|CAPITOLO 2|

Capitolo 2
Asilo

NIALL'S POV.

Mamma mi prende in braccio e mi aiuta a scendere dalla macchina.
Appena i miei piedi toccano terra, corro verso la grande porta color marrone chiaro.
Ci sono tanti bambini che urlano, è così strano sentire tanti bambini urlare. Lo faccio anch'io, solo per attirare l'attenzione di mamma!

È quasi Natale e non vedo l'ora di scartare tanti regali. Non potrò vedere papà, vive lontano e mamma dice non posso andare a trovarlo.
E devo ammettere che questo mi fa sentire molto triste.
Voglio vedere papà, mi manca tanto e voglio vedere anche Greg. È il mio fratellone, e mi fa sempre ridere.
Mi fa giocare sempre con le sue macchinine ed io mi diverto tanto!
Ma delle volte è tanto cattivo.
Mi tocca sempre i capelli, mi fa il solletico e mi fa tanti dispetti, infatti mamma lo strilla sempre e anche papà lo fà.

Prendo mamma per mano e attraversiamo la porta.
Le mani della mamma sono sempre così calde e così morbide. Mio fratello dice che sono così, perché lei in questo momento è felice, ma io non gli credo.
«Promettimi che farai il bravo...» mi sorride.

«Te lo prometto.» sorrido anch'io.
Mi bacia sulla guancia e la bacio anch'io.

Lascio la mano della mamma, attraverso un'altra porta e in quel momento vedo che dei bambini stanno giocando con delle macchinine, le mi preferite. Vado verso di loro. «Ciao!» azlo la voce per attirare l'attenzione. «posso giocare con voi?»

Uno dei bambini si alza e viene verso di me.
Ha i capelli corti corti e gli occhi sono chiari e mi guarda arrabbiato. «Tu non puoi giocare con noi. Sei troppo piccolo, noi siamo molto più grandi di te.»
Perché non posso?
Che ho fatto di sbagliato?
«Vattene via, non ti vogliamo qui!»

«Ma io voglio solo giocare con le macchinine, sono le mie preferite.» mi giustifico. «non ho fatto nulla di male e non ho nessuno con cui giocare!»

«A me non importa. Le macchinine sono nostre, quindi vattene via!» alza la voce.
Perché deve essere così cattivo con me?

«Perché devi essere cattivo con tutti? Io voglio solo giocare.» non sto facendo niente di male.
È cattivo con tutti.
Vuole solo giocare con i suoi amichetti: Mathew e Robert.

Mi guarda. «Come ti chiami?»

«Niall Horan.» rispondo e incrocio le braccia.
Tutti e tre si mettono a ridere.
Adesso che ho detto?

«Niall!» ripete il mio nome e continua a ridere.

«Non è divertente...» inizio a piangere. «il mio nome è molto più bello del tuo. Non c'è niente da ridere! Siete cattivi.»
Non ho fatto nulla di sbagliato.

«Ragazzi, guardate che colore di capelli ha!» continua a ridere. «a me sempre tanto color...»

«Ragazzi, lasciate stare Niall.» sento la voce della maestra dietro di me. «voleva solo giocare con le vostre macchinine. E non c'è nulla da ridere. Niall è un bellissimo nome.» mi difende.

La maestra è sempre gentile con me e mi regala tantissime caramelle.
Mi dice sempre: "Non dirlo alla mamma, sarà il nostro piccolo segreto."

Corro verso la maestra e l'abbraccio. «Maestra, Brian è cattivo. Si comporta male con me!»

«Lo so piccolo, ma non ti preoccupare. Ti prometto che non lo faranno più. Non ti prenderanno più in giro!» sorride.
Non credo che sia la verità. Mi ha detto questa frase anche ieri, ma loro hanno continuato a prendermi in giro.

«Veramente? Quei bambini non mi prenderanno più in giro? Me lo prometti maestra?» domando.
Non le credo. Da quando sono qui, quei bambini mi prendono in giro. Una volta mi hanno anche spinto a terra! Per una volta che voglio fare il bravo e voglio giocare senza disturbare nessuno, loro mi prendono per scemo.

«Sì Niall, te lo prometto.» mi abbraccia di nuovo. «quei bambini non ti daranno più fastidio, mai più piccolo.»

***

Sto giocando con le macchinine.
La maestra ha convinto Brian e alla fine, lui mi ha prestato due macchine. Sto giocando accanto a un cesto pieno di strumenti musicali.
Mi piace suonare.
A casa, io e Grag ci divertiamo tanto a suonare. Io col violino e lui con la chitarra, anche se la chitarra vorrei suonarla io.

