*Guardate com'è originale il titolo della mia challenge

Questo, mi spiace, non è un capitolo.

Il mio ghostwriter preferito @WoodyBark mi ha nominata. Mannaggia a lui! Io sono una perfettina, non mi piace avere avvisi in mezzo ai capitoli, figurarsi i challenge.

Vabbè, ora per regolamento devo riportare il regolamento (ma che palle, perché non si può fare Copia&Incolla?) 😭

-Devi postare il regolamento;
-È un'offerta che non puoi rifiutare (parola di Vito Corleone);
-Devi postare entro una settimana 13 curious facts su di te;
-Devi postare su una delle tue storie, non suoi commenti o sulla bacheca!
-Devi dare un nome originale al challenge.
-Devi nominare altri utenti.

Credo di avere scritto i più lunghi tredici fatti della storia dei challenge.

Godetevi le mie 2656 parole.

1. Il mio primo dente l'ho perso a due anni, l'ultimo qualche mese fa.

Il primo

Ricordo che all'asilo nido stavano servendo pezzi di pera. Io ne volevo uno (il che ancora adesso non mi torna, io odio la frutta e la verdura!). Ma nessuno si accorgeva di me. Così mi sono messa a dondolarmi con la sedia. E bang. Caduta. Botta in pieno dente. Quello davanti.

Venne chiuso in una botola acquata, a mo' di pesce. Tappa obbligatoria per ogni nuovo ospite di casa era il bagno, dove mostravo il mio dentino a tutti con grande orgoglio.

Dieci anni con una bocca in miniatura da nonna da casa di riposo. E dopo tutta quest'attesa il dente mi è cresciuto, sì, ma storto (stortissimoi) e con una strana macchia.

Dopo essermi fatta togliere un pezzo di gengiva inutilmente e aver convertito mia madre (quella dei massaggi le aveva detto che i denti mi si sarebbero messi a posto magicamente) mi metto l'apparecchio.

Ma, indovinate? Sangue e bocca gonfia. Ero allergica a chissà che materiale. Il dentista disse che mai in quarant'anni di lavoro aveva mai visto una cosa del genere.

E poi, allora, un elastichino che ogni tanto mentre parlavo partiva addosso al mio interlocutore.

Non servì a niente. E, in seconda media, finalmente la decisione giusta: un apparecchio di plastica.

L'ultimo (si spera)

Qualche mese fa, durante la lezione di storia (il penultimo e il terzultimo durante religione dell'anno prima).

«Prof, non è che per caso posso andare in bagno? Ho perso un dente.» 
«Un dente? E come?» 
«Niente, mi dondolava... È da latte.»
«Va bene, vai. Vuoi metterlo sul banco intanto che così passa la fatina?» 

Credo di averne ancora da latte, in teoria. Bah.

2. La mia ninna-nanna era la colonna sonora del Padrino.

Già, venivo addormentata a ritmo delle note di Nino Rota. Addormentata, si dice per dire. Non è che funzionasse molto. D'altronde, non avrebbe funzionato qualsiasi cosa. Leonessa di notte, sonnecchiavo di giorno.

Ah, e il film prima di andare a letto? La vita è bella. Puntualmente, tutti i pomeriggi dai due ai cinque anni.

3. Ho uno stalker: il 56.

Un tormento. Lo vedo in ogni dove. Abbonamento mensile per l'autobus? 56 euro. Per teatro? 56 euro. Che ore sono? Qualcosa e 56 minuti, naturale.

La percentuale di cacao in uno stecco di cioccolato? 56%, non serve nemmeno dirlo.

I sillogismi categorici di Aristotele? 256.

L'unica data che il nostro prof. di storia (wow, prof. sei pluricitato oggi: non credevo appartenessi così tanto alla mia vita) ci ha chiesto di imparare? Bolla d'oro: 1356.

Aspetta che mi misuro, quanto sarò alta? 56cm, dovevo immaginarlo. Ok no scherzo, ragazzi sarò pur bassa ma non così tanto. 1m56. Ora non partitemi con frasi come "non sarai alta ma sei all'altezza" e non azzardatevi a dirmi quella cosa del vino buono, che odio essere comparata ad una botte.

Una mia amica molto superstiziosa ha controllato il significato del 56 su internet.

Da notare...

SIMBOLISMO e SIGNIFICATO: "L'esistenza. L'angelo. L'attività cosciente permette la ricerca della serenità, della stabilità e della volontà."

ABBINAMENTI: letto, Dio, ancora, cane, oceano, mano, donna, buoi.

Questo era il 55.

Questo è il 56:

SIMBOLISMO e SIGNIFICATO: "Inattività e inerzia: sono le condizioni di chi non agisce né per il bene né per il male per mancanza di stimoli."

