capitolo 10

⋆⁺₊⋆    10 dicembre   ⋆⁺₊⋆

Finalmente, dopo più di una settimana, Lily ha il giorno libero. Finalmente, possiamo trascorrere un'intera giornata soltanto io e lei a fare ciò che ci riesce meglio: parlare.

Be', di solito sono sempre io quella che parla e lei sempre quella che ascolta. Ma ho l'impressione che, nelle ultime settimane, le siano successe così tante cose che ha molte novità su cui aggiornarmi.

La nostra tappa fissa quando usciamo insieme è sempre andare a mangiare al cinese sotto casa sua. Il nostro confort food per eccellenza. Lily indossa uno dei suoi soliti completi sartoriali, ma questa volta invece dei pantaloni indossa una graziosa gonna grigia che si sposa benissimo con i suoi capelli biondi.

Vorrei subito arrivare al dunque e parlarle di Simon. Ossessiva come sono, sono rimasta a scrollare il suo profilo tutta la notte. In una cartella in evidenza erano raggruppate tutte le foto di lui al liceo, bello come il sole e quaterback della squadra della scuola.

Ho scovato foto di lui in una gita a Los Angeles, con il sole infuocato della California alle spalle e panorami mozzafiato. E, ancora, un'intera cartella di Simon in costume, al mare che si gode l'estate. Ho cercato di fare la persona matura e non fissargli il fisico statuario, ma ahimè non ci sono riuscita: la pelle abbronzata, gli addominali scolpiti e i capelli pieni di sale facevano risaltare i suoi occhi in un azzurro quasi ultraterreno.

In un'altra cartella, quella aggiornata più di recente, tutti i suoi Natali trascorsi qui a New York. Foto della città e, soprattutto, foto con sua nonna. Almeno, non mi ha mentito sul vero motivo per cui si trova qui.

Quello che più di tutto mi ha sconcertata è che non c'è nessuna cartella — e nessun post — che lo ritragga con una ragazza, o un possibile fidanzato. E, proprio non so perché, il mio cervello ha conservato quest'informazione tra le cose più importanti da sapere.

«Cosa vuoi dirmi, Soph?» chiede ad un tratto Lily, sorseggiando il suo amato matcha. Io ho provato tante volte a farmelo piacere, ma non c'è proprio verso. Nonostante siamo entrambe più tipe da caffè, lei ha sempre apprezzato i gusti più raffinati, mentre io — per citare mia madre — ho sempre avuto i gusti di un camionista (cosa significa devo ancora capirlo).

«Io? No nulla» ovviamente fremo all'idea di raccontarle tutto, ma voglio anche sapere cos'ha lei da rivelarmi. Ho già notato il suo nuovo profumo e, in generale, c'è una nuova luce dentro di lei.

«Ti conosco, Soph» mi punta una bacchetta contro, assottigliando gli occhi, accusandomi. Poi il suo sguardo si addolcisce. «Centra Alex, vero? So che ultimamente state passando tanto tempo insieme».

Mi arrendo. «Non è cambiato nulla. Lo sai che esce di nuovo con Irina?»

Lei sembra sorpresa, più delusa che contenta. «Non me lo ha detto».

«Si sentono da più di un mese, ieri l'ho accompagnato a farle un regalo» butto tutto giù. Finalmente, posso non nascondermi con Lily.

«Mi dispiace Sophie. Lo sai, mio fratello è un imbranato totale e...»

«Non c'è bisogno di questo, Lily» le dico. Lei è sempre stata dalla mia parte e in tutti questi anni non ha mai, neanche una volta, difeso Alex. Ovviamente gli vuole un bene dell'anima, com'é giusto che sia, ma non gli ha mai risparmiato brutte parole quando lui, pur indirettamente e senza volerlo, ha ferito i miei sentimenti. «In fondo, questa è la sua vita» continuo.

Non so dove trovo tutta questa rassegnazione, ma colpisce me tanto quanto Lily. «Comunque, mi dispiace» ribatte, mandando giù gli spaghetti.

