capitolo 2
⋆⁺₊⋆ 2 dicembre ⋆⁺₊⋆
Quello che più amo dei film natalizi é la speranza che emanano in ogni scena. Saranno pure convenzionali e pieni di cliché ma hanno sempre il potere di farmi sognare, di farmi credere che i miracoli sono possibili.
Metto in pausa Mamma ho perso l'aereo perché sento bussare alla porta. Ci metto un po' per alzarmi dall'intrico di coperte in cui sono avvolta e girare attorno all'albero di Natale acquistato ieri.
Come un vero galantuomo, Alex si è offerto di portarmelo su per le scale del mio condominio. Avevo tutte le intenzioni di addobbarlo questa mattina, con la mia playlist natalizia preferita in sottofondo, ma poi ho scovato uno dei film che più amo alla televisione e, tra una cosa e l'altra, il sole si è alzato nel cielo e ho rimandato.
Apro la porta e mi ritrovo davanti la mia migliore amica. Lily ha un sorriso luminoso stampato in volto e i capelli biondi pieni di fiocchi di neve.
«Vengo recando doni» esordisce, mettendomi davanti una scatola di carta rosa con la scritta Crumbl Cookies, che riconosco immediatamente. Da quando sono diventati virali su Tiktok, io e Lily li abbiamo provati ovunque in giro per New York e mi sono persino ripromessa di provare a farli da sola.
Un delizioso e avvolgente profumo di burro e biscotto si diffonde per tutto l'appartamento e mi riempie completamente i polmoni, stordendomi di zucchero a tal punto che non vedo un'ombra alle spalle di Lily.
Alex ha il naso rosso e, come la sorella, capelli e cappotto beige ricoperti da un sottilissimo strato di neve. «Sapevo che l'avresti lasciato in mezzo a tutto» dice con una sfumatura di rimprovero nella voce. Ovviamente si riferisce all'albero, che ostruisce il passaggio tra la porta d'ingresso e il divano e che sì, ammetto di aver abbandonato esattamente dove lui lo ha lasciato ieri sera.
Sto per rispondergli con qualcosa di arguto, ma Lily è più veloce di me. «Sono davvero mortificata per ieri: ti avevo promesso che sarei venuta con te a scegliere l'albero di Natale, ma Nick aveva bisogno di me e, lo so, era domenica e avrei dovuto dirgli di no, ma manca troppo poco a Natale e ci sono davvero tante cose a cui pensare per l'edizione speciale della rivista».
«Se Nick aveva bisogno di te...» ripeto ammiccando.
Lei fa finta di ignorare il mio commento malizioso. «Ma oggi mi ha lasciato il giorno libero e ho pensato che ti avrebbe fatto piacere un po' di aiuto in più per decorare l'appartamento».
Naturalmente ha ragione, sono felicissima che sia qui. Di solito ci aiutiamo sempre a vicenda per decorare i nostri appartamenti: é una nostra tradizione e lo facciamo da quando ci siamo entrambe trasferite a New York dal Connecticut.
«Sei sempre la migliore» la stritolo in un abbraccio, notando che addosso ha un profumo diverso dal suo solito. Sarà forse un regalo di Natale anticipato da parte del suo generosissimo capo, Nick Montgomery?
Curiosa come sono, sto per chiederle spiegazioni quando Alex si intromette con un colpo di tosse. «Dove sono tutte le decorazioni?»
«E tu perché sei qui?» chiedo. Quando poco fa dicevo che questa è una nostra tradizione, intendevo mia e di Lily. Alex non ha mai partecipato alla sfrenata e faticosa fase della decorazione.
«Perché è ancora disoccupato e non sa come impiegare il tempo» risponde Lily al suo posto. Il fratello le lancia un'occhiataccia, ma in fondo immagino sia la verità.
Se non avessi il mio lavoro di barista allo Stardust probabilmente mi sentirei persa in un limbo oscuro in cui non saprei cosa farne della mia vita. Sto ancora cercando di entrare alla Parsons School of Design, ma almeno ho un impiego con cui occupare il tempo mentre aspetto che si presenti la mia occasione.
Perché prima o poi si presenterà, ne sono sicura. Prima o poi anch'io realizzerò i miei sogni e diventerò la versione migliore di me stessa.
«Veramente» inizia Alex, «sto aspettando una risposta, é difficile che assumano in un periodo festivo» si giustifica con un'alzata di spalle.
La sua espressione è adorabile: la fronte corrucciata, le labbra arricciate, i capelli che gli ricadono sulle lenti degli occhiali.
«Le decorazioni sono in camera mia» suggerisco, cambiando argomento.
«Voi andate, io sistemo i biscotti» Lily si è già precipitata a prendere un piatto dalla credenza, con tutte le intenzioni di posizionarci sopra i crumbl cookies. Fa anche ripartire il film, per entrare completamente nello spirito natalizio.
«Seguimi, piccolo elfo disoccupato» punto il dito contro il petto di Alex. Cerco di ignorare i suoi muscoli che si irrigidiscono per la sorpresa.
