Cap. 4

"Chi ti ha fatto questo, Claire?!" Urlò mio padre preoccupato.

Ero ancora sul letto dell'ospedale, ero messa piuttosto male.

"Justin Bieber, Harry Styles e uno di nome Niall, dei ragazzi della mia scuola..." Gli spiegai, stanca per l'effetto degli anestetici.

Mio padre mi guardò confuso, poi disse: "Ma cara, quelli sono dei cantanti! Ora dimmi, chi è veramente stato a farti questo?"

Sgranai gli occhi.
"M-Ma papà... si chiamavano così..." Biascicai.

"Ehi ehi ehi..." Disse papà, appoggiando una mano sul mio ventre. "Calma... adesso riposa, è stata una giornata davvero dura. Quando ti sarai ripresa, penseremo a chi ti ha ridotto così, Ok?"
"...Ok papà, Ok." Gli risposi, poi chiusi gli occhi, sospirando.

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Due settimane dopo, tornai a scuola. Avevo un braccio rotto.

Nel corridoio principale incontrai Clorinda e le due ragazze che stavano insieme a Justin e Niall.

"Ciao Clorinda!" Le dissi mentre ci stavamo avvicinando.

Clorinda mi squadrò, e disse: "Chi sei tu, troietta?"
"Eh...? Sono Claire, Claire Betters, quella del tour della scuola! Mi avevi anche parlato di quei tre!"
"Tappati bocca e connessioni neurali con un cazzo, non ti conosco."
"Cosa sono tutti questi insulti gratuiti?! Un 'Che ti sei fatta al braccio?' ti costava troppo?!"
"Ma cos'hai, la rabbia?"
"Io- no, sto bene. Fino a due settimane fa eri gentile, adesso mi tratti come un'appestata!"
"È per questo che lo faccio, hai la Bich Plague cocchina."
"Sì, hai la Bich Plague!" Urlò una delle due ragazze dietro Clorinda.

"Chiudi la bocca, sono io l'antagonista di questa storia, tu sei solo una comparsa." Disse lei.

"Di che stavamo parlando Claire?" Chiese Clorinda, guardandomi.
"...Niente, buona giornata." Dissi io, andando via. Mentre mi allontanavo, la sentii ridere e dire "Chi la stuprerà?"

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Aprii la porta dell'ufficio del Preside, ma al suo posto trovai un foglio, con su scritto: "Tornerò domani, affiderò la custodia della scuola a Justin Bieber, Harry Styles e Niall.", il foglio aveva una data scritta a un'angolo: "19/06/2001"

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"Non capisco com'è possibile..." Mormorai, tenendo stretta fra le mani la forchetta.

"Troveremo un modo per risolvere tutto questo casino, tranquilla. Chiameremo la polizia e-" Fermai mio padre.

"Già provato, non rispondono. Sono andata anche in una centrale, ma hanno chiuso..." Iniziai a piangere.
Papà si alzò, e disse: "Dobbiamo andarcene da qui."
"Eh...?"
"Ce ne andiamo Claire, questo posto è orribile."

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Il giorno dopo trovai il cadavere di mio padre, aveva un buco in testa. Sul comodino c'era un bigliettino con su scritto: "Prova a lasciare Toronto di nuovo e ne pagnerai le conseguenze."

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