21 - Rebekah & Zayn - long time ago

Rebekah

Sono stanca, ho sonno, la serata è stata un semi disastro e dovevo immaginare che mancava la ciliegina sulla torta: la macchina sembra essere morta e, per quanto ci abbia provato, non ne vuole sapere di accendersi.

«Oh, andiamo!» Impreco contro la mia auto mentre mi trovo seduta al mio posto e le mani strette sul volante.

Ho salutato da poco le mie amiche, sono quasi le due del mattino e pensavo che a breve sarei stata nel mio letto, e invece mi ritrovo al buio di un parcheggio, tentando di riavviare quest'auto che proprio non ne vuole sapere. Eppure è stata in officina da poco, che cavolo le ha fatto quel meccanico da quattro soldi?

Prendo la mia borsa appoggiata sul sedile del passeggero, poi cerco nel portafoglio il biglietto di quel tipo da cui mi ha consigliato di andare Harry e, quando lo trovo, resto a fissarlo, indecisa se chiamarlo davvero o meno.

Stringo il labbro inferiore tra i denti mentre penso che qui non posso stare e forse lo disturberò, ma ho davvero bisogno d'aiuto. Con la mano libera prendo il cellulare e compongo il numero che leggo sul biglietto: il telefono squilla, ma nessuno risponde.

Sto per arrendermi e riagganciare, quando sento rispondere una voce maschile. «Pronto!»

Non saprei dire se la sua voce sia più sexy dal vivo o al telefono, ma so che mi sono presa un paio di secondi per pensarci, tanto che lui parla di nuovo.

«Pronto!?» A quel punto mi riprendo dai miei vaneggiamenti.

«Sì, ciao Zayn, scusami se ti disturbo a quest'ora» la sua voce non sembra assonnata, ma sono comunque dispiaciuta di avergli telefonato in piena notte «Sono Rebekah Stewart, la segreteria di Harry Styles. Ho portato da te la macchina qualche gio...»

«Mi ricordo di te...» mi interrompe e sento un certo divertimento nella sua voce «c'è qualche problema con la macchina?» mi chiede. Non so perché, ma mi dà l'impressione di essere completamente rilassato.

Anche quando sono stata alla sua officina per lasciare l'auto ho notato quanto fosse calmo. Stare accanto a lui mi trasmetteva una certa tranquillità da un punto di vista, ma se avessi dovuto guardarlo esclusivamente da un punto di vista femminile, beh... non era certo tranquillità che mi ispirava...

«A dire la verità sì. Sono uscita con delle amiche e stavo per tornare a casa, ma l'auto sembra essere morta». Lo sento ridacchiare, ma io non ci trovo niente da ridere.

«Dove sei?» mi domanda mentre io immagino quel sorriso malizioso sulle sue labbra, lo stesso sul quale mi sono incantata un paio di volte quando gli ho parlato la prima volta. Gli do l'indirizzo e lui mi assicura che arriverà in pochi minuti.

Mi chiudo dentro nell'attesa di vederlo arrivare e per fortuna ci mette davvero pochi minuti, perché non posso accendere il riscaldamento e sto morendo di freddo. Una jeep azzurra si ferma davanti alla mia auto e lo vedo scendere con un piccolo sorriso sulle labbra, chiude lo sportello e si avvicina restando in piedi davanti al mio finestrino.

Zayn ride, poi mi fa cenno di aprire e mi rendo conto che lo stavo fissando. Mi riprendo - sentendomi decisamente stupida perché alla mia età non dovrei sbavare così palesemente davanti ad un ragazzo, anche se è un gran pezzo di ragazzo come lui - poi appoggio la mano sulla maniglia per aprire, ma la porta è bloccata.

«Merda!» continuo a fare figuracce mentre lui non smette di ridacchiare. Sblocco la portiera, poi la apro. «Scusa, dev'essere l'effetto dell'alcool» dico, per giustificare la mia stupidità «Grazie per essere venuto qui a quest'ora».

«Tranquilla, ero appena uscito dalla doccia, ho fatto tardi anch'io stasera». Mi porge una mano che afferro senza pensarci due volte, mi invita a scendere e quando gli passo accanto, riesco a percepire il suo profumo, e le sue parole di poco fa mi portano ad immaginarlo sotto al getto dell'acqua. «Vediamo un po' cosa c'è che non va» dice poi, mettendosi al volante.

Gira le chiavi nel quadro e tutto resta spento. «La batteria è andata. Hai lasciato per caso le luci accese?» mi domanda voltandosi a guardarmi.

Ma che occhi meravigliosi ha?

