Parte senza titolo 2

Il cielo è tra il rosa e l'arancione. Le nuvole chiare sono spumose e grandi, meravigliose. Il cinguettare degli uccellini è leggero e carezzevole. Il vento è fresco, non freddo, piacevole. L'erba è soffice. E' sdraiato, nessun pensiero in testa. Solo tanta calma, tranquillità e-

"Louis!"

Louis apre gli occhi e sbuffa. Ignora le urla provenienti dall'altra stanza e riabbassa le palpebre.

"Louis! Porca di quella troia! Muoviti!"

"Vai a farti una sega, Liam!" abbaia a gran voce sollevandosi con i gomiti sul materasso, "Fattela lunga e sostanziosa!" Si sdraia di nuovo coprendosi il viso con il cuscino. Fottuti coinquilini.

"Louis, giuro che se non ti alzi all'istante e vai ad uccidere quei due stronzi ti farò rimpiangere il giorno in cui hai firmato il contratto per questo appartamento!"

Come se non lo facessi già. Scosta violentemente le coperte. Poggia i piedi per terra e merda, il pavimento è gelato! Si alza immediatamente, maledendo i giramenti di capo.

"Cosa cazzo hanno fatto stavolta?!" domanda spalancando la porta di camera e ciabattando in salotto con i pantaloni del pigiama che calano lungo i fianchi. Dovrebbe comprarne nuovi, magari senza buchi e macchie di chissà cosa - non è molto sicuro di voler scoprire di cosa siano queste patacche sul basso ventre, soprattutto dato che convive con uno degli esseri più promiscui di tutta Brighton.

Vai a Brighton, Louis - gli avevano detto appena finito il liceo - ci sono i migliori corsi di recitazione di tutto il Regno Unito. E lui, povero scemo, c'aveva creduto.

Era partito pieno di buone intenzioni, la valigia piccola e i sogni grandi. Avesse dovuto giudicare la sua vita basandosi solo sul corso di studi che stava frequentando non avrebbe avuto dubbi, si sarebbe considerato il ragazzo più fortunato sulla faccia della Terra. Si stava divertendo, tutto sommato. Escludendo il fatto che aveva cominciato a sgobbare come un mulo e che spesso la voglia di abbandonare tutto e trasferirsi in un villaggio sperduto in qualche località anonima del mondo aveva la meglio, la sua nuova vita da diciannovenne di Doncaster trasferitosi in una metropoli per seguire il proprio sogno ed aspirazione gli piaceva.

Per i primi mesi zia Marguerite lo aveva ospitato. La casa era un po' fuori città ed ogni mattina ci metteva un'ora e mezzo di treno per arrivare in teatro, ma non si lamentava. Aveva vitto ed alloggio gratuiti, ci sarebbe stato chi avrebbe ucciso per essere al posto suo.I problemi erano arrivati quando l'adorabile e graziosissima cuginetta era tornata dalla sua vacanza in America. Musica a palla da mattina a sera, liti con la madre, urla con il fratello minore, piatti rotti ad ogni pasto e gemiti di notte. Louis aveva deciso di aver bisogno decisamente di un appartamento.

Per volontà divina l'aveva trovato in meno di una settimana. Un'adorabile stanzetta all'interno di condominio piuttosto silenzioso. Silenzioso un po' sospetto, a dirla tutta.

Dopo la seconda notte passata ad occhi spalanchi a causa del rumore di spari che provenivano da non si sa dove, aveva preferito cambiare posto. E' a questo punto che ha conosciuto Liam.

Stava attaccando volantini, alla disperata ricerca di un posto dove stare, quando un ragazzo alto, muscoloso, rosso in viso e sorridente gli si era avvicinato.

"Sono Liam, piacere," e gli aveva porto la mano, "Uno dei miei coinquilini si è appena laureato, abbiamo una stanza libera, vuoi venirla a vedere?"

Louis si era trasferito due giorni dopo senza fare domande. Ancora non aveva conosciuto l'altro coinquilino e Liam se ne stava praticamente sempre nella sua camera, ma almeno non c'erano sparatorie nel pieno della notte.

Se non mi trovo bene, posso sempre cambiare - si era detto - questo posto mi serve solo finché non trovo qualcosa di più definitivo.

E sono due anni che abita lì. Ancora.

"Non senti?!" quasi urla Liam indicando il portone di casa, un martellante sottofondo di musica fa vibrare il legno scuro, "No, certo che non senti! Tu dormi!" sbraita agitando le braccia al cielo, "Non come il sottoscritto che si fa il mazzo dalla mattina alla sera per pulire questo cazzo di appartamento che voi sporcate come delle bestie!"

Louis alza gli occhi al cielo, ci risiamo. Liam ha preso in mano uno cencio dalla tasca del grembiule bordeaux che indossa ed ha cominciato a strofinare con forza il vetro della finestra del salotto. Bofonchia fra sé e muove il panno con una tale velocità sulla superficie immacolata che Louis teme la possa rompere.

"Ehi, ehi," mormora avvicinandosi al ragazzo e posandogli le mani sulle braccia, Liam si ferma, "Sta' calmo, Lee. Vai a stenderti sul letto, mh? Ti faccio una tazza di tè e tu ti riposi un attimino, penso io a tutto, ok?"

"Ma il salotto è sporco, Louis! Lo sai che non lo sop-"

"Tè e biscotti allo zenzero? Quelli con lo zucchero sopra?" lo interrompe Louis sfoderando un sorriso rassicurante. Liam si guarda intorno mordendosi il labbro inferiore con uno sguardo preoccupato e "Anche uno dei tuoi con i pezzetti di cioccolato?" domanda insicuro, un'espressione infantile in volto. Louis ridacchia ed annuisce abbracciandolo, "Tutti quelli che vuoi," esclama dandogli delle pacche sulle spalle larghe, "ora però fammi il piacere di toglierti questo atroce grembiule da casalinga e di andare in camera tua, grazie."

"Questo grembiule me lo ha regalato-" ribatte indignato guardandolo quasi ferito.

"La tua adorabile nonnina, buona donna, Dio la benedica, Liam, ma rimane comunque un mostruoso grembiule da casalinga pettegola con il marito che le fa le corna e i peli delle gambe più lunghi dei miei peli pubici," cantilena Louis slacciandoglielo con una mossa veloce.

Il ragazzo fa una smorfia disgustata, "Sei un porco schifoso!" dice scuotendo la testa per mandare via l'immagine. Louis scoppia a ridere e gli sfila il capo rossastro con dei fiori rosa ricamati, naturalmente, a mano. Lo getta sul tavolo tarlato, ma l'occhiata di Liam lo incenerisce, "Scusa," borbotta alzando gli occhi al cielo e prendendolo in mano con delicatezza, "Forza, vattene via, non ti voglio più vedere fino ad oggi all'ora di pranzo quando mi dovrai aiutare a cucinare per non dare fuoco alla casa, " esclama spingendolo verso il corridoio che dà sulle altre camere e la cucina.

Liam ridacchia appena prima di puntare i piedi per terra e, girandosi, "Mi dispiace, Lou," mormora con un filo di voce "non volevo fare quella scenata, ma quella musica," indica verso il muro che li separa dall'assordante rumore stringendo forte i denti e strizzando gli occhi, "mi ha fatto andare fuori di testa. Non sono riuscito a trattenermi."

Louis lo guarda con un sorriso amaro e "Amico, ehi," lo rassicura alzandogli il mento, "fa nulla. Non è successo niente, mh? Non hai ucciso nessuno o spaccato niente quindi tutto ok," ridacchia sorridendo.

La faccia di Liam è triste come quella di un bambino che è stato sgridato per qualcosa. Gli occhi scuri e grandi sono lucidi e il labbro inferiore è rosso per i denti che lo mangiucchiano incessantemente da un manciata di minuti, è così piccolo adesso che lo stomaco di Louis si contrae amareggiato. "Lo so, Lou," balbetta Liam con la voce tremante, "lo so che sono ingestibile quando comin-"

"Shh," gli accarezza una spalla sorridendogli di cuore e guardandolo con tutta la dolcezza che ha, "ne parliamo dopo, vuoi? Ora vai a dormire un po' che sono solo le..." gira il polso per guardare l'orario, "le otto e un quarto?!" esclama spalancando gli occhi. Alza lo sguardo dall'orologio e il viso di Liam è preoccupato, "E sono le otto e un quarto, meglio!" dice velocemente dandogli una pacca sulla schiena, "Avevo proprio bisogno di studiare oggi, grazie, Lee. Mi hai fatto involontariamente un favore!" e Liam ridacchia piano. Si passa una mano sudata sui pantaloni del pigiama ed indica la camera, "Io vado allora. Per il tè non ti preoccupare, non fa n-"

"Sh! Fila a letto! Sistemo quei due cretini e ti porto il tè sul vassoio rosa che ti piace tanto con una valanga di biscotti, su, su," ghigna spingendolo lungo il corridoio mentre lo sente ridacchiare e "Lou," dice con un sorriso bello come il sole, "sei il migliore." Louis abbassa il viso, nascondendo un sorriso.

"Lo so, Leeyum, sei fortunato ad avere preso questo povero attore di Doncaster in casa con te. Un giorno, amico mio, farai un'immensa fortuna vendendo le mie reliquie alle fans adoranti, poi voglio vedere se ti pentirai mai di avermi invitato a vedere questo appartamento!" Liam ride scuotendo la testa e si allontana, chiudendosi la porta di camera dietro. Louis lo guarda scomparire e giurerebbe di aver sentito un "Non me ne potrei mai pentire," ma dopotutto sono solo le otto e un quarto e le allucinazioni sono ammissibili a quest'orario.

Si passa una mano fra i capelli sporchi, dovrebbe trovare anche il tempo di lavarli. Sospira a pieni polmoni e dà una scossa a tutto il corpo addormentato. La musica perforante è ancora udibile con chiarezza.

Sarà una lunghissima domenica mattina.

o|o

Sbatte il pugno chiuso sulla porta con forza, "Ehi!" urla, cercando di sovrastare il volume della musica, "Ehi!"

Prova con entrambi i pugni cominciando anche a dare qualche calcio. Brutti coglioni.

"Spegnete questo cazzo di stereo, stronzi, o vi sfondo la porta!" abbaia assestando una zampata che fa muovere appena il legno. La musica si interrompe di botto, viene sostituita da persone che parlano e gambe che sbattono contro qualcosa con relative imprecazioni. La porta si apre di un po', solo per permettere ad un viso mulatto con due pungenti occhi nocciola di squadrare da capo a piedi Louis.

"Ti serve qualcosa, amico?"

Louis spalanca gli occhi e la bocca, scoppiando a ridere, "Sei serio, Malik?!" sbotta fissandolo incredulo, "Mi hai davvero chiesto se mi serve qualcosa dopo che vi ho urlato di zittire lo stereo alle otto e un quarto di Domenica mattina?!"

"Senti, Tomlinson, non ho tempo per le tue sfuriate da psicopatico, di pazzi conosco già Payne e direi che basta ed avanza," dice con fare scocciato. Louis apre la bocca per richiuderla immediatamente. Non lo picchiare, Lou.

"Come cazzo hai appena chiamato Liam?!" ringhia mentre si avvicina alla porta, molto intenzionato a spingerla in avanti ed entrare dentro.

"Louis!" E una massa di ricci tenuti a bada da una bandana compare dietro il moro, "Mi sei davvero mancato, stellina."

Louis fulmina il sorriso strafottente del riccio e si trattiene dall'alzare un dito medio, "Fottiti, Styles." La risata del ragazzo esce grave e corposa, "Nah," alza appena un labbro, "preferisco farmi fottere," esclama ridacchiando malizioso. Testa di cazzo.

"Beh, tesoro, si vede. Hai il culo talmente largo che potrebbero farci una galleria," ringhia ricambiando il sorriso. L'altro scoppia a ridere passandosi una mano gigante fra i ricci, "Zayn, hai sentito? Questo bel faccino ha le unghie affilate!"

"Oh, Harry, non piangere," ridacchia il moro passandogli una mano sulle spalle, "ora andiamo di là e chiediamo a Liam di darci una pulita così dopo possiamo andare in comune a chiedere le carte per la galleria nel tuo culo!"

Louis dilata le narici e spinge la porta con tutta la forza che ha. I due ragazzi fanno due passi indietro guardandolo incuriositi e leggermente accigliati, "Non si entra in casa d'altri senza chiedere il permesso, Louis. Non ti hanno insegnato le buone maniere?" sorride arrotolandosi su un dito un riccio e mordicchiandosi un labbro. Lo sguardo lussurioso.

Louis gli si avvicina e vorrebbe davvero tanto prenderlo a schiaffi, ma preferisce sorridergli ed avvicinarsi al suo viso così che il suo sussurro sia udibile solo da lui. Tutta la rabbia accumulata negli ultimi mesi che confluisce in un mormorio roco e maligno.

"Vuoi la guerra, Harold? Perché ora ci sei dentro fino alla punta dei tuoi sciocchi boccoli, preparati." Ed esce chiudendosi la porta dietro. La musica ricomincia appena ha rimesso piede nel suo appartamento.

Se dovesse stabilire il giorno esatto in cui è iniziata questa cosa, non lo saprebbe fare. In realtà non sa nemmeno cosa sia. Sembra una faida tra appartamenti, una specie di lotta fatta di scherzetti e cattiverie.

I primi accenni, anzi, le prime dimenticanze - come le hanno chiamate quei due stronzi - sono cominciate quando, un anno e mezzo fa, il vecchio coinquilino di Zayn (Brad? Barney?) se n'è andato e ha lasciato il posto al favoloso ed inimitabile Harry Styles.

La prima volta che Louis ha incontrato Harry è stato circa una settimana dopo che Liam gli aveva detto che nell'appartamento di fronte al loro era arrivato un nuovo ragazzo.

"Brad se n'è andato," aveva detto mentre sistemava al millimetro le tazze nella madia. Louis aveva alzato il naso dal computer.

"Chi?" Liam lo aveva guardato storto, "Brad. Il coinquilino di Zayn, il ragazzo biondo che sorride sempre. Quello che riporta Napoleone quando scappa, hai presente, ora?" Louis aveva annuito non troppo convinto e la conversazione per lui sarebbe potuta finire lì.

"La sua stanza l'ha presa un nuovo ragazzo, riccio, molto alto, davvero gentile." E continuava a spostare le tazze con le punta delle dita per metterle esattamente dove voleva.

Louis aveva tirato su un ghignetto malizioso. "Per gentile intendi che ti ha chiesto gentilmente di farti un pompino?" Gli occhi strabuzzati di Liam e il "Louis," quasi urlato lo avevano fatto scoppiare a ridere e la serata era andata avanti senza nessun altro riferimento al nuovo ragazzo.

Una settimana dopo, ritornato da un pomeriggio da suicidio in teatro, mentre saliva l'ultima rampa di scale, si era ritrovato seduto sullo zerbino di casa non un pacco o un cadavere, ma, bensì, un ragazzo magro, con delle gambe infinite, un sorriso sicuro e due occhi verde intenso che teneva sul grembo un gatto. Il suo gatto.

"Napoleone!" Il micio nero aveva fatto le fusa strusciando la testolina sul bicipite coperto di tatuaggi del ragazzo.

"In realtà mi chiamo Harry, ma Napoleone mi piace," aveva riso il riccio alzandosi da terra tenendo il gatto in braccio, "Piacere." Mani gigantesche, perfette per-

"Io e Napoleone ti aspettavamo-" Pensieri sbagliati, Louis "Tu devi essere Louis, sbaglio?" E no che non sbagliava. Con la u un po' più lunga della norma e il tono roco non sbagliava nemmeno da lontano. Louis aveva sorriso, "Sì, piacere e-" aveva indicato il gatto "-quello è per me, sbaglio?"

"Oh sì, è tutto tuo." Louis giura di non aver provato assolutamente nessun tipo di eccitazione nel sentire quella frase. Lo giura.

Aveva sorriso appena, prendendo il gatto e cercando le chiavi nella tracolla. "Meglio che vada - emh, grazie," aveva farfugliato indicando la porta mentre l'altro sorrideva divertito, "nel senso, grazie per il gatto."

"Quando vuoi."

Gli aveva fatto l'occhiolino ed era rientrato nel proprio appartamento. Louis era rimasto sullo zerbino a fissare la porta chiusa con Napoleone in mano.

Non sarebbe dovuto essere eccitante.

Non lo sarebbe dovuto essere e vaffanculo all'Universo. Si dà del cretino mille, centomila volte, adesso, per aver anche solo vagamente pensato che Harry fosse un bel ragazzo e che lo avrebbe voluto sudato ed appiccicoso di lubrificante a gambe larghe sul letto. Maledizione.

Come aveva potuto credere anche solo per un istante che quei ricci lunghi e quel sorriso da schiaffi non appartenessero allo stronzo degli stronzi? Come aveva potuto?

Ormoni, Louis. Ed ok, sì, forse è stata colpa degli ormoni. In fondo, molto in fondo, Harry è un bel ragazzo. Sì, va bene! Non così in fondo. Le sue gambe sono lunghe ed affusolate, le braccia forti e sexy grazie a quei maledetti tatuaggi, la voce roca che indica solo il sesso più selvaggio e i ricci che sembrano così morbidi e-

Basta, è indubbiamente un bel ragazzo e l'astinenza da sesso è una delle principali cause di depressione post adolescenziale e di azioni stupidi- a parere di Niall e dei suoi articoli coglioni che gli fa trovare sopra il piumone- ma, nonostante questo, non gli era concesso pensare in quel senso a Styles.

Harry è il nemico, il buco da centrare - non letteralmente - l'obiettivo di distruzione da raggiungere. Quel ragazzo merita di ricevere lo stesso trattamento che offre loro ed oggi ha davvero superato il limite. Ha dato veramente iniziato alla guerra che si annusava da un po' di tempo.

Finché si era trattato del sacco dell'immondizia sullo zerbino e di chiasso un po' troppo prolungato di sabato sera, Louis era stato zitto e fermo. Già doveva stare dietro all'attacco di panico di Liam alla vista della busta nera sulla soglia di casa, non aveva proprio tempo e voglia di andare a parlare loro. Quando avevano cominciato a bussare alla porta in pieno pomeriggio, fatti come delle pigne, per offrire pompini gratuiti a tutti loro - "Zayney, tu prendi Leeyum. A Louis ci penso io"- Louis ci aveva riso su, aveva detto che nessuno era interessato, escludendo il sorriso compiaciuto di Niall mentre guardava Harry a carponi che miagolava, e li aveva semplicemente cacciati fuori di casa per poi pulire le loro ditate sul pavimento (gattonare per terra comporta tante brutte ditate) prima che Liam cominciasse ad agitare le mani e a respirare velocemente. Non appena avevano iniziato a fare sesso rumoroso con il ragazzo o la ragazza di turno, quasi fosse una gara a chi urla e geme di più, Louis aveva inspirato a pieni polmoni e aveva chiesto loro gentilmente di trattenersi un po' dato che in quel pianerottolo non erano gli unici fottuti esseri viventi. E lo ammette, forse l'ultima parte della richiesta gli è un po' sfuggita di mano, ma, insomma, è difficile trattenersi dall'urlare quando le persone con cui stai parlando ti sorridono beffarde sdraiate sul loro divano con addosso solo degli striminziti boxer, no?

Liam è praticamente ingestibile su questo fronte, impazzisce all'istante, si agita, parla velocemente e comincia a pulire ogni superficie esistente, Niall sembra vivere nel suo mondo incantato fatto di sorrisi e scrollate di spalle continue dove a malapena Liam e Louis sono i suoi coinquilini e tutte le beghe se le prende Louis, naturalmente.

"Ciao, tesoro, è stato meraviglioso."

Louis alza la testa dal libro e Niall è lì, alla porta di casa, con le chiappe al vento e la lingua nella gola della biondina che l'ha appena ringraziato. Guarda il cielo e scuote la testa tossendo rumorosamente. L'occhiolino che il coinquilino gli regala aprendo il portone per la ragazza gli fa alzare di buon grado un delizioso dito medio, fottuto Irlandese.

"Aspetta, aspetta, aspett-" un rosso mingherlino li raggiunge a corsa con la giacca e una scarpa in mano. Dà un bacio leggero sulla bocca di Niall e prende la bionda sotto braccio per uscire. Louis spalanca gli occhi, "Dimmi che non hai fat-"

"Biondo, dove hai messo le mie mutande?" Louis sbatte la testa sul tavolo mentre un moro alto come un armadio e con tutta la mercanzia in bella vista, nudo come un verme, attraversa il corridoio tenendosi un labbro con le dita.

"Perché vuoi metterti le mutande? Ora non ne hai bisogno."

Louis sfratterà Niall, lo riempirà di botte e lo evirerà, sì. "Scusate!" urla quasi "starei studiando, grazie per la gentilezza!" Niall sorride avvicinandosi a Modello Mancato e passando una mano lungo tutto il suo torso nudo. Le dita chiare a perfetto contrasto con la pelle nera e liscia dell'altro. Se non fosse incazzato lo troverebbe addirittura eccitante. "Chi è quello, Nì?" Le sopracciglia di Louis si sollevano, "Quello è Louis."

Il ragazzo sorride ammiccante e si lecca le labbra, "Puoi venire di là con noi, Louis. Ci divertiamo un po'." Louis spalanca la bocca e Niall scoppia a ridere prendendolo per mano e portandoselo in camera, "E' troppo un bravo ragazzo, George. Non fa queste cose zozze, lui."

"Te invece-" la porta si chiude e Louis si accascia sulla sedia. Morirà a breve, se lo sente. Ormai la sua ora è arrivata.

o|o

"Secondo te cosa pulisce meglio?" Alza due flaconi di disinfettante "Perché la pubblicità diceva che questo elimina il 99,9% di germi e batteri, ma mia madre mi ha consigliato quest'altro e-"

"Liam! Gesù Cristo! Non vedi che sto studiando?!"sbotta mettendosi le mani nei capelli. Il viso di Liam si oscura mentre poggia i flaconi sul tavolo. Grande Louis, sei davvero un coglione.

"Ehi, Lee, scusa, non volevo risponderti male," si alza andando verso il ragazzo ed abbracciandolo, "Sotto esame sono un po' una testa di cazzo, lo sai ormai," mormora muovendo la mano sulla sua schiena per scusarsi.

"Non è successo nulla. Hai ragione tu, non devo disturbarti con delle stronzate mentre studi, mi dispiace tanto," e la sua voce è quasi rotta, Louis si vuole sotterrare.

"No, non sono stronzate, Lee. Se per te sono importanti, lo sono anche per me, solo che mi girano le palle e ho reagito da stronzo," come al solito.

Liam si libera dall'abbraccio e lo guarda interrogativo con quella sua adorabile espressione simile ad cucciolo di San Bernardo curioso. Louis non è mai stato bravo a fare paragoni. "Cosa è successo? Perché sei arrabbiato?"

"Styles e quell'altro egiziano, marocchino, bulgaro o quel che cazzo che è. Insomma, l'emigrato."

"Non fare il razzista, Louis," lo riprende con la faccia seria "E poi non è emigrato, ha solo origini pakistane da parte di padre, lui è nato in Inghilterra." Louis corruga la fronte, prendendo una cracker dalla madia e mettendolo in bocca, "Tu come sai tutte queste cose su Malik?"

Liam arrossisce completamente, il viso di una gamma scura di rosso. Si gira cominciando a strofinare i piatti nel lavello. Beccato. "Me le ha dette lui," dice in un sussurro imbarazzato.

Louis sente immediatamente la necessità di prendere Liam di peso e chiuderlo a chiave nella sua stanza fino a tempo indeterminato. Forse sarebbe difficile alzarlo da terra dato che peserà circa due volte lui con tutti quei muscoli - come li abbia sviluppati è ancora un mistero - ma al momento farebbe questo e altro.

Non sa quando è diventato così protettivo nei confronti di Liam. All'inizio non si parlavano quasi. Liam arrossiva in continuazione e sorrideva, nervoso, quando si incrociavano in cucina o in salotto. Si salutavano la mattina e la sera si davano la buonanotte, ma non passavano tanto tempo insieme da potersi definire anche solo conoscenti. Louis ricordava a malapena il suo cognome, letto di sfuggita sopra la posta.

Poi una sera Louis non riusciva a prendere sonno. Erano circa le due, forse le tre, e il suo corpo non aveva la minima intenzione di rassegnarsi a dormire. Si rigirava nel letto come un forsennato quando il rumore di una sedia che si spostava gli aveva fatto drizzare le orecchie. Era strano che qualcuno fosse ancora sveglio a quell'ora. Si era alzato ed era andato in salotto con una coperta buttata sopra le spalle.

