|CAPITOLO 5|

Capitolo 5
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NIALL'S POV.

«Niall mi vuoi ascoltare?»

«Non ci penso neanche! Torna dal tuo amichetto che ti fa ridere tanto. Ma ti avverto... ti prenderà in giro alle spalle! L'ha fatto con me mille volte all'asilo e lo farà anche con te Marta...» mi blocca.
Il suo scopo era allontanarci?
Be' c'è riuscito benissimo.

«Io voglio te come amico Niall, non Brian!»
Certo, ci credo proprio!

«Non è vero.» rispondo a tono. «lui ti fa ridere, ti fa divertire! Io non faccio niente. Neanche sorridi quando dico una delle mie bellissime battute!»

«Questo non è affatto vero...» abbassa la voce.
Ha gli occhi lucidi.
Oddio ma che sto facendo? Non avevo intenzione di farla piangere.

L'abbraccio e la stringo forte a me. «Sto solo dicendo che non devi fidarti di lui, Marta. Vuole solo la tua amicizia, ma alla fine ti prenderà in giro alle spalle. Non ti vuole bene.» spiego con voce calma e tranquilla.
Forse così riuscirà a capirlo, anche se vorrei gridarlo ai quattro venti, solo per sfogarmi.

Si allontana e mi guarda negli occhi.
Ha il viso pieno di lacrime e le labbra sono leggermente arrossate. «Invece tu mi vuoi bene?» chiede guardandomi ancora negli occhi.
Non resisto, il suo sguardo mi costringe sempre a dire la verità.

L'abbraccio di nuovo avvicino le labbra al suo orecchio e sussurro, anche se non gli piacerà: «Io ti vorrò sempre bene, dolcezza

***

Tu la ami.
Non è vero.
La ami, credi a me.
Non è vero, non insistere!
Allora perché la stai fissando mentre parla con Brian?

Scuoto leggermente la testa e mi rendo conto che la sto fissando davvero.
Distolgo lo sguardo e cerco di mangiare.
Non ci riesco.
Ok. Sono geloso, lo ammetto.

Di scatto mi alzo dalla sedia. Raggiungo Marta e la trascino via da quel tipo. «Hai già dimenticato quello che ti ho detto ieri?» alzo la voce per farmi sentire.
È testarda, non c'è niente da fare.
Fa sempre a modo suo.

Mi guarda confusa. «Mi stava solo chiedendo...» Brian la blocca.

«Se voleva venire al mio compleanno. Si farà una festa molto bella, nella villa di mio nonno.» spiega prima di afferrare la mia amica per i fianchi.
Che sono tutte queste attenzioni? Eh?
Non ci allarghiamo!

«Vacci piano.» sussurro prima di far mollare la presa a Brian. Non voglio che si avvicini così tanto a Marta. Devo proteggerla, è la mia migliore amica.

«Ehi!» alza la voce. «con i miei amici posso fare quello che voglio. In questa scuola, ogni singolo ragazzo e ragazza, sa che sei Irlandese. Sanno che sei l'unico Irlandese in questa scuola. E adesso neanche la tua migliore amica ha perso interesse per te...» si blocca quando vede che sto guardando Marta per cercare spiegazioni.
La guardo molto attentamente.
Con quello sguardo che vuole delle spiegazioni all'istante!
No, non lo farebbe mai. È mia amica da quando siamo all'asilo. So che lei mi vuole bene. Non potrebbe mai farmi una cosa simile.

«No, non è vero.» sussurro guardando Brian. Lui sorride.
Ecco quello che dicevo!
Ti prende in giro ogni singolo secondo.
Ti fa credere di essere inutile.
Be' io ci sto credendo davvero.

Marta non mi guarda neanche, si limita solo a tenere lo sguardo che punta a terra.
Brian continua: «Torna da dove sei venuto Horan, perché qui non servi a niente.» prende Marta per mano li vedo sparire nei corridoi.

Un'amicizia rovinata, perfetto.
Ora sono rimasto solo come un cane.
È da tanto che io e Marta ci conosciamo e non si è mai comportata così male con me.
Forse dovrei cambiare amicizie, come ha fatto lei.

Torno in classe.
Ovviamente Marta e Brian non ci sono.
La prof. si insospettisce. «Dove sono Sharman e David?» domanda lei aspettandosi una risposta da qualcuno.
David?
Brian David?
Trattengo una risata, poi inizio a preoccuparmi.
Marta ancora non attraversa la porta.
Di solito ritarda, ma solo di cinque minuti e dal suono della campana è passata già mezz'ora.
La professoressa vede che nessuno risponde. «Bene, noi iniziamo la lezione. Horan, tu vai a cercare i ragazzi e portali qui subito! Faremo una bella chiacchierata con la preside al loro ritorno.» spiega.
Ma quale coincidenza?
Ormai la prof. chiama solo me.

Annuisco, mi alzo dalla sedia ed esco dalla classe. Speriamo bene.
Niall, muoviti!
Chissa cosa stati facendo nei bagni.
Nei bagni?
Non farmi ridere...

Una voce blocca la conversazione con la mia testa. «Lasciami in pace!»
È la voce di Marta!
Ne sono sicuro, è lei.
E se quel verme di Brian gli stesse facendo del male?
Corro velocemente verso il corridoio.
«Brian ti prego, lasciami!» sento ancora la sua voce.

