capitolo 24
⋆⁺₊⋆ 24 dicembre ⋆⁺₊⋆
La luce del sole inonda la cucina, disegnando raggi iridescenti sulle superfici dei mobili e attraversando i rami dell'albero di Natale.
É normale che mi sembri che il sole stia riscaldando di più oggi?
Il primo giorno di una nuova vita. Il primo giorno in cui si è realizzato il mio desiderio più profondo e in cui, finalmente, io e Alex stiamo insieme. Non più soltanto nella stessa stanza o a guardare un film da soli, ma insieme.
Ho aspettato così tanto questo momento che, adesso che lo sto vivendo, mi sembra qualcosa di troppo strano e incredibile al tempo stesso, come se fossi bloccata in un sogno da cui non riuscissi a risvegliarmi.
Però, una volta tanto, la realtà è meglio della finzione. Per una volta, posso dire di preferire la mia vita ai film romantici. O a qualunque altro film.
La porta di casa si apre con un giro di chiavi. Alex compare nel mio salotto, con le guance arrossate dal freddo e con tra le mani due buste piene degli ingredienti che gli ho ordinato di andare a comprare.
Per domani voglio cucinare quanti più dolci possibili, perché sono felice ed è giusto condividere e festeggiare con le persone che amo.
Alex si libera dei due bustoni di plastica e si toglie di dosso il cappotto. Mi viene incontro, cingendomi i fianchi e sollevandomi da terra. Mi lascio andare ad un gridolino.
«Hai preso tutto quello che serve?» sto già ridendo e quando mi mette giù mi dà un bacio lungo e caldo, la giusta combinazione per farmi impazzire. É questo tutto quello che mi serve, penso.
«Credo di sì» inizia a tirare fuori farina, zucchero, gocce di cioccolato e una quantità industriale di burro. Sistema ordinatamente tutte le confezioni in fila sul tavolo, e poi torna di nuovo da me.
Se continuiamo così non so se rimarrà qualche pezzo di me.
«Ma é necessario cucinare per un esercito?» domanda, sulle mia labbra. «Mi vengono in mente almeno altri cinque modi per passare la Vigilia di Natale».
Sarei curiosa di sapere quali siano, ma é Alex: avranno tutti a che fare con giochi al computer e cose da nerd.
«L'ho promesso a Lily e vorrei che fosse tutto perfetto» allaccio le mie braccia intorno al suo collo, solleticandogli i capelli. Alex chiude gli occhi per un momento.
Ammetto che, nelle mie più profonde fantasie, ho provato ad immaginare come sarebbe stato toccarlo e come sarebbe stato se lui avesse toccato me. Ma i brividi che mi stanno correndo lungo la schiena in questo momento non sono mai stata in grado nemmeno di inventarli.
«Vuoi che sia tutto perfetto per Austin Butler?» mi sfida lui, lasciandomi un tenero bacio sulla punta del naso.
Questa mattina, appena sveglia, mi sono ritrovata un messaggio di Simon. Mi augurava una buona vigilia e io ho colto l'occasione per invitarlo domani a pranzo. In fondo, il Natale è fatto per stare tutti insieme.
«Sarà con sua nonna tutto il giorno» gli faccio sapere. So che Alex non è per nulla una persona gelosa, ma vedere le sue spalle rilassarsi mi manda comunque in brodo il cervello. «Ma farà un salto dopo pranzo».
Alex mi stringe ancora di più. «Allora dovrò preparargli un tappeto rosso».
Rido, piegando la testa. Lui ne approfitta per baciarmi, ancora e ancora. Non vorrei staccarmi, ma ci sono tanti dolci da preparare per domani. «Dobbiamo iniziare a lavorare, Alex».
Lui si allontana di appena qualche centimetro, dandomi di nuovo l'aria per respirare. «Va bene» alza le mani in segno di resa, raggiungendo il tavolo. «Cosa faccio?»
Finalmente padrona del mio corpo, mi precipito a collegare il telefono e far partire la mia playlist natalizia. «Inizia col misurare gli ingredienti, sto arrivando».
«Si, chef» lo sento armeggiare con la confezione di farina da due chili mentre le canzoncine di Natale si diffondono nell'aria.
Qualche secondo più tardi sono accanto a lui, ad occuparmi delle uova.
«Ma basteranno tutte queste cose per i brownies, i cookies, i muffin, i biscotti al burro?» Alex li conta sulle dita della mano.