Entro nel caos della mia stanza e mi dirigo dritta verso l'armadio. «Lassù» indico il grande scatolone rosso che occupa tutto il ripiano più alto del mio coloratissimo armadio. Maglioni a tema, pantaloni di pelle e sartoriali e qualche pezzo realizzato con le mie mani.
«E devo fare tutto io?» si lamenta lui. Sono alta abbastanza da riuscire ad arrivare allo scatolone mettendomi semplicemente in punta di piedi e stirando per bene le braccia, ma sarei una stupida se non sfruttassi l'opportunità per ammirare la schiena larga da nuotatore di Alex.
Quando, all'epoca, scoprii che aveva deciso di abbandonare il nuoto agonistico ci rimasi davvero male perché capitava spesso che, mentre ero a casa di Lily a fare i compiti, lui uscisse sporadicamente a torso nudo dalla sua stanza, ora cercando la cuffia ora cercando gli occhialetti prima di andare agli allenamenti.
Comunque, sono grata al destino per avergli fatto nascere la passione della piscina durante gli anni dell'adolescenza prima che l'abbandonasse definitivamente per diventare un nerd sotto tutti gli aspetti, perché l'ha aiutato ad ottenere il fisico asciutto e tonico che si ritrova adesso e che io posso ancora rimirare sbavando come quando avevo quattordici anni.
Non ricevendo una risposta da parte mia, si avvicina all'armadio sbuffando. Afferra lo scatolone e lo tira giù senza troppa fatica. Strano, credevo che straripasse di addobbi e che fosse pesantissimo.
«Giusto per curiosità, ma é esploso un vulcano qua dentro?» ora è il suo turno di schermirmi. E, purtroppo, non posso dire granché a mia discolpa perché la stanza è davvero un casino totale.
«É il mio modo di trovare l'ispirazione» invento la prima cosa che mi viene in mente.
«Già, gli artisti dicono sempre così...» dice Alex, con una sfumatura dolce e comprensiva nella voce. Il suo commento mi fa arrossire, per cui mi sbrigo ad abbassare la testa e voltargli le spalle dirigendomi verso la porta.
Quando torniamo nel salotto, Lily ha quasi finito di lavare le mie tazze sporche. Avrei dovuto immaginare che non avrebbe saputo resistere a mettere in ordine qualcosa. Le prude sempre il naso quando vede disordine.
«Preparo un po' di cioccolata calda?» suggerisco. É già pomeriggio e il tempo fuori mi sembra l'ideale per sorseggiare qualcosa di caldo e denso.
«Solo se hai quella bianca» dice Alex che, intanto, sta squadrando da capo a coda il mio albero di Natale, sicuramente calcolando mentalmente dove posizionarlo.
Certo che la tengo, penso io.
«La bianca per te, la fondente per Lily e quella al latte per me» confermo, prendendo le bustine dal mobile. Soddisfare il palato dei fratelli Hamilton è molto dispendioso, ma anche estremamente gratificante dal momento che sono sempre pronti ad assaggiare ogni cosa che cucino. E, di solito, mi riempiono di complimenti.
Tiro fuori anche le tazze natalizie mentre il latte si riscalda sul pentolino. Poi, dopo appena cinque minuti, verso il contenuto delle bustine e ognuno può gustarsi la sua cioccolata preferita. Ci smezziamo anche qualche biscotto.
«Bene, ora possiamo iniziare» dice entusiasta Lily.
«Aspettate, manca l'ultima cosa» corro di nuovo in camera mia sotto lo sguardo confuso dei miei amici e torno con tre cappellini rossi con il pon pon bianco.
«Io quello non lo metto» chiarisce subito Alex.
«Ma é la tradizione, io e Lily li indossiamo sempre».
«Smettila di fare il Grinch, Alex» aggiunge la bionda.
Alex si ritrova quindi costretto ad infilarsi il cappello, non che avesse molta altra scelta comunque. Ma cerco lo stesso di ignorare il modo perfetto in cui gli calza. Un elfo aiutante di Babbo Natale nerd e molto, molto sexy.
⋆⁺₊⋆ ❄︎ ⋆⁺₊⋆
Quando le primissime stelle cominciano a comparire in cielo, il mio appartamento al centro di Brooklyn brulica di lucine, ghirlande e calze appese intorno ad un camino che non ha mai funzionato, candele profumate al pan di zenzero e mela, cuscini pelosi verdi e, ovviamente, l'albero di Natale.
Dopo un'attenta e millimetrica ricerca, Alex ha appurato che il posto perfetto in cui posizionarlo è all'angolo della finestra, davanti al divano e da cui è possibile vederlo anche dalla cucina. Mi piace l'idea che si possa guardare da ogni parte dell'open space, soprattutto mentre preparo i miei dolci.
«Manca soltanto la punta» constata Lily, i capelli raccolti in una treccia morbida e le guance rosse.
Con le mani sui fianchi mi fisso a guardare l'albero: é bellissimo con tre serie di luci, qualche pallina di velluto rosso oltre quelle particolari accumulate durante gli anni e — la mia ultima fissazione del momento — fiocchetti rossi attaccati ai rami.
