Capitolo 4 •Couleurs

"Ed un pensiero le passa per la testa, forse la vita non è stata tutta persa.
Forse non è stato poi tutto sbagliato"
(Vasco rossi)

Mi mostrò la sua "Chambre d'art", ricca di opere e quant'altro, originati dalla sua immaginazione e definite da mille suggestività.

Fu un incanto ammirare ogni inusuale dettaglio, dal pennello abbandonato nell'acqua oramai divenuta rosa, a quel quadro maestoso, appeso ad una parete, raffigurante una donna dai lunghi capelli corvini.

Rimasi ammaliato dal suo splendore!

"Lei è mia madre, la contessa Juliette" svelò Margaret.

"Detenete delle origini nobili?" Domandai meravigliato.

"Avevo, nostro padre ha diseredato mio fratello dalla successione ereditaria, per motivi ad oggi sconosciuti, ma non mi importa più!" Affermò disinteressata.

"Ma vostra madre?"

"Cercò di persuaderlo, ma si arrese subito anche a lei, abbandonandoci per sempre".

"Perché l'avete ritratta?" Chiesi cautamente.

"Ma quante domande ponete? Semplice perché ne avevo voglia!" Dichiarò ridendo, schizzandomi della realistica vernice.

Come sei fossimo i personaggi narrati in una cavalleresca leggenda, il tempo volò, fra deliziosi racconti e deliranti risate, ma il momento venne interrotto, da un'inaspettata domanda.

"Ritornerete domani? " Domandò dolcemente Margaret.

"Ecco..." Mi colse impreparato.

"Si o no!" Richiese prontamente.

Non seppi rispondere, ma optai per una decisione.

"Si, ma a patto che non mi dipingiate il volto di blu!" La stuzzicai maliziosamente.

Sorrise e si avvicinò lentamente, sempre di più finché mi imbrattò la faccia!

Che furba! Questa piccola pittrice!

Rise senza fiato, non prevedendo la mia diabolica vendetta...dell'acqua!

Giocammo come dei bambini in preda all'entusiasmo, mentre la notte passò, e le stelle ci osservarono.
Le promisi di rividerci, salutandoci con uno semplice sguardo intenso e lambendo timidamente ad una carezza.

Ma non finí qui! Chers

POV: Margaret

Nel momento in cui richiusi la porta, la scrutai appagata, lieta di aver vissuto degli attimi con lui.

Mi sedetti goffamente, vagheggiando nella fantasia e sospirando estasiata, fervida nell'anima.

Ma tale atmosfera venne distrutta, poiché qualcuno ritornò.

Mi sentii stringere una spalla, avvertendo un'invadente pressione e dei baci velenosi lungo la mia vena palpitante.

"Sono tornato mon petit ange, sei felice di rivedermi?" Il suo fiato solleticò la cicatrice.

"Il quadro non è terminato, puoi andartene!" Mi alzai nauseata, sebbene venni fermata forzatamente.

"Non sei stanca di urlare dal dolore?!" Chiese tagliente, versando del liquido avvenente.

"E tu non sei stanco di tenere tua sorella segregata in una stanza, solo per guadagnare e vivere nel lusso!" Inumidii gli occhi, rinvigorendo la rabbia.

"Dov'è il dolce Damien? Colui che mi difendeva dai mostri della notte e mi cullava nelle sue magiche favole, Dov'è!?"

Una lacrima ribelle bagnò le labbra.

"È morto! Tanto tempo fa, concedendo lo scettro a qualcuno di migliore"

Bevve il contenuto nel bicchiere, leccando il piacere dell'assenzio.

"Svegliati da questo incubo! Svegliati!" Urlai afflitta, abbandonandomi alla disperazione.

"No, non ne necessito, ma posso consolarti con altre modalità, se vorrai!"

Rise e non si fermò , si avvicinò, mi prese, e caddi nel buio.

Gli incubi ritornarono!

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