Liam era seduto al tavolo con una tazza di tè fumante davanti a sè e le mani che tremavano come foglie. Louis non riuscirà mai a scordarsi quelle mani. Le dita erano rosse e le unghie erano come scomparse, sostituite da pelle sanguinante.

"Liam!" Il ragazzo aveva alzato lo sguardo e lo stomaco di Louis si era stretto in una morsa. La prima delle tante. Stava piangendo. Silenziosamente. Tante grosse lacrime gli solcavano le guance e colavano sul collo muscoloso. "Scusa- se ti ho svegliato, L-Louis, non volevo," aveva balbettato e Louis l'avrebbe mandato a fanculo per l'assurdità delle scuse che gli stava porgendo. Si era seduto accanto a lui e gli aveva messo una mano sulla spalla, ma Liam si era allontanato di scatto, guardandolo con occhi sgranati. Louis aveva alzato le sopracciglia.

"Dio, scusa, io-"

"Lui ha paura del contatto fisico, gli ci vuole un po' perché una persona lo possa anche solo sfiorare," Louis si era girato e all'inizio del corridoio c'era un ragazzo biondo, con gli occhi più celesti che avesse mai visto. Indossava solo un pantalone a bassa vita che faceva intravedere un po' di peluria. L'espressione era rilassata, a tratti dolce. Aveva in mano un vassoio con sopra dei biscotti. Louis non sapeva che Liam avesse un ragazzo. In realtà non sapeva nemmeno che Liam fosse gay.

"Sei il ragazzo di Liam?" E quello era scoppiato a ridere di gusto. "Sono Niall, l'altro coinquilino, e no, non sono il fidanzato di Liam. Non sono il suo tipo."

"Nì, i biscotti, per favore," la voce di Liam debole e quasi inudibile li aveva interrotti. Louis si era girato verso il ragazzo castano seduto accanto a sé che teneva la tazza con quelle mani rivoltanti.

"Posso-" si era schiarito la voce "-posso sapere cos'è successo, Lee? Solo se ti va, non voglio forzarti." Niall aveva preso una seggiola e si era messo fra loro due mentre Liam cominciava a mangiare i biscotti lentamente. Profumo di zenzero. "In pratica oggi pomeriggio è venuta una mia amica a trovarmi e ha oltrepassato i suoi spazi."

Louis aveva guardato storto Niall. "Cosa vuol dire, scusami?" Liam mangiava i biscotti briciola per briciola con un'espressione assente in viso.

"Allora-" Niall aveva rubato un dolce dal vassoio di Liam e se lo era ficcato letteralmente tutto in bocca, masticandolo pochissimo ed ingoiandolo un attimo dopo"-eravamo in cucina e stavamo parlando quando lei fa tipo uh-" aveva aperto le braccia completamente "e splash! Il suo caffè è completamente sul muro bianco." Louis aveva aggrottato le sopracciglia, confuso.

"Scusa, ma non riesco a capire."

"E' fissato con la pulizia." Liam non dava segno di star ascoltando.

"Continuo a non capire." Niall aveva preso una mano di Liam e gliel'aveva messa davanti agli occhi, "Vedi che non ha più le unghie?" Louis aveva annuito leggermente schifato, "Ha cercato di grattare via la macchia di caffè con le unghie dopo aver passato tre ore a cercare di mandarla via con tutti i prodotti possibili che tiene nello sgabuzzino, ora ci sei?"

Louis aveva spalancato la bocca mentre Niall riposava la mano sul tavolo. Liam non aveva mosso un dito. Era rimasto in silenzio mentre il rumore del biascicare volgare di Niall riempiva lo scuro della notte.

"Giochiamo a Cluedo?" Niall aveva sorriso e Liam annuito. Si era risvegliato con la miniutura di Kassandra Scarlett incollata su una guancia.

"Perché avresti parlato con Malik?" La voce gli esce più dura di quanto dovrebbe. Liam strofina più forte il piatto che ha in mano, "Per favore, Lee, guardami." Il ragazzo lo guarda posando il piatto, "Mi puoi dire perché hai parlato con Zayn, per piacere?"

Liam deglutisce ed abbassa lo sguardo, "Mi ha aiutato con la bici"

"Che vuol dire?" Mantieni la calma, Louis. Non spaventarlo. "Cercavo di portarla su per le scale quando si è incastrata, lui mi ha aiutato."

"E poi ti ha detto 'Ah, Liam, io sono straniero, sai? Ho solo origini pakistane da parte di padre. In realtà sono nato a Londra!'" Liam lo guarda torvo, il labbro inferiore trema appena. "E poi gli ho offerto semplicemente un tè e abbiamo parlato, Louis."

Louis non è esagerato. Zayn Malik è davvero una cattiva presenza per Liam. "Gli hai offerto un tè?!" esclama incredulo, "Sei impazzito completamente, Liam Payne?!"

Liam sbuffa e si toglie i guanti di lattice gettandoli nel lavandino. Louis sa che fra pochi secondi li riprenderà in mano e li sistemerà per bene. "Louis, smettila! Non sei mio padre! Se voglio parlare con qualcuno, ci parlo, non puoi impedirmelo facendomi le ramanzine! Non mi devi proteggere come se fossi un ragazzino!"

"Certo. Naturalmente. Non ti devo proteggere, hai ragione. Infatti sono io quello che l'altro giorno ha avuto un quasi attacco di panico perché un uomo gli ha preso un braccio per sbaglio e che senza di te avrebbe cominciato a gridare in mezzo alla strada," Liam dilata le narici, sembra arrabbiato. Abbassa lo sguardo a terra tenendo i pugni lungo i fianchi.

"Vaffanculo, Louis." E mentre esce, lo sente chiaramente singhiozzare.

Sei davvero una testa di cazzo.

"Cosa gli hai fatto?" Niall entra in cucina con delle mutande aderenti.

"Potresti evitare di entrare nei luoghi in cui mangio praticamente nudo?!" esclama con la voce stridula. Dio solo sa quanto è arrabbiato. Niall dà una scrollata di spalle, "Potrei, ma non ho voglia."

Se non avesse appena litigato con Liam e non avesse il sangue bollito a causa di quei due stronzi dell'altro appartamento, litigherebbe anche con Niall, ma, al momento, non gli sembra intelligente avere contro anche lui.

"Non so più che fare, Niall. Te lo giuro. Ha parlato con Malik, capisci?" Passa le mani fra i capelli sospirando.

"E con questo?" Louis alza lo sguardo e lo guarda male. Molto male. "Mi prendi per il culo?! Hai mai sentito Zayn parlare di Liam? Lo reputa un-," abbassa la voce, "Lo reputa un malato."

Niall scrolla ancora le spalle. Maledetto Niall e le sue scrollate di spalle. "Ripeto, e con questo? Liam è grande e vaccinato. Si renderebbe conto se Zayn lo trattasse male, è più furbo di quanto tu creda. Evidentemente con lui è stato molto gentile e si è sentito a proprio agio. Se poi con te lo definisce malato, fregatene. Probabilmente lo fa solo per farti perdere le staffe."

Alle volte Louis è convinto che Niall abbia perso tutti i neuroni per i troppi orgasmi settimanali. "Solo per farmi perdere le staffe? Ma sei serio?!" esclama scuotendo la testa, "Secondo te il suo mondo ruota intorno a me incazzato? Certe volte sei davvero ridicolo, Nì."

"Io dico solo che Liam è una persona sveglia. Sa riconoscere chi lo prende in giro e chi no. Sei tu che continui a vedere tutti come delle potenziali minacce per il tuo bambino. Liam ha ventun anni, Lou. Sa badare a se stesso molto bene. Sei iperprotettivo."

Louis sgrana gli occhi ed apre la bocca per ribattere, "No, non voglio sentire la solita tiritera. 'Niall, io non sono iperprotettivo! Voglio solo il suo bene!' perché ho da fare. Ti dico solo che dovresti lasciarlo vivere un po'. Se vuole parlare con Zayn, lascialo parlare con Zayn. Non sei né sua madre né il suo ragazzo. Gli puoi dare consigli, ma non farlo scappare via dalla cucina in lacrime. Gli fai solo del male."

Louis ha male allo stomaco. Si stringe a momenti e non lo fa respirare, "Ho solo paura, Nì," mormora guardandolo negli occhi, "ho paura che qualcuno lo possa ferire. Non me lo perdonerei mai se succedesse." Niall gli sorride dolcemente e si avvicina per abbracciarlo.

"Lo so, Lou. Devi solo imparare a farlo senza esagerare."

Louis sospira. Lui non è iperprotettivo. Liam ha bisogno di lui, senza di lui la gente gli farebbe del male. Senza di lui avrebbe ogni notte le unghie sanguinanti e lui non può permetterlo.

"Allontanati da me, lurido Irlandese. Riesco a sentire il tuo cazzo addosso a me," sbotta allontanandolo con una spinta. Niall scoppia a ridere e va verso il frigorifero, immergendoci la faccia dentro. Louis si alza e prima di uscire e raggiungere la camera di Liam, lo chiama.

"Grazie, Niall." E quello gli fa l'occhiolino sorridendo.

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Per una settimana abbondante, la vita di Louis scorre tranquilla. La mattina si alza, va in teatro, torna alle cinque, studia, sta con Liam o Niall, cenano insieme e poi va a dormire. E così ogni giorno. E' talmente tutto nella norma che il suo sesto senso comincia a rizzare le antenne.

I due coglioni dell'altro appartamento sembrano essere scomparsi. Non li incontra nemmeno per caso per le scale. Liam non ha fatto riferimento a nessun tipo di incontro con Zayn e Niall alza le spalle.

Un giovedì mattina si sveglia di botto. E' madido di sudore e sta respirando come un disco inceppato. Non ricorda cosa ha sognato. Non ha nemmeno un piccolo accenno, un frammento. Nulla di nulla, vuoto totale.

Si alza lentamente, massaggiandosi le tempie. Ha dolori in ogni arto come se fosse stato investito da un camion. Sente la pelle pizzicare e qualcosa nella pancia che si stringe. Il ciclo, Lou. Ti è arrivato il ciclo. Ride fra sé e quasi si fa pena. Quando comincia a ridere alle proprie battute è sempre un brutto segno.

In salotto non c'è nessuno, il corridoio è vuoto e la cucina è deserta. Sono tutti morti. "Lee? Niall?" Nessuna risposta. Riprova, "Lee? Niall? Vi hanno rapito? Cristo, fa' che sia così almeno mi trasferisco nella camera di Liam." Silenzio.

Si gratta una spalla bussando alle porte dei propri coinquilini. Non riceve il permesso di entrare così entra lo stesso. Lui sì che è trasgressivo.

La camera di Liam è come al solito perfetta. Il letto rifatto, nessun vestito per terra, le scarpe posizionate ai piedi del letto con cura maniacale. Quella di Niall è alquanto discutibile. Le lenzuola sono aggrovigliate, c'è una scatola di preservativi posta in bella vista sul comodino e due (forse tre) bottigliette di lubrificante sparse per terra. L'odore di sesso è talmente forte da fargli venire un conato di vomito. D'ora in poi si ricorderà di non entrare in camera di Niall senza che gli abbia dato il permesso.

E' strano che nessuno sia in casa a quest'ora. Sono solo le sette di mattina e Liam dovrebbe essere già in piedi a sfaccendare in cucina. Improbabile, quasi impossibile che sia già a lezione. Storia antica non inizia fino alle nove spaccate. Niall, dal canto suo, potrebbe essere praticamente ovunque e con chiunque, Louis non è preoccupato per lui. In realtà non sa nemmeno se debba andare a lezione o se abbia lezione. Non l'ha mai visto studiare in due anni e ogni volta che gli ha chiesto che facoltà frequentasse la sua risposta è stata un'alzata di spalle con un sorrisetto. Odioso.

"Liam? Non è divertente," bussa al bagno, ma la porta si apre da sola. Vuoto.

"Liam, per favore. Dove sei?" Qualcuno bussa alla porta. Liam.

Louis corre al portone e lo spalanca pronto a sgridare l'amico per avergli fatto prendere un colpo, ma le parole gli muoiono in gola.

"Cosa ci fai qui?" Harry si passa una mano fra i ricci, sbadigliando nell'altra mano. Un pantaloncino cortissimo come presunto pigiama.

"Ti volevo avvisare che Liam è di là nel nostro appartamento. Sapevo che saresti impazzito tipo dopo due nanosecondi." Altro sbadiglio. Le dita dei piedi di Louis si arricciano e cerca di trattenere la vampata di rabbia che gli sale lungo tutto il corpo fino al cervello.

"Cosa gli avete fatto?" Harry spalanca gli occhi scuri per il sonno nel sentire la sua voce così feroce. Alza le mani in segno di difesa e comincia a ridacchiare, "Ehi, ehi, calma, amico. E' solo venuto a prendere un caffè, Zayn lo ha invitato. Sono entrambi dei tipi mattinieri."

Zayn. Il sangue di Louis ribolle come una pentola sul fuoco alto e spinge le unghie nel proprio palmo per impedirsi di saltare al collo di Harry e strangolarlo. "Perché non mi ha avvisato?" dice lentamente cercando di controllarsi, "E perché sei venuto tu a dirmelo?" Il ragazzo alza un sopracciglio e scuote la testa, "Veramente, Louis? Io sono venuto a farti un favore e tu mi tratti come uno stronzo che ti ha appena ammazzato il gatto?" La sua voce è incredula, "Beh, chiediglielo tu stesso il perché e, tranquillo, non ti farò più questo tipo di affronto personale venendoti a calmare."

Una brava persona chiederebbe scusa e direbbe che lei ha sbagliato. Una brava persona sorriderebbe e ringrazierebbe per la cortesia. Louis non è una brava persona. Fottuto orgoglio."Se gli avete anche solo torto un capello-" La risata di Harry è grave e profonda. "Tu sei completamente fuori di testa, Tomlinson! Ma per chi ci hai preso?!" Louis lo ignora, anzi, lo sposta sgraziatamente dal proprio zerbino e si dirige nell'altro appartamento entrando a grandi passi.

"Liam!"

Il ragazzo sporge la testa da quella che Louis presuppone sia la cucina e - e sta sorridendo spensierato, "Ehi, Lou! Buongiorno!" Louis sbatte le palpebre un paio di volte e cerca di identificare la persona che lo sta salutando.

Non può essere Liam, il suo Liam. Non può essere lo stesso ragazzo con le unghie completamente risucchiate dal sangue e lo sguardo vacuo. Non può essere l'uomo indifeso che perde il controllo davanti ad ogni cosa fuori posto. Non può essere lui.

"Che stai facendo?" Dio come sembra un fidanzato geloso! Liam aggrotta le sopracciglia e si gira verso la stanza in cui è, sorridendo appena a qualcuno, "Ho incontrato Zayn sul pianerottolo e mi ha offerto un caffè." E il modo in cui dice Zayn gli fa venire voglia di vomitare tutta la cena del giorno prima.

"Quindi ora prendi caffè con quelli che ci lasciano la spazzatura sullo zerbino e che ti fanno svegliare la mattina alle sei perché hanno deciso di mettere su una festicciola?" Liam lo guarda male ed abbassa la voce, come per non farsi sentire, "Smettila Louis, stai diventando ridicolo."

Louis scoppia a ridere e lancia un'occhiata ad Harry, poggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate sul petto. "Io sarei il ridicolo?!" Harry lo guarda preoccupato, "Lo sai come ti hanno chiamato i tuoi nuovi amici quando ci sono andato a parlare l'ultima volta?" Harry spalanca gli occhi e scuote la testa allarmato, "Pazzo, Liam. Loro ti considerano un pazzo." Liam apre appena la bocca e ridacchia, passandosi una mano fra i capelli. "Ora basta, Louis. Stai superando davvero il limite."

"Li difendi? Dopo che ti hanno chiamato pazzo, li difendi? Oh, beh, potevi almeno avvisarmi che ti scopavi quello che abita accanto a noi, sai com'è, mi avrebbe fatto piacere." La bocca di Liam si apre all'istante e Louis lo conosce quello sguardo. Lo conosce troppo bene. Basta, Louis, smettila all'istante.

"Come hai detto, scusa?"

"Ho detto che avresti potuto dirmi che scopavi con Zayn visto che hai già cominciato a difenderlo come un fidanzatino fedele. O magari ti fai Styles? O magari addirittura entrambi, mh? Dopotutto abitare con Niall insegna molte cose." Il rumore di una sedia che si sposta bruscamente. "Che cazzo di problemi hai, Louis? Stavamo solo prendendo un caffè!" La faccia di Zayn è buia, vagamente incazzata. Louis scoppia a ridere di nuovo.

"E dopo il caffè che c'è? La sveltina pre colazione? O magari ti fai pulire casa e poi cominci ad offenderlo?"

Liam scatta in piedi e posa la tazza. Si avvicina velocemente a Louis e guardandolo negli occhi gli tira uno schiaffo. Letteralmente. Alza la sua mano enorme e la spiaccica sulla guancia chiara dell'amico. Zayn non batte ciglio, Harry è appoggiato alla porta con gli occhi sbarrati.

"Sei un grandissimo stronzo, Louis. Stammi lontano per il resto della mia vita."

"L'ho combinata grossa."

"L'hai combinata enorme." Louis fulmina il biondo seduto accanto a sé con addosso solo una maglia lunga. "Primo: aiuti a tirare su di morale le persone come un gatto che ti si attacca alle palle. Secondo: per quale cazzo di motivo devi sempre essere nudo?!" Niall scrolla le spalle e continua a mangiare i propri cereali a grandi cucchiaiate.

"Perché dovrei tirarti su di morale se sai anche tu di aver fatto una stronzata? Che poi, a parte scherzi, come fai a diventare così stronzo?" Louis sospira girando il cucchiaino nel tè fumante.

"Sono tipo Hulk, ma al posto di diventare grosso, potente e verde divento coglione, stronzo e rosso di rabbia." Niall ridacchia appena.

"Gli hai parlato?" Della musica martellante inizia da fuori il loro appartamento. No.

"No, si rifiuta di parlarmi." Inzuppa un biscotto nel tè. "Ci credo," biascica Niall con mezzo cucchiaio in bocca, "Sei stato davvero imperdonabile." Louis sospira più forte facendo affondare il biscotto rotto nel liquido. Ci dovrebbe essere lui al posto di questo biscotto.

"Grazie, Nì, rimani sempre il migliore nel tirare su il morale." Scrollata di spalle. Qualcuno comincia a cantare.

"Ora li scuoio," ringhia alzandosi di scatto dalla sedia. Esce di casa e comincia a bussare furioso alla porta. Stessa scena di poche settimane prima. Zayn che lo guarda sospetto, ma con un vena di odio in più.

"Che cazzo vuoi, Tomlinson? Non ti basta aver fatto una figura di merda? Sei insaziabile?" Louis alza il dito medio.

"Devo parlare con Styles, spostati." Zayn non si muove di un millimetro."Col cazzo."

"Zay, chi è?" Harry compare dietro la figura dell'amico con un asciugamano sui fianchi e piccole gocce su tutto il petto sporco di inchiostro. Cazzo.

Louis deglutisce sbattendo un attimo le palpebre e raddrizzando la schiena, "Dobbiamo parlare, io e te."

Harry corruga la fronte, ma annuisce. Zayn si sposta e Louis è di nuovo nel punto esatto di poche ore prima. "Il tuo cagnolino deve restare o può andare a fare la cuccia?" domanda al riccio indicando Zayn. Una specie di sibilo gli arriva alle orecchie, "Non ti pesto solo perché ti piacerebbe, puttana." Louis gli sorride e lo guarda mentre se ne va.

Harry lo fissa. I suoi occhi sono grandi e liquidi, rilassati. I muscoli delle braccia sono piegati mentre si scuote i capelli per togliere un po' d'acqua e Louis si ritrova a fissare i suoi movimenti come incantato. Maledetta astinenza da sesso che gioca brutti scherzi. Il riccio si schiarisce la gola, Louis scuote la testa arrossendo appena, "Sì, ok. Allora, ti devo parlare."

Harry quasi ride ed annuisce, "Sì, me lo hai già detto." Louis lo guarda male, "Dobbiamo stipulare un contratto." E detto così suona davvero male anche alle sue orecchie. La musica è stata abbassata ed è ora solo un sottofondo quasi piacevole.

"Cosa mi dovrebbe significare, scusa?" Harry si siede sul divano accavallando le gambe. Il tessuto scivola un po' scoprendo un pezzo di coscia magra. Louis non l'ha guardato, giura.

"E' una specie di contratto di sopravvivenza. Dato che voi buzzurri non avete la decenza di accogliere una richiesta nemmeno se fatta dalla Regina Elisabetta in persona, ho pensato che questo potrebbe aiutarci a non tentare l'omicidio reciproco ogni giorno." Harry porta un braccio dietro la testa mentre l'altro si posa sul grembo. I bicipiti si contraggono. Louis distoglie lo sguardo. Non ci provare, Louis.

"E in cosa consisterebbe?" La sua voce è divertita e Louis sente l'impulso di prenderlo a schiaffi, per una volta che almeno lui non è ironico non permette agli altri di esserlo.

"Dieci prove, chi le completa tutte per primo ha vinto."

Harry solleva appena le sopracciglia, un sorrisetto curioso sulle labbra. "E il premio sarebbe?" Louis sente i suoi occhi famelici trapassarlo attraverso il pigiama. Un piccolo brivido lungo la schiena. "Chi vince può stabilire le regole di convivenza di questo pianerottolo, l'altro appartamento è costretto ad obbedire." Harry annuisce mordendosi un labbro e guardandosi intorno, "Interessante. Queste prove sarebbero?"

Louis tira fuori dalla tasca un foglio e lo spiaccica sul tavolino di fronte al ragazzo. Ci sono macchie di inchiostro, tè e forse cioccolata. Harry si china in avanti, riportando la gamba a terra e scrutando il foglio spiegazzato. I muscoli della sua schiena si muovo sensualmente, non che Louis abbia notato. "Da quanto tempo ci lavori?" Lo guarda curioso, le labbra piegate in un ghigno e "Non sono affari tuoi," risponde Louis stizzito, "Allora, ci stai?"

Harry mette una mano sotto il mento accarezzandolo e guardando il soffitto per pochi istanti, "Hai detto che è fra appartamenti, giusto?" Louis annuisce, "Quindi tutti i coinquilini devono partecipare," Annuisce di nuovo. Harry muove la testa in avanti, pensoso. "Però io e Zayn siamo in minoranza. Due contro tre non mi pare equo." E Louis non c'aveva pensato. Effettivamente il ragionamento non fa una piega.

"Beh, diciamo che avete due giorni di vantaggio?" Harry si lecca velocemente le labbra secche, increspandole subito dopo. "Continua a non essere equo, ma pazienza. Sono di buon animo e ti darò l'illusione di potermi battere." Louis serra la bocca, "Non voglio nessun tipo di favore da parte tua, Styles, mi sembra di essere stato chiaro." Harry ridacchia.

"Già, più che chiaro. Allora facciamo così, dateci tre giorni di vantaggio e siamo pari." Louis ci pensa un attimo. Un giorno in più non può essere la fine del mondo. Vincerà lo stesso.

"Ok," dice porgendo la mano per suggellare il patto. Harry tende la propria, ma all'ultimo istante la ritrae, guardandolo intensamente. "Niall e Liam ne sono al corrente, Louis?" Louis alza gli occhi al cielo, "Sì." Brutto bugiardo.

"Non dire stronzate, Tomlinson. Lo so quando menti, ti trema il labbro superiore." Louis corruga la fronte e lo fulmina con lo sguardo, "Cosa sei tu, Styles? Un maniaco che mi osserva?" Harry scrolla le spalle alla maniera di Niall. Un'invasione di scrollatori di spalle.

"Non accetto finché i tuoi coinquilini non saranno al corrente della faccenda e soprattutto finché non saranno consenzienti."

Louis sbuffa sonoramente, "Non dovresti chiedere anche a Zayn anziché fare la parte dell'uomo con le palle?" Harry lo guarda chinando la testa di lato e "Zayn," lo chiama. Il moro spunta da dietro una porta e gli fa cenno con il capo di parlare.

"Ti va di fare una gara con l'appartamento di fronte e chi vince può dettare le regole del pianerottolo?" Zayn sporge il labbro in avanti ed annuisce, "Solo se quando vinceremo potrò obbligare Tomlinson ad indossare magliette rosa con pailettes ad ogni riunione di condominio." Louis storce il naso ed Harry scoppia a ridere con fragore, "Concesso."

Si gira di nuovo con il viso verso il castano e gli sorride a presa di culo, "Visto, raggio di sole? Non tutti sono degli stronzi incapaci di comunicare come te." Louis si trattiene dallo sputargli in faccia.