«Non lo so... Non credo...» rispondo fissandolo come se non l'avessi mai visto.

Seguo poi la direzione del suo sguardo: le sue dita tatuate si posano sull'interruttore delle luci e, subito dopo, sento il click che conferma il mio errore. Sposto il mio sguardo su di lui e mi perdo ancora nei suoi occhi.

Lo fa anche lui con me e restiamo a guardarci in silenzio per qualche secondo di troppo, silenzio che è poi lui a rompere. «Credo di aver trovato il problema». Non sorride più e non smette di guardarmi, nemmeno io ci riesco e non ho capito se il problema di cui ha parlato si riferisse alla macchina o ad altro.

«Si può risolvere?» gli chiedo a bassa voce.

«Assolutamente sì». Anche la sua voce sembra essersi abbassata.

Scende dall'auto, mi si posiziona davanti e torno ad inspirare il suo profumo; per un attimo torniamo a guardarci, poi appoggia una mano sulla mia spalla - e mi sembra di sentirla su di me al di sotto del cappotto - poi sorride e mi sposta leggermente di lato per poter passare.

Stupida Reb!

Continuo a fare la figura dell'idiota; non so cosa mi stia prendendo, forse è l'effetto dei drink che ho bevuto stasera, ma la vicinanza di Zayn sta risvegliando il mio corpo. Non ho più sonno e non sono più nemmeno stanca.

Zayn fa il giro della sua auto, apre il bagagliaio, poi torna da me con dei cavi in mano. «La batteria si è scaricata, ma ora la facciamo ripartire». Cerco di concentrarmi su ciò che dice per cercare di sembrare meno stupida di quanto gli ho dimostrato in questi pochi minuti. «Adesso collego questi cavi alla batteria della mia macchina, poi alla tua. Tu sali sulla jeep, metti in moto e, solo quando te lo dico io, acceleri. È tutto chiaro?»

«Chiarissimo» rispondo convinta.

Lui sorride ancora, mi porge le chiavi della sua macchina, poi mi metto al volante lasciando lo sportello aperto per poterlo sentire, mentre osservo dal cristallo anteriore ogni suo movimento: da come apre il cofano, a come si china per collegare i cavi alle batterie e i miei pensieri iniziano ad andare oltre gli indumenti che indossa...

«Metti in moto!» La sua voce mi fa sobbalzare e arrossisco come se mi avesse colto sul fatto.

Faccio ciò che mi dice, poi mi dice di accelerare e io lo faccio, alla fine sento il rumore del motore della mia auto: Zayn ha sistemato il problema - almeno quello che riguarda la mia macchina, per l'altro problema avrei io la soluzione...

«Visto? Era la batteria!» Sobbalzo di nuovo quando me lo ritrovo accanto.

«Già» rispondo con un sorriso tirato pensando che devo salutarlo perché starà per andarsene.

«Per ora va bene, ma se il tragitto fino a casa è breve non si caricherà abbastanza e domani mattina avrai lo stesso problema. Sarebbe meglio comprarne una nuova». Resto seduta al volante della sua auto mentre sorrido e annuisco come se avessi capito quello che ha detto. «Adesso stacco i cavi, ma non mi fido a mandarti a casa da sola, non si sa mai. Ti va se ti seguo? Così se dovessi avere altri problemi sono già lì». Vorrei dirgli che potrebbe seguirmi ovunque...

Reb, ma che problemi hai!?

«Grazie Zayn» riesco a dire solo queste due parole.

Lui mi porge di nuovo la mano per aiutarmi a scendere, lo affianco mentre stacca i cavi e... Basta Reb! Te lo stai mangiando con gli occhi!

«Fatto!» dice quando chiude il cofano. «Possiamo andare».

Saliamo entrambi sulla nostra auto e mi immetto in strada per avviarmi verso casa. La sua jeep è sempre dietro, fino ad arrivare a destinazione e non posso evitare di sorridere quando mi accorgo che anche lui ha parcheggiato, spento il motore e chiuso a chiave la portiera, esattamente come ho fatto io.

«Non so davvero come ringraziarti Zayn...» È decisamente troppo vicino e il suo profumo troppo intenso, proprio come il suo sguardo, tanto da farmi parlare ancora, senza quasi rendermene conto. «Potrebbe bastare una birra?»

Davvero Reb lo stai invitando a casa alle tre del mattino per bere una birra?

«Per cominciare...» risponde con il suo sorriso super sexy, lasciando la frase in sospeso, cosa che mi mette parecchia curiosità.

