|CAPITOLO 6|
Capitolo 6
Seconda superiore
NIALL'S POV.
Vedo la porta dell'infermeria aprirsi di scatto. «Niall, stai bene? È venuta Kate in classe e mi ha detto di correre in infermieria!»
Marta. Perché mi ha raggiunto? Non dovrebbe essere qui.
Alzo gli occhi al cielo. «Che ci fai qui? Non dovresti entrare in infermieria se non hai nulla di rotto! Vai in classe, ci vediamo a casa.»
Non voglio che mi veda in questo stato. Sono orribile.
Si avvicina a me.
Mi prende il viso tra le mani e mi guarda negli occhi. «Dimmi che stai bene, ti prego.»
Mi sta implorando con lo sguardo.
Non resisto, ma non posso dirglielo, mi ucciderebbe in questo preciso istante.
«È... è stata colpa mia.» inizio a confessare. Sono la persona più imbarazzata del mondo in questo momento. «Io volevo farti una sorpresa. È quasi Natale e so che ami passare il Natale senza i tuoi genitori. Così, avevo pensato di invitarti a casa, visto che i miei sono fuori per Natale.» accenno un sorriso.
Ora arriva il bello. Be' non proprio, ma so che Marta in questo momento si arrabbierà tantissimo.
Ricambia il sorriso e mi abbraccia. «Ma... Niall grazie! Ti adoro.» mi guarda. «allora, come ti sei rotto un braccio?» domanda con aria sospettosa.
Ehm...
«Ricordi quel libro che ti piaceva tanto? Quello in biblioteca?»
Lo desiderava così tanto, ed io farei qualunque cosa per renderla felice.
Perché ti sei innamorato di lei.
«Sì, ma adesso cosa c'entra il libro con te?» chiede confusa.
Inizio inizio spiegare: «Stavo prendendo il libro. Per riuscire a prenderlo sono salito sulla scala. Dopo aver preso il libro, sono sceso, ma sono scivolato e la scala mi è caduta sul braccio. Curioso no? Sono sempre io a farmi male.» ridacchio come uno stupido.
Lei mi abbraccia di nuovo.
Per fortuna non è arrabbiata. Cerco di ricambiare ma improvvisamente il braccio sinistro iniza a farmi male. Ah già, è rotto. Me ne ero dimenticato!
È l'effetto dei suoi occhi e dei suoi abbracci.
Non ascolto la mia testa e con un po' di fatica ricambio l'abbraccio con il braccio destro.
«Vuoi che venga a casa con te? Mi darò malata e papà mi verrà a prendere, poi verrò a casa tua.» accenna un sorriso e sfiora il mio braccio dolorante.
Mi fa leggermente male, ma riesco a trattenere un piccolo gemito.
«Sei proprio furba!» inzio a ridere. «oggi hai la verifica di teatro. Come hai detto scusa?...» metto la mano dietro l'orecchio. «ricordo molto bene i giorni in cui provavi dalla mattina alla sera. Dove baciavi i cuscini e...» mi blocca mettendomi la mano davanti alle labbra.
«Sh.» alza la voce. «quante volte ti ho detto di non intraprendere quel discorso? Forse dovrei mandarti davvero a casa da solo. Così non avrai un'amica che ti farà compagnia, non avrai un'amica che ti farà ridere e...» questa volta la blocco io.
Per chi non ci conoscesse, sarebbe stupido vedere due migliori amici strillare e farsi il solletico. Ah... anche suonare i campanelli, tirarci i secchi pieni zeppi d'acqua, quello solo d'estate. Comunque: facciamo così tante cose insieme che ormai ho perso il conto. Lei mi completa.
Mi fa sentire speciale.
Vorrei che anche per lei fosse lo stesso. Spero sia così.
«Ok ok. Corri a chiamare tuo padre! Ci vediamo a casa.» sorrido. «e non fare tardi o non ti aprirò la porta!»
È inutile dirlo, farà tardi lo stesso.
Va verso la porta e la apre, poi si gira e mi guarda: «Io non sono mai in ritardo, Horan.» subito dopo esce e scompare nei corridoi.
***
Sento il campanello suonare tre volte.
Un richiamo.
Marta.
Corro giù per le scale e vado ad aprire la porta. «Sherman... Marta Sherman, sei stranamente in anticipo. Voglio delle spiegazioni!» trattengo una risata.
In un modo o nell'altro, riusciamo ad essere felici anche se nella vita ci sono momenti tristi.
«Horan... Niall Horan, io lo faccio per te, anzi, solo perché hai il braccio in quelle condizioni. Sappilo.» trattiene un sorriso, ma alla fine iniziamo a ridere.
«Sei un cretino!» esclama prima di darmi uno schiaffo sulla spalla destra, per fortuna.
«Ah ah ah... molto divertente!» divento serio. «forse non dovevo prendere quel libro in biblioteca, dovevo regalarlo a Kate.»
Sì, alla tua ragazza.
Non è la mia ragazza! È solo una buona amica.