"Ora devi solo parlarne con i tuoi coinquilini e trovare il modo di convincerli senza che ti uccidano," esclama ridendo. Si formano delle pieghette ai lati degli occhi.

"Accetteranno, sta' tranquillo." Non accetteranno. Non accetterebbero nemmeno se Louis offrisse in cambio scorte a vita di detersivi per pavimenti e lubrificanti assortiti. Ugh.

"Oh, lo spero," mormora Harry con un ghigno e lo sguardo fisso in quello di Louis, "Non vedo l'ora di fare la nove, sarebbe un peccato sprecare una tale opportunità." Louis lo fulmina infuriato nonostante il suo membro che pulsa nei pantaloni di cotone sembri essere di tutt'altra opinione. "Ti vendi proprio per poco, Styles."

Harry ghigna ed alza un dito come per fare una domanda,"Comunque sono curioso: da dove ti sono venute queste idee? Non ti facevo così intraprendente." Louis sente le guance arrossarsi, "Innanzitutto non sai un cazzo di me quindi vaffanculo," Harry ride, "e poi basta guardare su Internet 'dieci sfide' che compaiono una sfilza di prove, coglione." Il riccio si morde un labbro con un'espressione che non promette nulla di buono, "Eppure ci sono alcune che sono davvero-"si lecca le labbra, "-innovative, anche per Internet." Louis scosta lo sguardo dalle sue labbra. Sono rosse, carnose e sembrano perfette per fare pomp-

"Cercatele, pervertito," esclama sorridendo beffardo e riprendendo il foglio. Si incammina verso la porta mentre sente gli occhi di Harry sul proprio culo. Mh, un intenditore.

Si gira e lo becca in flagrante. Ghigna, soddisfatto, e schiocca le dita all'altezza dei propri glutei ottenendo di nuovo l'attenzione del ragazzo. "Comunque," sorride guardando il leggero rossore sugli zigomi dell'altro, "ti faccio sapere appena accettano." Harry annuisce, grattandosi la nuca. Louis apre la porta ed esce. Apre il foglio e gli dà un'occhiata veloce.

9) Strip tease per un membro della squadra avversaria

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"Ti sei fumato completamente il cervello?!"

"Cielo, come sei drammatico, Nì!" Niall gli dà uno schiaffetto sul retro del collo, "Drammatico?! Hai appena fatto un accordo che consiste in dieci prove improponibili con quei due per ottenere il controllo-" fa le virgolette con le dita,"- del pianerottolo e me lo hai detto come se niente fosse!" Louis sbuffa ed alza gli occhi al cielo.

"Tu avresti dovuto fare teatro, non io." Altro schiaffo sul collo. "Hai finito di maltrattarmi?" esclama girandosi di scatto verso di lui.

"Non ho nemmeno iniziato." Louis sbuffa e scuote la testa, ignorandolo. Il biondo gli dà un pizzicotto sul braccio, "Come hai intenzione di dirlo a Liam se nemmeno vi parlate?" Louis sorride angelico.

"Niall, caro, dolce, adorabile Niall." Il ragazzo si allontana di scatto scuotendo mani e testa.

"Scordatelo, non ci provare Louis." Il castano si alza dalla sedia e si avvicina all'amico, abbracciandolo stretto, "Niall, Nialler, Nì, luce dei miei occhi, faro della mia notte, raggio di sole-"

"No! Louis, smettila! Non andrò a parlare con Liam al posto tuo!"

"Penso che Liam sia curioso di sapere perché non riesce più a trovare il DVD del suo compleanno, non credi?"

Niall sbarra gli occhi, "Sei un cazzo di ricattatore. Avevi detto che non gliel'avresti mai detto!" Louis sorride staccandosi dall'abbraccio e mettendosi una mano davanti alla bocca con finta aria innocente, "Oops, ho mentito! Ora muovi il tuo secco culo irlandese, dobbiamo darci da fare."

"Si chiama ricattare, Louis!" Liam annuisce vigorosamente.

"No, è diverso. Sfrutto a mio vantaggio cose che tu ritieni imbarazzanti. Si chiama intelligenza." Niall sbuffa poggiando la testa sulle mani, "Non puoi ricattarmi, sono il tuo coinquilino!" Louis lo guarda stupito.

"E' proprio per questo che posso farlo!"

"Niall, andiamocene, non me ne frega niente di quello che può o non può dire. Già sono incazzato con lui a sufficienza, non mi va di staccargli la testa a morsi di notte. E poi cos'avrà mai di così imbarazzante su di te da non poterlo dire?" Niall deglutisce nel panico, "Meglio non saperlo."

Liam scuote la testa e si alza dal tavolo, "Mi dispiace, Nì. So che se non accetto Louis ti sputtanerà perché è uno stronzo senza cuore-" Louis alza gli occhi al cielo "- ma già ho voglia di sgozzarlo ora come ora e mi ero ripromesso di non rivolgergli più la parola fino alla fine dei suoi giorni-"

"Si dice fino alla fine dei miei giorni," lo interrompe passandosi una mano fra la frangia cioccolato. Liam alza un sopracciglio, scettico, "Chi ti ha detto che morirai dopo di me?" Liam incazzato fa davvero paura.

"Insomma, per te farei questo e altro, ma non me la sento di fare un favore a quello stronzo-"

"Lo stronzo ti può sentire, Liam, e, tranquillo, non ferisci i miei sentimenti." Liam e Niall lo guardano contemporaneamente con la stessa espressione feroce. Meglio se smette di parlare.

"Lee, per favore, lo sai che non ti chiedo mai piaceri, ma questa volta è davvero importante. Ti scongiuro!"

La faccia di Niall è bianca come quella di un cencio e Louis si sente quasi in colpa, quasi. Liam lo guarda mordicchiandosi un labbro, sembra pensare. Abbassa un attimo gli occhi e si guarda le punte delle ciabatte, "Mi dici, per favore, cos'hai fatto di così spaventoso?" Niall gli bacia la guancia stringendolo in un abbraccio."No, ma ti voglio un mondo di bene e grazie, davvero."

Louis batte le mani come la peggiore delle ragazzine e "Perfetto! Ora che siamo tutti consenzienti dobbiamo fare un piano d'attacco!" Liam lo fulmina, "Io non ti parlo, lo sai, vero?"

"Al momento lo stai facendo." Il ragazzo gli alza il dito medio dirigendosi verso la porta. Bravo all'ennesima potenza, Louis.

"Scusa."

Liam si gira un attimo prima di uscire dalla stanza, "Come?" Louis sospira alzando un po' la voce, "Ti ho chiesto scusa." Niall alza le sopracciglia sorpreso e Liam fa qualche passo avvicinandosi a lui.

"Mi stai chiedendo scusa? Tu, Louis Tomlinson, la persona più orgogliosa sulla faccia della terra, lo stronzo per eccellenza, colui che mangia pane e sarcasmo a colazione, lui che è odiato da ogni essere della Terra, quello che-"

"Lee," mormora Niall trattenendo una risatina osservando Louis che si appiattisce sul tavolo, "direi che hai reso bene l'idea." Liam lo guarda un attimo, annuendo, "Insomma? Mi stai chiedendo scusa?"

Louis alza la testa dal tavolo e cerca una qualsiasi cosa da guardare che non siano gli occhi di Liam, "Sì."

"Guardami negli occhi quando mi chiedi scusa."

Louis non è mai stato uno che chiede scusa. Ha avuto tanti problemi a causa di questo suo lato del carattere. Una volta ha rischiato di essere pestato da un cinque scimmioni perché, dopo essere andato addosso ad uno ed avergli rovesciato il drink sulla camicia, si è scusato in fretta e non nel modo che piaceva all'altro. Raramente si scusa e gli occhi pieni di aspettative di Liam lo mettono in soggezione. Sa di aver sbagliato, lo sa sempre quando fa stronzate, ma è troppo orgoglioso. Orgoglioso e sarcastico, pessima accoppiata.

"Scusami, Liam, per averti offeso. Non era mia intenzione," dice guardandolo fisso negli occhi. Liam sorride appena ed incrocia le braccia al petto, "E?" Louis si guarda intorno aggrottando le sopracciglia, "E cosa?"

"Hai intenzione di scusarti solo dicendomi 'Oh, Liam, mi dispiace di averti offeso'?" domanda alzando un po' il mento. Louis sorride speranzoso, "Sì?"

"No, cretino. Devi dire di no." Louis lo fulmina, sciocco Irlandese impiccione. Sospira appena.

"Sono una testa di cazzo, Liam. Mi dispiace se faccio sempre stronzate e ti metto in imbarazzo, ma non lo faccio perché sono cattivo, credimi. Ho solo paura che possano farti male-" Liam scioglie le braccia e le porta lungo i fianchi "-Tu sei così buono, Lee. Vedi lati positivi in ogni persona, ne vedi addirittura in me," ridacchia con un sorriso amaro, "So che esagero con i miei modi di fare e che non è mio compito dirti cosa fare o chi frequentare, ma tengo troppo a te e l'idea che qualcuno possa ferirti perché ti sei fidato con il tuo buon cuore, mi distrugge.-" Liam respira piano mordendosi il labbro inferiore "-Sarò esagerato o quel che ti pare, ma sei davvero una delle persone più importanti della mia vita, una delle poche che mi sopporta così come sono e per cui farei di tut-"

Liam gli salta al collo stringendolo fortissimo, "Sta' zitto, cretino, mi avevi già convinto al 'Sono una testa di cazzo'," mormora nel suo orecchio con un sorriso. Louis ridacchia ricambiando la stretta, si sente stranamente leggero.

"Beh, wow..." butta lì Niall grattandosi la testa, "E' stato - carino." Louis e Liam scoppiano a ridere guardandolo e scuotendo la testa.

"Forza," esclama Liam separandosi dall'amico e battendo le mani una volta, "dobbiamo spaccare il culo a quei due!" Louis lo guarda spalancando gli occhi. Non l'ha mai visto così sereno.

"Visto che siamo in pratica due squadre non dovremmo avere ciascuna un nome?" Liam annuisce alla precisazione di Niall ed abbassa lo sguardo per pensare, "West Side, chiamiamo la nostra così."

Louis sorride, questa è la sua vera famiglia.

"Vada per West Side, mi piace."

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Harry sorride sghembo incrociando le braccia sul petto, "Come so che non ci fregherete e che non fingerete di avere fatto prove quando magari avete passato il pomeriggio sdraiati sul divano?"

Louis lo fulmina sbuffando, "Sei un bambino, Harold. Quando gli adulti fanno un accordo sono leali, non te lo hanno insegnato a scuola?" Niall ridacchia scrivendo un messaggio al cellulare.

Il salotto di casa loro non è mai stato così pieno di gente, escluse le mattine in cui gli amanti di Niall se ne vanno. Lì si fa fatica addirittura a muoversi per quante persone ci sono.

"Gli adulti le rispettano, di norma, ma tu, Tomlinson, che hai la mentalità di un neonato, sarai in grado?" Niall scoppia letteralmente a ridere insieme ad Harry. Louis incenerisce Zayn che lo guarda serio.

"Non voglio sgozzarti ora perché macchieresti il pavimento, ma se non tappi quella fogna mi costringi a farlo nell'immediato futuro."

"Smettetela fra tutti, sembrate dei ragazzetti che litigano per ottenere il pallone. E' una semplice sfida, se volete essere leali, bene, ognuno di noi sarà leale e ci fideremo l'uno dell'altro, altrimenti potete andare tutti a fanculo ed uscire dal mio salotto."

Quattro teste si girano di scatto verso Liam, sprofondato in una poltrona, in silenzio dall'inizio della riunione, se così può essere chiamata. Louis ha gli occhi spalancati dalla sorpresa esattamente come Harry. Niall ha aperto appena la bocca e Zayn - Zayn lo guarda e basta. Nessuna espressione manifesta in viso.

"Non mi guardate come se fossi un fenomeno da baraccone e muovetevi a fimare che ho da fare." Louis ritorna velocemente a fissare il foglio ed annuisce, confuso, "Sì, sì. Firmiamo e facciamola finita." Harry annuisce a sua volta e prende una penna scribacchiando il proprio nome, passa il tutto a Zayn.

"Avete tre giorni di vantaggio come da contratto. Do ufficialmente inizio alla guerra," esclama battendo il pugno sul tavolo. Liam e Zayn scuotono la testa contemporaneamente accompagnati dalle risate di Harry e Niall.

Louis si sposta per cercare di vedere meglio dallo spioncino. La porta di fronte è chiusa. Sembra che quei due non abbiamo intenzione di sfruttare i tre giorni di vantaggio, peggio per loro. Ormai è praticamente la fine del secondo giorno e niente è stato fatto.

"Che stai facendo?"

Louis salta dallo spavento emettendo un urlo acuto e portando entrambe le mani al petto, "Mi hai spaventato, coglione!" mugugna guardando la figura alta di Liam che lo fissa con sguardo severo.

"Se non spiassi i nostri vicini come un maniaco, non ti avrei spaventato."

Louis scuote la mano come a dire di lasciar perdere e Liam si allontana bofonchiando qualcosa di offensivo. Si rimette a fissare dallo spioncino quando la porta di fronte si apre all'improvviso. Il ragazzo trattiene il fiato per qualche secondo.

Harry esce fuori dall'appartamento con un codino improponibile in testa e nulla di più se non un sorriso sfacciato. La luce del sole fa risaltare il colore della sua pelle abbronzata e crea delle ombre morbide lungo la linea degli addominali scolpiti. Louis deglutisce asciugandosi il palmo delle mani sui pantaloni.

Le gambe di Harry sono così magre e sode. Sembrano quelle di una ragazza, ma cento, mille volte più attraenti. I muscoli ben visibili, la peluria scura, la pelle all'impressione morbidissima. Il petto è ricoperto di tatuaggi e maledizione, Louis passa una mano sulla patta per coprire meglio l'erezione improvvisa. Abbassa lo sguardo e - oh! E' completamente nudo.

Si gira indietro e dà un'occhiata veloce, non vuole che qualcuno lo veda mentre spia il proprio vicino, soprattutto quando il cavallo dei pantaloni si è gonfiato in maniera inequivocabile. Riporta l'occhio nello spioncino. E' davvero una brutta persona.

Harry sembra non essersi accorto di nulla. Ha in mano un annaffiatoio e guarda le piante ai suoi piedi con aria pensosa. Tocca le foglie con la punta delle dita lunghe e le accarezza come rischiassero di spezzarsi. Louis scuote la testa vigorosamente, dandosi un schiaffo sulla tempia, "Riprenditi, imbecille!"

Harry ha preso una decisione, a quanto pare. E a quanto pare, questa decisione consiste nel piegarsi a novanta di fronte alla porta di Louis per dare l'acqua ad una pianta. Louis ricorre a tutta la forza d'animo che ha per non sbattere la testa sul legno ripetutamente.

La colonna vertebrale è ben visibile sulla schiena larga e Louis si ritrova a sentire le mani pizzicare dal desiderio di passare la lingua su ogni lembo di pelle finché i gemiti del riccio non superino il rumore dei suoi pensieri e la voglia di baciarlo fino alle lacrime.

Louis si morde un labbro più che può mentre fa scendere gli occhi sulla figura del ragazzo. Il sedere è piccolo e magro, ma Louis, oh. Louis si divertirebbe talmente tanto con quel corpo così lungo e dinoccolato. Lo farebbe arrivare a pregare, a supplicarlo di toccarlo. Ne sarebbe in grado. Lo farebbe gemere come mai nessuno ha fatto in vita sua, bacerebbe ogni millimetro di quella pelle e leccherebbe dalle proprie labbra il suo sem-

Si stacca di scatto, appoggiandosi di schiena alla porta e chiudendo gli occhi per riprendere il controllo. Sente i polmoni che ricercano ossigeno e la patta che cerca sollievo. Non lo farà. Si rifiuta di farsi una sega dopo aver osservato - come un maniaco - il proprio vicino che ha ben deciso di uscire di casa come mamma l'ha fatto. E' una persona che mantiene la parola, lui. Ha deciso di odiare Harry Styles e così sarà. Il suo stupendo corpo non farà eccezione, non lo corromperà. Una risata divertita gli arriva alle orecchie.

"Buona giornata, Lou. Siamo 1 a 0." Cosa cazz-?

Louis guarda dallo spioncino, ma tutto quello che vede sono le gambe infinite di Harry che scompaiono dietro alla porta. Abbassa la maniglia più silenziosamente possibile ed esce sullo zerbino. Pesta qualcosa.

Una busta bianca di carta. La raccatta velocemente e rientra in casa. Si morde un labbro. Ha appena fatto una figura di merda con quello stronzo che, non si sa come, ha capito di essere osservato. Espira tutta l'aria che ha nei polmoni, sconfortato. Si rigira fra le dita la busta. La pelle gli prude, brutto segno. Meglio non aprirla, Louis.

La apre lo stesso. Una foto di Harry completamente nudo con in mano il foglio delle sfide gli cade di mano. Sorride, nella foto, e i boccoli gli ricadono su quegli occhi color di smeraldo. Ha una strana scintilla in quello sguardo, un'espressione sbarazzina. C'è una scritta fatta a penna accanto ad uno dei numeri della lista.

2) Trascorrere un'intera giornata completamente nudo - Fatto

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Odia andare a lezione. Gli fa venire l'orticaria. Tutta quella gente, quelle risate continue fra un'ora e l'altra, l'aria saccente dei professori. Odia tutto dell'Università ed ogni giorno che passa il suo odio aumenta a dismisura. E' stato costretto, ok, ma non credeva di poter raggiungere una tale avversione per questo posto. In fondo Letteratura è una bella materia, gli piace, ma non c'è mattina in cui non rimpianga di aver messo piede in quella città. Sarebbe potuto scappare ed avrebbe potuto girare il mondo con i soldi guadagnati dalla propria musica. O avrebbe potuto vendere i disegni fatti di notte dopo una giornata passata a lavorare da qualche parte o - chissà. La vita gli offriva talmente tante opportunità.

Sbuffa masticando una gomma ed apre il portone del condominio. Alza il viso al cielo un attimo, strizzando gli occhi per la luce. Pioverà.

La pioggia è una gran cosa - pensa mentre sale le scale a passo lento. Fin da quando era piccolo sapeva che la pioggia lo caratterizzava. E' strano da dire, ma si sente vicino a questo fenomeno atmosferico. E' stupido dirlo, se lo dice infinite volte, ma lui è pioggia. La pioggia è Zayn e Zayn è la pioggia. Grigia, malinconica, fredda, anaffettiva. E' partecipe di ogni goccia che si spiaccica sul terreno gridando silenziosamente. Appartiene ad ogni rivolo che scorre lungo le pareti e- che cazzo sta blaterando?

"Liam?"

Il ragazzo alza lo sguardo dal pavimento e lo guarda con il viso sudato e le guance arrossate. Si passa un avambraccio sulla fronte e sorride debolmente, "Ehi."

Zayn lo fissa confuso. Lancia un'occhiata al secchio colmo d'acqua sporca ed aggrotta le sopracciglia, "Cosa stai facendo?" domanda osservando il pomo d'Adamo del ragazzo che si muove su e giù.

Liam arrossisce un po' di più e distoglie lo sguardo ridacchiando in imbarazzo, "Oh, nulla," farfuglia alzandosi di scatto e pulendosi le ginocchia con i guanti di lattice bagnati. Zayn corruga la fronte, "Perché stai lavando le scale del pianerottolo?"

L'espressione di Liam è infantile. Assomiglia ad un bambino che ha appena colorato dei contratti di lavoro del padre, labbro fra i denti ed occhi a terra, guance rosse scarlatto.

"Non le stavo lavando..."

Zayn si rimangia il sorriso che gli nasce spontaneo annuendo appena, "Allora aspetta: perché non stavi lavando le scale?" Liam scoppia a ridere e Zayn lo osserva non riuscendo stavolta a non sorridere.

E' bello- ammette Zayn a se stesso. Quando sorride poi, sembra che sia entrato il Sole nella stanza. Un po' smielato da dire, ma vero. Ha questa risata piena e squillante, sincera. La bocca è larga, ma quando sorride non diventa volgare, anzi. Possiede una delicatezza che pochi ragazzi gli hanno mai trasmesso. I suoi occhi sono caldi, privi di veli. Non cerca di apparire per quella che non è. Lui è Liam e tale si dimostra.

Si mordicchia il labbro. Labbra da morsi. "Emh," mormora grattandosi il collo, "non è come sembra," Zayn scoppia a ridere chiudendo gli occhi. Sente lo sguardo sorpreso di Liam su di sè e apre gli occhi per fissarli nei suoi. Sono cioccolato con delle punte di nocciola ogni tanto. Il castano abbasso lo sguardo.

"Non hai appena ucciso un uomo, Liam, non ti devi giustificare con me. Ho solo chiesto che stessi facendo."

Liam alza la testa sorridendo timido, "Lo so che mi consideri malato, Zayn. Non c'è bisogno di essere gentile solo perché non c'è Louis a difendermi." Il moro irrigidisce la mascella.

Stupido, ecco cos'è. Un cretino che in un momento di foga ha detto una delle solite stronzate. Non lo considera malato, non l'ha nemmeno mai pensato. Voleva solo ferire Louis in qualche maniera e la prima cosa che gli è uscita di bocca è stata una minchiata. Che naturalmente quel coglione di Tomlinson ha pensato bene di ridire a Liam. Stupido, stupido Louis, ma ancora più stupido Zayn.

"Non lo faccio perché non c'è Louis, amico. Sono gentile con te perché tu lo sei con me e perché mi piace il tuo sorriso e-"

Si blocca mordendosi la lingua. Non l'ha detto davvero. Non ha appena detto a Liam che gli piace il suo sorriso, vero? Porca di quella troia. Liam arrossisce di più, se possibile, e sorride spostando lo sguardo verso il corrimano delle scale. Ancora più bello. In imbarazzo, con le guance arrossate e un sorrisino timido sulle labbra è ancora più bello del normale. Com'è possibile?

"Dicevo," riprende schiarendosi la voce e stringendo la presa sulla cinta della tracolla, "lo faccio perché non ho motivi per essere scortese con te e no, Liam. Io non ti considero malato, nemmeno da lontano," Liam lo guarda con un'espressione interessata,"Louis ha detto la verità, ho usato questo aggettivo e me ne pento amaramente. Ero preso dalla furia del momento e non ho pensato e nessuna scusa basterebbe per la scortesia di tale scelta di parole, ma-"

"Come parli forbito."

Zayn sbatte le palpebre, sorpreso, guardando interrogativo, "Come scusa?" Liam ridacchia passando una mano guantata sul bicipite opposto. Tatuaggi.

"Ho detto che parli molto forbito, nel senso," si lecca le labbra trattenendo un sorriso,"quel coglione di Louis dice sempre che sei una capra, ma questo lo farà ricredere. Mi piace come parli, sembri un lord." Zayn apre appena la bocca e non perchè Louis lo crede una capra. Liam gli ha appena fatto un complimento.

"Era un complimento o sbaglio?" Liam lo guarda boccheggiando un po', preso alla sprovvista, "Cosa? Io- no! Cioè sì, ma non in quel senso!"

Zayn lo guarda muovere le mani in avanti alla ricerca della spiegazione adatta. Adorabile. "Esistono più sensi per un complimento?" domanda con un sorriso sulle labbra. Liam abbassa le braccia, sconfortato, e sospira.

"No, immagino di no."

"Beh, io ti ho detto che hai un bel sorriso, direi che siamo pari," dice passandosi una mano fra i capelli. Liam sorride annuendo.

"Insomma, perché stai pulendo le scale alle otto e mezza di sera?" insiste appoggiandosi al corrimano. Liam deglutisce guardando il secchio, "Erano sporche e - beh, hai capito."

Zayn si morde un labbro, "Non molto, Lee. Mi puoi spiegare?" Il castano si lecca le labbra continuando a non guardarlo,"Cosa vuoi sapere?" domanda con la voce piccola. Zayn inspira piano.

"Perché sei ossessionato dalla pulizia e l'ordine?"

Liam aggrotta le sopracciglia, "Io non sono ossessionato-" Zayn lo guarda "-Ok, forse, un pochetto." Si toglie i guanti buttandoli sullo scalino.

"Senti, non lo so," sbotta alzando le braccia al cielo,"e non credo di doverlo spiegare a te!" Zayn sbarra gli occhi sorpreso e trattiene una risata.

"Perché stai ridendo?" domanda guardandolo con un leggero broncio, "Ti faccio ridere, Zayn?"