Ci abbiamo messo un'eternità per farli tutti della stessa misura, ma posso constatare che n'è assolutamente valsa la pena. É molto meglio di quanto potessi immaginare.
Soddisfatta e con un sorriso a trentadue denti, avvicino un piccolo sgabello all'albero. Sento che questo sarà il miglior Natale di tutta la mia vita.
«Cadrai se sali su quell'affare» ecco che l'uccello del malaugurio scatena la sua negatività su di me. Il maglione di Alex si è tutto sgualcito e gli occhiali gli stanno su storti.
«Forse se non portassi sfortuna...»
«Non si tratta di questo, quel coso traballa. È soltanto scienza».
«Be' io la scienza non la capisco, quindi credo che farò un tentativo» dico mentre metto un piede sullo sgabello. Troppo tardi però mi ricordo che, effettivamente, manca qualche vite perché quando l'ho montato ho distrattamente buttato il foglio delle istruzioni nella spazzatura. Ma certamente non lo dirò ad Alex.
Pregherò che qualche vero elfo di Babbo Natale tenga ferme le gambe dello sgabello. Il tempo si ferma per qualche istante, congelandosi in una bolla.
Sfruttando le mie capacità di coordinazione, resto in equilibrio su una gamba, mentre lego il nastro rosso attorno alla punta, creando un fiocco.
«Ecco fatto» ancora in bilico ammiro il risultato. Faccio per scendere ma qualcosa va storto. Per l'esattezza, la mia caviglia. Per un attimo sento che finirò con la schiena per terra; ultimamente non devo stare molto simpatica alla gravità.
Tuttavia, mi blocco a mezz'aria. Impiego soltanto un secondo per rendermi conto di ritrovarmi — ancora una volta — tra le braccia di Alex.
Forse è il caso che mi chieda come ha fatto ad arrivare così in fretta, visto che era dall'altra parte della stanza?
Comunque, non ho il tempo per simili congetture. Alex mi sorregge con una mano sulla schiena e l'altra sotto le ginocchia, mentre le mie sono allacciate intorno al suo collo. La presa di un principe e della sua principessa.
Il mio viso è pericolosamente vicino al suo, basta un sospiro troppo profondo per l'irreparabile. I capelli gli ricadono sulla fronte e sento il potente impulso di liberargli gli occhi da quelle ciocche castane. Respira con la bocca leggermente aperta e un piacevole sentore di cioccolato mi fa venire voglia di dargli un bacio. Purtroppo, non faccio niente di tutto questo.
Alex indugia un secondo, tenendomi stretta a sé. Ho il burrocacao sbavato? Un ragno che mi cammina sui capelli? O il tempo si dilata veramente quando gli sono vicina, oppure lui impiega qualche minuto per mettermi giù.
«Te lo avevo detto» dice soltanto. Tuttavia, non c'è rimprovero nella sua voce, come invece mi sarei aspettata.
«Per questa volta hai avuto ragione» gli concedo, perché il modo dolce in cui mi sta guardando mi manda in pappa il cervello e non mi fa formulare risposte sagaci. «Però n'è valsa la pena».
Ci voltiamo entrambi a guardare l'albero acceso, le lucine che brillano come stelle. Sì, n'è decisamente valsa la pena.
«É stupendo» commenta Lily con un sussurro, come se avesse paura di spezzare un incantesimo.
«Grazie, ad entrambi» dico. Questo è esattamente lo spirito natalizio che amo: amici che si aiutano a decorare l'albero tra chiacchiere e risate. Magari senza ulteriori cadute da parte della sottoscritta, ma sono pronta a rischiare tutti i giorni se c'è la possibilità che Alex mi afferri al volo prima che mi rompa una gamba.
(Ecco, forse evitare di formulare simili pensieri dovrebbe essere un buon proposito della nuova Sophie. Sono una donna adulta, capace e in gamba: non ho bisogno del principe azzurro).
«Figurati, ma ora dobbiamo andare» Alex é tornato risoluto come sempre. Si infila in fretta e furia il cappotto e si dirige alla porta.
Con un'espressione dispiaciuta, anche Lily si affretta a rivestirsi e togliersi il cappellino di Natale. «Scusa, devo finire di trovare le informazioni per un articolo».
Li accompagno fino alla porta ma, mentre Alex scompare senza dirmi altro, Lily mi stringe in un abbraccio forte.
«Grazie per averlo portato» le sussurro nell'orecchio. Alex sembra già aver lasciato il pianerottolo, ma non voglio comunque rischiare che mi senta.
«In realtà è stato lui a insistere» mi svela la mia migliore amica con un sorriso.
Mi abbandona così, con una simile rivelazione che mi fa battere il cuore troppo forte. Per un attimo ho paura di ritrovarmelo in mano, grondante e pieno di amore.
Alex che ha scelto, spontaneamente, di venire a decorare il mio appartamento per Natale. No, che ha insistito per essere qui.
Forse mi sto soltanto costruendo castelli in aria. Forse le cose non sono affatto come immagino che siano. Ma non riesco ad ignorare il segnale: forse qualcosa si sta smuovendo per davvero.
Questa è quella che si chiama magia del Natale.
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