ABBINAMENTI: povertà, bandito, corda, impiegato, fertilità, cassa, soldato, infanzia, palude, altare, guerra, chitarra (la chitarra messa così sembra un po' una presa per il culo, o no?).

E' un numero di sangue, violento. E' il numero della guerra, dell'attacco e della ritirata, delle battaglie interiori, delle lotte sociali, della vendetta, delle parate militari, dei sequestri di persona, della segregazione e della custodia forzata. Questo numero rappresenta le armi da guerra, le uniformi, le incursioni violente, il bottino di guerra, il cannone, la farina, i fagioli, i ceci, le lenticchie, la graticola, la ciotola, il coltello, la lepre, la taverna, la polenta, la merenda, l'albero del cedro. E' anche il numero che rappresenta il colore bianco, le nozze desiderate, le malattie contagiose, la partenza, l'addio, il distacco, le malattie della pelle, la stuoia, il tappeto, la rogna, la tarantola, gli animali notturni.

I commenti li lascio a voi.

4. Sono controllata 24 ore su 24.

La fortuna di avere come padre un investigatore privato. Da recente ho scoperto il suo lato geloso. Ogni ragazzo che mi si avvicina viene schedato.

Ok, scherzo. Schedato no (almeno non credo), ma investigato sì.

La Privacy è il fondamento della nostra famiglia. Al ristorante prenotiamo con un altro cognome. Pure Whatsapp mi è vietato. Meglio Telegram.

5. Nei messaggi metto sempre i punti.

Funziona così, di solito. Soggetto, verbo, qualche complemento e per far capire che ci si deve fermare ci vuole anche un punto (sennò, chissà, è capace che certi bischeri si spingano oltre).

Eppure, tutti non fanno altro che prendere in giro i miei poveri punti. Mi accusano di freddezza. O di essere scazzata.

Di recente è stato proposto un referendum: "chi vota per abrogare i punti della Sofia?".

Ah, e odio tutte le espressioni teenageriane all'americana.

L'ho friendzonato. Mi ha stalkerizzato il profilo.

Che poi... Come si fa a stalkerizzare un profilo? Tesoro, se pubblichi già tu tutto, il tuo stalker non ha nemmeno bisogno di stalkerizzarti.

6. Non ho niente in comune con le altre sedici/diciassettenni, se non il fatto di avere sedici/diciassette anni.

Eh sì, mi piace pensare di essere una ragazza speciale.

Odio la discoteca. Mi piace la musica di anni fa.

Sono un'appassionata di cinema.

Odio i social (ma Wattpad si salva, dai). E soprattutto odio Snapchat, e tutte quelle che postano foto ogni due secondi, ma ancora più soprattutto quelle che urlano e si coprono quando uno cerca di far loro una foto. Che poi è quello che vogliono.

Già, mi sento un po' una vecchia, quelle che hanno il routinario motto di era-meglio-una-volta. Chiusa di mente? Chiamatemi come volete. Ma comunque, se è vero che sono la chiusa in mezzo a tanti aperti, l'aperta allora non sono io? ;)

7. Da piccola volevo fare la mantenuta.

Odiavo chi mi chiedeva cosa volessi fare da grande. E forse ancora adesso.

«La mantenuta», rispondevo sempre.

8. Ai tempi che furono ero una blogger.

Avevo un blog, artedicorreresottolapioggia, il mio pseudonimo era Alice11. 11 perchè avevo undici anni (che fantasia, eh?), e Alice... Boh, non c'è mai stato un motivo.

Ci scrivevo poesie. Mi hanno pubblicato anche un libro, "Ad un tratto". Poesie scritte dai sei ai dodici anni.

Qualche mese fa, rovistando tra le cose, credo di aver trovato il mio primo scritto. Avevo appena iniziato a scrivere, quindi avevo cinque anni.

Le farfalle quando le tocchi muoiono
I pesci quando vanno fuori dal mare muoiono
I pulcini quando
Gli uomini quando gli spari muoiono
Il sole quando le nuvole si spostano viene la pioggia                                          La sveglia suona la mattina
Suona aquilone

Eh già. Fin da piccola avevo una visione del mondo veramente ottimista.

Poi mi sono stancata di essere una bambina prodigio. Mi sono stancata di ricordare a tutti mio zio morto, che scriveva poesie anche lui.

E così ho iniziato a scrivere racconti. E odio chi mi chiede se scrivo ancora poesie. O si ricorda solo delle poesie. Non riescono ad accettare che sono andata avanti. O, forse, non hanno voglia di leggere cose più lunghe.

9. Di giorno freddolosa, di notte calorosa.

Non importa che sia estate o il giorno di Natale, per me di notte fa sempre caldo. E così, la sera vado a letto con il pigiama, la mattina mi sveglio semi-nuda.