Il moro scoppia a ridere scuotendo la testa e "No, no, Liam! Scusa!" esclama fra le risate, "Non sei tu! Assolutamente! E' che quando sei arrabbiato fai un'espressione molto buffa!" Liam arrossisce di nuovo toccandosi le guance, "Oh."

"Ehi, scusa, non ti volevo prendere in giro, davvero. E' che è così strano vederti arrabbiato. Hai un viso troppo bello perché sia imbronciato." Liam abbassa lo sguardo mentre tutto il viso si colora, "Zayn, smettila, per favore." Zayn lo guarda confuso, "Di fare cosa, scusa?"

Il castano alza gli occhi muovendo una mano fra loro due, "Que- Questo, insomma. I complimenti, il parlarmi, il - tutto."

"Devo smettere di esistere?" Liam sospira nascondendo un sorriso con una finta espressione seria, "Oh, come sei esagerato, Zay." Il moro sorride al soprannome appoggiando la guancia sul palmo della mano, "Sei ancora più bello quando sorridi." Liam sbuffa sorridendo con le mani intrecciate fra di loro in una mossa nervosa.

"Se ti dico perché sono così la smetti di dire stronzate?" Liam che dice parolacce dovrebbe essere illegale. Ispira troppo sesso. Il moro annuisce sorridendo.

"Mia madre era una maniaca del controllo, lo è tutt'ora. Le mie sorelle non le davano retta, per carità," ridacchia e la bocca si piega in maniera deliziosa,"io ero l'unico che l'ascoltasse e lei ha puntato tutto su di me. Ha cominciato ad insegnarmi come mettere ordine in casa e cose così. Mi faceva vedere cosa posso portare i germi e, non sono, hanno cominciato a spaventarmi, i germi. L'idea che fossero ovunque, anche nelle mani delle persone o nell'aria che respiriamo, mi terrorizzava. Ho iniziato ad evitare il contatto della gente, non volevo prendermi i loro germi. E così sono finito in un appartamento con uno sgabuzzino pieno di detersivi e due migliori amici che mi devono sopportare. La storia della mia vita è breve e triste," ride ancora. Zayn lo guarda con le labbra increspate, "Da quando hai cominciato ad evitare le persone?"

Liam ricambia lo sguardo, diffidente, "Avrò avuto all'incirca diciassette anni, credo."

"Hai mai avuto una ragazza o un ragazzo?" Liam emette un verso strozzato strabuzzando gli occhi, "Ma che domanda sarebbe, Zayn?! Io ti appena detto che sono una specie di pazzo fissato con la pulizia e tu mi chiedi se ho mai avuto una relazione?"

"Beh?" esclama alzando le spalle, "Io da piccolo mangiavo la terra ed allevavo lombrichi, con questo?" Liam apre la bocca e scoppia a ridere, chiudendo gli occhi, "Ma cos-?"

"Abbiamo avuto entrambi un'infanzia disastrosa, sorvoliamola." Liam ride più forte.

"Tu sei matto, completamente, definitivamente mat-"

"Non mi hai risposto però," puntualizza con un sorrisetto divertito. Il castano muove le labbra fra di loro ed annuisce, "Sì, ho avuto due relazioni. Danielle ed Andy." Zayn serra la mascella, doveva aspettarselo in fin dei conti. Liam è troppo bello perché qualcuno non lo abbia corteggiato.

"E ci hai fatto sesso?" Liam arrossisce prepotentemente e gli tira un cazzotto scherzoso sullo stomaco, "Oggi sei proprio audace, eh?" Passa nervosamente le mani fra i capelli.

"Oh, dai, Liam. Tu sai praticamente tutto delle mie esperienze sessuali! Harry ha messo un amplificatore fuori dalla mia porta così che-" si lecca le labbra "- insomma, il tutto, si senta nel pianerottolo!"

Liam spalanca gli occhi, incredulo, "E' per questo che si sentiva tutto così tanto?! Oh, cielo, Louis ucciderà Harry appena lo scoprirà! Quel ragazzo è di fuori! Perché l'ha fatto?!" Zayn alza le spalle, "Harry Styles ha dei motivi tutti suoi per fare le cose e spesso nemmeno lui li conosce." Liam scuote la testa ridacchiando.

"Non raggirare le mie domande, Leeyum." Il castano si mordicchia il labbro, sedendosi sullo scalino. "Sì, ho fatto sesso con entrambi, ma non mi sembra che tu debba sapere cose del genere." Zayn lo guarda storcendo le labbra, "Ma non avevi paura del contatto umano? Vuol dire che il sesso non ti spaventa?" Liam fa un verso di sdegno, " E dai, Zayn! Smettila!" esclama ridendo, "Non mi mettere in imbarazzo facendomi ricordare brutte esperienze."

"Non ti è piaciuto?" domanda con voce suadente sedendosi accanto a lui. Liam si irrigidisce, raddrizzando la schiena e deglutendo, "Non ho detto questo," mormora passandosi le mani sulle ginocchia, "Ho avuto solo alcune brutte esperienze."

"Facciamo così, una a testa. Tu mi racconti una tua brutta esperienza e io te ne racconta una mia." Liam respira rilassando la schiena ed annuisce appena, "Inizia tu."

Zayn passa una mano sotto il mento, sfiorandosi la barba, "Mia madre mi ha scoperto mentre mi masturbavo." Liam ridacchia e gli tira una gomitata.

"Questa non vale! A tutti è successa una cosa del genere. Gioca leale, Malik."

Zayn sorride,"Una volta una ragazza mi ha chiesto se poteva farmi la pipì addosso." Liam sbarra gli occhi scoppiando di nuovo a ridere, "Cristo! Che schifo!-" Il moro ride insieme a lui, fermandosi un po' troppo a fissarlo "-E tu che le hai detto?" La barba è folta e Dio, cosa non gli farebbe in questo momento.

"Che il cesso ce lo avevo già in casa." Liam ride più forte. Non capisce da quando gli risulti così attraente. L'ha sempre ritenuto un bel ragazzo, ma non aveva mai pensato a niente di più. Gli sembrava così complicato e difficile relazionarcisi che non si era mai fatto balenare in mente l'idea. Mentre ora lo sbatterebbe addosso ad un muro e-

"Tocca a te." Liam prende un respiro profondo ed esclama tutto d'un fiato con gli occhi chiusi,"Ho che sarazzo cavarmelo inocca sesera primato i denti." O almeno questo è quello che Zayn capisce. Strizza gli occhi, confuso, "Che?"

Liam respira un'altra volta e si gira a controllare che non ci sia nessuno, abbassa la voce.

"Ho chiesto al ragazzo che stava per prendermelo in bocca se si era prima lavato i denti." E butta le braccia sul viso coprendoselo completamente. Zayn si morde un labbro cercando di non ridere e butta fuori l'aria riprendendo il controllo.

"Beh, hai fatto bene," Liam scosta le braccia fissandolo stranito, "l'igiene orale è importante. Io li lavo sempre i denti prima di fare un pompino e anche dopo perché lo sperma è comunque una sostanza zuccherosa che può corrodere i denti." La mascella del castano quasi tocca terra.

"Bene," esclama Zayn scattando in piedi e battendo le mani dopo aver gettato la tracolla sul pianerottolo, "Le puliamo queste scale o vuoi restare ad oziare?" Liam muove le labbra come a dire qualcosa, "Forza, sei diventato un pesce? Vammi a prendere una spugna che le facciamo brillare come mai in vita loro!" Il castano sorride di lato, intrecciando le mani fra di loro.

"Vado e torno," dice mentre si alza e fa i pochi scalini che lo separano dall'appartamento. Zayn lo guarda scomparire dietro la porta sorridendo.

La pioggia sarà pure bella, ma anche l'acqua di un secchio va bene per questa volta.

o|o

Louis guarda il soffitto con una mano sul petto che si alza irregolarmente. Uno, due, respira. Ringhia girandosi su un fianco quando - oh, no!

"Ma porca puttana," esclama scostandosi immediatamente con faccia schifata e mettendosi a sedere sul materasso.

Sbuffa prendendosi la testa fra le mani. La foto di Harry è lì accanto a lui ricoperta dal suo seme. E' davvero una brutta persona.

"Maledetto Harold, potevi essere un cesso con le gambe?! No! Naturalmente, Louis, cosa dici mai? Il vicino che odi con tutto te stesso deve essere un cazzo di fotomodello!" Prende la foto in mano e sta per accartocciarla, ma si morde un labbro. Prende un fazzoletto dal comodino e la pulisce. Toglie le gocce bianche dai ricci di Harry, dalla bocca e dal suo naso. Si pulisce anche il fianco umidiccio su cui si è rotolato un attimo prima.

Non lo fa apposta. Lui ci ha provato, con tutto se stesso, ma quella maledetta foto, con Harry completamente nudo e sorridente - beh, ha avuto la meglio sulla sua forza di volontà.

"Lou? Sei in camera?" Louis sbianca e infila la foto in un cassetto a caso della scrivania prima di mettersi le mutande e una maglia lunga e gettarsi di peso sul letto sfatto. Cerca di riprendere un respiro normale e "Sì, Lee, vieni pure" esclama.

Il castano apre la porta lentamente ed entra con un sorriso allegro e le guance rosse. Louis aggrotta le sopracciglia, "Che succede, Liam?" Il ragazzo apre la bocca per qualche secondo prima di "Niente, perché?" domandare.

Louis conosce Liam come le proprie tasche. E quel sorrisetto allegro non promette niente di buono, assolutamente niente.

"Sei strano, non sembri te."

Liam scoppia a ridere sedendosi sul bordo del letto. Louis spera con tutto se stesso che non ci siano tracce di sperma. "Volevo chiederti una cosa." Ci siamo- pensa Louis - ora mi racconterà qualcosa che c'entra con Zayn. E il sangue inizia a bollire a fuoco basso.

"Certo, dimmi pure." Si sforza di fare un sorriso per lo meno credibile. Di norma è un bravo attore, ma con Liam sembra che tutte le sue abilità vadano a farsi fottere.

"Hai presente-" inizia grattandosi un avambraccio "-la sfida che abbiamo fatto con l'altro appartamento?" Louis si morde un labbro, preoccupato, "No, Lee, non farai la prova del sex tape né lo spogliarello, te lo impedisco." L'amico lo guarda sgranando gli occhi ridacchiando, le guance ancora rosse, ma non troppo, "Perché? Non sono abbastanza sexy?"

Louis rimane di stucco. Dov'è finito il Liam timido ed indifeso? Quello che a una semplice battuta sui pompini lo guardava scandalizzato arrossendo come un pomodoro? E' così diverso questo ragazzo che gli è di fronte adesso. I gesti sono più sicuri, il sorriso più allegro, gli occhi lucenti. Abbassa lo sguardo, sorridendo amaro, "Lo sei troppo, non vorrei che quei due si eccitassero." Liam ride più forte. Dove sei Liam? Cosa ti è successo?

"Comunque non sono venuto per quelle prove, volevo chiederti se potevo farne un'altra." Louis lo guarda negli occhi un attimo aspettando che continui, "Vorrei fare l'artista di strada."

Corruga la fronte e "Beh, sì, lo puoi fare, certo, ma-" lo guarda intensamente, "Lee, la strada. Sei sicuro? E' piena di sporcizia, di gente. Pensi di farcela?"

"Sì, voglio farcela. Ho ventun anni, Lou. Questa mia fobia è senza senso. E' momento che l'affronti." Qualcosa dentro di Louis cade nel vuoto, "Cosa-" deglutisce confuso "cosa intendi?" Liam alza le spalle sorridendo.

"Sono stanco di aver paura di tutto e di tutti. Voglio vivere un po' come una persona normale."

"Liam, che stai dicendo?! Tu sei normale!" Stringe i pugni fino a sentire le unghie premere pericolosamente nella pelle. Liam sbuffa teatralmente, "Hai capito che intendo, Lou. Non-" esclama prima di abbassare la voce ed avvicinarsi quasi imbarazzato "-non scopo con qualcuno da anni. Voglio sentire di nuovo qualcosa, di qualsiasi genere, non mi importa. Voglio solo-" respira sorridendo "vivere."

Louis morde il labbro furiosamente, "Quello che dici è bellissimo, ma non c'è bisogno di-" Stai calmo. Non arrabbiarti, non farlo scappare un'altra volta, "Di buttarsi per strada come un barbone, no?" Liam lo fulmina incrociando le braccia.

"E' una sfida, Louis. L'hai proposta tu!" E Louis si dà del coglione. Poteva mettere, che ne so, gara di uncinetto estremo?

"Sì, ho capito, ma non credevo che tu l'avresti voluta fare, Liam! E' in mezzo alla strada! Tu sei terrorizzato dalle strada, dalla gente, dallo sporco!" Il ragazzo scuote la testa guardandolo ferito, "Avevo pensato che avresti fatto i salti di gioia, Louis, per questo mio spirito di iniziativa. Speravo che fossi felice del fatto che voglio cambiare i miei comportamenti, ma evidentemente mi sbagliavo. Grazie tante e scusa il disturbo." Si alza di scatto e va verso la porta.

"No," sbotta Louis sporgendo un braccio in avanti, "Non te ne andare, Lee. Aspetta!" Liam si gira e lo fissa con aria truce. "Sono davvero contento per questo tuo desiderio di cambiare, amico" Ti dovrebbero bocciare a recitazione, Tomlinson, "Ho solo paura che ti possa succedere qualcosa. Tipo un attacco di panico, capisci?" L'espressione di Liam si addolcisce fino a diventare esclusivamente affetto.

"Lo so, Lou, e sei gentilissimo, davvero. Sei il migliore amico che potessi desiderare, ma ho pensato a tutto. Non ti preoccupare." Louis lo guarda confuso, "Cosa intendi? Ti porterai dei medicinali dietro?"

Liam annuisce, fiero, "Ho parlato con lo psicologo. Prenderò degli ansiolitici prima di andare lì almeno non rischierò di impazzire," ridacchia. Louis sorride amaro. Due braccia muscolose lo abbracciano, "Sei davvero una persona fantastica, tu, Louis Tomlinson. Non scordartelo mai."

Louis pensa che sia impossibile per lui scordarsi questa bugia.

o|o

La mattina del quarto giorno, Louis guarda la lista delle sfide. Nei tre giorni precedenti l'altro appartamento ha completato solo due prove. Come dimenticarselo.

Harry ha girato per un intero giorno nudo e la mattina dopo Zayn è andato a lezione ubriaco completando la sesta prova. Louis non può negare di aver riso come un pazzo. Entrare in Università e trovare il condomino che ballava per i corridoi è stata davvero una delle esperienze più belle della sua vita.

Si passa il pennarello fra le dita, toccandosi il labbro con l'altra mano. Devono darsi una mossa. Quei due imbecilli non hanno fatto molto in tre giorni, ma sono comunque avanti di due rispetto a loro e Louis non può perdere. In nessun modo. Non è una questione di orgoglio - d'accordo, forse un po' lo è- ma piuttosto si tratta di vincere per sopravvivere in quell'Inferno di condominio. Forse.

Sbuffando si passa una mano fra i capelli. Che si fotta la cresta che ha provato a fare stamattina. Lui non è come il perfetto Harry Styles che sembra avere un team di parrucchieri dietro ogni singolo boccolo che si ritrova. Oh, no. Lui è Louis Tomlinson, il ragazzo dai capelli a spaghetto che nemmeno con dieci kg di gel stanno fermi nella posizione che vuole dare loro. Fanculo.

Si siede per terra continuando a fissare le sfide. Oggi completeranno la prima, Liam vuole fare l'artista di strada. Meglio non pensarci o la bile lo farà annegare. E' colpa di Malik, ci scommette il proprio culo statuario. Quel buzzurro sta corrompendo Liam con chissà quali tecniche, forse - forse gli offre favori sessuali in cambio! No, non deve immaginarsi cose del genere. Il suo povero Liam-

"Lou?" Louis si gira di scatto, preso alla sprovvista.

"Avete tutti un piacere perverso nel chiamarmi di spalle quando sono distratto?!" mugugna cercando di alzarsi facendo leva con le braccia sul pavimento. Niall ridacchia appena grattandosi una clavicola scoperta, "E potresti, per favore, indossare qualcosa mentre parli co-"

"No, te l'ho già detto. Mi piace girare per casa così. D'altronde anch'io pago l'affitto quindi faccio quello che mi pare, LouLou." Louis lo fulmina.

"Va bene. Fai come cazzo ti pare, ma se un giorno ti troverai castrato al risveglio, saprai di chi è la colpa."

Niall corruga la fronte incrociando le braccia al petto, "C'è qualcosa che non va?" Louis lo guarda sbuffando, "Solo perché non mi piace vederti nudo non vuol dire che qualcosa non va, non credi?"

Il ragazzo sporge il labbro, pensoso, "Non intendevo quello, Louis. Mi riferivo al fatto che sei ancora più scorbutico del solito."

"Io non son-" Niall alza le sopracciglia "Ok, te lo concedo. Forse un po', vagamente, lo sono, ma oggi no. Anzi, " sorride a tutti denti, "vedi come sono gioviale ed allegro?" esclama girandosi di spalle per fargli capire che la discussione è finita.

"Quindi il fatto che ti ho sentito mentre ti facevi una sega un attimo dopo che il nostro vicino riccioluto completamente nudo ti ha salutato non c'entra nulla, no?" Cazzo.

Si gira in un attimo e lo fulmina mentre le guance prendono colore, "Ma che stronzate dici oggi?! Ti sei fumato il cervello?! Primo, non mi sono fatto una sega. Secondo, origli alle porte? Terzo, Styles non rientra nelle mie fantasie sessuali."

Niall scoppia a ridere, "Lou, ci conosciamo da due anni. Mi vuoi prendere in giro? So perfettamente qual è la tua faccia post orgasmo."

"Ew! Niall, è disgustoso-" Il biondo ride più forte.

"Lou, forza. Ammettilo almeno con me. Guarda che ti capisco. Styles è un fico assurdo. Anch'io ho pensato a come sarebbe sdraiato sotto di me, ansante e sudato. Non sei l'unico essere vivente succube del suo charme." Louis alza il dito medio all'amico.

"Styles non mi piace, non mi sono fatto una sega pensando a lui e non me ne frega niente se le tue fantasie da maniaco sessuale abbracciano anche quella testa di cazzo!"

Niall sorride sornione, le parole di Louis gli sono entrate da un orecchio ed uscite dall'altro, "Facciamo così," dice guardando la faccia arrossata del ragazzo, "tu non sei attratto da Harry come io sono vergine, ci stai?" Louis gli dà un cazzotto sulla spalla che lo fa ridere di gusto.

"Convinciti, Lou, è una battaglia persa ormai. Sei nella merda fino al collo."

Suona il campanello. Niall guarda un attimo la porta per poi andarla ad aprire. In mutande.

"Salve, ho la posta di Tomlinson e Horan," esclama un ragazzo con un cresta bionda vestito di arancione. Velocemente abbassa gli occhi notando l'outfit di Niall, arrossisce appena scostando subito lo sguardo.

"Tu saresti?" domanda Niall con una voce che fa formicolare le dita di Louis. Il ragazzo lo guarda sorpreso per qualche istante. Sfodera un sorriso ampio e "Josh," esclama porgendo la mano a Niall.

"Non ti spaventare," mormora girandosi con un sorrisetto verso Louis e scoccandogli un occhiolino. Louis ha un brutto presentimento. Niall stringe la mano del ragazzo e "Niall," soffia con voce roca un secondo prima di baciarlo.

Louis strozza nella propria saliva. Si stacca immediatamente prendendo le buste di carta dalle mani del postino e sorridendogli divertito. Josh è immobile ad occhi sgranati, "Ciao, zuccherino. Grazie per la posta e-" si avvicina di nuovo a lui che deglutisce vistosamente "-per il bacio." Richiude la porta un attimo dopo.

Louis si gira verso il foglio delle sfide con il pennarello ancora in mano. Toglie il cappuccio.

3) Baciare uno sconosciuto - Fatto

o|o

Il caffè dell'angolo è l'unica cosa che salverebbe di tutta la città. Non le spiagge, non i locali jazz, non la biblioteca. Solo questa piccola stanzetta fumosa e scarsamente illuminata che si nasconde fra le vie più sconosciute di Brighton.

L'ha scoperto durante il primo mese di convivenza con Harry. Ha l'abitudine, spesso, di vagare a caso. Quando è arrabbiato o confuso o semplicemente scazzato comincia a gironzolare senza una meta. In una delle tante sue passeggiate, ha trovato questo caffè. Ci sono giorni in cui passa interi pomeriggi lì dentro con un libro in mano. Si siede nel tavolino all'angolo, ilsuo tavolino, quello con la seggiola che scricchiola, ed ordina un tè alla cannella. Due gocce di latte freddo, mezzo cucchiaino di miele al timo e un brownie al cioccolato. Questa è la ricetta perfetta per cominciare a studiare o leggere o fare qualsiasi cosa gli passi in mente. Spesso prima di cominciare a fare qualcosa, si concede dieci minuti per rilassarsi. Prende la tazza bollente in mano e mentre il vapore gli fa quasi lacrimare gli occhi si gira verso la vetrata del caffè e guarda, girando il cucchiaino nel liquido ambrato. Tiene il taccuino aperto sul tavolo con la penna poco distante. Ogni tanto scribacchia quello che le figure che camminano per la via gli fanno venire in mente. Quasi sempre non sono cose molto carine.

Ticchetta la penna sul tavolo mordicchiandosi un labbro. Nulla di cui scrivere oggi - Like the legend of the phoenix, all ends with beginnings.- Corruga la fronte, sporgendosi un po'. Una voca morbida canta da qualche parte nelle vicinanze. Perrie si avvicina con il brownie, "Tieni, Zay. Sono appena sfornati." Il ragazzo le sorride prendendo il piatto, "Grazie, Pez. Sai chi è che canta?"-What keeps the planet spinnin, the force of love beginning - Perrie mette una ciocca rosa di capelli dietro l'orecchio, pulendosi le mani sul grembiule bianco, "Non ne ho idea, è un ragazzo con una chitarra qua fuori. L'ho visto prima quando ho buttato la spazzatura. E' piuttosto gnocco, se è quello che mi chiedi," risponde ridacchiando, gli occhi celesti contornati da matita nera sfumata. Zayn scuote la testa ridendo insieme a lei, "Sei terribile, ragazza mia. Te l'ho chiesto perché mi sembra di aver sentito questa voce da qualche altra parte. Ha già suonato qua davanti, per caso?" La ragazza alza le spalle scuotendo appena la testa, "Non che io sappia. E' la prima volta che lo sento, ma se tornasse non mi dispiacerebbe, a dirla tutta." Il moro ride con la lingua contro i denti. Perrie gli poggia una mano sulla spalla, "Forza, sto attenta io al tuo quadernino sfigato e alla tua tracolla sdrucita che, sinceramente, te lo dico da amica, potresti anche cambiare," - Zayn dà un'occhiata alla borsa sfilacciata -"Muovi il tuo culo sodo, Malik! Va' a vedere tu stesso se ho brutti gusti in fatto di uomini o no. Su, su," lo incita cercando di farlo sollevare dalla sedia. Il ragazzo si alza scoccandole un bacio sulla guancia fra le risate, "Vedremo quant'è bello questo fantomatico cantante."

Spinge la porta del caffè -She's up all night 'til the sun, I'm up all night to get some - la voce è calda, più soffice nelle prime strofe, incredibilmente prepotente nelle ultime.

"Liam?!" Il castano sbaglia l'accordo alzando gli occhi su Zayn, arrossisce velocemente aprendo la bocca per parlare. "Suoni," dice guardando lo strumento posato sulle ginocchia del condomino, "e canti," lo fissa con gli occhi quasi spalancati. Liam si schiarisce la voce passando i palmi delle mani sul jeans, "No, cioè sì. Più o meno. Se così si può definire-" indica distrattamente l'aria intorno a sè e la custodia nera con qualche spiccio dentro aperta ai suoi piedi "-questo."

Zayn si morde un labbro, "Sei bravo. Non sapevo sapessi cantare." Liam arrossisce di più scoppiando in una risata nervosa, "Non so cantare infatti. Mi piace, ma faccio piuttosto pena. Mia madre mi ha insegnato a strimpellare la chitarra e - beh, eccomi qua."

"Sei bravo davvero, non lo dico per gentilezza. Hai una voce molto sensuale." Liam lo fissa strabuzzando leggermente gli occhi e bofonchiando qualcosa come "Grazie," mentre si gratta il retro della nuca. "Lo fai spesso?" Liam lo guarda interrogativo, "Intendo, il cantare per strada. E' la prima volta che ti vedo." Il castano sorride poggiando la chitarra sulla custodia alzandosi in piedi e sovrastando appena l'altezza dell'altro. Zayn deglutisce al pensiero di Liam in ginocchio con gli occhi sollevati nei suoi mentre glielo prende in bocca. "E' la prima volta che lo faccio, in verità. Sai," dice sollevando un sorrisetto sbieco, "la sfida. Sono l'unico che sa suonare in quell'appartamento e - non so, mi andava di provare qualcosa di diverso." Il moro pensa che potrebbe fargli provare lui, qualcosa di diverso. Scuote la testa.