Un sospiro mi libera della tensione. «Tu, piuttosto, cosa mi dici del giovane Montgomery?»

Se non conoscessi abbastanza bene la mia migliore amica, direi che si sente a disagio. Ma è soltanto imbarazzata, le guance tinte di ciliegia.

«Siamo occupati con l'edizione natalizia della rivista» cerca di tagliare corto lei.

«Hai già usato questa scusa» le rinfaccio. Adesso è il mio turno di puntarle contro la bacchetta e Lily mi guarda con i suoi grandi occhi nocciola, da sotto le folte ciglia.

Ho sempre trovato sorprendente il modo in cui lei e Alex si somigliano, nonostante neghino ogni affinità: la punta del naso, le orecchie piccole, i capelli folti e il piccolo neo all'angolo dell'occhio destro, la stessa intensità di castano nello sguardo.

«Be'...» riprende Lily.

«La grande giornalista é a corto di parole» la prendo in giro. Ma la conosco abbastanza da sapere quanto siano importanti per lei, le parole. Probabilmente sta cercando quelle giuste.

«Nick è gentile ed è vero, a volte ci guardiamo in un modo che mi fa tremare il cuore, ma lui è il mio capo e non dovremmo farci coinvolgere. Veniamo da mondi diversi» dice.

Non mi serve altro per sapere che condividiamo lo stesso dolore. Un amore che, in entrambi i casi, non dovrebbe esistere. Eppure c'è, é lì sotto la superficie a grattare l'anima per venire fuori.

Ma la situazione di Lily non è come la mia. Nick prova qualcosa per lei.

«Sai, c'è soltanto un ponte a dividere Brooklyn e Manhattan» le sorrido. Lily capisce al volo la battuta e mi ignora, puntando gli occhi al cielo.

«Allora, adesso vuoi dirmi quello che muori dalla voglia di raccontarmi?» incalza lei, focalizzando l'attenzione su di me.

Improvvisamente, parlarle di Simon non mi sembra più tanto importante, come se si fosse smorzato tutto l'effetto.

«Ho conosciuto un ragazzo ieri. Si chiama Simon» le dico semplicemente. Lily si porge in avanti, i gomiti puntati sul tavolo e gli occhi attenti. «É qui per le vacanze di Natale, viene da San Diego».

«La culla della California» conferma lei. Sapevo che conosceva un qualche aneddoto.

«Ci siamo seguiti a vicenda su Instagram» continuo. «É tutto» concludo, rendendomi conto che, effettivamente, non ho molto da raccontare.

Lily continua a guardarmi intensamente, come se stesse aspettando altre informazioni. «Interessante. E hai intenzione di rivederlo?»

Di solito lei è la prima a convincermi a non uscire con i ragazzi che incontro per caso, sia per sicurezza personale sia perché, la maggior parte delle volte, si rivelano un disastro totale. Ma questa volta Lily sembra positiva e mi lascia interdetta.

«Non lo so. Insomma, ho deciso di non cadere nella tela dei vecchi errori, quindi non ho alcuna intenzione di scrivergli. Questo è appurato» sentenzio.

Lei mi rivolge un sorriso orgogliosa. «Sai che ti dico, Soph?» batte le mani sul tavolo. «Hai ragione: basta pensare agli uomini. Adesso siamo solo io e te e ho davvero voglia di passare il resto del pomeriggio insieme».

Finiamo di mangiare, con calma e tra altre chiacchiere. Quando finalmente usciamo, il sole sta per tramontare, ma non fa niente. Noi camminiamo fino alla metro, dirette da qualche parte a New York.

⋆⁺₊⋆ ❄︎ ⋆⁺₊⋆

Quando ci sediamo di nuovo, tra gli alberi innevati e i vialetti ghiacciati di Central Park, siamo esauste, ai piedi della panchina un mucchio di buste di tutte le dimensioni.

Abbiamo trascorso un intero pomeriggio a girare per negozi, provandoci vestiti che abbiamo e non abbiamo comprato, scambiandoci occhiali da sole facendo facce buffe di fronte agli specchi dei camerini.