«Ehi!» urlo. «lascia stare la mia amica.» mi dirigo verso di loro con passo lento.
Non voglio che gli faccia male.
Brian tiene Marta per il polso. Gli sta facendo male e neanche se ne rende conto! Come può essere così crudele?

«Queste sono cose che non ti interessano Horan! Torna in classe e dì alla professoressa che non ci hai trovati.» alza la voce.
Neanche per sogno, io non me ne vado.

«Non me ne vado da qui finché non avrai lasciato in pace la mia amica. Quindi lasciala stare!» alzo la voce.
Brian potrà rubare la mia autostima, la mia felicità, la mia gioia, potrà rubarmi tutto, ma non potrà portarmi via Marta.
È la persona più importante che ho.

Quest'ultima corre nella mia direzione e si nasconde dietro di me. «Niall andiamo in classe!» sussurra impaurita.
No. Non ci penso proprio!

«Cosa vuoi fare Niall, darmi un pugno in faccia?» ride divertito portandosi una mano sullo stomaco.
Te lo darei molto volentieri se non fosse per Marta, che mi tiene per il braccio.

Non rispondo e respiro molto profondamente per non fare follie.
La mia amica continua a ripetermi che non devo fare pazzie. «Niall ti prego non fare follie! Andiamo in classe. Non voglio che ti faccia male...»
Sarà qualcun altro a farsi male se Brian non smette di prendermi in giro, come se fossi uno stupido.

«Brava Marta, avverti il tuo amico perché tra poco si farà molto male.» accenna un sorrisetto compiaciuto.
Stringo le mani in dei pugni e cerco di mantenere la calma. Mi giro e faccio segno a Marta di tornare in classe.
La seguo.
Brian continua a prendermi in giro, dicendo: «Niall per caso sei diventato un fifone? Oh povero Niall che viene preso in giro...»

Basta, questo è troppo.
No.
Niall fermati non farlo!
Niall Horan sta farmo.
Non farlo.

Mi avvicino a lui e gli sferro un pugno in pieno volto. Subito dopo, lui cade a terra.
Ok, l'ha fatto.

«NIALL!» strilla Marta avvicinanosi a me. «ma che hai fatto?»
Mi guarda negli occhi.

«M-mi stava prendendo in giro e...» non so cosa dire. «Marta mi dispiace tanto.»
Non so cosa pensare.
Ho fatto una cosa orribile, non dovevo! Ora mi sento in colpa.
Qualcosa dentro di me, mi ha imposto di farlo, ma non avrei dovuto.

«Cosa succede qui?» sento la voce della prof. che si propaga lungo il corridoio.

Marta si avvicina a me e fa incrociare le nostre dita. Stringe la presa, come se accanto a me fosse al sicuro come non mai. Be' anch'io mi sento al sicuro quando lei è accanto a me.
Mi rende forte averla accanto.

«Ragazzi, voglio una spiegazione per tutto questo.» continua la donna.
Ci guarda con serietà, spostando lo sguardo prima su Brian, poi su di me e Marta.

Prendo un respiro profondo. «S-sono stato io.» confesso sincero. «Brian stava facendo male alla mia amica. Ho soltanto preso le sue difese. Brian mi ha preso in giro come se fossi stato un cretino, così... gli ho dato un pugno in faccia.» spiego in brevi parole.
Una cosa è mentire e avere il peso sulle spalle per chissà quanto tempo, un'altra è avere la consapevolezza di quello che hai fatto e confessare.

«Bene.» annuisce la prof. «Brian tu vai in infermieria per vedere se qualcuno può darti una mano. Sharman ed Horan vengono con me!» alza la voce.
Ora chiamerà mia madre, ma di questo non ho paura. Ho paura per la mia migliore amica. Sanno tutti che carattere ha sua madre e sicuramente gli urlerà in faccia.

Continuo a tenere stretta la mano della mia amica, mentre attraversiamo il corridoio.
«Ora ci manderà dal preside?» bisbiglio.
È solo il secondo giorno di scuola, non voglio avere una nota e non voglio neanche andare dal preside!
Sicuramente sarà la stessa cosa per Marta.

Si ferma e ci guarda.
Prima me, poi la mia amica.
Abbassa lo sguardo e vede che l'uno stringe la mano dell'altra.
Sorride. «No, non chiamerò nessuno. La prossima volta che Brian ti darà fastidio, dimmelo e provvederò.»

Accenno un sorriso, anche se sono praticamente sconvolto per quello che la prof ha appena detto.

***

«Vuoi venire a pranzo da noi?» domanda la mia amica con un sorriso a trentadue denti. «so che mamma non sarà d'accordo, ma oggi potrebbe fare un eccezione.»

«Non lo farebbe neanche se fosse l'ultima donna rimasta sulla terra e lo sai bene.» ridacchio divertito. «ma... potresti venire da me oggi pomeriggio. Suoniamo qualche campanello e facciamo un pò di danni, poi ovviamente andiamo a mangiare la pizza perché arrivati a quel punto avrò molta fame!»

Scoppiamo entrambi a ridere.

Annuisce. «Sì, poi andiamo a mangiare la pizza, da te tanto adorata.»
È questo che mi piace di lei, la sua dolcezza nei miei confronti. Ora che ci penso, la parola dolcezza sta vagando troppo nella mia testa, dovrei smetterla.
«N-Niall... grazie per avermi salvata oggi.» accenna un sorriso.
Ha le guance tutte rosse per la vergogna.
È così carina quando è imbarazzata...

«Di nulla, dolcezza

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