"Hai risparmiato alle orecchie di molte persone la tortura di Tomlinson che canta." Liam scoppia a ridere infilando una mano in tasca, "Scommetto che l'hai sentito durante il karaoke del condominio," Zayn annuisce guardando i muscoli del collo che spiccano dalla maglietta, "Beh, lì era ubriaco fradicio quindi ha cantato malissimo, ma quando è sobrio ha una voce bellissima, davvero. Dovresti sentire."

Zayn annuisce di nuovo sorridendo. Il fatto che quello che vorrebbe sentire al momento sono solo i respiri spezzati di Liam sotto di lui non sembra positiva come cosa, "Comunque, non volevo interromperti, scusa. Cosa stavi cantando?" domanda sorridendo. Liam lo fissa un attimo di troppo, scuotendo poi la testa ed arrossendo appena guardando la chitarra, "Get lucky, la conosci?"

Zayn si morde un labbro, sopprimendo un sorriso, "No, non mi sembra. Me la canteresti?" Liam ridacchia mentre un vecchietto che passa per la strada bofonchia qualcosa, "No, mi fissi, mi vergogno." Zayn sbuffa in una risata accarezzandogli una guancia scherzosamente, "Giuro che non ti fisso e poi lascio pure qualche sterlina."

Il castano ride prendendo la chitarra da terra e passando la tracolla dietro le spalle, "Lo sai, vero, che stai aiutando il tuo nemico a completare la sfida?" No, non può sorridere così. E' universalmente proibito.

"Lo sai, vero, che non mi frega nulla di questa sfida e che è solo una faccenda fra Harry e Louis?" - Liam annuisce mantenendo il sorriso - "Allora, me la fai sentire o no?"

"Impaziente, sei."

"Come Yoda, parli." Scoppiano entrambi a ridere lì, fuori dal caffè preferito di Zayn. "Te ne canto solo un pezzetto," esclama estraendo il plettro da una tasca. Zayn lo ascolta in silenzio.

Osserva la velocità della sua mano nel cambiare accordo e la morbidezza con cui la sua voce raggiunge le note acute, nessuno sforzo o forzatura. Forse le vorrebbe su di sè, quelle mani. Gli stanno venendo in mente alcuni modi in cui utilizzare quella delicatezza disumana. "Stop, non canto più," sbotta ridendo e togliendosi velocemente la chitarra dalle spalle.

"Ti ho detto una bugia." Gli occhi di Liam si spalancano un attimo, non se lo aspettava, "Riguardo a cosa?"

"La conoscevo, questa canzone." E Liam gli tira un cazzotto scherzoso sul braccio ridendo e "Mi hai fatto sprecare voce inutilmente!" esclamando con una punta di finto sdegno.

"Diciamo che ho sfruttato il mio irresistibile fascino per ottenere una performance personale," risponde sorridendo divertito. "Rimani uno sfruttatore schifoso, Zay!" Il moro sorride mordendosi un labbro. Necessita di una sigaretta o meglio ancora di un intero pacchetto.

"Allora mi correggo: sono riuscito a trovare un modo per osservarti tutto concentrato senza che tu pensi che sono un maniaco."

Il castano strozza nella propria risata, tossendo violentemente, "No, ok. E' uscita peggio di come l'avevo programmata nella mia testa," esclama dando delle pacche sulla schiena ampia di Liam che continua a tossire. Lentamente smette di sputare l'anima e passa una mano agli angoli degli occhi lucidi, sorridendo con quelle sue labbra rosse.

"Non ti stanchi mai di scherzare, eh, Zayn?" Il moro aggrotta le sopracciglia, "Non sto scherzando." Liam arrossisce passandosi la lingua sulle labbra secche, "Certo, convinto tu."

"In cosa starei scherzando, scusami?" Liam sbuffa fuori un po' di aria, alzando lo sguardo con un sorriso che di sincero ha ben poco, "Con il fatto di, beh, un po' tutto, in realtà. Mi parli, mi aiuti a pulire le scale, mi fai complimenti, fai tutte queste battute," Zayn nota come le sue guance siano impossibilmente rosse," Insomma, ok. Fino a bere un caffè e fare due chiacchiere non c'è niente di male, ma ora - mi sembra che tu stia passando un po' il limite. Se ti diverti mi fa piacere, ma se puoi contenerti un po' perché insomma," Zayn corruga la fronte aspettando che finisca, "Insomma cosa?" domanda guardandolo negli occhi. Oggi sembrano aver aggiunto qualche pizzico di nocciola in più vicino alle iridi.

"Insomma mi metti in imbarazzo," sputa fuori abbassando lo sguardo. Zayn alza le sopracciglia, sorpreso, "Ti mette in imbarazzo che qualcuno sia attratto da te?" Liam strozza di nuovo, emettendo un verso poco maschile e fissandolo quasi sconvolto, "Mi mette in imbarazzo questo," esclama mordendosi un labbro, "mi dà fastidio che continui a dire queste stronzate colossali."

"Tu sei convinto che siano stronzate, io sono più che sincero." Liam sbuffa sonoramente, "Se te sei sincero, Niall è vergine." Zayn scoppia a ridere chiudendo gli occhi. Quando li riapre Liam lo sta fissando con la bocca leggermente socchiusa. Si schiarisce la voce con un sorriso mentre il castano scosta lo sguardo.

"Come faccio a convincerti che sono sincero quando dico che ti trovo attraente?" domanda facendo un piccolo passo avanti, avvicinandosi a lui. Liam deglutisce facendone uno indietro e cercando con le mani il muro dietro di sè. "Se ti dico quanto i tuoi occhi mi mandino fuori di testa, funziona? O se ti racconto della sega che mi sono fatto pensando a te dentro di me, mi credi?" mormora nel suo orecchio sentendo il suo corpo tremare appena. "S-smettila, Zayn, per favore"

"Nel mio sogno non dicevi di smettere, anzi. Mi pregavi di continuare mentre passavo la lingua su ogni centimetro del tuo ventre," sussurra sfiorando con una mano il suo fianco. E sa di essere in mezzo ad una strada, non tanto frequentata, ok, ma comunque in una strada dove qualsiasi persona potrebbe passare da un momento all'altro e trovarlo praticamente attaccato al corpo di Liam mentre le mani di questo sono spiaccicate al muro a cui è appoggiato. Piuttosto ambigua come scena, no?

"Zayn, basta," dice con la voce che trema appena, "per favore, siamo in mezzo ad una strada."

Oh. Quindi è questo quello che lo preoccupa? Il fatto che sono in mezzo ad una strada? Non il piuttosto ovvio accenno di erezione che struscia sulla sua coscia? Non il fiato bollente che gli accarezza la pelle? Lui è preoccupato che qualcuno li possa vedere, non che Zayn si spinga oltre.

"Non vuoi che ci vedano? O non vuoi che faccia altro?" insiste facendo scivolare la mano sulla banda dei suoi jeans. Liam deglutisce ancora, arpionandogli la mano in una morsa stretta, "Ci conosciamo appena, Zayn. Non puoi essere attratto da me," e la sua voce è quasi infantile mentre lo dice. Zayn si sente un po' una bestia al momento. Si allontana dal corpo del ragazzo liberandosi dalla presa della mano e fissandolo serio,"La vuoi smettere?" -Liam lo guarda insicuro e confuso- "Puoi smettere gentilmente di sminuirti in ogni singola cosa?" domanda stringendo le mani in un pugno, "Sei bello, Liam. Davvero. Non solo-" gli accarezza una spalla sentendolo gelarsi, la ritrae immediatamente, "Non solo fisicamente. Sei bello anche dentro, come persona," Liam abbassa il viso, "Quando sei venuto a prendere il caffè a casa mia, quando parlavamo, prima che arrivasse quel coglione del tuo coinquilino," Liam ridacchia appena, "sono stato bene con te. E non mi succedeva da tanto di stare bene con una persona. Preferisco stare per i fatti miei, Harry lo sa bene. Difficilmente mi metto a chiacchiere con qualcuno, soprattutto di prima mattina, ma con te ho davvero passato una bella mattinata. Mi sono sentito a mio agio dopo tanto e ho pensato ehi, lo voglio conoscere meglio perché, oltre ad essere fottutamente sexy, è anche interessante!"

"Smettila per favore, davvero. Non sono a mio agio," mormora mentre si morde il labbro con foga. E' da brutte persone pensare a come utilizzare quelle labbra quando il proprietario è quasi in lacrime.

"Voglio solo che tu capisca che sono attratto da te, Liam." Il castano lo osserva con le sopracciglia sollevate, "Beh, il fatto che tu abbia appena cercato di stuprarmi-" Che esagerazione! "nel bel mezzo del giorno è piuttosto illuminante, Zayn." Zayn non riesce a capire se sia arrabbiato o no.

"Non mi sembravi così contrario, sbaglio?"

Lo sguardo che gli lancia in risposta è piuttosto chiaro. Le labbra morbide che si scontrano contro le sue un attimo dopo lo sono di meno.

Sbarra gli occhi arpionando le mani sulle spalle grandi di Liam che preme contro di lui con tutto il corpo. Muove le labbra, cerca di rispondere al bacio che sa più di morso, ma non fa in tempo perché il castano si è già scostato. Lo guarda ad occhi sbarrati come se gli avesse appena tirato uno schiaffo e si sentisse in colpa. Liam invece sorride, beffardo, così diverso dal suo solito.

"Beh," inizia piegandosi a sistemare la chitarra nella custodia. Zayn non gli guarda il culo, tanto per la cronaca- "Direi che ci vediamo a casa." E gli dà un bacio a fior di labbra, uno sfioramento, prima di mettere la custodia in spalla ed andarsene per un vicolo accompagnato dalle proprie risate.

Zayn rientra nel caffè e si siede al proprio tavolo. "Allora? Non sbaglio, eh? Quel ragazzo è fico, vero?" Alza lo sguardo e fissa gli occhi celesti e divertiti di Perrie, "Non sbagli," mormora guardando fuori dalla vetrata, "Liam è proprio fico."

o|o

E' piuttosto fiero di come stanno andando le cose. Non sono indietro, anzi. Sono quasi in pari con quei due coglioni e sì, questo è decisamente positivo.

Se avesse voglia, potrebbe analizzare un po' di più quello che gli passa la testa, capire perché sente il bisogno di vincere ad ogni costo. E non è solo per le conseguenze che la sconfitta comporterebbe, quelle non lo preoccupano più di tanto. Forse.

Quando era piccolo, giocava a pallone insieme ai suoi amici ogni Sabato pomeriggio. La sua squadra si chiamava I Gamberetti, colpa del capitano di terza elementare che faceva di cognome Shrimp. Erano piuttosto forti, escludendo Freddie e Adam che non prendevano il pallone nemmeno se fermo. Louis era il più bravo, poco ma sicuro. Era veloce, scattante, preciso e tremendamente competitivo. Sua madre spesso si preoccupava per questo suo aspetto caratteriale. Una volta ha dato un morso ad un altro bambino perché aveva osato fregargli la palla da sotto il naso con un passaggio più che lecito. Il coach lo aveva sospeso per due settimane e sua madre lo aveva punito con pane e acqua per due giorni.

Durante l'infanzia, molti bambini sono competitivi. Vogliono dimostrare ai genitori quanto sono bravi, quanto sanno fare, quanto affetto si meritino. Louis però non era così. Non gli importava nulla di ottenere il riconoscimento di mamma e babbo. Quello che lui desiderava era esclusivamente l'onnipotenza che solo la vittoria può darti, quella scossa elettrica lungo gli arti, quella sensazione di Universo nel petto. Per questo, Louis voleva vincere. Si sentiva importante, forte, irraggiungibile. L'unico ragazzo al mondo che poteva toccare il cielo con un dito.

E questa sfida non è niente di più. E' solo l'ennesima prova che i lati infantili del carattere spesso non se ne vanno. Che restano lì, nascosti, a solidificarsi. Pronti a riemergere nei momenti più inaspettati.

Non è una questione personale, no. Non lo fa per dare una lezione a quel ricciolo demoniaco. Ok, forse, un po' è anche per quello. Solo lontanamente, però. Senza dubbio, vedere la sua faccia sconfitta e silenziosa sarebbe una delle vittorie più importanti della sua vita, come quella volta che vinse a Bingo contro sua nonna, la campionessa in carica di Doncaster. Tornando al punto, a Louis non interessa vincere perché è in gara con Harry. A lui interessa solo ed esclusivamente la vittoria, punto.

Sbuffa sonoramente disegnando una specie di uomo al cappio in cima alla pagina de L'arte melodrammatica nel XIX secolo. Dovrebbe concentrarsi di più. Fra poco c'è l'esame e non può bocciarlo di nuovo, sua madre non glielo perdonerebbe.

E' faticoso fare questa scuola, ok? La ama, in tutto e per tutto, ma spesso sente di non farcela. Di non essere abbastanza. Quando vede quei ragazzini tutti pompati che recitano Amleto imitando perfettamente gli attori più famosi, gli bolle il sangue. Prendono voti alti, i bastardi, perché i professori nemmeno li ascoltano. Se ne sbattono altamente di capire il senso vero degli scritti di Shakespeare. Vanno lì, scodellano la parte a memoria, firmano il loro voto e se ne vanno al primo bar a festeggiare. Non stanno le ore sopra le righe, ad analizzare l'intonazione e la mimica dei maestri su YouTube. Non pensa di essere più bravo di loro. Loro sono furbi, sanno come ottenere il massimo facendo il minino, mentre lui è stupido. Si fa prendere dall'emozione, sbaglia le battute per la tensione che il pezzo gli trasmette e finisce per prendere il suo solito ventitrè tirato. Fa sospirare sua madre al telefono ogni volta che le spiega perché non ha passato questo e quell'esame. Non è un bravo figlio.

La suoneria del suo cellulare parte al massimo del volume - I like big butts and I can not lie, you other brothers can't deny - "Stupido Niall che imposta queste stupide suonerie!" esclama alzando gli occhi al cielo per riabbassarli subito dopo sullo schermo, Greg.

Perché Greg lo sta chiamando a - dà un'occhiata all'orario - le otto di Venerdì sera? Schiaccia il pulsante verde. "Pronto?"

"Louis, ehi!" Louis si mordicchia un labbro, "Ehi tu, Greg. Come stai?" Dall'altra parte del telefono si sente rumore di piatti che sbattono, "Tutto bene, senti," Louis si gratta il retro del collo, "sono in città per pochi giorni. Ora sono in un locale, ma avevo intenzione di andare in un posto un po' più tranquillo. E' tanto che non ci vediamo. Non so sei a casa e se è troppo scortes-"

"No, assolutamente, Greg. Vieni pure a casa mia. Sto studiando, ma avevo già una mezza idea di fare una pausa quindi, beh, sei il benvenuto." Greg ride mormorando un "Mi scusi" a qualcuno.

"Non studi, Tomlinson? Fai il bambino cattivo?" dice abbassando la voce. Louis ghigna continuando a mordersi il labbro, "Uh, non sai quanto." Il respiro appena affannato dell'uomo arriva all'orecchio del castano.

"Fai in fretta, Greg, non ho nemmeno i boxer addosso," mormora con un sorriso. Questo sì che è un respiro affannato, pensa Louis ridendo con se stesso.

"Dio, Louis, fatti trovare sul letto, uso le chiavi dello zerbino-"

"No, aspetta," esclama abbassando subito dopo la voce, "Ti aspetto fuori dalla porta, andiamo in un posto speciale, Daddy."

Greg sospira pesantemente. Louis sa che probabilmente si sta toccando, pur essendo in mezzo alla gente, deve essere piuttosto ubriaco, "Cristo, mi fai impazzire quando mi chiami così." Il castano ghigna, "Lo so, Daddy, muoviti a venire qui che LouLou deve essere punito. Oggi non ha studiato nemmeno un pochino," sussurra con voce smielata. Potrebbe fare il centralinista di una linea porno, ne è certo. Magari insieme a Styles.

Scuote la testa velocemente sentendo un gemito roco, "Oh, sì, ti punirò, Lou, non sai quanto." Louis sente una piccola scossa lungo la schiena, perché la voce di Greg al telefono gli ricorda così tanto Har-

"Ti aspetto, Daddy." E finisce la chiamata chiudendo gli occhi. "Fra poco siamo pari, Styles," mormora a se stesso. Si alza dalla sedia e va in bagno per darsi una sciacquata. Greg arriverà fra poco.

"Greg- mpfh - Greg, aspetta!" mormora spintonandolo lontano da sé. "Louis," mugola con quella voce spingendolo verso la porta, le labbra incollate al collo del castano. Louis lo spintona ancora, "Fammi prendere almeno le chiavi," sbuffa chinandosi e prendendo le chiavi da dietro il vaso. Prevedibile.

"Ma questa non è casa tua." Oh, che genio! L'ha capito ora.

"No, Greg, non lo è. Proviamo una cosa diversa stasera." L'uomo alza le sopracciglia, malizioso, "Mi piaci quando fai il porco." Louis alza gli occhi al cielo, "Mh, anche a me."

Infila le chiavi nella toppa e gira. Un rumore metallico fa scattare la serratura. E' dentro. Si guarda intorno e nessun suono sospetto lo fa allarmare. In casa non c'è nessuno come aveva calcolato, per fortuna.

"Allora, ascoltami ora; devo un attimo prepararmi e poi ti chiamo. Tu vieni in camera e poi-" gli accarezza una guancia osservando i suoi occhi che si chiudono. Greg è proprio una puttana.

"Sì, Lou," soffia con il fiato pesante di alcool. Ugh.

Louis gli lancia un occhiolino, ma probabilmente per quanto è ubriaco nemmeno se ne accorge. Si guarda intorno e zampetta velocemente verso le uniche porte chiuse che vede. Ne apre una a caso. Bingo.

L'arredamento è piuttosto standard. Una libreria, un letto ad una piazza e mezzo, una scrivania con libri e computer sopra, delle mensole con oggi vari. Louis si concede qualche secondo per ficcare il naso fra i cimeli di famiglia che trova. Un cappello colorato ed infeltrito che deve avere come minimo una decina di anni è posto con cura su una mensola. Poco distante ci sono varie cornici. Una di queste cattura l'attenzione del ragazzo.

Nella fotografia ci sono due persone, anzi, un bambino e una ragazzetta. Il bambino ha i capelli biondastri, lisci, tagliati in un orrendo caschetto con frangia. Tiene in mano un pupazzo di pezza e guarda la fotocamera con sguardo curioso. La ragazza invece ha una coda alta, i capelli corvini, un sorriso con fossette e gli stessi grandi occhi verdi dell'altro.

"Peccato la crescita abbia rovinato questo adorabile faccino, Harold," dice passando un dito sulla faccia del bambino.

Scosta lo guardo e si mette le mani sui fianchi. Osserva velocemente la stanza e con pochi passi raggiunge la scrivania. Prende il telefono dalla tasca e lo posiziona in modo che non si muova. Harry sarà molto felice.

"Greg, vieni qui."

Rumore di qualcosa che scontra qualcosa, qualche imprecazione e Greg compare alla soglia della porta con occhi famelici. Louis deglutisce. Basta che non pensi a niente. Si deve godere il momento e tutto andrà bene.

Certo.

"Sdraiati sul letto, Daddy, per favore." Louis è davvero terribile quando si mette d'impegno. L'uomo alza la bocca in quello che sembra essere un ghigno, ma che esce fuori più come un sorrisetto scoordinato. Si sbottona la camicia in fretta, mancando spesso i bottoni e ritornandoci sopra. Si toglie le scarpe con i talloni e si slaccia i pantaloni malamente, buttandosi sul materasso qualche istante dopo. Louis lo guarda scuotendo la testa.

Lo fa perché vuole vincere. La vittoria è l'unica cosa che conta. Con un sospiro, si abbassa i pantaloni della tuta e solleva le braccia per togliersi la maglietta.

"Voglio che mi cavalchi, Louis - hic - che vieni - vieni solo per il mio cazzo," farfuglia cercando di togliere anche le mutande. Abbassa lo sguardo e ghigna, fa una fottuto ghigno con quella bocca schifosa. Louis rabbrividisce.

"Hai proprio un bel cazzo. Te - lo hanno mai detto?" E Louis ride.

"Sei ubriaco marcio, Gregory."

"Voglio solo scoparti, Lou. Vieni mh- qui." Il castano sospira, chiudendo un attimo gli occhi. E' solo una sciocca sfida. Va verso la scrivania e sblocca il cellulare, attivando il video. Fa attenzione a non inquadrare il proprio viso. Prende dalla tasca del pantalone un profilattico e lo butta sul materasso.

Si arrampica sul letto e si siede sul grembo di Greg, il membro umido dell'uomo a contatto con le sue cosce.

"Ora facciamo un gioco," mormora chinandosi all'altezza del suo orecchio, l'odore di vodka lo travolge, "non devi mai e dico mai dire il mio nome, Daddy, ok? Altrimenti me ne vado." Il respiro di Greg si inceppa per qualche secondo.

"Mi ecciti quando fai l'autoritario," esclama con la lingua pesante. Louis sospira muovendo lentamente il bacino in avanti. Un mugolio esce dalla bocca di Greg.

"Mh, sì. Bravo, Lo-" la mano del castano si fionda sulle sue labbra. Lo fulmina con lo sguardo, "Bravo, tesoro. Muoviti per il tuo papà." Louis aumenta leggermente il ritmo.

Quando sente che ormai Greg è completamente eccitato punta le ginocchia sul materasso, sollevandosi appena. Apre il preservativo e lo srotola sull'asta con un gesto fluido. Non si farà preparare da lui, ha già fatto da sé mentre lo aspettava. Sapeva che sarebbe stato troppo ubriaco per fare qualsiasi cosa che non comportasse il grugnire o il mugolare quindi ha preferito evitare di portarsi dietro un culo bruciante il giorno successivo e di far finire il tutto nel minor tempo possibile. In fondo, è solo una sfida.

Prende in mano il membro dell'uomo e lo allinea con la propria entrata. Lo tiene fermo dalla base ed inizia a chinarsi lentamente. La pelle grinzosa ingloba la punta completamente senza troppi sforzi.

"Cristo, così. Vai."

Si morde un labbro e strizza gli occhi sedendosi tutto d'un colpo sul bacino dell'uomo. Il sedere gli va a fuoco.

Dieci minuti scarsi e Greg sfodera una litania di "Oh, sì. Sei così stretto, mh. Cazzo," venendo dentro il lattice del profilattico. Louis dà qualche pompata al proprio membro e buttando la testa in avanti lascia che il proprio seme coli lungo il petto dell'uomo. Si scastra dalla posizione velocemente e rotola giù dal letto. Si avvicina alla scrivania e blocca il video, premendo Salva.

Si passa una mano fra i capelli e sospira. Si sente strano. Ha come un macigno nello stomaco e non capisce perché. Il sesso non ha fatto schifo. In fondo rimane pur sempre sesso, ma la sensazione di prurito che prova su tutto il corpo gli è nuova.

Greg è morente sul materasso, non sembra dare il minino accenno di vita.

"Gregory?" Sente un leggero russare. Sta scherzando, vero?

"Greg, cazzo. Sveglia! Sei impazzito?" esclama scuotendogli una spalla con forza, "Dobbiamo andarcene subito, muoviti!" L'uomo apre una palpebra, sbigottito. Farfuglia qualcosa alzandosi e rivestendosi. Indossa ancora il preservativo.

Quando sono fuori dall'appartamento e Louis ha riposto la chiave dietro al vaso di basilico, Greg si china per dargli un bacio. Louis allaccia le braccia al suo collo ed apre la bocca permettendo alla sua lingua di accarezzare la propria per qualche secondo. Poi si stacca e sorridendo scuote la mano.

Greg sorride debolmente e comincia a scendere le scale. Louis lo guarda finché non lo vede più, sblocca di nuovo il cellulare, apre la mail e preme Invia.

Una volta nel letto, la sensazione di prurito non è ancora scomparsa.

o|o

"Louis testa di cazzo, figlio di puttana, stronzo, pezzo di merda Tomlinson, apri questa cazzo di porta o la sfondo!"

Louis si morde un labbro, sogghignando. Apre la porta.