«E la torta al red velvet» lo ricordo, tirando fuori il colorante in gel.
«Già, e anche per la torta. Non ti sembra di aver esagerato un po'?»
Gli rivolgo un'occhiataccia, ma il suo sorriso mi spinge presto ad imitarlo. Si è già sporcato mezzo viso con la farina nel tentativo di raddrizzarsi gli occhiali.
«I dolci non sono mai abbastanza: a Lily piacciono i brownies, a Caleb i cookies e tua madre adora la mia red velvet» dico, mischiando nella ciotola anche lo zucchero e il burro fuso.
«Però non hai pensato a quello che piace a me» commenta Alex.
«Ah, no?»
Lui si sporge leggermente, posando le labbra sulle mie. Molti potrebbero dire che i baci selvaggi, urgenti e appassionati siano i migliori, ma niente riesce a farmi perdere la testa come un bacio lento e dolce di Alex.
Perché i brividi scorrono lentamente, e il calore nel cuore si diffonde senza fretta, facendoti impazzire un secondo dopo l'altro.
Quando lui si stacca, le labbra umide e rosse, arrossisco come una bambina. «Hai finito con la farina?» domando con la voce spezzata.
Alex mi guarda con quegli occhi che brillano e scuote la testa. Il secondo dopo mi ritrovo tra le sue braccia, le mie gambe strette intorno ai suoi fianchi e i ciuffi di capelli che volano fuori dalla treccia.
Continua a tenermi in braccio per un tempo lunghissimo, studiando con gli occhi ogni mio lineamento. Poi mi posa delicatamente sul ripiano della cucina. Ho paura di cadere, ma le sue braccia sono salde intorno alla schiena. Il suo petto contro il mio.
Le sue dita si insinuano sotto il tessuto della maglietta, facendomi rabbrividire. Ogni suo tocco lascia la cicatrice sulla mia pelle, il segno del suo passaggio.
Anche le mie mani gli accarezzano i capelli, beandosi della loro morbidezza e spingendolo ancora più vicino. Ora le nostre labbra si sfiorano di nuovo, si cercano e si trovano.
É una sensazione così bella, poterlo sentire contro il mio corpo, sul mio cuore. «Ti ho aspettato per quasi dieci anni, Alex» gli sussurro tra un bacio e l'altro.
Lui ha gli occhi chiusi, come se volesse memorizzare ogni linea del mio corpo soltanto con le mani. «Adesso sono qui, e sarà per tutta la vita» la voce roca mi manda dolci brividi tra le gambe e in tutto il corpo.
Lo bacio, e lui schiude le sue labbra. Forse sembriamo dei ragazzini, ma non mi importa. La felicità che provo in questo momento mi fa agire d'impulso, stringendogli ancora di più le gambe attorno ai fianchi e avvicinando il suo cuore al mio.
Non riesco più a respirare e nemmeno mi interessa farlo. Riesco soltanto a sentire le sue mani tracciare i contorni del mio corpo, scendere ovunque anche nei punti che non mi sarei nemmeno immaginata. E non c'è sensazione migliore di lasciarsi sfiorare da qualcuno che, col suo tocco, ti ama, ti venera.
Avevo aspettato, desiderato, agognato tanto questo momento che adesso vorrei non finisse più. Vorrei andare oltre e le mie mani si infilano sotto la sua felpa, scorrendo lungo la linea marcata degli addominali.
Alex emette un verso gutturale e mi chiedo se qualcuno lo ha mai sfiorato con tanto amore. Perché, certamente, nessuno ha toccato me con tutta la sua premura.
Il cardigan mi cala dalle spalle, rivelando la canotta a bratelline che uso sempre quando preparo un dolce. Il tessuto è talmente leggero che mi sento esposta in un modo imbarazzante, ma Alex continua a baciarmi come se questo fosse il fulcro di tutto.
Non so quale forza allontana le nostre labbra, ma adesso Alex fa scorrere lo sguardo su di me, sul mio corpo, sul pizzo trasparente della maglietta. Si attorciglia una ciocca di capelli tra le dita e mi sorride, stupendo e abbagliante come il sole. «Sei bellissima, Soph».
Come se tutti i baci non fossero stati sufficienti, mi sento sciogliere tra le sue braccia. «Non piangere» mi sussurra, andando ad asciugare con un bacio le lacrime che hanno iniziato a cadere.
«É perché sono felice».
Lui continua a sorridere. «Da quando si piange se si è felici?»