Siamo entrate in tre profumerie diverse e abbiamo fatto il bagno in tutti gli aromi natalizi. Ci siamo truccate a vicenda con i tester dei negozi e, ultimo ma non meno importante, abbiamo riso tutto il tempo, camminando sottobraccio come vecchie complici.

Mi sono sentita come in un episodio di Gossip Girl. Blair e Serena finalmente insieme, di nuovo migliori amiche.

Ma adesso siamo esauste, il buio è calato e il freddo pure.

«Mi serviva davvero un pomeriggio così» dice Lily, il naso rosso e una piccola nuvoletta che esce dalle sue labbra. «Mi dispiace se negli ultimi giorni sono stata troppo occupata con il lavoro».

Le lancio un'occhiata. «Sono fiera di te, stai realizzando tutti i tuoi sogni» ed è la più pura verità.

Lily mi sorride, lo sguardo commosso. «Facciamo una foto» propone.

Tiro fuori il telefono dalla tasca del giaccone. Lei si avvicina abbracciandomi e il suo profumo mi colpisce dritta al petto. Scatto la foto con il flash e quando ci avviciniamo a guardarla scoppiamo entrambe a ridere.

«Ma non ci vediamo neanche» commenta Lily.

«Be', almeno gli alberi sono venuti bene» dico; ho posizionato il telefono troppo in alto e, di noi, si scorgono a malapena i capelli.

«Dammi, faccio io» continua Lily e io, completamente d'accordo, le passo il telefono.

Scatta un'altra foto. Questa volta siamo uscite, ridiamo, con piccoli fiocchi di neve sparsi sui capelli. Lily sta per inviarsela, quando il suono di una notifica mette entrambe all'erta.

«Chi è questo Simon Cooper che ti scrive?» domanda, assottigliando gli occhi e avvicinando il display per leggere il nickname. Dopo qualche secondo sembra collegare tutto, le labbra socchiuse. «Quel Simon?»

Annuisco appena, rubandole il telefono di mano e aprendo la chat su Instagram.

«Cosa dice?» chiede lei, curiosa come sempre.

Il telefono mette un po' a caricare, o forse sono le mie dita a tremare. Leggo velocemente il messaggio prima di rivelarne il contenuto alla mia migliore amica «Che gli ha fatto molto piacere incontrarmi, che resterà fino alla fine delle vacanze» lancio un'occhiata a Lily e lei mi incita a proseguire. «Che di mattina sarà molto occupato con sua nonna, ma che gli piacerebbe se gli mostrassi qualcosa di New York».

«Quindi ti sta invitando ad un appuntamento» sentenzia Lily.

«Be', io non direi».

«Hai ragione: un sacco di appuntamenti fino a Natale».

E poi sarei io quella che si costruisce castelli in aria...

Però, ripensandoci, Lily potrebbe aver detto la verità. E Simon vuole davvero uscire con me.

«Ad ogni modo, New York non è così grande come si pensa e non ci sono tante cose da vedere» vorrei continuare ad esporre il mio disappunto, ma Lily mi blocca.

«Potresti portarlo al MET, oppure a quella mostra temporanea di Van Gogh» dice entusiasta. «Al museo ebraico stanno mettendo a disposizione del pubblico un sacco di lettere d'amore autentiche della seconda guerra mondiale».

«Credo che queste cose dovresti farle con Nick» la punzecchio. Sono tutte le sue cose preferite: io non amo né il MET né i quadri e tantomeno la storia.

«Si, forse hai ragione» ammette, un po' imbarazzata. «Ma potreste comunque vedere il grande albero a Rockefeller Center, fare lunghe passeggiate sotto la neve, andare a pattinare».

«Questo mi sembra perfetto, gli scriverò».

Di solito, Lily non appoggia mai i miei appuntamenti al buio, ma questa volta è diverso e non so neanche io il perché. Ma voglio seguire il suo consiglio, soprattutto perché voglio capire dove mi condurrà.

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