperando che il tempo resista.
Nel mentre ricevo un messaggio da Harper nel gruppo che ho con lei e Jess, in cui mi chiede come sto.
Gli scrivo che sto alla grande, con tanto di pollice all'insù.
La realtà, tutt'altro.
Mi sento un macigno dentro, al centro del petto.
Avrei tanto voglia di chiamarlo, di pregargli di parlarmi di se e di dare una speranza a quell'attrazione che c'è tra di noi.
Attrazione? Dannazione a me quel ragazzo piace.
Piace sul serio.. io solo a pensarci..
Sospiro, con un brivido fugace sulle mie braccia.
Penso a come baciava quelle ragazze, quelle labbra carnose che prima erano state su di me, cosi belle che me le sogno la notte.
E poi penso al suo sguardo, diverso da quando mi guardava dolce. Sembrava non le guardasse sul serio, forse troppo appannati dall'alcool.
Sono cosi concentrata nel pensare a lui che non mi accorgo di andare addosso a una coppia.
Quasi cado per terra, il cappuccio mi scivola giù e con uno scatto afferro la ragazza da un braccio per evitare che cada all'indietro.
«Oh dio.. scusami non stavo guar-» mi blocco a bocca aperta quando mi incrocio con lo sguardo su di lei.
Quando si dice che la sfiga se viene, viene tutta insieme.
«Jin.. Ginevra?» dissi in un sussurro. Faccio saettare lo sguardo dalla sua faccia sorpresa a quella del ragazzo agitato.
Ben.
«Avery!» dice lei, ridendo a disagio. Afferra la mano di Ben e la stringe, mentre lui non scolla i suoi occhi dal mio viso.
«Ehm.. che coincidenza» del cavolo, aggiungerei.
Rido da sola, al solo pensare alla reazione di Harper se fosse qui con me.
«C-come stai?» mi chiede lei.
La guardo.. anzi li guardo, facendo saettare lo sguardo lentamente.
«Benissimo. Quindi voi due ora siete.. cosa? Una coppia fissa?» chiesi divertita del loro disagio.
Stranamente a quel che pensavo, osservarli non mi scaturisce nessun sentimento.
Guardo Ben e devo dire che nemmeno provo più attrazione.
Hunter è tutta un'altra storia, mi dico.
E mi do una botta in testa mentalmente per aver pensato a lui.
Dannazione.
«Si»
«No!»
Dicono consecutivamente. Lui lascia la mano di Jinny e lei lo guarda malissimo.
«No?» gli fa eco lei, bruciandolo con lo sguardo.
«Sei.. tornata ufficialmente?» mi domanda lui, evitando la sua ragazza.
«No» alzo un sopracciglio e lo guardo.
«Non torno, assolutamente. Ho trovato decisamente di meglio» gli dico, per una piccola mia rivincita.
E poi è vero, a prescinde da come sia andata con noi.. ho decisamente trovato di meglio.
Hunter..
«Ok» dico allontanandomi di un passo da loro «io.. vado. Non è stato un piacere incontrarvi, penso sia scontato» dico ridendo «Addio e a mai più, spero»
Mi giro e torno a camminare, quando penso a una cosa che mi porta a fermarmi, ancora.
«Una cosa però devo riconoscervela» li guardo sorridendo «state bene insieme, sono sincera. Due serpi come voi.. era destino che vi uniste» e me ne vado felice come una pasqua.
Il pomeriggio lo dedico completamente a mia madre, visto che tra qualche ora devo ripartire e tornare ad Oakland.
Mi mancherà di nuovo, è dura stare lontano da lei.
E' dura lasciarla da sola.
«Allora amore.. chi è lui?» mi poggia una mano sulla spalla, vicine sul divano a berci una tisana.
Già.. chi è lui? Non penso posso uscirmene con; "Sai mamma, ti ricordi il papa di James, il tuo primo amore? Beh ecco lui è il frutto di quando ti ha tradito".
La guardo di sbieco e scrollo una spalla.
«Uno.. non lo conosci»
«E cosa ti ha fatto?» continua con un leggero sorriso sulle labbra.
Sospiro lentamente.
«Niente.. mamma. Mi piace, sul serio, però lui è complicato. Un giorni sembra la persona più dolce del mondo, quella dopo vorresti lanciargli l'acqua santa a distanza»
Ride per la mia battuta e beve dal suo bicchiere.
«Il fatto è che io proverei anche a.. sai, conoscerlo meglio. Ma è lui che non vuole, non vuole proprio con me. Per questo mi sono decisa di lasciar perdere e venendo qui ho potuto non pensarci e non.. vederlo. Devo farmela passare mamma, lui è troppo confusionario e nemmeno abbiamo mai iniziato niente. Non immagino se diventassimo una coppia cosa..» scuoto la testa e bevo lentamente.
Seguono diversi secondi di silenzio, dove mia madre fissa un punto nel vuoto e corruga la fronte, turbata.
«Tesoro, io non posso dirti come comportarti. Devi agire sempre e solo per il tuo bene e quindi qualsiasi scelta tu deciderai.. andrà bene. Però voglio solo darti un consiglio, un consiglio che magari avrei tanto voluto io nel momento del bisogno e che purtroppo invece..» scuote la testa e torna a guardarmi, stavolta con un leggero luccichio negli occhi.
«Se c'è una cosa che rovina tutto, quello è il non parlare. Tu amore, se pensi che questo ragazzo ne vale la pensa, se pensi che il vostro vissuto non è abbastanza per farti chiudere soddisfatta, allora sii più volenterosa. Magari lui è solo impaurito di una cosa che non conosce, o forse ha altri problemi dietro, ma tante volte.. non provandoci affatto, non parlare apertamente e con il cuore in mano, si rivela sempre come grande delusione e rammarico in un futuro. Perché mettiamo che tu ora lasci perdere, però di lui ti rimane un pallino in testa nel tempo che segue e ti ripeto, devi avere un sentimento vero per capire bene il mio discorso, tra qualche anno dirai dentro di te "e se ci avessi parlato? Se avessi aperto il mio cuore e fosse cambiato qualcosa?" Rimarrai con il dubbio che magari ne valeva la pena ma che purtroppo la paura non permette di essere coraggiosi» mi sorride debolmente e sospira «se tornassi indietro io tesoro, tutte le volte che avevo notato non giuste o magari sospettose, le avrei affrontate. Non avrei di certo lasciato correre o fatto finta di niente come invece è successo, perché è finita con il mio cuore, spezzato amore. E cosa ne ricavi da un cuore spezzato?» mi sorride e finisce di bere.
«Quindi..» poggia il suo bicchiere sul tavolino e si accomoda meglio. «la vera domanda, quella madre che ti permette di analizzare il dopo è: Questo ragazzo, ne vale la pena? Se la risposta è no allora lascia perdere, continua a fare cosi e basta, troverai quello giusto. Ma se la risposta è anche solo lontanamente un forse, allora datti tempo e pazienza e capisci bene come affrontare le cose e come permettergli di farti avvicinare»
La guardo, veramente colpita del suo discorso.
E il cuore mi batte forte, veramente forte. Mi mordo il labbro nervosamente e nonostante ci rimurgini come una scema, la risposta è arrivata il secondo dopo che mia madre ha finito di parlare.
Posso far finta di niente e cercare altre risposte o scorciatoie, ma so cosa il mio cervello ha detto, da subito.
Credo di essere un autolesionista, perché in tutto ciò io non riesco a non sorridere.
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