Mi volto verso l'ingresso dell'edificio e lui mi segue in silenzio fino ad arrivare al pianerottolo, dove mi fermo perché c'è una cosa che devo dirgli. «Una volta dentro dovrai fare piano perché c'è mia sorella che dorme al piano di sopra.

Il suo sorriso si apre di più e ho sempre l'impressione che le sue parole siano a doppio senso.

«Cercherò di fare piano». Lo dice lentamente e io sta già pendendo dalle sue labbra.

Gli do le spalle e sento ancora il suo sguardo su di me. Faccio girare le chiavi nella serratura, poi entriamo; lascio la borsa e il cappotto sul divano, sento che si sta togliendo la giacca, ma non voglio guardarlo o potrei non arrivare in cucina. Cammino dritta verso il frigo, recupero due bottigliette, le apro e quando mi volto lui è già dietro di me.

Averlo così vicino mi fa mancare il fiato, lui prende la birra direttamente dalla mia mano, poi la porta alle labbra e ne beve un piccolo sorso. I miei occhi si perdono ancora a fissare ogni suo movimento e quando vedo il suo pomo d'Adamo andare giù, e poi tornare su, al centro del mio corpo si sprigiona un calore che si espande velocemente fino a sentirlo sulle guance.

«Hai caldo Rebekah?» La sua voce bassa, lenta e calda, continua ad alimentare quel calore. Il rossore sulle guance mi tradisce e comunque non ho voglia di mentire.

«Decisamente...» Ancora il suo sorriso, poi quel calore diventa un vero incendio.

Zayn si appoggia leggermente al mio corpo per posare la sua bottiglietta alle mie spalle, sul ripiano della cucina, poi fa la stessa cosa con la mia. Resto con gli occhi fissi nei suoi quando sento le sue mani slacciare lentamente i bottoni della giacca che indosso.

Non dice niente, nemmeno io lo faccio; non è da me agire in questo modo, ma non riesco ad avere nessun controllo sulla situazione, né su questo momento, che mi sembra assolutamente perfetto.

Una volta che i bottoni hanno lasciato le asole sento le maniche della giacca scivolare lungo le braccia, la posa sul ripiano dietro di me e sorride ancora. «Va meglio adesso?» È come se la sua voce fosse in grado di far espandere sempre di più quell'incendio e io, senza più alcun controllo, scuoto leggermente la testa per fargli capire che ho ancora caldo.

Le sue mani si posano sul mio collo, scivolano all'indietro raccogliendo i miei capelli in una coda, poi li arrotola e li tiene con una mano, mentre con l'altra si appoggia sul ripiano, esattamente accanto al mio fianco destro. «E ora?» mi domanda a pochi centimetri dal mio viso.

Ormai è tutto fuori controllo: la temperatura corporea, il respiro, il battito cardiaco e la mia voglia di infilare le dita tra i suoi capelli per poi fiondarmi sulle sue labbra, che da questa distanza sono sempre più invitanti. Persino le mie azioni e le mie parole sono sfuggite al mio controllo, perché non sono sicura di essere io a parlare subito dopo.

«E ora credo di avere voglia di prendere fuoco». Lo sento sorridere nel bacio quando le mie labbra finiscono con prepotenza sulle sue, ma è un sorriso che dura poco perché risponde al mio bacio con maggiore intensità. Stringe con forza i miei capelli tra le dita mentre mi spinge ancora di più contro la sua bocca. Le mie mani lo fanno con i suoi capelli, mentre la sua mano sinistra, preme contro il fondo della mia schiena per far aderire maggiormente i nostri corpi.

Mi sembra di voler sprofondare nella sua bocca mentre sento le sue mani lasciare la presa per scivolare lungo i miei fianchi, aggancia con le dita il bordo della gonna e lo alza quasi del tutto, poi mi afferra con fermezza le cosce e mi tira su senza sforzo, facendomi sedere sul ripiano della cucina. Sento un rumore alle mie spalle, ma lo ignoro dal momento in cui lui si fa spazio tra le mie gambe e mi tira a sé senza smettere di baciarmi.

Tutto di lui ha il potere di farmi andare fuori di testa: il suo odore, il suo sapore nella mia bocca, il calore delle sue mani sulla mia pelle e la forza con cui mi stringe, poi la magia si interrompe quando sento un liquido freddo arrivare a bagnarmi la pelle e la sua risata che fatica ad uscire dalla mia bocca.