"A cosa devo questa piacevolissima visita di Sabato mattina, Priscilla? Se cerchi Liam, ahimé, è andato a fare la spesa. Per quanto riguarda Niall, beh, è a fare le cose da Niall da non so chi, quindi oggi non è la tua giornata fortunata, Helen." Gli occhi verdi sono furiosi. Non li ha mai visti così pieni di rabbia, è quasi, quasi spaventato.

"Io ti denuncio!" urla spintonandolo dal petto, "Sei un cazzo di pervertito figlio di troia! Hai davvero oltrepassato ogni limite!" Louis traballa indietro finendo contro il muro, "Ti ammazzo, lo giuro! Ora davvero hai esagerato! Hai infranto non so quante leggi solo per spuntare quella cazzo di prova dalla lista!"

Louis raddrizza la schiena e lo fulmina con le mani sui fianchi. Se fosse più alto forse potrebbe anche intimorirlo un pochetto, ma con il metro e settanta scarso che si ritrova è un po' impossibile fare l'autoritario con questo colosso di ragazzo.

"Sapevi perfettamente cosa avrebbe comportato firmare la sfida, Harolda, non venire a fare la vittima da me. Ho completato la sfida del sex tape e non ho ucciso nessuno quindi non rompere." Harry lo spintona ancora con gli occhi infuocati avvicinandosi terribilmente al suo viso.

"Smettila di chiamarmi con nomi femminili o giuro su mia madre che ti castro con delle forbicine per unghie, Louise," sibila ad un centimetro dal sua bocca. Louis trema appena. Lo spintona lontano da sé, incenerendolo.

"Ok, Harold. Non ti chiamerò più con nomi femminili, Harold. Felice, Harold?" Harry lo spiaccica al muro tenendo un avambraccio sul suo petto e sussurrandogli all'orecchio. Una sensazione di voragine gli si espande nello sterno.

"Non fare lo spiritoso, Louis, perché oggi non è proprio aria. Sono buono e caro e mi è sembrato di non averti mai mancato di rispetto, ma tu non hai fatto altrettanto, mh? Ti piaceva mentre quella scimmia te lo metteva in culo, eh? Ti sentivi importante a muoverti sul cazzo di quello, non è vero? Ti sei sentito per la prima volta accettato, piccolo Louis? Ma non sai che ti voleva solo per il tuo culo? Che non gliene fregava una minchia di te, esattamente come a tutte le persone che ti circondano?" Louis deglutisce ad occhi chiusi spingendolo di nuovo lontano.

"Pensi davvero che questa tattica funzioni con me, Styles? Credi davvero che io sia complessato e che le tue frasette semi-sarcastiche mi faranno scoppiare a piangere come una ragazzina? Beh, ti sbagli, boccio di rosa. Le tue fantasie non ti porteranno a nulla." Harry ghigna abbassando lo sguardo, Louis fa altrettanto e-

Oh.

Non lo aveva notato.

"Sei sicuro che le mie fantasie non porteranno a nulla? A me sembra che qualcuno sia piuttosto felice di assecondarle, queste mie fantasie. Ti sei eccitato all'idea di avere il cazzo di qualcuno in culo, stronzo?"

Ok, forse è vagamente eccitato, ma non è colpa sua! Il suo corpo non capisce la differenza tra buona vicinanza fra corpi e cattiva vicinanza fra corpi. Non sa quando deve reagire positivamente ad un ragazzo spalmato su di sé e quando no. Oggi, decisamente, ha letto male la situazione. Si passa una mano sulla patta, cercando di camuffare un po' l'accenno di erezione.

"Oh, sì. Mi hai scoperto, Styles. L'idea di avere il tuo pene rugoso dentro di me mi ha mandato in estasi, ahimè. Ho un debole per i ragazzini che puzzano ancora di latte. Forse dovrei andare in terapia per questo."

"O forse dovresti solo farti scopare più regolarmente." Louis alza un sopracciglio.

"Tu cosa ne sapresti della mia attività sessuale, scusami tanto?"

"Si vede quando hai scopato o no. Si vede anche se hai scopato bene o no e dalla tua faccia, oggi, capisco che quello di ieri non sapeva minimamente come toccarti," mormora facendo scorrere due dita lungo il suo braccio. Louis non ha la pelle d'oca.

"Sono davvero lusingato da questa tua attenzione nei miei confronti. Non sapevo che fossi segretamente innamorato di me, ne avremmo potuto parlare davanti ad una replica di My Little Pony, principessa. Forse avremmo potuto anche berci una bella tazza di tè nelle tazzine rosa!" La risata di Harry esplode roca e gutturale facendo rizzare i pelli delle braccia di Louis.

"Oppure potremmo fare così."

Louis apre la bocca per parlare, ma - Harry lo bacia. Prende con quelle gigantesche mani le sue guance e preme la proprio bocca calda contro la sua, muovendo lentamente le labbra. Le mani di Louis si stringono sulle maniglie dell'amore, inesistenti, del ragazzo. Lecca il bordo del labbro inferiore, chiedendo il permesso. Il castano spalanca immediatamente incontrando a metà la lingua di Harry. La passa sopra i denti bianchi del riccio e sente qualcosa di estremamente dolce - cioccolato? Marmellata? - che gli fa stringere la presa sui fianchi asciutti. E' stranamente dolce e calmo, questo bacio. Da come è andata tutta la conversazione si aspettava un bacio di morsi e denti eppure - aspetta. Lui non si aspettava proprio nessun bacio! Perché lo sta baciando?

Si stacca di colpo pulendosi la bocca con il dorso della mano, "Ma che fai?! Sei impazzito?!" sbotta sentendo il sangue a metà strada, indeciso se andare sulle guance o sotto il bacino. Harry lo guarda qualche secondo. Poi lo sbatte con forza al muro sollevandolo dalle ascelle e baciandolo con foga. Louis si fa sollevare come un sacco di patate, allacciando le gambe dietro la sua schiena.

La lingua di Harry si muove velocemente dentro la sua bocca. E' come se cercasse di marchiare ogni angolo della cavità umidiccia del castano, come a dire ehi, qua ci sono stato io.Louis è piuttosto consenziente.

Porta le mani sul suo sedere e - Oh. Louis sapeva che quelle mani enormi sarebbero state perfette per il proprio culo. Non che ci abbia mai pensato, naturalmente. Mugola piano un verso di approvazione nella bocca del riccio che lo preme ancora di più contro il muro. Gli stringe con forza le natiche mentre comincia a muovere in cerchi sporchi il bacino. Louis strizza gli occhi portando le mani fra i suoi capelli.

Una parte di sé vorrebbe spingerlo via ed urlargli contro, l'altra vorrebbe averlo ancora più vicino, più dentro. Non è mai stato una persona che riesce a prendere immediatamente la decisione giusta.

Lo spinge dal petto mentre continua a baciarlo. Muove il bacino contro il suo cercando di allontanarlo con i piedi conficcati nella schiena. Harry si stacca guardandolo piuttosto confuso. Le labbra sono più rosse del solito, scintillanti di saliva. Il respiro è un po' accelerato e le pupille sono enormi, l'usuale verde ridotto ad un piccolissimo cerchietto. Louis sospira frustrato e lo bacia di nuovo, muovendo la lingua alla propria velocità. Il riccio sussulta preso alla sprovvista, ma risponde al bacio con altrettanta foga.

"Di- " Porta le labbra lungo il collo niveo, mordendo debolmente più punti, "andiamo di là, in camera mia, Harreh," un sospiro più accentuato degli altri gli fa intendere che sì, Harry vuole andare in camera. Attaccato come un koala al corpo muscolo del ragazzo si fa trasportare senza troppi problemi in camera.

Il letto è ancora sfatto e ci sono qualche maglietta buttata a caso per terra. Louis non ne tiene conto quando Harry lo fa stendere sul materasso, salendogli sopra. La pressione del suo corpo è più che piacevole. Emana un terribile calore e Louis sente il bisogno di meno vestiti e decisamente più azione.

Il bacino di Harry comincia di nuovo a muoversi sul suo, facendogli sfuggire qualche mugolio strozzato. E' meraviglioso, fantastico, stupendo, indescrivibile, è - Harry, il vicino che odia. Louis deglutisce un attimo, chiudendo gli occhi e passando le mani fra i ricci mentre cerca di non gemere per la bocca che gli sta succhiando la pelle del collo. I boccoli sono morbidissimi, Louis nota. Sembrano quelli di un bambino appena nato, ancora soffici e definiti per la mancanza di shampoo e prodotti chimici a rovinarli. Se li fa scorrere fra le dita tirandone una manciata per esperimento. Harry geme contro le sue clavicole, facendolo rabbrividire. Interessante. Farà uso di questa piccola scoperta la prossima volta.

No, aspetta. Non ci sarà nessuna prossima volta. E' una cosa da una botta e via. Serve a scaricare la tensione che c'è fra di loro, a calmare le acque in tempesta. Non a consolidare una bellissima relazione fatta di petali di rosa e bacetti al cioccolato - eh? Tralasciando, questa è la prima e ultima volta. Non si ripeterà mai una cosa del genere fra di loro. Per questo Louis decide di staccare il cervello e godersi l'esperienza ignorando i sensi di colpa. Ha tutto domani per darsi dello stupido e Liam per ricordagli quanto sia stato sciocco, insensato ed immaturo.

"Togli - mh, togli la maglia."

Louis sbatte le palpebre un paio di volte prima di sentire le mani enormi di Harry sollevargli insicure la maglia. Alza le braccia per facilitare il lavoro, passando, una volta finita la maglia accanto a quelle dimenticate sul pavimento, a sbottonare gli skinny jeans del ragazzo. E siamo seri? Questi sono davvero dei jeans umanamente indossabili? Louis dubita. Sono talmente aderenti che se mettesse della cera depilatoria fra la pelle e la stoffa potrebbe tranquillamente far urlare di dolore il povero malcapitato che cerchi di toglierseli. Alle volte i propri pensieri lo spaventato alquanto.

Harry fa scorrere il pantalone lungo le cosce magre e Louis lo osserva con lo stomaco in subbuglio. Quelle gambe sono infinite. Sono talmente lunghe che potrebbe disegnarci sopra un intero sketch di fumetti, facendoci rientrare pure le scritte di ringraziamento.

Quando gli skinny di Harry cadono a terra, Louis solleva i lembi della maglietta bianca del ragazzo, cercando di togliergliela e ovviamente Harry ha il petto scolpito come una statua greca. Aveva dei dubbi? I pettorali sono pieni e definiti dal migliore dei pittori del XIII secolo. Louis non ha appena fatto riferimento a storia dell'arte, vero?

"I pantaloni," mormora con la voce arrochita di uno che dorme da mesi, Louis alza lo sguardo ed incontra il suo. Lui lo ha portato a questo livello. E' lui che lo fa sembrare una pornostar pronta a girare con quei suoi slip tesi a nascondere un'erezione pronunciata e seriamente, chi indossa ancora gli slip al giorno d'oggi?

"Togliti i pantaloni, Louis. Ora, voglio vederti."

Louis rabbrividisce appena, annuendo e sbottonandosi i jeans chiari. Li getta in fondo al letto senza guardare.

Lo sguardo di Harry sul suo corpo lo fa tremare. Chiude gli occhi per non guardarlo e, soprattutto, per evitare di venire all'istante come un cazzo di quattordicenne che riceve la prima sega. Sembra un animale affamato che ha appena catturato la propria preda e che è pronto a sbranarla a momenti. Fa scorrere le dita affusolate sulle clavicole, il petto, la pancia, l'addome, l'inguine di Louis, facendo rizzare ogni singolo pelo che il castano si ritrova. L'erezione di Louis urla di essere presa in considerazione, rilasciando abbondante liquido preseminale all'interno dei boxer a quadri.

"Sei - " Louis apre gli occhi mordendosi un labbro, non sa cosa aspettarsi. Gli occhi di Harry sono enormi e lo guardano intensamente mentre le dita vagano lungo la banda dell'ultimo indumento rimasto, "sei stupendo."

Louis solleva le sopracciglia, sentendo il poco sangue che non è finito nelle mutande affluire alle guance. Si morde la lingua e chiude gli occhi, girando la testa del cuscino. Il tessuto quadrettato scende lungo le cosce con tale lentezza da farlo gemere di frustrazione.

"Dai, Harry, muoviti, per favore," mormora stringendo le lenzuola stropicciate con le mani. Lo sguardo del riccio gli perfora la pelle, ma non ha il coraggio di incrociarlo. Non può venire senza nemmeno essere stato toccato, non se lo perdonerebbe mai.

Per qualche istante non sente più le mani sulla proprio pelle e quasi brucia, come sensazione. Spalanca gli occhi, curioso, per vedere cosa Harry stia facendo e si maledice per averlo fatto. Il riccio si è tolto quei ridicoli slip bianchi e con l'erezione semi-eretta in mano, gli occhi chiusi e un labbro fra i denti sta pompando velocemente per scaricare un po' dell'eccitazione. Louis spalanca gli occhi.

Come ha intenzione di fare entrare quel coso dentro il suo culo? E' semplicemente - è enorme. Louis non può farcela. Mugolando interdetto strizza gli occhi di nuovo e si passa le mani sul viso sudato. Domani non riuscirà a camminare.

Quando sente l'ombra di un paio di labbra che scendono dal suo petto sempre più in basso, Louis apre gli occhi. Harry lo sta fissando con aria innocente mentre scende pericolosamente sul suo corpo, marcando a fuoco ogni lembo su cui si posa. Per qualche istante si guardano intensamente ed Harry si ferma. Si fissano senza un perché, forse cercando spiegazioni a tutto quello che sta succedendo, forse semplicemente per il gusto di guardarsi. Poi Harry abbassa lo sguardo e posa le labbra sulla pelle chiara che unisce il busto al bacino, inizia a succhiare, passando la lingua sopra. Louis strizza gli occhi ed infila le mani fra i ricci del ragazzo, cercando di incitarlo a fare qualcosa di più sostanzioso.

Con un ridicolo rumore di bava ed appiccicume il riccio si stacca accarezzando la macchia rossastra che a breve diventerà violacea. Louis non ha il coraggio di aprire gli occhi. Harry risale con il viso fino a quello del ragazzo e lo bacia, lentamente, permettendo a Louis di sentire il sapore salato della propria pelle. Apre la bocca e stringe le braccia dietro il suo collo quando una mano gigante gli circonda la base del membro. E - ok, Louis è superiore a queste cose. Può resistere. In fondo è solo una sega, nulla di nuovo, riesce perfettamente a non venire all'istante.

Allora perché sente già l'orgasmo crescere nel basso ventre? Inizia a muovere la mano con gesti lenti. Passa il pollice sulla punta, lubrificando l'asta con il liquido che il membro ha già riversato e Louis sente i polmoni abbandonarlo completamente.

"Hai qualcosa-?"

Il castano spalanca gli occhi, a corto di fiato, di parole e di qualsiasi altra cosa, e li pianta in quelli di Harry. Sono dei pozzi neri, il verde è quasi completamente inghiottito. Lo vuole, lo desidera da morire e Louis si sente piccolo. Perché si sente piccolo davanti a lui?

"Cassetto," soffia con un filo di voce, sporgendo un dito verso il comodino. Richiude gli occhi cercando di pensare alle cose più brutte possibili. Una cane che muore, i suoi genitori che fanno sesso, Niall nudo mentre fa colazione. Fa di tutto per rallentare la morsa di fuoco che gli stringe le viscere.

Quando sente il rumore di una bottiglietta che si stappa, non riesce a capire come abbia fatto ad aprire il cassetto senza che lui se ne accorgesse, non che gli importi più di tanto. Al momento la vista delle dita lunghe e dinoccolate di Harry cosparse di lubrificante che scompaiono in mezzo alle proprie gambe sono molto più interessanti da guardare.

Sussulta un attimo quando sente una falange premere contro la propria entrata. Il liquido è freddo e lui sta andando a fuoco, il cambiamento di temperatura è notevole. Harry si ferma appena nota la sua tensione.

"Mh," mormora con voce quasi incerta, "preferisci - non so," borbotta e Louis lo guarda in faccia e - sta arrossendo. Due occhi verdi lo guardano, "Preferisci fare l'attivo?"

Se avesse la forza di fare qualcosa, di certo spalancherebbe la bocca e scoppierebbe a ridere. Ha praticamente il culo all'aria pronto ad essere sfondato da quella specie di mazza da baseball ed Harry gli viene a chiedere se preferisce fare l'attivo? Il fato è davvero buffo.

"N-No, va bene così ... tranquillo."

Si stupisce da solo della propria risposta. Tranquillo? Ma cos-? Il primo dito lo penetra lentamente. Stringe d'istinto le gambe attorno al bacino di Harry. Quando comincia a spingere contro la mano di Harry, la mente si annebbia. E' come essere di nuovo alla sua prima volta, il dolore lancinante dell'intrusione, la paura di non riuscire a fare niente, la voglia sfrenata di provare. E non capisce perché, ora, si senta così.

Il dito ruota in cerchi larghi e "Ok?" domanda Harry con voce scura e calda. Louis annuisce cominciando ad ansimare. Apre gli occhi qualche istante e la visione gli dà una scossa elettrica in tutto il corpo.

Harry si sta concentrando per toccare quel punto, per renderlo più rumoroso, e lo trova. Le gambe di Louis si stringono intorno a lui e le unghie stanno per fargli sanguinare la cute, ne è sicuro.

"Qui?" Harry domanda con un sorrisetto. Louis vorrebbe prenderlo a schiaffi solo per fargli sparire quell'espressione compiaciuta.

"Sei - soddisfatto ora, ve-vero?" geme mordendosi un labbro, ma la propria voce è divertita finché Harry non gli sfiora di nuovo la prostata e il corpo quasi non risponde ai comandi, stringendosi ancora di più al riccio, "Potrei venire così. Sono già vicino."

"Cazzo," borbotta Harry inserendo un altro dito. Louis rotea gli occhi inarcando la schiena e cercando di non urlare la propria approvazione. Muove lentamente le dita, facendolo innervosire. Lo stuzzica, non dandogli mai abbastanza. Lo tiene in bilico, facendolo tremare in ogni fibra.

Quando aggiunge il terzo dito, Louis praticamente si sta fottendo da solo con le sue dita lunghe.

"Cristo, sei - sei, Dio." Louis spinge con i talloni la sua schiena, facendolo cadere sopra di sé, le dita ancora dentro di lui.

"Non sono Dio, sono Louis. Forza, dai." Harry ride togliendo lentamente le dita. Louis sente immediatamente la sensazione di vuoto che lo invade. L'altro si china, guardandolo un attimo negli occhi. Lo bacia lentamente per qualche istante e Louis lo asseconda, godendosi la falsa dolcezza con tutto se stesso. Quando sente l'involucro di un preservativo strapparsi, abbassa lo sguardo, osservando le mani di Harry che sistemano velocemente il lattice lungo l'asta eretta. Deglutisce silenziosamente.

Mette del lubrificante attorno a sé e gli solleva una coscia, facendogli poggiare il polpaccio sulla spalla. Louis obbedisce senza fiatare.

"Sta' tranquillo, farò piano. Ti farò stare bene," sussurra nel suo orecchio. E Louis vorrebbe credergli, ma la punta spessa che spinge contro la pelle grinzosa gli fa pensare altrimenti. Lentamente passa l'anello stretto finché non è dentro un po', Louis si morde un labbro sentendo tutti i muscoli bruciare. Spera che finisca tutto, immediatamente. Si dà dello stupido per aver pensato che fosse una bella idea. Ad ogni centimetro che entra, Louis vorrebbe sotterrarsi, sparire dalla faccia della terra. Fa male. Sì, è piacevole ogni tanto, ma per lo più fa male, tanto.

C'è un attimo di silenzio quando Harry è completamente dentro di lui e gli prende la gamba facendola aggrappare di nuovo attorno al bacino. Louis non riesce a respirare, pensare, fare qualsiasi cosa che non sia aspettare la prossima mossa del ragazzo. E Harry sta tenendo a sua volta il fiato, ma forse per qualche altro motivo, pensa.

"Sei così stretto, Lou. E' - fantastico. Sei fantastico. Fa male?"

Louis serra i denti, "Non troppo." Harry fa scivolare una mano in mezzo ai loro corpi, allacciandola al membro di Louis. Dà qualche stretta forte e i muscoli di Louis si rilassano completamente in una maniera così piacevole. Sente le dita dei piedi pizzicare di piacere e il dolore alla bassa schiena completamente scomparso, Harry non si muove, ma continua a masturbarlo con cura.

"Puoi muoverti," mormora portando le mani sulle sue spalle, accarezzandole lentamente. Harry espira sul suo collo e con una calma inconcepibile comincia a muoversi. Louis strizza gli occhi e conficca le unghie nella sua pelle.

Non è inesperto, ha fatto sesso molte volte, ma Harry è davvero - grande. Si abitua in fretta, la mano intorno al proprio membro gli dà poco tempo per pensare al rimasuglio di dolore che accompagna ogni spinta. Eppure sa, lo sente perfettamente nelle vene, che tutto questo finirà molto prima di quanto vorrebbe. Harry ha un profumo meraviglioso, di sudore e fiori, e lo riempie. In una maniera che non ha mai provato.

"Sei- dannatamente stretto, Louis," ansima contro le sue guance prima di baciarle di sbieco, "Così dannatamente stretto. Non - non durerò molto." Louis lo capisce alla grande.

Accarezza la sua schiena cercando di incontrare le spinte quando i muscoli dello stomaco si contraggo improvvisamente e viene fra le dita di Harry con un acuto e tremante mugolio. Harry si accascia su di lui, muovendosi stancamente per qualche altra spinta. Louis percepisce il suo membro pulsare lungo le proprie pareti e quando lo bacia con forza viene mormorando, "Bellissimo - bellissimo."

Harry esce da lui e gli cade affianco, respirando con affanno. Louis si gira di spalle chiudendo gli occhi, cercando di ignorare ogni suono, il battito del cuore troppo forte. Il materasso si abbassa e un attimo dopo nota Harry che lo scavalca per ricercare i propri vestiti.

"C'è un secchio sotto la scrivania," dice girandosi di spalle di nuovo e coprendosi con le lenzuola. Chi se ne frega se è sudato e ricoperto dal proprio sperma, non ha intenzione di alzarsi nemmeno sotto minaccia.

"Mh - grazie." Vaffanculo, gli vorrebbe rispondere e non sa nemmeno perché. E' stato piuttosto attento con lui, non gli ha fatto male ed è stato quasi - dolce. Non ha motivo per offenderlo. Decide di stare zitto anche mentre sente il rumore della zip del pantalone.

"Ci vediamo, Louis." E Louis grugnisce, cercando di grattare via il prurito che gli invade la pelle.

o|o

Louis non è un uomo di parola. Quando il giorno dopo incontra Harry per le scale, finisce per fargli un pompino sul pianerottolo, contro la ringhiera, incurante della possibilità che qualcuno arrivi e li veda così, con Harry rosso in viso e sudato e con il cazzo inglobato dalle labbra rosa di Louis.

Quando torna da teatro, Lunedì mattina, e vorrebbe bruciare tutto il condominio per la rabbia che quella ragazzetta gli ha fatto venire facendo la saputella e per l'incazzatura che il caffè che gli hanno versato addosso gli fa ribollire le vene, suona al campanello di Harry e appena gli apre lo spinge in camera, scopandolo violentemente sulla scrivania traballante. Harry geme, ma non si lamenta.

Martedì è Harry che bussa alla sua porta, un sorriso vagamente insicuro in volto. Finiscono sdraiati per terra, Louis con le mani sporche di sperma, Harry con del seme che gli cola lungo le ciglia, gli zigomi e la bocca. Forse anche nei capelli.

Non parlano della faccenda. Scopano, si regalano favolosi orgasmi a vicenda, ma finito il momento ognuno torna alla propria vita. Non si salutano sul pianerottolo, continuano a litigare per il volume troppo alto della musica o per il casino fino a sera tarda con l'unica differenza che spesso finiscono la lite con il fiato corto, le guance arrossate e lo sperma dell'altro in qualche parte del corpo.

Louis pensa che Niall abbia capito qualcosa. Sorride troppo ultimamente e sembra nel suo mondo, ma Louis sa che sta tramando qualcosa. Liam non è mai a casa.

E' in teatro, una mattina, e sta cercando di memorizzare due battute che non vogliono proprio entrargli in testa quando sente un gruppo di ragazze ridacchiare alle proprie spalle.

Inizialmente le ignora. Cerca di ripetere e ripetere quelle parole per impararle, ma il rumore si fa più insistente finché le voci di due di queste gli rimbombano in testa come una campana, "Ma quello non è Harry Styles? Lo studente di musica del terzo anno?"