Una bambina si avvicina a me, sembra molto simpatica.
«Ciao.»sorride. «vuoi giocare con me?»
Qualcuno finalmente vuole giocare!

Faccio di sì con la testa. «Come ti chiami?»

«Marta, e tu come ti chiami?» risponde.
Ha i capelli corti, tutti neri. Gli occhi sono molto molto scuri.

Non rispondo.

«Ehy... perché non rispondi?» insiste mentre incrocia le braccia. «qualcosa non va? Non ti sto simpatica?»

«Se ti dirò il mio nome, tu mi prenderai in giro, come hanno fatto gli altri!» guardo a terra, imbarazzato.

«Non è vero. Io non ti prenderò un giro!» sorride. «di me puoi fidarti...»
E va bene.
Te lo dico, solo perché sembri simpatica.

«Ok... io mi chiamo Niall.»

«È un bellissimo nome!» sorride e mi guarda.

«Dici davvero?» sorrido anch'io.

Annuisce. «Sì, è molto bello e Brian non doveva prenderti in giro. In realtà... sei molto carino, mi piacciono i tuoi capelli.»
Le sue guance diventano rosse.

«Niall!»

Subito mi giro e vedo mamma accanto alla maestra che mi guarda.
Corro verso di lei e l'abbraccio forte forte.

Lei dopo avermi abbracciato, si inginocchia, indicando Marta. «Chi è la tua nuova amica?»

«Si chiama Marta e voleva giocare con me. Io non voglio andare a casa, voglio giocare ancora con Marta!» mi lamento. «voglio rimanere qui!»
Marta è simpatica e voglio giocare con lei. Non mi prende in giro, poi mi ha detto che sono carino e le piacciono i miei capelli.

«Ma noi adesso dobbiamo andare a casa. La vedrai domani, tranquillo.» mi rassicura.

«E va bene...» mi giro verso Marta e la guardo. «ciao Marta! Ci vediamo domani, vero?» sorrido.

«Si, ci vediamo domani. Ciao Niall!» sorride anche lei.

***

«Greg, suoniamo?» alzo la voce e strattono mio fratello per la maglietta.
Oggi non abbiamo ancora cantato e io non ceno se non cantiamo.
Però c'è la pizza, forse mangerò prima la pizza, poi canterò con Greg.

«Sì. Forza, prendi la chitarra!» sorride.
Corro verso il mia scatola dei giocattoli, la apro e prendo la mia chitarra giocattolo preferita. Prendo anche il microfono. Sistemo il microfono a terra e lui si avvicina a me. Io e Grag cominciamo a cantare e a suonare. La mamma batte le mani a tempo e sorride soddisfatta.
È davvero divertente suonare insieme al mio fratellone.
Chissa se Marta ora si sta divertendo.

Quando finiamo di cantare, mamma corre verso di noi e ci abbraccia forte.

«Volete mangiare la pizza?» chiede.

«Siiiiì!» rispondiamo in coro io e Greg.

Corriamo verso la sala e subito ci sediamo sulle sedie.
Aspettiamo la pizza.
Quella con i peperoni è la mia preferita!
La voglio, è buonissima.
Chissà se anche a Marta piace la pizza con i peperoni.

Io e Greg sentiamo bussare alla porta.
Scendo dalla sedia e vado verso la porta.
La apro e vedo papà.
«Papà!»mi avvicino e lo abbraccio ma lui si allontana da me.

«Piccolo... oggi non possiamo.» si giustifica. «dov'è la mamma?»

Punto il dito verso la cucina.

Papà cammina veloce verso la porta, la apre e inizia ad urlare contro la mamma.
Ho paura.
Perché urla contro la mamma?
Cosa sta succedendo?
Greg mi prende per mano e mi porta in camera. «Greg, che sta succedendo?» chiedo. «perché mamma e papà stanno urlando così forte?»

«Non lo so Niall. Ma ti prometto che smetteranno presto. Tra poco sarà tutto finito e non urleranno più.» sorride. «Mi dispiace ma ora non puoi sapere nulla.»
Io non so mai nulla.
Sono sempre troppo piccolo per sapere le cose dei grandi. Invece mio fratello sa sempre tutto, la mamma gli dice sempre ogni cose, anche papà fa lo stesso.

«Niall ti prometto che un giorno scoprirai tutto. Ora non è il momento adatto. Ti fidi di me?» chiede mentre mi guarda.

«Sì, sei il mio fratellone ed io mi fido tanto di te.» guardo a terra. «ma non capisco perché non posso sapere nulla!» alzo la voce.

«Quando crescerai, io e la mamma ti diremo tutto.» sorride sinceramente.

«Promesso promesso?» domando con le lacrime agli occhi.

«Promesso fratellino.»

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