84 - Demetra
Lo squillo ronzante della sveglia mi fa svegliare in una dimensione più calda del solito, che sembra appartenere più al sogno che alla realtà. Il pulviscolo fluttua morbido tra i raggi del mattino che rischiarano la stanza.
Aidan si muove accanto a me, ancora mezzo addormentato. Tiro fuori un braccio dalle coperte e mi allungo subito oltre il suo corpo per raggiungere il comodino e spegnere la sveglia.
È bellissimo con quell'espressione sonnacchiosa sul viso, l'ombra della barba e i capelli biondi tutti scombinati sul mio cuscino. I bottoni della maglia bianca sono aperti sul torace e la peluria delle sue gambe mi solletica quando sfiora le mie. Un brivido elettrico mi corre sulla pelle, dalla nuca sino alle cosce. Il solo pensiero che lui abbia addosso solo quella maglia e i boxer mentre mi tiene ancora a sé mi fa avvampare. Ieri notte non ho neanche avuto la forza di mettermi a cercare i leggings nell'armadio, e adesso siamo vicini - terribilmente vicini sotto le lenzuola.
Il suo braccio scivola via dalla mia schiena per stiracchiarsi un po', tutto intorpidito. Persino la maniera in cui mugola è vagamente eccitante. Strizza le palpebre, poi punta gli occhi azzurri e macchiati da castano su di me. Un sorrisetto sghembo gli solleva un solo angolo della bocca.
«Buongiorno...!» La sua voce cavernosa sembra l'augurio più bello a quest'ora del mattino, il modo migliore per cominciare la giornata.
«Ciao...», balbetto col viso paonazzo. «Non ti sei sentito troppo stretto, vero?»
Aidan scuote piano la testa con quell'aria sexy e trasognata che mi fa seccare le labbra. Si solleva su un gomito per accarezzarmi le punte dei capelli tra le dita. Temporeggia, con lo sguardo su di me. «Tu? Hai dormito bene?»
Il mio cuore batte così forte... Ho così tanta voglia di baciarlo...
"Ci stai cascando, Demetra: fa' attenzione...", questo dice la parte ancora sana di me.
Io, però, decido di ignorarla.
Mi spingo verso Aidan all'improvviso, bisognosa di prendermi il primo bacio della giornata. Le labbra di entrambi sono bollenti e secche, i corpi affamati di un contatto che con lui fa meno paura. Gli circondo il viso ispido con le mani, senza smettere di baciarlo neanche quando si sdraia di nuovo trascinandomi con sé. La sua barba mi pizzica i palmi, il mento.
«Molto bene...», mormoro a fior di labbra.
«Oh! Addirittura "molto bene"... Wow!»
Aidan sbuffa un sorriso grande e luminoso, tenendomi stretta tra le sue braccia. Il mio sorriso invece, più timido ed emozionato, tento subito di nasconderlo contro il suo collo. Mi piace l'odore della sua pelle...
Voglio solo godermi il suo profumo adesso, questo sogno e il calore di un abbraccio che non sentivo da tanto tempo...
Non so cosa sia a spingermi verso Aidan, e neanche so cosa spinga lui verso di me. Forse è solo attrazione intensa, forse semplice curiosità o una debolezza emotiva passeggera. Qualsiasi cosa sia, è una delle sensazioni più confortanti e trascinanti che abbia mai provato. Non voglio neanche chiedermi se sia giusto o sbagliato sentirsi così – non adesso, non ancora.
Stretta nel suo abbraccio, voglio solo abbandonarmi a lui e al tepore del suo corpo contro il mio. Non voglio pensare. Non voglio perdermi niente.
Quanto può essere sbagliato abbandonare le mura della paura e lasciarsi andare all'istinto?
La sveglia, all'improvviso, comincia a trillare di nuovo. Sbuffo rumorosamente, un po' a mo' di cavallo annoiato, costretta a staccarmi da Aidan per spegnere l'allarme una volta per tutte.
«Devo andare a prepararmi...», mi costringo a dire.
Non vorrei andare davvero, né a lezione né via da lui. Non voglio niente che possa portarmi lontano da questo momento e da come mi sento adesso. Non voglio vedere Marzia.
Aidan sistema meglio la testa sul cuscino senza staccare lo sguardo dal mio. Lo capisco dall'espressione impensierita con cui ha aggrottato le sopracciglia che ha letto i miei pensieri.
«Hai bisogno che ti accompagni al campus?»
«No, passa il pulmino...»
«Sicura?» Gira il viso per premere le labbra contro la mia mano e baciarmi il palmo.
Deglutisco. «Sicura...»
«D'accordo, ma ti lascio andare solo se prometti che penserai a me e allo spettacolo di domani sera, così la mattinata passerà in fretta...»
Il mio cuore potrebbe scoppiare da un momento all'altro.
Aidan non mi dà neanche il tempo di rispondere. Solleva la testa per rubarmi un altro bacio, lungo e umido abbastanza da cancellare ogni cosa. Poi allarga le braccia, piuttosto comico e teatrante, liberandomi da quell'abbraccio che avrei voluto non finisse mai.
Scendo giù dal letto più lentamente che posso. L'aria fredda della stanza contro le gambe nude mi fa rabbrividire. Ad ogni passo che muovo lontano da lui, mi sento più pesante e oppressa.
Quando arrivo in bagno, premo subito la schiena contro la porta. E adesso?
Guardo il mio riflesso allo specchio, con addosso solo la felpa rosa della MMU, poi anche la chiave infilata nella toppa. Non è necessario barricarmi qui dentro. Aidan non entrerebbe mai in bagno di sorpresa, ne sono sicura. Eppure ho paura anche solo a saperlo dall'altra parte della parete.
È solo paranoia, lo so. Una parvenza di merdosa lucidità che s'è fatta largo tra le mie fantasie. Cosa penserebbe se vedesse la mia schiena? Il suo sguardo si farebbe disgustato o impietosito? Almeno questa volta, dovrei dire la verità. Nessuna stronzata su un incidente mai avvenuto, nessuna realtà confezionata ad hoc nella speranza che risulti migliore.
Deglutisco. Fisso ancora nello specchio finché il cigolio del letto non risuona nel silenzio. I passi di Aidan sembrano allontanarsi verso il corridoio.
Dopo qualche minuto, prendo coraggio e abbasso la maniglia per aprire uno spiraglio. Il letto è vuoto, così come il resto della camera. Aidan non c'è più e neanche i suoi vestiti.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top