"Cielo, sì! E' lui. Dio, com'è diventato bello. Guarda che spalle! Oh - Aspetta, ma sta guardando noi, Meg! Guarda!" Louis si gira.

Harry è in piedi, davanti al palco e sorride. Non guarda loro, ma lui. Con un mazzo di rose rosse in mano. Louis strabuzza gli occhi. Le risatine delle ragazze gli arrivano alle orecchie per l'ennesima volta.

Harry gli fa l'occhiolino e sale con quelle sue gambe anormali sul tavolo della Sig.ina Koroi, la sua insegnante. Se non fosse uscita a telefonare, probabilmente adesso sarebbe stesa per terra in pieno attacco cardiaco. Louis lo guarda non riuscendo a spiccicare parola.

"Louis Tomlinson," esclama aprendo le braccia con un sorriso mozzafiato, le rose frusciano nell'aria, "io ti amo!"

E tutte le ragazze stringono le mani al petto, fissando Louis con occhi enormi. Le guance del ragazzo raggiungono una tonalità di rosso preoccupante.

"Dal primo giorno che ti ho visto ho capito subito che tu eri la mia anima gemella, la parte mancante di me. I tuoi occhi, Dio, i tuoi occhi. Le parole sono inutili per descrivere quei capolavori che illuminano il tuo viso. Mi sono innamorato appena ti ho visto, appena ho incrociato le tue iridi celesti, quella tua bocca rossa, quei tuoi zigomi pronunciati. Ho desiderato fare l'amore con te dal primo momento che mi hai rivolto parola e-" Louis salta giù dal palco tirandolo per una manica, facendolo quasi cadere.

"Ok, basta così, Styles," ringhia mentre osserva il suo sguardo confuso, ma divertito. Un coro di protesta si alza immediatamente, "Fallo parlare, Louis! Sei un insensibile!" Il castano alza un dito medio a tutti quanti e toglie il mazzo di fiori dalle mani di Harry scaraventandolo sul tavolo della Koroi. Continua a trascinarlo per il braccio finché non sono nel corridoio che porta ai camerini.

"Ora vanno a festeggiare da soli," qualcuno grida dal palco e tutti ridono. Louis ribolle di rabbia quando lo spinge contro il muro.

"Sei impazzito, brutto cretino? Che cazzo ti è saltato in mente?!" sbotta stringendo nella mano il colletto della sua maglia nera. Harry sorride ed estrae dalla tasca un foglio, aprendolo. Louis sbianca.

7) Fare una dichiarazione d'amore di fronte ad una folla.

Finiscono la lite facendo sesso contro lo specchio del camerino femminile, lo sperma di Harry a chiazze sopra il piano dei trucchi. Quando una mano grande lo sfiora, insinuando le dita fra le proprie, Louis si alza e si riveste, andandosene con il cuore che martella in gola. La pelle prude.

o|o

Niall entra in cucina con un sorrisetto in volto. Louis sbatte il cucchiaio sul tavolo.

"Senti, smettila di sorridere in quel modo, per diamine! Lo so che hai capito e non mi frega di meno! E' solo divertimento, non stiamo uccidendo nessuno, quindi, per favore, finiscila di fare così!"

Niall lo guarda alzando le sopracciglia, "Mi sono innamorato,"dice con non-chalance.

Louis spalanca gli occhi e qualche cereale gli cade di bocca, rotolando sul tavolo. Niall osserva la scena con un'espressione schifata. "Cosa significa che ti sei innamorato, scusa?" domanda cercando di ricollegare il cervello.

Niall deve avere dei seri problemi di linguaggio, pensa Louis. Il biondo corruga la fronte, guardandolo scettico, "Significa esattamente quello che ho detto. Ho trovato una persona speciale e mi sono innamorato."

Liam entra in cucina canticchiando a mezza voce. Si ferma non appena vede l'espressione di Louis, "Che è successo?" chiede allarmato, lo sguardo che si muove fra i due coinquilini.

"Niall si è innamorato." Liam praticamente urla come una ragazzina di dieci anni che riceve la bambola tanto desiderata. Abbraccia il biondo stretto e lo muove con le braccia muscolose, "Dio, Niall! Ma è bellissimo! Sono così felice per te!"

Louis rimane di stucco, "Possibile che in questa casa l'unico sano sia io?!" I due ragazzi lo guardano entrambi con un sopracciglio alzato. Inquietante.

"Come si chiama?" riprende Liam con la voce più acuta del normale. E' davvero un'adolescente eccitata.

"Josh."

"Il postino?!" esclama Louis. Niall annuisce semplicemente. Incredibile.

"Oh, ma dai! E da quanto lo sai? Nel senso, da quanto ne sei innamorato?" continua Liam sedendosi accanto a Louis con un bicchiere in mano. Si versa del latte non smettendo di guardare Niall. Il biondo arrossisce, abbassando lo sguardo. Louis strabuzza gli occhi. In due anni che vive in questo appartamento è la prima volta che lo vede arrossire.

"Sono due settimane."

Due settimane. Louis nel frattempo dove ha vissuto? Ah, già. E' stato un po' impegnato a scopare con Harry in ogni superficie utilizzabile. Dettagli.

"L'ho conosciuto un mese fa, per la sfida, hai presente?" Liam annuisce sorridendo, entrambi ignorano il suo grugnito di disapprovazione, "Poi l'ho rivisto e - niente," sorride imbarazzato, "abbiamo parlato, l'ho invitato ad uscire con me. All'inizio non era molto convinto, ma abbiamo continuato a vederci e - beh, eccoci qua."

Louis emette un verso incredulo, "Quando gli sei saltato addosso, al secondo appuntamento? O ti sei trattenuto fino al terzo?" Liam spalanca gli occhi, allibito. Niall semplicemente scoppia a ridere.

"Non abbiamo fatto ancora sesso, Louis," risponde tranquillo, "in realtà non faccio sesso con nessuno da circa due settimane e mezzo, se non più."

"Certo, e io ti credo, infatti."

"Ma che cazzo di problemi hai, Louis William Tomlinson?!" sbotta Liam inferocito, "Puoi almeno far finta di essere felice per un'altra persona per una volta? Il mondo non gira intorno a te, se tu hai la luna storta non puoi prendertela con gli altri! Non siamo degli antistress!"

"Liam, lascia perdere. Louis ha solo bisogno di capire qualcosa sulla sua attuale situazione, non è vero?" domanda Niall sorridendogli dolcemente. Louis deglutisce. Sapeva che Niall aveva capito. Quel ragazzo vive nel proprio mondo, ma per qualche strano motivo capisce sempre tutto.

"Non so di cosa tu stia parlando, Nialler."

Il sorriso di Niall si amplia, "Davvero? Beh, strano, perché ieri stavo andando a chiedere all'altro appartamento se poteva prestarmi un cavo del computer che si è rotto quando sento la tua voce che proviene da là dentro. Proseguo?" Louis sbianca e Liam guarda fra di loro, confuso.

"Perché eri a casa di Zayn ed Harry?" chiede ingenuamente Liam. Niall sorride di lato.

"Lascia stare, Liam," ringhia secco, stringendo le dita intorno al manico del cucchiaio. Niall scoppia a ridere, scuotendo la testa. Liam li fissa ancora, un leggero broncio in viso.

"Ditemelo. Mi dà fastidio quando tenete le cose nascoste, lo sapete." Niall indica Louis.

"Sta a lui dirtelo, Lee. Non sono affari miei." Louis lo incenerisce.

"Visto che non sono affari tuoi potevi anche evitare di aprire quella cazzo di fogna, coglione." Niall sbatte le palpebre, divertito.

"Louis, dimmelo."

"Non sono cazzi tuoi," sbotta ricominciando a mangiare. Liam gli tira un cazzotto sulla spalla, "Sei uno stronzo. Non aspettarti che ti dica mai più nulla della mia vita," esclama scocciato.

"Liam, vorrei," mente sospirando, "ma non posso, ok?"

"Louis fa sesso con Harry da quasi tre settimane," sputa Niall sorridendo con le braccia incrociate sul petto. Liam strabuzza gli occhi.

"Niall ha registrato un film porno sul DVD del tuo compleanno, per questo non riesci più a trovarlo." Liam strozza nella propria saliva mentre Niall sbianca.

"Brutto stronzo-"

"L'hai voluto tu," esclama Louis sostenendo il suo sguardo di fuoco. Liam tossisce.

"Non so con chi sia più incazzato, sinceramente. Tu," indica Louis guardandolo ferito, "mi sarei aspettato che me lo dicessi, Lou. Sono il tuo migliore amico!" Il castano abbassa lo sguardo, "E tu,"

si gira verso Niall pallido come la morte, "pulirai tutta la casa per il prossimo mese." Niall apre la bocca per difendersi, ma la richiude subito dopo, confuso.

"Cosa hai detto?" Louis li osserva sbalordito.

"Mi hai capito bene; ho detto che pulirai tutta la casa per il prossimo mese, pianerottolo compreso."

"Ma tu ci impedisci di farlo da quando viviamo insieme perché non ti fidi di come lo potremmo fare," ribatte il biondo cercando l'appoggio nello sguardo di Louis. Quello scrolla le spalle.

"Beh, le cose cambiano. Ho bisogno di più tempo libero, adesso. Non posso passare la mia vita a pulire questo appartamento anche per voi, dovrete fare la vostra parte, d'ora in poi." Nessuno parla per un po'.

"Devo uscire, non torno a cena." Liam si alza ed esce dalla cucina non degnandoli di uno sguardo.

"Cos-?"

"Non lo so, Niall, ma stava sorridendo. Finché è felice, non voglio preoccuparmi di questi cambiamenti improvvisi." Il biondo annuisce prima di dargli una gomitata nel costato.

"Comunque sei un pezzo di merda. Avevi promesso che sarebbe rimasto fra noi." Louis alza le spalle.

"Mi ami lo stesso." Niall non controbatte.

o|o

"Non pensavo di trovarti qui."

Liam non alza lo sguardo dal libro aperto sul suo grembo e sorride, girando una pagina.

"Non pensavo mi stessi cercando." Una risatina gli arriva gli arriva alle orecchie. Due gambe magre si siedono accanto a lui.

"Cosa leggi?" domanda Zayn sfiorandogli una mano con i polpastrelli. Liam sorride di più.

"Roba di scuola, piuttosto noiosa. Il protagonista sta infilando la lingua nella bocca della protagonista." Il moro alza lo sguardo su di lui. Liam si gira a guardarlo e scoppiano a ridere.

"Non mi dispiacerebbe essere al posto del protagonista," mormora mentre Liam calma la propria risata, "Mi piacciono i baci violenti."

"Davvero," dice Liam fissandolo intensamente. Zayn sa che chinandosi di poco potrebbero baciarsi.

"Vieni," esclama scostandosi e saltando in piedi. Liam lo guarda confuso, chiudendo il libro. Gli porge la mano sorridendo, "Fidati, non ti mangio." Il castano sorride accettando la mano e sollevandosi.

Zayn cammina a passo spedito, indicando la terrazza con un sorriso, "Qua puoi leggere con più tranquillità, le scale del condominio non sono il massimo. La gente può passare e curiosare."

Liam arrossisce immediatamente, "Ero lì perché Niall sta facendo casino in casa con la musica e non riuscivo a-" Zayn sorride, interrompendolo, "Ricordami di ringraziare Niall, allora." Liam diventa fosforescente fino alla punta dei capelli.

Zayn non capisce come riesca a passare dal ragazzo intraprendente del caffè al coinquilino timido che arrossisce alla minima frase. In realtà non riesce a capire quale parte di lui lo attragga di più.

Spinge la porta uscendo all'aria aperta, inspira a pieni polmoni l'aria fredda mentre sente dei passi dietro di lui. Chiude gli occhi.

"C'è un posto più appartato?" Zayn spalanca gli occhi girandosi a fissarlo incuriosito. Liam apre la bocca avvampando, "Per - per studiare! Non voglio prendere troppo freddo!"

Oh.

"Certo, seguimi," dice facendogli segno con la mano di seguirlo. Si arrampica lungo la scaletta di legno quando sente una voce familiare parlare.

"Non vengo spesso qui, fa troppo freddo."

Si gira mettendosi un dito sulla bocca, in segno di fare silenzio. Liam lo guarda confuso.

"Capisco." Un attimo di silenzio. "Oggi perché sei qui?"

Il moro fa segno a Liam di salire, spostandosi un po' per fargli spazio nella scaletta. Il ragazzo sale continuando a fissarlo con quell'espressione incuriosita di chi non capisce che sta succedendo.

"Dovevo pensare."

Liam sbarra gli occhi ed apre la bocca per parlare, ma Zayn gliela tappa con la propria mano. Il fiato caldo del ragazzo gli accarezza il palmo.

"Ah." Ancora silenzio. "A qualcosa in particolare?"

Zayn tiene la mano sulle sue labbra fissandolo. Liam non stacca lo sguardo dal suo.

"Sì, una situazione che sto attraversando."

Zayn si china appena verso Liam che respira lentamente contro la sua mano, muove i piedi per avvicinarsi al corpo del ragazzo. Lo sfiora spostando la mano fino al suo fianco, tenendolo stretto. Liam chiude quasi del tutto la bocca, facendo cadere lo sguardo sulle sue labbra. Zayn rabbrividisce.

"Posso aiutarti in qualche maniera, Harry?"

Liam si avvicina lentamente al suo viso tenendo gli occhi incollati sulla sua bocca. Il cuore di Zayn batte forte contro il petto.

"Non credo. Grazie comunque per la gentilezza."

Il fiato caldo di Liam gli solletica il collo. Menta. Chiude gli occhi, buttando la testa indietro e spingendosi un po' avanti, esponendo più pelle. Liam sospira forte prima di cominciare a baciare la linea della sua gola con labbra leggere.

"Non-" si schiarisce la voce, "non c'entra quello - beh, che facciamo noi, no?"

Un brivido percorre la colonna vertebrale del moro che per qualche istante sente le gambe cedere. Si raddrizza stringendo la presa sul fianco del castano. Liam mugola pianissimo, aprendo le labbra e provando a far passare i denti sulla pelle tesa, sperimentalmente. Zayn apre la bocca facendo uscire un gemito leggero.

"No, non - mh," la voce di Harry si incrina, "Senti, lasciamo perdere. E' meglio se vai, per favore."

La lingua di Liam lecca una piccola porzione di pelle, mandando scintille nel basso ventre di Zayn. Lo morde piano, tirando la pelle verso di sè per poi passare di nuovo le labbra sul segno rosso dei denti. Zayn lascia la presa sul piolo e perde l'equilibrio. Liam lo riprende al volo dalla schiena, sbarrando gli occhi, la scala traballa.

"Hai sentito?"

Liam e Zayn si guardano ad occhi sbarrati, poi scoppiano a ridere.

"Chi c'è?" domanda Louis con voce feroce.

Liam salta giù tirandosi dietro Zayn e cominciando a correre verso la porta, Louis si affaccia l'attimo dopo che sono rientrati. Corrono verso l'appartamento di Liam, lo aprono frettolosamente e si nascondono dentro. L'adrenalina che scorre.

Il respiro affannato dalle risate e dalla corsa muove i petti che si alzano sconnessamente. Zayn si appoggia al muro, ridacchiando e cercando di calmarsi. Chiude gli occhi con il sorriso sulle labbra e si passa le mani fra i capelli corvini. Quando li riapre, Liam è davanti a lui che lo fissa.

Respira più normalmente, le spalle si sollevano con un andamento quasi regolare. Gli occhi sono scuri, color del carbone. Le ciglia corte creano un'ombra sugli zigomi morbidi. Zayn deglutisce, portando le mani sul muro, in cerca di un appoggio.

Liam si china, lentamente. Si china, si china e - Zayn gli prende le guance con le mani e unisce le loro labbra chiudendo gli occhi. Il castano risponde subito cingendogli la schiena con le braccia, lo avvicina a sé, aprendo la bocca. Zayn spinge la lingua lungo il bordo delle sue labbra e si perde nel sapore di menta forte che lo travolge. Liam muove la propria con sicurezza, una danza lenta e stordente.

Il castano inizia ad indietreggiare e Zayn si stacca, confuso. Liam si riavvicina immediatamente, catturando le sue labbra in un bacio. Fa qualche passo indietro spingendo con sé Zayn e - ah. Non vuole smettere di baciarlo, vuole che lo segua. Il cavallo dei pantaloni si stringe un po' di più.

Due mani grandi si fanno spazio sotto la maglietta e Zayn rabbrividisce, muovendo con più foga le labbra. Continuando a camminare all'indietro. Si scontrano contro un muro, ma non si staccano, invertono semplicemente le posizioni. Zayn indietreggia seguendo le indicazioni delle mani di Liam. Sbatte con la schiena su una porta, Liam abbassa la maniglia spingendolo dentro.

Lo guarda qualche secondo, si lecca le labbra e - cazzo - Zayn vuole strappargli quelle labbra a forza di baci. Lo tira a sè, scambiandosi di nuovo le posizioni. Liam sussulta sorpreso, ma non si oppone. Cade sul letto senza grazia e lo guarda con gli occhi grandi. Zayn gli sale sopra.

Ha gli occhi innocenti di chi è pronto a farsi fare qualsiasi cosa e Zayn rabbrividisce perché - Cristo, questo ragazzo dovrebbe essere illegale. Con quelle labbra piene, gli occhi morbidi e le mani grandi. Con quel sorriso che fa tremare le gambe e quella voce che manda scintille in ogni dove. Liam sarà decisamente la sua fine.

"Dovresti essere illegale," mormora Zayn sbottonandogli velocemente i pantaloni ed abbassando la zip. Il respiro del castano si spezza più volte. "Non puoi essere vero, dai. E' ingiusto per tutti noi poveri essere viventi," bofonchia calando la stoffa fino a metà cosce. Si blocca alzando lo sguardo su Liam.

"E' ok?" domanda con voce dolce. Liam annuisce vigorosamente respirando a bocca aperta. Zayn ghigna. E' tutto merito suo se Liam è così adesso. Un'ondata di orgoglio lo travolge mentre lo libera completamente dal jeans. I boxer sono ben tesi al centro. Scende lentamente sul suo corpo sollevando la maglietta e succhiando la pelle scoperta. Liam inarca la schiena ad ogni sfioramento.

Tocca le ginocchia per terra e lo guarda, mordendosi un labbro. Muove due dita lungo l'elastico delle mutande, lentamente. Liam sbuffa trattenendo un sorriso.

"Hai intenzione di tenermi sulle spine tutta la sera?" chiede con voce scura. Zayn sorride sghembo abbassando l'indumento senza mezze misure, il membro di Liam ricurvo sulla sua pancia, lucido.

"Sei impaziente," soffia sfiorandogli le cosce con le labbra. I peli scuri si alzano immediatamente. Liam trema appena, aggrappandosi alle lenzuola.

"No, ti desidero solo da impazzire," sputa fuori diventando color carminio brillante. Il cuore di Zayn gli salta in gola, facendolo sorridere a tutti denti. Lascia più baci lungo la v del bacino del ragazzo.

"Le persone che non avranno più il privilegio di toccare il mio corpo si lamenteranno," mormora passando la punta della lingua lungo l'asta. Liam trattiene il respiro strizzando gli occhi.

"Zay."

Il moro sorride, consapevole di quello che sta provocando al ragazzo ansante sotto di sè.

"Giuro che mi sono lavato i denti."

La risata fragorosa di Liam si interrompe di botto quando Zayn lo prende in bocca interamente.

o|o

Louis ha la testa sotto un cuscino e non vuole toglierla da lì.

"Sembri uno struzzo malformato," dice Niall, seduto sulla poltrona.

"Vai a farti fottere, lepricauno del cazzo." Il biondo sbuffa dandogli una piedata sul sedere. Louis geme qualcosa che dovrebbe assomigliare a sdegno, ma che non gli assomiglia molto.

"Non osare toccare il mio stupendo culo con il tuo piede zozzo! Posso farti causa per deturpazione di bene pubblico."

"Non si chiama così, l'infrazione."

"Vai a farti fottere per la seconda volta." Affonda la testa nella piega del divano e cerca di scomparire lì in mezzo. Spera che il divano lo divori.

"Vuoi la pillola per la sindrome premestruale? Posso chiedere alla moglie di mio fratello se può consigliarmi qualcosa," butta lì Niall tenendo gli occhi sullo schermo del proprio cellulare. Louis strozza una risata sarcastica.

"Wow, Niall. Come siamo diventati simpatici. Oltre al corso di Celibato Accelerato hai fatto l'iscrizione anche per Oggi faccio battute da bambino di tre anni dut com?" Niall ridacchia arricciando il naso.

"Cosa hai detto, scusa? La tua voce è talmente noiosa che mi sono distratto l'attimo dopo che hai detto il mio nome." Louis alza il dito medio, tenendo la testa immersa nel suo rifugio. Una mano piccola gli accarezza la schiena, facendolo rabbrividire.

"Dai, Lou, non scherziamo e dimmi che hai." Louis sbuffa portando le ginocchia al petto e poggia la guancia sul cuscino, "Ti preferivo sarcastico," Niall sorride dolcemente continuando ad accarezzarlo amichevolmente, "Dio, mi sembra di essere in una sit-com in cui la protagonista sta raccontando i problemi di cuore all'amica e poi compare magicamente il suo amato e si baciano e si sposano e tutti felici e contenti." Il biondo inarca un sopracciglio.

"Sbaglio o ti sei appena paragonato ad una protagonista complessata che non riesce ad accettare la propria cotta?" Louis lo spinge via rituffando la faccia fra le pieghe e mugolando contrariato. Niall ride pizzicandogli un fianco.

"Se me ne vuoi parlare, io ti ascolto, altrimenti, non ti faccio pressioni." Louis si gira goffamente per fissarlo.

"Da quando sei diventato uno psicologo?" Niall ride, scostandogli la frangia dalla fronte con due dita.

"Da quando mi sono iscritto a psicologia due anni fa, forse?"

Louis apre la bocca, esterrefatto. "Cosa?!" esclama mettendosi a sedere con gli occhi sbarrati, "Da quando tu studi psicologia?! E soprattutto da quando tu vai all'Università?!" Niall lo guarda con sguardo divertito.

"E poi sono io quello strano." Louis sbuffa sonoramente. In questi ultimi mesi stanno succedendo troppe cose strane.

Liam che smette di essere ossessionato dalla pulizia, Zayn che non fa più lo stronzo, Niall che smette di scopare a destra e manca e che si innamora, Niall che smette di girare semi nudo per casa, Niall che studia, Niall che frequenta l'Università, Niall che non scrolla più le spalle. Perché cinque punti su sette sono su Niall?

"In questi mesi sembra che il mondo si sia stravolto. Liam è diventato sicuro di sé tutto d'un botto e, non intendere male, sono contentissimo per lui, ma - non capisco. Tu smetti di scrollare le spalle e girare nudo in cucina, quello sì che mi ha davvero sconvolto, Nì." Il biondo scoppia a ridere, chiudendo gli occhi.

"E non dimenticare tu che fai sesso con Harry," aggiunge fra le risate. Già.

"Vedo difficile dimenticarlo, non credi? Sei davvero bravo a comunicare, guarda. Riesci a sollevare il morale in una maniera impressionante. Proverò a proporre all'America di chiedere il tuo aiuto per trattare con l'Afghanistan," sibila stringendo i denti. Niall si morde le labbra per smettere di ridere e gli accarezza una spalla.

"Parlamene, mh?"

"Non ci provare. Non mi faro psic- pzic- pissi - quello che fate voi studenti senza un soldo in quella facoltà di pazzi. Non sono un paziente, Niall." Il biondo sorride chinando la testa da un lato.

"Non ti sto chiedendo di raccontarlo a Niall studente di psicologia. E' Niall amico di Louis che vuole sapere, se tu vuoi."

Louis lo guarda un secondo, "Questi tuoi aspetti bipolari mi preoccupano, Neil."

"Se vuoi dargli un nome, non è bipolarismo. Al massimo dis-"

"Non ci provare." Niall ridacchia ancora. Lo guarda con i suoi enormi occhi celesti ed aspetta.

"Sembri un cane che aspetta l'osso, Niall, sei inquietante."

"La tua cattiveria non mi colpisce, Tomlinson. Ormai ho raggiunto il Nirvana."

E per la prima volta Louis non sa che rispondere. Sbarra gli occhi e fissa Niall che ricambia lo sguardo terrorizzato.

"Lou?" domanda stringendogli una spalla.

"Non - non mi viene nessuna battuta sarcastica, Nì. Non so come risponderti." Niall gli dà un cazzotto un po' troppo forte.

"Brutto coglione," esclama incenerendolo, "pensavo ti stessi sentendo male!" Louis apre la bocca tenendo gli occhi spalancati.

