Io non sono coraggioso


Ho la mente annebbiata, amo questa sensazione di limbo.

So di essere in condizioni pietose, ma non riesco a muovermi dalla sedia, ho la vista offuscata e tutto intorno a me ha preso a girare.

Qualcuno trascina una sedia indietro e si siede di fronte a me, non riesco a distinguere i lineamenti.

"Sei uno schifo Malfoy."

Potter.

Avrei preferito farmi vedere in questo stato da chiunque, ma non da lui.

"Tu lo fai sempre."

"Cosa?"

"Schifo."

Sono uno straccio ma ancora abbastanza lucido per tenergli testa.

In realtà vorrei mi mettesse k.o. una volta per tutte, così la facciamo finita con questa farsa. Perché é sempre così, Potter é buono, ha sempre una bella parola per tutti, Potter é l'eroe...

A me non frega un cazzo, sono qui solo perché mille volte meglio che ricevere il Bacio.

"Malfoy é meglio se vai a letto, domani sarà una lunga giornata..."

"Cosa ne sai tu di cosa sia meglio?!"

Odio prendere ordini, soprattutto da lui.

"La finiamo per una volta con questo teatrino? Non sei nelle condizioni di contraddirmi..."

"Io faccio il cazzo che mi pare!"

"Non qui, non in questa casa, qui fai quello che dico io..."

"E' una minaccia Potter?"

"Chiamala come vuoi."

Non sono un cazzo di sottomesso, come osa dirmi quello che devo fare?!

Sarà un mese difficile, lo sento.

"Senti Potter, mettiamola così, io sto alla larga da te e tu stai alla larga da me, così questi trenta giorni passeranno più in fretta per tutti ok?"

"Domani ti renderai conto che non ti sarà possibile starmi alla larga."

"Ti piace avere sempre ragione non é vero?!"

"No Malfoy, non mi é mai piaciuto, a differenza tua io preferirei essere una persona qualsiasi!"

"Perché tu pensi che io abbia avuto scelta nel diventare quello che sono?!"

"Ed io cosa devo dire allora?! Pensi che abbia scelto di far ammazzare i miei genitori?! Pensi che abbia scelto di sopravvivere?! Pensi che abbia scelto di essere il Prescelto?! Non ho scelto nulla Malfoy, esattamente come te, ho solo indossato i panni che gli altri mi hanno cucito! Tu pensi che io mi diverta ad essere il Salvatore del Mondo Magico, invece non mi diverte per niente!"

Rimango un attimo perplesso.

Ho sempre visto Potter come un damerino dalle arie assurde, non ho mai considerato il fatto che questa cosa gli stesse stretta.

Lo ammetto, non deve essere stato facile immagino.

Immagino è la parola giusta, perché io non so cosa si prova ad essere cresciuto con un peso così enorme sulle spalle, io la zavorra l'ho tenuta negli ultimi anni, e non sono stato in grado di reggerla.

E' la prima volta che affrontiamo il discorso, non ci sono mai state occasioni, e sinceramente non avrei neanche avuto voglia di ascoltarlo, sarà l'alcol che mi fa parlare.

"Com'é stato?"

"Cosa?"

"Ucciderlo, uccidere Voldemort."

"Ero andato li per morire, non per ucciderlo."

"Per morire?!"

"Io ero l'ultimo Horcrux, sapevo che Voldemort avrebbe dovuto scagliarmi addosso l'Anatema che Uccide per distruggerlo."

"Eri l'ultimo cosa?!"

"Horcrux, solitamente é un oggetto dove un mago può nascondere un frammento della sua anima per rendersi immortale. Voldemort ne ha creati 6, ma non si é reso conto che la prima volta che ha tentato di uccidermi e l'Anatema gli si é rivoltato contro, un pezzo della sua anima si è insinuato dentro di me..."

Mi si é gelato il sangue.

Potter é andato contro la morte, ed io sono fuggito a gambe levate.

Questa é la sostanziale differenza tra di noi: lui il coraggioso Grifone, io la codarda Serpe.

"Hai avuto paura?"

"Molta, non volevo morire, non ero pronto, ma sapevo che avrei dovuto sacrificarmi per il bene di tutti..."

Io sarei scappato, io non mi sarei consegnato.

Io non sono coraggioso.

"Anche io ho avuto paura di morire, e lo sarei se Piton non avesse ucciso Silente al posto mio."

"Tu non lo avresti mai ucciso, Silente stesso lo sapeva..."

Ero così prevedibile? A quanto pare tutti sapevano che avrei fallito.

"Malfoy, non so cosa ti stia passando per la testa in questo momento, ma dimentica quello che é successo, e pensa sopravvivere."

"Sopravvivere? Tra un mese sarò processato Potter."

"Lo so."