«Verrà anche lei tra poco?» domanda la mia amica. «non ci stavi flertando l'altro giorno?» entra in casa ed iniziamo a salire le scale per arrivare nella mia camera.
«Chi? Io? Flertando con Kate?» inizio a ridere come un ragazzino «non prendermi in giro Marta, sai benissimo che io...» mi blocco. Ma che sto dicendo?
Meglio tenere la bocca chiusa, non voglio dire cose di cui potrei pentirmi.
Marta sta per ribbattere, ma il campanello suona di nuovo. Quando raggiungo la porta, la apro e vedo Kate sorridere. «Ciao Niall.»
Kate è una ragazza molto simpatica. Ha i capelli fin sotto l'orecchio, a caschetto, di colore biondo. I suoi occhi sono di un azzurro intenso, molto più scuri dei miei.
Si veste sempre molto bene, non molto elegante, con i giusti abbigliamenti per una ragazza di quindici anni.
Invece Marta è diversa, di veste a seconda dell'umore. Non è proprio così diverso ogni giorno, porta solo il nero, che a dirla tutta sta perfettamente sul suo corpo. Ha un suo stile e questo mi piace molto.
«C-ciao.» balbetto con insicurezza. «vieni, entra pure» ricambio il sorrido. Lei entra e corre su per le scale, la seguo.
Saluta Marta e si mette seduta accanto a me.
In questo momento sono un tantino in imbarazzo. Marta mi sta guardando malissimo e Kate, be' non lo so, ma sono sicuro che ora succederà qualcosa e il mio braccio se ne pentirà amaramente.
«Ragazzi, posso farvi un test?» domanda lei con un sorrisetto.
Non mi convince.
«Quale test?» domanda Marta prima di sedersi accanto a me. Sono tra Marta e Kate, beato tra le donne. Cioè, ragazze.
Non andrà bene.
Niall, ti conviene scappare di corsa!
«Non so come si chiami realmente il gioco, io lo chiamo il test: vi farò delle domande e voi dovrete rispondere con una sola parola.» spiega. «ma... visto che vi farò delle domande molto personali, Marta uscirà fuori dalla stanza e Niall farà la stessa cosa dopo. Quindi? Accettate?» fa un sorrisetto.
Annuisco. «Sì, sembra divertente.»
Marta mi guarda con sguardo omicida, respira profondamente e annuisce.
Dopo che Kate se ne andrà, Marta mi ucciderà all'istante. Quegli sguardi non promettono niente di buono.
Dopo pochi minuti, Marta esce dalla mia camera e Kate si siede davanti a me.
Prima mi sembrava una bella idea, ma ora ho paura delle domande che potrebbero uscire dalla sua bocca.
«Allora Niall, sei pronto?» domanda seria.
«In questo momento no, ma puoi iniziare.» rispondo impaurito.
No, non sono pronto.
Al diavolo il gioco, voglio uscire da quai!
«Prima domanda: sei innamorato?» chiede avvicinando il suo viso al mio.
Sì.
Non è vero!
«Sì.» mento.
«Si trova in questa stanza?»
«No.»
«Perché Marta ti aiuta in ogni cosa?»
«Amica.»
Non è vero sta mentendo!
Shhhhh!
«Per te è qualcosa e più di un'amica?» alza le socciglia.
Lo sapevo!
Questa domanda non rientra nella nostra conversazione.
Chiama il tuo avvocato.
Sì, bella idea! Aspetta...chi è il mio avvocato?
Marta.
Mi prendi in giro per caso?
No, sono serissimo!
«No.» rispondo serio.
«Allora... a Marta non darà fastidio se ti bacio?» si avvicina ancora di più.
Lo sapevo. Non posso crederci!
No, non provarci. Questo test non è più divertente, non mi piace affatto!
«Sì.» rispondo.
Si avvicina di più. «Perché?»
«Odiarti.» confesso.
Già, Marta odia Kate.
«Che cosa? Mi odia?» strilla Kate alzandosi dalla sedia. «ma...io credevo... oddio Marta!» continua ad urlare.
Credo di averla combinata grossa.
Non volevo, veramente!
Marta attraversa la porta. «Ma che ho fatto di male, si può sapere?» urla anche lei.
Oddio, ora inizieranno la litigare. Perché la situazione deve essere così complicata?
«Così mi odi, eh!» ribbatte Kate.
Marta mi guarda negli occhi. «Ma come ti è saltato in mente? Sei impazzito? No non sei impazzito, sei un cretino! Perché glie l'hai datto?»
«Voleva baciarmi!» cerco e difendermi. «Marta, voleva baciarmi... cosa dovevo dirgli? Sì, baciami! Così la mia migliore amica ucciderà entrambi.»
Dalla sua bocca esce una risata amara, la risata più amara che io abbia mai sentito. «Niall, fanculo!»
Dopo quella frase esce dalla mia stanza, sentendo poi i suoi passi che scendono le scale.
Guardo Kate.
Lei sorride e sussurra: «Questa volta l'hai combinata grossa.»
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