Revenge.

Ma salve!
Oggi siamo qui riuniti per celebrare la meravigliosa idea partorita dalla mente di Darky_97, una persona che adoro in malo modo :D
Ovvero... Come sarebbe Stefano se si fosse ribellato ai WGF e a quell'idiota di Ly- COFFCOFF-
littlefangirl153, Darky e io ci siamo fatti un po' di pippe mentali per l'aspetto, ma alla fine ce l'abbiamo fatta :D
Lì sopra ci sono i disegni che loro hanno fatto, sono bellissimi *w*
Ma ora direi di smettere di chiacchierare... Buona lettura!

Era stanco.
Egli era stanco di tutto questo.
Non ne poteva più di essere maltrattato ogni singola volta, per ogni singola cosa.
Quella storia continuava da mesi, addirittura anni.
Stefano non poteva più sopportare le ridicole frecciatine che il "leader" continuava a lanciargli.
All'inizio lo faceva per scherzo, per gioco, come uno stupido bambino infantile.
Ma non era solo quello, proprio no.
Le armature più grezze e meno protettive, le armi scrause, l'equipaggiamento più inutile.
Tutto a lui.
Oltre al danno, anche la beffa?
Stefano era nella sua stanza, seduto sul letto, che guardava fuori dalla finestra.
Rifletteva sul suo ruolo nel gruppo, sulle sue scelte, su tutto ciò che ha fatto per sopravvivere.
Si morse il labbro e socchiuse gli occhi, sospirando pesantemente.
Era notte, e lui si alzò dal letto, mentre tutti gli altri dormivano tranquillamente.
Prima che potesse andare nella stanza delle armi, passò davanti alla camera di Mario, nonché suo migliore amico.
O almeno così pensava.
Fissò la porta per qualche secondo, ma subito dopo si diresse a passo spedito verso la stanza delle armi.
Non appena mise piede in quell'ambiente, egli posò gli occhi su telo bianco messo in un angolo, che copriva palesemente qualcosa di abbastanza piccolo.
Si avvicinò ad esso e si chinò, prendendo tra le mani l'oggetto.
Afferrò il telo bianco e lo fece cadere a terra, rivelando un orologio da taschino dorato con dei ghirigori paralleli e altre decorazioni rosse.
Premette il pulsante in cima ad esso e l'orologio si aprì, insieme ad alcune particelle rosse che fluttuavano intorno all'oggetto.
Stefano prese un respiro profondo.
Aveva impiegato un sacco di tempo per realizzare quell'oggetto, ci aveva messo l'anima, l'impegno, e non aveva mai avuto paura di essere scoperto quando lavorava ad esso.
Non da Lyon, almeno.
Ormai provava un certo disprezzo per quell'essere, per il fatto che non sapeva comportarsi da leader.
Era stato messo in ridicolo troppo a lungo.
Non gli aveva mai urlato contro, perché nessuno se lo sarebbe mai aspettato.
Soprattutto il suo migliore amico.
Mario.
Lui era importante tanto quanto gli altri, tanto quanto Lyon.
Quindi, perché questo trattamento così poco rispettoso?

"Ormai è fatta..." Mormorò.

Mise l'indice sulla lancetta dei minuti a forma di saetta e le fece fare un giro antiorario per cinque volte, fino a che l'orologio non si bloccò.
Stefano assunse un'espressione confusa, ma non appena le lancette iniziarono a impazzire e a muoversi in senso sconnesso, il ragazzo chiuse gli occhi e tenne stretto l'orologio, non accorgendosi della forte luce che lo stava piano piano avvolgendo.

[...]

Riaprì di scatto gli occhi, notando che il paesaggio intorno a lui era cambiato: le fronde dei grandi alberi della foresta coprivano il cielo apparentemente sereno e privo di nuvole, lasciando che qualche raggio solare oltrepassasse quella folta barriera di foglie.
Si girò a destra e sinistra e dopo qualche minuto lanciò un grido di soddisfazione, esaltato dalle grandi doti del piccolo oggetto che aveva creato.

"Fantastico! Funziona!" Esclamò, guardando l'oggetto con un sorriso.

Ma le sue urla di gioia attirarono qualcuno.
Infatti, sentì qualcosa di viscido avvolgergli la caviglia e subito dopo venne alzato a mezz'aria, con gli arti bloccati.
Stefano sussultò spaventato e si guardò intorno, notando che quella sensazione viscida non erano altro che dei tentacoli viola provenienti dal terreno.
Già conosceva quei tentacoli, già sapeva a chi appartenessero.
Infatti, i suoi occhi si posarono su una figura poco lontana da lui, munita di un mantello bianco e di due occhi rossi come il sangue.

"... Entity... 303..." Disse sottovoce.

Il demone stava facendo rimbalzare sul suo palmo della mano l'orologio dorato, sempre dotato di un'espressione apatica e cupa, per colpa del cappuccio bianco.
Continuò a fissarlo, cercando di mettere a fuoco le idee e di pronunciare quelle dannate parole.

"... Voglio allearmi con te!" Esclamò di colpo, facendo penetrare il suo sguardo deciso negli occhi rossi del demone.

Egli smise di giocare con l'orologio.
La sua espressione non cambiò di molto, ma si poteva notare qualche sfumatura di sorpresa nel suo sguardo.

"Sono stanco! Stanco di essere messo in ridicolo! Non sopporto più Lyon... Non è un vero leader... Non ne posso più!" Disse alzando il tono, non accorgendosi che la presa sui suoi arti si era allentata.

Venne posato a terra con una strana delicatezza, lasciandosi avvolgere dalla confusione e anche dal timore, in qualche modo.
Infatti, Entity si stava avvicinando da lui a passi lenti, decisi, sempre con quei suoi occhi che avrebbero fatto paura al diavolo stesso.
Non appena furono uno davanti all'altro, fecero passare dei minuti a fissarsi reciprocamente, senza fare alcun movimento brusco.
A

lla fine, Entity tese la mano a Stefano e gli consegnò di nuovo l'orologio, mantenendo un'espressione seria ma quasi più rilassata.

"Dunque... Stefano." - Iniziò Entity, facendo sentire la sua voce profonda. - "Sarò lieto di rendere il tuo desiderio la realtà, ma ad una condizione." Disse.

Stefano annuì deciso.
Era pronto a tutto pur di farla pagare a quel disgraziato del suo leader, a quel verme.
Ne aveva finalmente l'occasione.
Sentì la mano di Entity posarsi sulla sua fronte, ed istintivamente chiuse gli occhi, iniziando a sentire un forte mal di testa.

"Lasciati avvolgere dalla tua parte più oscura, più interna, quella meno esposta del tuo essere... Lascia che sia essa a decidere ogni cosa, d'ora in poi." Esordì Entity con voce seria.

Entity tolse la mano e fece uno scatto all'indietro, intrappolando Stefano in una gabbia di tentacoli viola provenienti dal terreno, che emettevano disgustosi suoni.
Stefano si sentì soffocare per colpa di quella presa marmorea, e istintivamente fece uscire tutto il fiato che aveva in gola.
Ma alla fine, scelse di non fare nulla, di lasciarsi andare al buio di quella viscida gabbia.
Passati vari secondi, i tentacoli si dispersero lentamente, rivelando una sfera di energia scarlatta e luminosa.
E in tutto questo, Entity osservava con un lieve e contorto sorriso sul suo viso.

To be continued...

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