non solo parole d'inchiostro

Guardai fuori dal finestrino con aria annoiata. Quell'inverno l'avrei dovuto passare con mio padre e con mia nonna in montagna vicino ad un bosco e , per quanto amassi la natura, la cosa non mi allettava affatto.

Scesi dall'autobus con lo zaino e la chitarra. Iniziai ad incamminarmi nel paese. era piccolo e grazioso. Raggiunsi un piccolo market ed entrai per chiedere informazioni.

Venni accolta "calorosamente" da una donna mora leggermente in carne.

<<Che vuoi?>> quanta gentilezza

<<Mi scusi, ma potrei avere delle indicazioni? sono venuta a stare un po' con mia nonna e mio padre ma non so dove abitino di preciso>> dissi tutto d'un fiato.

<<Sei figlia di Beppe? Perché non l'hai detto prima! Seguimi, ti accompagno da lui.>> disse cambiando tono la donnona.

Uscimmo dal negozio e si diressero in piazza, davanti alla chiesa. In piedi su una scala, vicino ad un lampione, si trovava mio padre. Lo riconobbi a malapena. In quei 3 anni era cambiato molto. Il volto era leggermente più incavato, aveva fatto crescere i capelli e la barba e vestiva come un taglialegna, non più come un damerino di città.

<<Beppe! C'è tua figlia!>> urlò la signora andandosene, non prima di avermi detto di chiamarsi Luisa.

<<Grazie Luisa! spero di riuscire a sdebitarmi>> la ringraziai cordialmente e lei fece un gesto con la mano come dire "fa niente".

Mi girai ed mi avvicinai a Beppe. Avevo smesso di chiamarlo papà da quando mamma e lui si erano separati.

Appena finì, mi fece salire su un fuoristrada nero e andammo in quella che per le vacanze invernali sarebbe stata la mia casa.

Era una baita molto carina e devo dire che già a guardarla esternamente mi diede un non so ché di calore. Era composta da due strutture. Una era un rifugio aperto a tutti di legno, l'altra, mi spiegò, era la sede delle guardie forestali. In quest'ultima c'erano diverse camere utilizzabili, solamente che erano tutte occupate dai ragazzi volontari. Quindi mi disse che avrei dormito da un altra parte.

Lo seguii per il sentiero che si era fatto man mano sterrato. Mi guardavo intorno meravigliata. Avrei voluto fare come Heidi. Togliermi le scarpe e correre scalza per i prati. Si, se fosse stata primavera l'avrei fatto, fregandomene di quello che avrebbe detto Beppe.

<<Se vuoi farlo, fallo>> disse ad un certo punto, guardando i campi. Gli rivolsi un caldo sorriso per la prima volta. Gli passai la chitarra e misi per terra lo zaino. Mi tolsi le scarpe e i calzini e corsi ridendo per i campi innevati. Ad un certo punto inciampai in un sasso e caddi per terra di schiena. Persi il respiro per un secondo e lo vidi precipitarsi verso di me. Scoppiai a ridere. Rimase sorpreso per qualche secondo e poi rise anche lui. Si, lo ammetto, ho una risata molto contagiosa.

<<Mi hai fatto preoccupare, visto che non ti alzavi>> disse prendendo fiato. Allora alzai gli occhi al cielo e fissai un punto indeterminato di esso

<< A Thiene non è così limpido...>> mormorai guardando l'azzurro del cielo.

<<Di notte è ancora meglio. Sarà meglio proseguire, se vuoi conoscere le guardie forestali. Ho saputo che hai letto qualche libro su di loro>> mi disse continuando per il sentiero. Annuii e lo seguii, non prima di essermi asciugata i piedi e rinfilata le scarpe. Arrivammo a una piccola casetta. Ora dovetti davvero trattenermi per non mettermi ad urlare e saltare dalla gioia. Dio se sembrava la baita di Heidi. La guardai meravigliata. Beppe ridacchiò vedendo la mia espressione e aprì la porta.

Subito si apriva un corridoio con 2 porte. Vicino alla porta c'era un'appendi abiti.

Aprii la prima porta e rimasi meravigliata. Era la stanza da letto. era composta da un letto di legno e un grande armadio a muro anch'esso in legno. C'era una botola che dava al tetto. Su di esso c'era una postazione per osservare le stelle. Lasciai le borse nella camera e aprii una porta al lato del letto. Scoprii essere un bagno. C'era una doccia grande, un lavello con uno specchio enorme e un bidè. Rimasi affascinata. uscii dalla camera e andai ad aprire l'altra porta. Era una cucina. Era grande e spaziosa, con un'isola al centro.

Andai in camera e sistemare l'armadio e dopo aver finito accompagnai Beppe per il paese, a controllare che non ci fosse nulla di strano. Mi spiegò che fosse una specie di guardia forestale, anche se non ufficialmente tutti lo riconoscevano così.

La sera crollai a dormire dopo aver osservato le stelle. Erano meravigliose. Il mattino dopo fu tranquillo. Tirai fuori dalla custodia la chitarra e uscii fuori dalla capanna per suonare rimanendo all'aperto.

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