Apro gli occhi per vederlo allontanarsi appena. «Mi dispiace...» dice con un piccolo sorriso sulle labbra, poi seguo la direzione del suo sguardo e mi rendo conto che la birra sta colando dal mobile al pavimento, in un gocciolio continuo. A quel punto rido anch'io al pensiero del piccolo disastro che abbiamo combinato, poi torno a guardarlo negli occhi e il suo sorriso scompare. Sento l'eccitazione tornare prepotente, la vedo anche nei suoi occhi, poi di nuovo il nulla. «Anzi no, non mi dispiace affatto». In un attimo torna a baciarmi, togliendomi il fiato e sono io a stringermi di più a lui, tanto che lo voglio più di quanto immaginassi.

Le sue mani tornano a vagare sul mio corpo, la sua bocca sta passando dalle mie labbra al mio collo, le mie mani lasciano i suoi capelli per scendere sul suo torace fino all'addome, e quando mi rendo conto che sto armeggiando con la cintura dei suoi jeans una piccola lampadina si accende nella mia testa. «Non qui» gli dico con un filo di voce.

«Dove vuoi...» risponde con il suo meraviglioso sorriso.

Si allontana, mi lascia scendere, poi abbasso la gonna sotto al suo sguardo attento, e non vorrei davvero farlo, ma devo sistemare questo disastro, altrimenti Chloe lo vedrà domani mattina. Zayn mi aiuta a ripulire senza perdere la sua calma e la sua ironia, così finiamo in fretta e andiamo in camera mia.

Il tempo di girare la chiave nella serratura e mi giro per ritrovarmelo di fronte. Le sue mani arrivano veloci sul mio viso, le sue labbra prepotenti sulle mie e mi ritrovo a finire di slacciare la cintura dei suoi jeans. Continua a baciarmi mentre lo sento sfilarsi le scarpe. Gli abbasso i pantaloni lungo i fianchi e lui li sfila, poi passa al mio sotto giacca e intanto io abbasso la cerniera della gonna. I suoi occhi sono sempre fissi nei miei, il suo sguardo mi manda fuori di testa e quel piccolo, mezzo sorriso malizioso non abbandona quasi mai le sue labbra.

È impaziente nei suoi movimenti, quando mi stringe a sé per sganciare il reggiseno, ma lo sono anch'io, come non mi è mai successo prima. È come sé avessi aspettato questo momento da tutta la vita e ora non vedo l'ora di averlo tutto per me.

Lo conosco da poco più di un'ora ed è assurdo come io mi trovi in sintonia con lui; è come se lui conoscesse alla perfezione il mio corpo perché sembra sapere come e dove mettere le mani, è come se sapesse cosa voglio sentirmi dire perché dalle sue labbra continuano ad uscire le parole giuste, come se sapesse dove voglio essere baciata.

Zayn riesce a portarmi dove vuole, e allo stesso tempo dove voglio io, in un potente vortice fatto di parole sussurrate, di carezze bollenti e di baci appassionati, ma anche di dolcezza e delicate attenzioni che portano entrambi a perdere la testa nello stesso momento, ed è meraviglioso sentire il suo respiro ancora affannato sulla mia pelle e la sua presa sui miei fianchi farsi sempre più debole.

Alza lo sguardo su di me, sorride, con le dita mi sistema i capelli intorno al viso e il mio cuore perde più di un battito nel vedere come mi guarda. «Dimmi che non devo andarmene». La sua richiesta mi toglie l'ultimo filo d'aria che mi era rimasto nei polmoni e fatico a ritrovarne un po' per potergli rispondere.

«Resta Zayn». Il suo sorriso si fa più ampio, le sue dita continuano a vagare lente sul mio viso mentre anche io allento la presa sulle sue spalle.

«Ha un bel suono... Dillo di nuovo...»

Sono io a sorridere stavolta, sentendo il cuore più leggero e la testa piena soltanto del suo sguardo. «Resta Zayn...»

Non credo sia stato come se avessi aspettato questo momento da tutta la vita: credo di aver aspettato Lui da tutta la vita.

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SPAZIO ME

Buonsalve belle persone!

Eccomi tornata con un nuovo aggiornamento! Conosciamo l'inizio di Rebekah e Zayn, conosciamo finalmente anche la loro storia che è, e sarà, strettamente collegata con quella di Harry e Chloe, ma a questo ci arriveremo più avanti.

I due piccioncini si sono trovati grazie alla batteria dell'auto di lei che ha deciso di dare forfait, ma credo che dopo la serata che ha vissuto con Zayn sia stata più che felice di aver avuto quel problema alla macchina.

Arriverà presto il seguito tra un capitolo e l'altro di "That's what matters" (che vi invito a passare a leggere).

Mi sono mancati, a voi?

Eeeeee niente, buona lettura 😍

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