Una mia amica lo ricorda sempre ad ogni persona nuova che conosciamo. Non aspetta nemmeno le presentazioni. Si vendica perché dice che le ho traumatizzato l'adolescenza in seconda media, quando una mattina si è svegliata dopo aver dormito con me.

10. Mi sono rotta i coglioni di dimostrare di saper scrivere. Scuola soprattutto.

Mi sono stufata di quelle cazzo di analisi di testo, dove uno stile proprio sembra che non si possa avere. Una volta ci stavo dietro a quelle regole assurde, rispondendo come volevano loro.

Ma era troppo facile e troppo noioso. E non ce la faccio più. Non ce la faccio più a far capire che la mia grammatica è corretta, che so usare espressioni come "innanzitutto", "tuttavia" o "nonostante ciò" e di dimostrare che non faccio ripetizioni.

Insomma, so già che non bisogna iniziare con il "ma" o usare frasi senza verbo. Ma non ho più voglia di far capire che lo so.

Ne ho le palle piene di scrivere che al verso ventinove c'è una sineddoche. Chi cazzo se ne frega se è una sineddoche, una metonimia o una similitudine. Probabilmente non lo sapeva nemmeno lo scrittore di avere scritto una sineddoche.

A volte sembra proprio che vogliono farti odiare certe cose. Scrivere appassiona così tante persone, perché renderlo per forza sgradevole? Io non lo riesco a capire.

Una volta la mia sopportazione ha raggiunto il culmine. Dovevo commentare una Epistola ai Posteri di Petrarca. Premesso che Petrarca proprio non lo reggo, leggere una lettera con frasi come "la superbia l'ho riscontrata negli altri, ma non in me stesso"...

Si può dire tutto di Petrarca, ma che sia una persona umile... E così l'ho preso per il culo. In buona grammatica italiana eh. Nessuna parolaccia. Ho semplicemente evitato di sparare in un tema la sua biografia e usare frasi che servono solo a riempire le righe ma non vogliono dire niente come "Petrarca è uno dei più importanti scrittori del Trecento."

Risultato? «Sofia, con questo tema ho capito che tu non riesci a stare dentro agli schemi. Io adoro come scrivi. Tu un giorno potrai tenere dei blog o scrivere dei libri, ma io ti devo preparare per la Maturità» (Non è assurdo? Per la Maturità ci preparano, non per la vita. Prendere cento alla Maturità: questo dev'essere lo scopo.)

«Tu nella verifica di Petrarca hai scritto tutto quello che c'era da scrivere. Perchè non scrivi le stesse identiche cose nel tema?» (Ma mi scusi, ma allora che differenza c'è tra le verifiche e i temi?)

E poi, siamo franchi, a leggere dei temi che iniziano con "analizziamo l'Epistola ai Posteri di Petrarca, scrittore tra i più importanti di tutto il Trecento" ti sei già rotto le palle dopo la prima riga.

Dovrebbero insegnare a essere accattivanti, a tenere incollati, non ad annoiare. Io non dico di essere perfetta. Ma vorrei che qualcuno mi portasse verso questa perfezione (che poi, ognuna ha la sua in realtà), non verso il degrado (quello invece è uguale per tutti).

Voi non siete d'accordo?

Io l'anno prossimo, per fortuna, me ne vado all'estero a studiare.

11. Un bradipo senz'occhi ha più senso dell'orientamento del mio.

«Da che parte si deve andare secondo te Sofia?» «Mmh, prova a sinistra.» «Allora andiamo a destra.»

Per imparare ad andare a scuola ci ho messo tre anni. Mi perdo anche dietro casa.

Ma c'è una spiegazione al tutto. Ho letto che c'è un raro disturbo chiamato "disorientamento topografico."

Così la scienza spiega: "Il disorientamento topografico consiste nell'incapacità del soggetto di sapersi orientare in ambienti più o meno familiari. Tali disturbi sono frequenti in presenza di deficit della memoria o di un generale decadimento delle funzioni cognitive: ad esempio è uno dei disturbi più frequenti nell'Alzheimer. Possono anche essere associati ad eminegligenza ed agnosia."

Ma vi pensate? Io presa in giro, sfottuta per tutto questo tempo, ignara di essere malata.

12. Sono svampita. Eh oh.

Ma insomma... Penso che se vuoi scrivere non puoi avere tutto.

Fin dai quattro anni chiedevo a mia madre cose come "che senso ha vivere se poi bisogna morire?" E poi la parola veniva passata a mio fratello, che le chiedeva come funzionassero le grondaie.

Faccio svampitate come mettere il sapone dentro al contenitore del burro, in frigo. Sono simili, che ci devo fare...

Entro in macchine sbagliate, con uomini al volante che stanno aspettando la propria moglie e si ritrovano me.