Lo sento alzarsi dalla sedia.

"Domani mattina alle otto in cucina."

Inutile dire che non ho chiuso occhio tutta notte.

Le parole di Potter mi rimbombavano intesta come palline da ping pong.

Forse davvero posso dimenticare tutto, dimenticare quello che sono stato e quello che sono.

Un nuovo Draco Malfoy, questa volta più temerario, meno frignone, meno codardo, un po' più leale...

Mi sto descrivendo come l'uomo peggiore di questa terra, ma forse non lo sono.

Ho solo paura, tanta paura.

La paura é stata la mia compagna di viaggio sin da quando ero piccolo e non volevo deludere i miei genitori, mi é stata a braccetto nell'adolescenza quando ero il leader della mia casata ed ha continuato a soffocarmi con le mie scelte sbagliate fino adesso.

Mi guardo un attimo allo specchio, ho due terribili occhiaie che risaltano in modo particolare sul viso più pallido del solito.

Dov'è finito il mio fascino?!

Scendo le scale facendomi coraggio ed affrontare questa giornata che so sarà difficile.

Sono tutti in cucina, la Granger, Weasley e quel Charlie.

Potter legge la Gazzetta del Profeta, nessuno sembra notare che io sia li.

Tanto meglio, preferisco essere ignorato.

Charlie ha preparato delle uova strapazzate con salsicce che sembrano deliziosi, un profumo invitante invade la cucina.

Posa un piatto pieno davanti allo Sfregiato e lui gli risponde con un sorriso che in 7 anni non avevo mai visto.

Sembrano come due calamite che si attraggano a vicenda, dove c'è uno c'è l'altro.

Non pensavo che a Potter interessassero i ragazzi, l'ho sempre visto circondato dalla lenticchia femmina. Per quanto mi riguarda invece, ho capito sin da subito che pucciare il mio gingillo in qualche buco umido non mi sarebbe piaciuto, o per lo meno non in tutti i buchi.

Io preferisco donare il mio essere, perché dire che dono il mio culo fa brutto.

Ma quei due sono morbosi, quasi fastidiosi.

Mangio quello che mi é stato messo nel piatto congratulandomi mentalmente con Potter.

Quel Charlie non é per niente male,quelle braccia possenti ti fanno venire voglia di essere preso e sbattuto con violenza, magari potrei farci un giro...

"Hai finito?"

"Come scusa?"

"La colazione, hai finito?"

Per un attimo ho avuto paura che Potter avesse migliorato la sua tecnica di Legilimens e avesse scoperto le mie fantasie.

"Sì ho finito."

"Abbiamo degli armadi che ci aspettano."

Questa casa non mi piace, é scura,tetra e piena di polvere. Al Manor c'era tanta luce, e soprattutto gli elfi domestici la tenevano pulita.

"Wingardium Leviosa."

Facciamo levitare un grosso armadio vicino all'ingresso, sarà il mio deposito segreto, peccato non abbia portato nulla con me.

"Potter, i miei vestiti, le mie cose, sono al Manor..."

"'Sta zitto Malfoy!"

E' quel Weasley muscoloso che risponde.

"Non sto parlando con te!"

"Ma tu sta zitto lo stesso!"

"PERCHE' DOBBIAMO AMMAZZARCI A TRASPORTARE UN ARMADIO SE NON HO I MIEI VESTITI?!"

Un urlo lancinante squarcia l'aria.

"Feccia!Traditori del vostro sangue! Come osate insozzare la casa dei vostri avi!"

"Te l'avevo detto di stare zitto Malfoy!"

Charlie mi fulmina con lo sguardo.

"Abbiamo un concetto di fatica diverso Malfoy, stiamo levitando un armadio, non ci stiamo spaccando la schiena!"

Mi risponde Potter mentre lancia un telo sul quadro che stava urlando, mi stappo le orecchie.

"E quella chi diavolo é?!"

"Walburga Black, la madre di Sirius."

Sirius. Il padrino di Potter.

"Quando passi di qui non fiatare Malfoy."

Rimango in silenzio, non voglio scatenare di nuovo l'ira di quella pazza furiosa.

"I tuoi vestiti sono in camera tua, insieme ad alcune tue cose."

Mi volto verso Potter.

"Sei andato a casa mia?!"

"Non io, il mio elfo domestico."

"Hai un elfo domestico?!"

"Kreacher, era l'elfo dei Black."

Arriviamo al piano di sopra e noto con sorpresa che Potter non mentiva: in una pila in un angola ci sono parte dei miei vestiti insieme a dei libri e al mio kit per le pozioni, non é molto, ma meglio di niente.

"Sistema le tue cose e vieni in cucina, dobbiamo fare una riunione."

Mi viene da urlare si signore, ma sto zitto per orgoglio.



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