"Tu non capisci, Niall. Io - io ho sempre la battuta pronta. Non mi è mai successo, non-" deglutisce prendendosi la testa fra le mani, "non capisco." Le braccia del ragazzo lo stringono delicatamente. E' proprio un lepricauno.

"Smettila di esagerare tutto. Hai solo tanti pensieri per la testa, è normale non riuscire a ragionare normalmente quando ci sono altre cose che ci distraggono."

"Mi ha preso la mano, Niall," mormora lasciando che i muscoli si rilassino fra le braccia dell'amico. Un attimo di silenzio.

"Spiegami meglio."

Louis sospira, sentendo la solita sensazione di prurito invaderlo dalle gambe, "Facciamo sesso tipo - ne facciamo tanto. Nel senso che lo facciamo ovunque, praticamente in ogni momento e - e andava tutto bene. Ripresi dall'orgasmo, ognuno se ne va per la propria strada fino alla volta successiva. A me sta bene così, io - Dio," Niall passa la mano sulla sua schiena con calma, "E' venuto in teatro e ha fatto la sfida della dichiarazione, ok? Si è presentato lì con gli skinny neri, il sorriso smagliante, quei ricci odiosi ed un fottuto mazzo di rose. Un mazzo di rose, Nì! Nemmeno nei peggiori telefilm!" Il biondo ridacchia appena, "Ha cominciato a blaterare minchiate davanti a tutti con gli occhi fissi nei miei e io mi sarei voluto sotterrare, sprofondare nella buca del palco e morire di fame là dentro. Ero talmente furioso, Niall. Non immagini. Avrei voluto ucciderlo con le mie stesse mani, ma c'era troppo gente. L'ho preso per un braccio e l'ho portato nei camerini-"

"Lou," inizia con tono di rimprovero.

"No - ehi! Non per quello che pensi tu, davvero! Volevo solo offenderlo, sfogare la mia rabbia su di lui. Ha tirato fuori il foglio delle sfide con quel sorrisetto dei suoi e gli avrei spaccato la faccia. Ho cominciato a dirgli che non si può permettere di interrompere le mie lezioni di scuola solo per completare una sfida e lui se n'è uscito con ma, Loueh," dice in una imitazione mal riuscita della voce del riccio.

"Non sembra lui, Lou."

"Sta' zitto ed ascolta," si schiarisce la voce poggiando il mento sulla sua spalla, "ma, Loueh, l'hai detto tu a me che firmando il contratto avrei dovuto accettare qualsiasi cosa," scuote la testa gonfiando i polmoni in una mossa da damerino, "perché tu non dovresti fare lo stesso? E lì sono impazzito, ti giuro. L'ho - l'ho spinto al muro, lui mi ha spinto di nuovo e, va beh. Siamo finiti a fare sesso nei camerini delle donne."

Niall scoppia a ridere non sciogliendo l'abbraccio, "Come è possibile che dallo spingersi siate arrivati a fare sesso nei camerini, scusa?" Louis sospira sconsolato.

"Non proprio dallo spingersi. Prima si è inginocchiato e me lo-"

"Ok, non voglio sapere. Basta così."

"Essere innamorato ti ha proprio rovinato, Nialler. Il mio vecchio amato coinquilino sarebbe morto per un gossip del genere," sbuffa roteando gli occhi. Il biondo sorride contro la sua spalla.

"L'amore ti fa cambiare, piccolo Lou."

"Già," mormora con un filo di voce. Scuote velocemente la testa. Si accorge di essere praticamente spalmato sul corpo dell'amico.

"Niall, ti rendi conto che questo momento è davvero gay? E' più gay di me, te, tutti i tuoi amanti-" Niall gli dà una gomitata, "ex- amanti, Liam, Zayn e Harriette messi insieme." Il biondo ride.

"Io non ho problemi con la mia sessualità. Non so te." Louis sorride appena.

"Il fatto che abbia rivoltato Harold in tutte le posizioni possibili dovrebbe spiegare piuttosto bene che sono a mio agio con il mio amore per il cazzo," borbotta avvicinandosi un po' di più a Niall.

"Sempre una principessa, Lou."

"Comunque, ti dicevo. In pratica, facciamo sesso e ok. Siamo entrambi senza fiato sdraiati su qualche ripiano ricoperti di-"

"Niente dettagli," esclama con la voce più acuta. Louis ridacchia.

"Sei diventato una verginella, Niall." Gli dà una gomitata nel petto, "Ahia! Insomma, abbiamo finito e stiamo riprendendo fiato quando - mi prende la mano. Cioè, no. Non lo so in realtà perché non gli ho dato la possibilità di farlo, sono praticamente fuggito a gambe levate prima che potesse intrecciare le dita con le mie." Niall mugola sbalordito.

"Dimmi che non è vero."

"Vorrei non lo fosse." Niall lo stringe di più.

"Perché l'hai fatto, Lou? Gli avrai spezzato il cuore, te ne rendi conto? Quel ragazzo è cotto di te da un anno e mezzo!" Louis si irrigidisce.

"Che cazzo dici?"

Lentamente Niall si allontana dall'abbraccio e lo guarda negli occhi, sorridendo dolcemente.

"La musica fino a tardi, Napoleone che scompariva e lui era sempre lì a riportartelo, riposi in pace quel povero gatto. L'amplificazione nel pianerottolo quando aveva gente in casa-"

"La cosa?!" Niall ride guardando la faccia sbigottita di Louis.

"Non ti sei mai reso conto che c'è un amplificatore dietro le piante di Harry? Stranamente funziona solo quando ha ospiti rumorosi." Oh. Oh. Lo ammazzerà. Aprirà quel ventre piatto e toglierà ogni singolo organo senza anestesia, guardando il dolore che lo assale in ogni fibra.

"Per non parlare di quando si facevano le canne. Dio, Harry aveva certi occhi a cuore quando ti chiedeva se poteva farti un pompino e tu che lo buttavi fuori di casa. O quando cercava di attaccare bottone chiedendoti di teatro e tu lo liquidavi perché credevi volesse sfotterti."

Louis deglutisce lentamente cercando contemporaneamente di far rientrare l'aria nei polmoni.

"Apri gli occhi, Louis. Gli piaci e a te piace lui."

"A me non-" Niall lo fulmina. "Non so se mi piace, Niall. Ci sono volte in cui lo ucciderei, davvero. E altre in cui - mi fa sorridere. Mi sento piccolo davanti a lui, non so perché. Quegli occhi mi - fanno sentire inferiore. Poi sorride e, beh, " si morde un labbro abbassando la testa, "O quando ride e gli vengono le fossette nelle guance. E quando mi dice tutte quelle cose dolci a letto e mi fa sentire importante. O quando ha fatto quella finta dichiarazione in teatro con quelle rose, che demente," mormora sopprimendo un sorrisetto.

"Ma ti senti?" domanda Niall con un sorriso enorme. Louis lo guarda confuso, "Di tutte queste cose solo una era negativa ed anche generale, secondo il mio modesto parere. Ci sono volte in cui anch'io ucciderei te o Liam eppure vi amo con tutto il mio cuore. Non vuole dire niente se una persona ti fa arrabbiare tanto. Quando riesci a vedere tutte queste cose positive nonostante la rabbia qualcosa vorrà pur dire, non credi?" Gli sorride contento e gli dà qualche pacca sulla spalla, "Forse è meglio se vai a cercarlo. Meglio tardi che mai."

o|o

Quando la porta si apre, il ragazzo che gli sorride non è Harry o Zayn.

"Lee - ehi." Liam sorride aprendogli la porta.

"Harry non è qui, non le vedo da tutto il giorno. Vuoi una tazza di tè?" domanda dirigendosi verso la cucina. Louis lo osserva da dietro.

Guarda come la sua camminata sia più sicura, la schiena più dritta e le unghie - più sporche. Sorride seguendolo, "Volentieri, grazie."

Zayn lo guarda dalla sedia su cui è seduto con un libro in mano. Gli fa un cenno di saluto ed un abbozzo di sorriso, le spalle visibilmente tese. Liam attrezza con il bollitore dell'acqua.

"Mh," inizia grattandosi il collo, "mi vorrei scusare," Zayn alza un sopracciglio, "Sai, per la storia di Lee. Beh, mi dispiace. Sono stato davvero stronzo. E' bellissimo vederlo così felice," Liam arrossisce appena sorridendo, "Sono felice che vi siate fidanzati."

"Non siamo fidanzati."

"Grazie, Louis. Lo apprezzo molto."

Zayn e Liam si fissano confusi. Louis si morde un labbro.

"Cos-?" bofonchia Liam guardando il castano per una spiegazione, Louis alza le spalle. Niall.

"Perché gli hai detto che non stiamo insieme?" domanda Zayn corrugando la fronte. Gli occhiali scendono di qualche centimetro sul naso fino.

Liam apre la bocca, incrociando le braccia al petto un attimo dopo, "Non ne abbiamo mai parlato, Zayn. Non credevo che te volessi questo."

Il moro alza le sopracciglia, scoppiando a ridere, incredulo.

"Scusami tanto, ma quando ti ho detto che quelli che non mi potranno più avere saranno tristi cosa ti è venuto in mente?" Liam lo fulmina.

"Ma che ne sono, Zayn! Non è che sia così chiara come frase, eh," sbuffa appoggiandosi al ripiano della cucina. Zayn lo fissa un attimo.

"Allora te la metto così: voglio stare con te. Voglio tenerti la mano come le peggiori coppiette ed addormentarmi sul divano davanti ad un film con te. Non voglio che nessun altro provi ad abbordarti alle feste o che ti chieda il numero per proporti un appuntamento. Voglio svegliarmi la mattina con te accanto a me e indossare le tue magliette per andare a scuola. Ah, non voglio che qualcun altro debba lavarsi i denti. Piuttosto chiaro?"

Louis aggrotta le sopracciglia, "Perché qualcuno dovrebbe lav-" ma la sua domanda si perde nel vuoto perché Liam raggiunge Zayn e lo bacia mettendosi a sedere sulle sue ginocchia. E quella è lingua e - Ugh. Non è così forte di stomaco.

"Ragazzi, mi dispiace interrompervi, emh-" Liam si stacca con un schiocco dalle labbra del moro, girandosi a guardarlo, "Avrei bisogno di sapere dov'è Harry. Devo parlargli."

"Non so dove sia, Louis. E' uscito stamattina presto dicendo che voleva stare solo e boh, sarà andato a firmare il contratto dell'appartamento." Louis guarda confuso il ragazzo che si aggiusta gli occhiali sul naso, scuotendo un attimo la testa.

"Non ho capito, scusa. Appartamento di che?" Zayn si morde un labbro accarezzando un fianco di Liam.

"Mh, in pratica ha tipo deciso di trasferirsi? Una cosa del genere. Dice che questo condominio gli sta stretto." Louis strozza nella propria saliva.

"Vuole trasferirsi?! Ma che ha fumato?!" esclama massaggiandosi le tempie. Ha bisogno di dormire, ecco di cosa ha bisogno, "Non ti ha dato qualche indizio, qualcosa che mi possa dire dove possa essere?" Zayn scuote la testa.

"Mi dispiace, amico." Liam gli bacia una guancia, nascondendo il viso nel suo collo. Louis sorride appena, incrociando gli occhi del moro.

"Fa nulla, grazie comunque. Cerco di farmi venire in mente qualche posto. Mi raccomando," esclama indicando Zayn con un sorriso, "trattalo bene." E Liam ride mentre Louis apre la porta per uscire.

"Penso che Louis, per trattarmi bene, intendesse che mi merito un altro pom-" Chiude la porta sbarrando gli occhi. Non è ancora pronto per sentire queste cose da Liam.

Apre la porta e il vento freddo lo travolge. Non sa se Harry sia qui, ma tanto vale tentare. Fa qualche passo in avanti, stringendosi nella felpa scura..

"Harry?"

Nessuna risposta.

"Harry?"

"Vattene, Louis. Non ho voglia di discutere adesso." Louis rabbrividisce appena. La voce di Harry è fredda. Così diversa da quel suo solito tono canzonatorio e spiritoso.

"Non voglio discutere. Vorrei chiarire." Harry ride, mentre Louis sale piano la scaletta di legno. La figura del riccio è illuminata solo dalla Luna. Sta indossando un maglia a maniche corte ed è seduto sul bordo della terrazza, le gambe a penzoloni.

"Sei impazzito?!" esclama avvicinandosi a lui e togliendosi la felpa, "Faranno cinque gradi scarsi, Harry. Per quanto i tuoi muscoli siano belli da vedere non mi sembra il caso di prendersi una polmonite," la posa sulle sue spalle muovendo le mani sulle braccia per riscaldarlo. Harry si scosta violentemente, fulminandolo con lo sguardo e gettando l'indumento per terra.

"Non mi toccare," sibila a denti stretti. Louis alza le sopracciglia, sorpreso.

"Cercavo solo di non farti morire assiderato," insiste mettendo le mani sui fianchi e fissandolo con viso serio. Harry sorride sornione e si alza in piedi, sovrastandolo in altezza. Ok, è alto.

"Ora ti interessi a me? Che gesto magnanimo."

Louis sbuffa, alzando gli occhi al cielo, "Senti," dice con tono sicuro, "voglio solo parlare civilmente. Non c'è bisogno di fare lo stronzo." Harry ride di nuovo.

"Pretendi che la gente ti tratti bene quando tu sei il primo a gettare merda addosso? Maturo come ragionamento."

Louis lo fulmina stringendo i pugni lungo i fianchi, "Voglio solo chiarire, Harold. Smettila di fare la ragazzina e sta' zitto," abbaia fissandolo con le sopracciglia corrugate. Harry serra la mascella.

"Ti devo delle scuse," inizia prendendo un grande respiro.

"Tu non mi devi proprio niente-"

"E sta' zitto per una buona volta," urla. La sua voce rimbomba per qualche secondo sulla terrazza fredda. Alza lo sguardo e gli occhi di Harry sono sorpresi, non apre bocca per controbattere.

"Finalmente. Allora, mi voglio scusare e tu devi ascoltare, anche se dubito che mi perdonerai." Il rumore di una macchina che frena interrompe per un attimo il suo discorso. Prende un altro grande respiro. Ce la puoi fare, Louis.

"Sono stato un enorme pezzo di merda. Ti ho sempre trattato male, fin quasi dall'inizio. Sfruttavo ogni occasione per infastidirti e non so perché - n-non sapevo perché," si morde un labbro abbassando lo sguardo a terra, "Quando abbiamo iniziato la sfida, volevo fare di tutto per schiacciarti. Volevo vincere e avrei fatto, anzi, ho fatto, di tutto, per ottenere la vittoria-"

"Io mi ritiro dalla tua sfida di merda. Per me hai vinto, non me ne frega nulla."

Louis sbarra un attimo gli occhi, puntandoli in quelli di Harry. I raggi della Luna non illuminano metà del suo viso.

"Non mi importa della sfida, Harry," esclama scioccato. E' davvero questo quello che Harry pensa di lui? Pensa davvero che sia qui solo per una sciocca sfida e per dichiarare il vincitore? La rabbia ribolle nelle sue vene tutta insieme. "E' stata una cosa cretina fra persone altrettanto cretine che hanno accettato," Harry lo fulmina, "Me compreso, scemo. Anch'io sono stato cretino, anzi. Io sono stato il più stronzo di tutti perché l'ho proposta." Lo sguardo del riccio si ammorbidisce.

"Per cosa mi vuoi chiedere scusa, allora? Abbiamo appurato che siamo stati entrambi stupidi e basta, non mi sembra che ci sia altro da chiarire." Louis sbuffa.

"Sai perfettamente che c'è ancora tanto da chiarire."

"No, non credo proprio." Louis fa un verso irritato.

"Iniziamo da qui: mi dispiace per il sesso," Harry sbarra gli occhi, "No! No, aspetta. Mi sono spiegato male," si schiarisce la voce, agitando le mani in cerchi confusi, "Intendo che mi dispiace per quello che è successo dopo il sesso, intendo - mi dispiace per - merda, è difficile," esclama esasperato, passandosi le mani fra i capelli gelidi. Harry mordicchia l'interno della guancia.

"Non volevo che andasse così. Cioè - all'inizio magari sì, ero semplicemente terrorizzato, in verità. L'idea di - boh, un qualcosa oltre al sesso mi mandava nel panico. Ho avuto pochissime relazioni nella mia vita e tutte sono andate male quin-"

"Io non ho mai parlato di una relazione, mi sembra." Louis si gela, deglutendo.

Ha frainteso tutto. Ha creduto davvero che Harry fosse interessato a qualcosa di più. A costruire qualcosa con lui. Ed invece eccolo qui. Su una terrazza, al freddo, a dirgli che non l'ha mai voluto e che è stato lui a fraintendere tutto. Comincerà a sfotterlo e Louis non potrà più uscire di casa per la vergogna e-

"Non ho mai nemmeno accennato ad una relazione perché so come mi guardi, Louis," aggiunge fissandolo serio. Louis lo guarda confuso. "Mi guardi schifato, spesso infastidito. Mi mandi quelle occhiate di gelo ogni santa volta che ci incontriamo sul pianerottolo ed io, ti giuro, ho provato ad essere cortese, a parlarti gentilmente, ma tu mi hai sempre, sempre chiuso la porta in faccia,-" Louis deglutisce infilando le mani in tasca, "Volevo solo che mi guardassi, Louis, non volevo altro e- Dio, come sono patetico," esclama ridendo e guardando il cielo. Le stelle brillano insicure.

"Non sei - patetico. Non lo sei, no," mormora a mezza voce, "sei dolce, Harry, e io sono talmente imbecille che mi vorrei prendere a sprangate sul viso."

"Se vuoi ti aiuto." Louis ridacchia, alzando lo sguardo su di lui.

"Ho sempre creduto che mi volessi sfottere. Con tutti i tuoi muscoli e quei ricci. Per non parlare del tuo carattere e dei tuoi modi di fare," dice, sorridendo di lato, "tutti ti adorano, Harry. Nancy, del piano di sotto, mi ferma sempre per farmi la ramanzina e dirmi che dovrei essere come te, educato, gentile e sorridente. Io non sono come te, nemmeno lontanamente. Ho un carattere di merda, sono sarcastico da fare schifo e ho le maniglie dell'amore. Tu non hai un filo di grasso nemmeno a cercarlo," sospira mordendosi l'unghia del pollice, "hai questo corpo perfetto e questo carattere perfetto e - sei perfetto in tutto, al punto da farmi sentire una nullità. Per questo ti trattavo male. Nella mia vita sono sempre stato l'ultimo e, non è per fare la vittima, ma davvero sono sincero quando ti dico che mi sento inferiore a te. Quando ero piccolo impazzivo per vincere, cercavo trofei in tutti i modi e, pur ottenendoli, continuavo a sentirmi inutile-"

"Lou-"

"No, aspetta, fammi finire, per favore," mormora alzando la mano per farlo zittire. Chiude gli occhi e prende l'ennesimo respiro profondo.

"Crescendo ho imparato a non dare peso a questa sensazione, al continuo cartello mentale che mi diceva ehi, Louis, fai davvero schifo. Mi sono trasferito, ho vissuto lontano dalla mia famiglia, ho capito come vivere da solo. Mi sono corazzato, in poche parole. E andava tutto bene. Stavo una meraviglia finché non sei arrivato tu. Tu che sorridi sempre e dici grazie per ogni cosa. Tu che aiuti gli amici in difficoltà e che ascolti le storie infinite delle signore anziane solo perché sai di renderle felici. Ti invidiavo da fare schifo, Harry," mormora guardando le sue labbra schiuse, "ti invidiavo per come sei, dentro e fuori. Volevo essere come te, volevo che la gente mi amasse. Pensavo fosse matematicamente impossibile che qualcuno potesse essere bello come una statua greca e contemporaneamente meraviglioso di carattere, ed invece eccoti qui. Davanti a me."

"Quando l'abbiamo fatto per la prima volta mi sentivo morire. Avevo quel vuoto nel petto che mi ricordava che non sarei mai stato come te, che nessuno, tanto meno uno come te, mi avrebbe mai voluto e che avrei vissuto la mia vita così, triste e solo. Non voglio farti pena, è l'ultimo dei miei desideri. Voglio solo farti capire perché mi comportavo in quella maniera. Ero invidioso e volevo far vedere al mondo, a me stesso, che in fondo anche tu eri imperfetto, che qualcosa di sbagliato c'era anche in te. I battibecchi sulla spazzatura o sulla musica troppo alta facevano crescere in me il pensiero che sì, anche te avevi difetti. Non mi rendevo conto che la tua era solo la reazione naturale al mio essere stronzo per ogni cosa-"

"Smettila, per favore," mormora piano. Louis nota due grosse lacrime che rigano le guance. Si avvicina lentamente poggiando i pollici sulle gocce salate che si lasciano dietro una scia più scura.

"E' colpa mia se litigavamo, Harry. Volevo odiarti, con tutto me stesso, perché eri troppo. Troppo da guardare, troppo da ascoltare, troppo da adorare. Mi convincevo che eri tu, lo stronzo, ma ero io, quello che metteva il bastone fra le ruote a se stesso. Che impediva qualsiasi contatto civile, solo per paura. Paura di mostrare al mondo quanto, davvero, fossi una nullità rispetto a tutti, ma soprattutto a te. Sono un mostro, Har-"

"Sono innamorato di te da un anno e mezzo, Louis," biascica mentre le lacrime scendono velocemente, "ti ho sempre visto per quello che sei. Né una nullità, né un essere perfetto. Semplicemente Louis, con pregi e difetti. Mi piace il tuo aspetto, i tuoi occhi blu, i tuoi fianchi morbidi. Non cambierei una sola singola cosa di te, carattere e fisico. Mi piaci così, non ho mai desiderato altro. Non sono perfetto, così come non lo sei tu. Siamo umani, lati buoni e lati cattivi. Tu non sei inferiore a me o a nessun altro. Ho visto come reciti o come ti prendevi cura di Liam, un mostro o una nullità non sanno fare cose del genere. Non sanno prendersi cura dei bambini del primo piano perché i genitori non possono permettersi una baby sitter e gli chiedono di farlo gratis. Non lavano tutta casa dal bordello di un coinquilino affinché l'altro non impazzisca. Tu credi che la gente non noti queste cose, ma io l'ho visto, come dai il cuore per i tuoi amici. Fai il freddo, quello sarcastico, ma ti fai in quattro per gli altri. Un mostro non lo farebbe. Mi sono innamorato per questo, per il tuo cuore enorme che nascondi sotto battute cattive. Ho provato a non pensarti, ad odiarti, ma - non me lo permettevi con quel tuo sorriso e ora voglio solo -" strizza gli occhi, mordendosi un labbro, per impedirsi di singhiozzare, "Perché ora devo pure piangere, Dio." Louis ridacchia dolcemente, continuando ad accarezzargli le guance. Harry deglutisce, lasciandolo fare.

"Mi ha detto Zayn che vuoi trasferirti." Il riccio lo guarda, un'espressione ferita in volto. Si allontana immediatamente.

"Ho appena sputtanato tutto me stesso e tu mi chiedi se mi trasferirò?" Louis si morde un labbro, abbassando la testa.

"E' una domanda veloce, rispondi, per favore." Harry scoppia a ridere, le lacrime ancora che scendono.

"Sei assurdo, Louis Tomlinson. Sapevo che mi avresti respinto, ma non così," esclama fra le risate e dei singhiozzi strozzati, la pelle d'oca sulle braccia, "Ho immaginato di tutto, davvero, ma questo - Beh, mi continui a stupire."

"Mi viene più semplice farti domande piuttosto che dirti che sono innamorato anch'io di te." Harry sussulta, sbarrando gli occhi.

"Tu - no, non dire stronzate. Non mi prend-"

"Perché dovrei? Sono terrorizzato almeno quanto te, se non di più. Prendere in giro è l'ultima cosa che voglio."

"Mi - sei scappato quando ho provato a stringerti la mano, non - non mi hai parlato per due giorni e quando mi hai rivolto parola facevi finta di nulla, tu-"

"Io sono un coglione che si è innamorato del vicino di casa che ha finto di odiare per quasi due anni." Harry prende un respiro profondo.

"Se stai scherzando, Lou-"

"Ci ho pensato molto e no, non sto scherzando," mormora avvicinandosi a lui. Un sorriso dolce sulle labbra. Harry lo guarda con gli occhi ancora bagnati, il volto insicuro.

"Quindi? Ora cosa facciamo?" domanda posando le mani sui fianchi. Louis si alza in punta di piedi.

"Ora mi baci, poi vedremo." Harry sorride e si china sul suo viso.

La sensazione di prurito è sparita.


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