Mi succede ogni guaio, ogni tipo di guaio. Narra la leggenda che io porti sfiga nei viaggi. Aeroporti soprattutto. In effetti, una volta sono stata perquisita perchè sospettata di avere un'arma in valigia (pistola ad acqua che avevo comprato per mia sorella). Un'altra sono stata accusata di aver cercato di spedire una bomba in aereo e di aver tentato di fuggire (lunga storia).

E poi dicono tutti che sembro un'innocente bambina, bah. (Interlocuzioni all'ordine del giorno: «Che classe fai tu?» «Terza » «Media?»).

13. Sono dipendente dalla crema al cortisone.

Ricordo che per teatro (sì, sono una teatrante) ci avevano chiesto di portare una cosa a cui eravamo affezionati.

Tutti hanno portato un libro o un orsacchiotto.

Ci ha chiesto, uno alla volta, di improvvisare e di spiegare il motivo per cui eravamo così tanto affezionati al nostro oggetto.

Solo che io avevo la crema al cortisone.

Ecco che cosa ho iniziato a dire:
«Avete presente quando vi chiedono: se poteste portare solo una cosa con voi in un'isola che cosa portereste? Di solito i più stupidi e sdolcinati dicono "lei" o "lui", i più intelligenti un libro di istruzioni per costruire una zattera. Ma tanto io, una zattera, non la saprei costruire neanche se il libretto delle istruzioni fosse quello delle Lego. Io porterei la mia crema al cortisone.
Se mi alzassi la mattina e non ce l'avessi, la mia vita sarebbe finita. Il dermatologo mi ha detto che se continuo così mi verranno i baffi. Anche mia madre si è preoccupata perché dentro c'è il cortisone. Un giorno me l'ha sequestrata. Ricordo quel giorno come il più brutto della mia vita. Mi sentivo tutta tirare, ero tutta screpolata e la pelle per poco non mi si sgretolava. Quasi soffocavo. L'ho cercata dappertutto. Ho aperto cassetti, armadi, frigoriferi, dispense, casseforti... Ma non ho trovato niente. Allora sono scappata in farmacia.
Arrivo lì e non ricordo il nome della crema. Cerco di descrivergliela in tutti i modi. E' bianca, alta e snella. Ha due righe, una rossa e una gialla e ha un leone tatuato. E c'è cortisone dentro. Tanto cortisone. Allora ci arriva e il nome non me lo scorderò mai più, Fucicort Crema. "Ah, ma ce l'hai la ricetta?". Un mondo mi si apre addosso. "La ricetta... Oddio me la sono dimenticata! Ma ce l'ho le giuro, ce l'ho. La prego mi serve, è causa di vita o di morte, sto soffocando e non vede come la pelle mi si sta sgretolando tutta via? Morirò spellata!".
Appena me l'ha data sono corsa subito a metterla e mi sono dimenticata il resto. Ma non sono più tornata a prenderlo, non mi importava.
È la mia salvezza. Pelle screpolata? Fucicort crema. Rossore? Fucicort crema. Un brufolo? Fucicort crema. Una ferita? Fucicort crema. Erpes? Fucicort crema. Ora, per esempio, ho le gengive infiammate e mi verrebbe da metterla pure lì. Magari quando torno a casa la metto un po' nello spazzolino...
I miei amici hanno cercato di dirmi tutti gli effetti collaterali del cortisone, guardate ce le ho qua, allora... "causa iperglicemia, ipertensione, ulcera, insonnia, sbalzi d'umore, cancro, gonfiore, asma, lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, psoriasi, malattie infiammatorie intestinali, sindrome nefritica, leucemia,trapianto d'organi, epatite autoimmunitaria, reazioni d'ipersensibilità, shock cardiogeno e settico, nonché, ovviamente, le sindromi di carenza glucocorticoide come il morbo di Addison e il panipopituitarismo."
Però dicevo "si vive una volta sola, no?". Quando ho scoperto però che il cortisone fa ingrassare ho deciso di darmi una calmata. Diciamo che della ventina di volte che me la mettevo al giorno ora la metto diciannove.
Sentite, c'è a chi piace bere, a chi piace fumare, a chi piace drogarsi, a chi piace Justin Bieber... E io che mi metto le creme sarei strana? Insomma, potrei mettere quelle idratanti normali, sì. Ma c'è una cosa nel cortisone che... C'è una cosa che... Che... Ho perso il filo del discorso.»

Ridevano come se scherzassi. Il problema è che io dicevo sul serio.

Fine!
Ora devo fare le nomine... Uhm...
Spero che gli utenti non l'abbiano già fatto.

GeeeWonderwall (la mia guida)

@gesalva (la migliore compagna di chiacchiere)

Iodaqui (la migliore commentatrice sarcastica in assoluto)

upandDowney (la mia anima gemella)

Agenti_MarkHarbour (utente interessante)

@MichelaBaldasso (utente interessato)

@-Gioggi- (mia fedele follower)

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top