«Da adesso, probabilmente. Da adesso che il mio cuore sta esplodendo di felicità» gli sorrido.
«Mi dispiace se in tutti questi anni ti ho fatta soffrire» le sue dita si intrecciano alle mie.
«Non fa niente» dico. «Questo momento ha cancellato tutto il dolore precedente» ed è vero. N'è valsa la pena soffrire, solo per averlo qui davanti a me adesso.
«Caspita, non credevo di essere così bravo» mi lascia un tenero bacio sulla tempia. Lui scherza, ma è bravo sul serio.
La mia mente comincia già a fantasticare oltre facendomi arrossire, per cui scendo dalla cucina con un balzo, tornando all'impasto lasciato a metà. «Lily si arrabbierà molto se non le preparo i miei famosi biscotti» dico, sia per distrarmi sia per convincerlo ad aiutarmi.
Sento un debole sbuffo uscire dalle sue labbra. Alex mi cinge da dietro e io mi appoggio a lui. «Credo che Lily preferirebbe che suo fratello e la sua migliore amica fossero felici».
«Be', ma io voglio farlo» cerco di impuntarmi, miscelando l'impasto. Finalmente anche Alex si arrende, tornando a mettere da parte gli ingredienti per le altre ricette.
«Ti sei sempre preoccupata prima per gli altri» dice. Il suo non è un rimprovero, ma una constatazione. E ha ragione, lo so.
«É uno dei miei difetti» verso l'impasto sul tavolo e inizio a lavorarlo con le mani.
«Non fa niente» Alex fa spallucce. «Da oggi mi occuperò io di te».
Le sue parole mi fanno arrossire, quindi distolgo lo sguardo perché so che non riuscirei a sopportare il suo, non adesso che posso baciarlo tutte le volte che voglio. Mi obbligo a restare ferma dove sono perché, probabilmente, se iniziassi non riuscire più a fermarmi.
La voce di Ariana Grande continua a cantare nell'aria mentre noi finiamo di impastare. Dò la formina ai biscotti e poi li inforno.
Quando finiamo tutto, red velvet compresa, é già buio pesto e siamo stanchissimi. Brownies, biscotti, muffin e cookies riposano già nei vassoi che porterò domani da Lily.
Lancio uno sguardo ad Alex: manca solo mettere in ordine, pulire il tavolo e passare l'aspirapolvere. Per fortuna, lui capisce al volo e inizia a conservare le uova rimaste, lo zucchero e il cacao.
«Che deja vu» commenta quando prende la farina. Per un momento non capisco a cosa si riferisce, poi mi viene subito in mente e inizio a correre per tutto il salone, Alex che mi tira manciate di farina. «Questa è la mia rivincita!»
Sento la farina cadermi sui vestiti e tra i capelli, ma in realtà è soltanto la sua risata che mi interessa davvero. Cerco di aggirarlo e scansare i suoi attacchi, ma lui é troppo veloce e quindi gli lancio tutti i cuscini del divano.
Rallento, incastrandomi nel tappeto e Alex mi viene addosso. Precipitiamo insieme sul letto di cuscini, continuando a ridere come dei bambini.
«Che deja vu» ripeto senza fiato, ricordandomi che l'ultima volta ci siamo ritrovati nella stessa identica situazione. L'uno sopra l'altra, i nostri cuori che battono allo stesso ritmo.
«L'altra volta però non ho fatto questo» commenta Alex, chinandosi di più per baciarmi.
Tutto intorno a noi esplode e, adesso, l'unica cosa che conta sono le labbra di Alex che cercano bramose le mie.
⋆⁺₊⋆ ❄︎ ⋆⁺₊⋆
helo amici ♡︎
❄︎ ℬ𝓊ℴ𝓃𝒶 𝒱𝒾𝑔𝒾𝓁𝒾𝒶 ❄︎
spero che stiate festeggiando insieme alle persone che amate, esattamente come Alex e Sophie!
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo coccola: ci tenevo che uscisse esattamente così, in modo da portare ancora un po' più di amore in questo giorno speciale 🩷
inoltre, se non volete perdervi nessuna novità, seguitemi su IG (@/xaphroditeestories) e tiktok (@/xaphroditee_)
detto questo,
noi ci vediamo domani con un altro capitolo di questa storia (l'ultimo 🥹 e infatti sarà l'ℯ𝓅𝒾𝓁ℴ𝑔ℴ) 🎀
vi voglio bene,
aphroditee
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