58 - Dana
«Il mio raggio di sole...» La sua voce bassa mi coccola.
Le lenzuola ci coprono, tenendoci al sicuro dentro quella stanza lontana dal mondo.
Reggendosi sui gomiti, Brett allontana le labbra dal mio collo per puntare i suoi occhi blu su di me. Gli accarezzo la schiena madida di sudore, in un gesto lento che lo fa rabbrividire.
Il sorriso che gli sfugge mi fa innamorare ogni volta, è ciò che mi fa vivere e affrontare tutti i giorni. La mia linfa è lui – siamo noi insieme.
Gli passo le mani tra i capelli scuri e umidi e mi aggrappo alla sua nuca quando mi bacia. La sua bocca è calda, è salata e sa di me.
«Ti amo... Lo sai, vero?» Mi sfiora la punta del naso col suo, e mi sembra quasi di non essere in grado di contenere tutta quella felicità.
Annuisco e premo ancora le mie labbra contro le sue. In quel bacio soffoco l'ansimo contrariato che mi provoca sentirlo allontanarsi e uscire da me.
Si sdraia al mio fianco mentre riprende fiato.
«Sei ancora agitato per il concorso?»
«Oh, no, sono rilassato... Sono molto, molto rilassato!»
Sorride ad occhi chiusi, col viso arrossato e lucido. La luce del pomeriggio che entra tra le tende disegna il suo profilo, le lenzuola sono calde attorno a noi, l'aria profuma di sesso e marmellata di fragole. Vorrei tanto poter fermare il tempo, adesso.
«Sei sicura di poter perdere tre giorni per venire fino a Edimburgo con noi? Hai degli esami importanti nelle prossime settimane. Non vorrei ch-...»
«Shh! Te l'ho già detto: sono sicura. Amore, voglio esserci.»
«Anche io voglio che tu ci sia, ma...»
«E infatti ci sarò! Sarò sugli spalti ad esultare per te, per Aidan, Leo e Greg. Non mancherei per nulla al mondo.»
Brett abbozza un altro sorriso, eppure non sembra esserci vera contentezza nella sua espressione. Distoglie lo sguardo verso il soffitto bianco sopra di noi.
«Chissà quanta gente ci sarà...» Sospira.
«In palio c'è una borsa di studio, è piuttosto allettante come premio.»
Deglutisce pesantemente, allungando un braccio verso di me per stringermi forte. «Già...»
«Ancora non si sa quale sia la scuola che la metterà a disposizione?»
Il suo corpo nudo si irrigidisce, le dita rallentano i loro disegni delicati sulla mia pelle. «No, ancora no...», balbetta e credo sia per l'agitazione.
«Andrà come deve andare. Tu devi solo andar lì assieme ai ragazzi ed essere il fantastico chitarrista che sei!» Gli sorrido, provando ad essere rincuorante. «In ogni caso, mi troverai al tuo fianco, piccolo, sempre...»
«Piccolo?!», sbuffa spalancando gli occhi, tutto incredulo e inorridito. «Nonna!»
Scoppio a ridere. «Ehi! Sono più grande di te solo di un anno! Stavo cercando di essere dolce, non è il caso di insultare!»
«Una nonna col culo da favola però...» Affonda il viso tra i miei capelli, coccoloso e comico al contempo.
«Sei disgustoso!»
Brett ride assieme a me, e mi smarrisco in quell'istante. Appoggio il mento al suo petto per poterlo ammirare meglio. È uno degli spettacoli più belli che abbia mai visto.
Lui sistema la testa sul cuscino, senza staccare gli occhi dai miei. I polpastrelli mi sfiorano le spalle, scivolano lungo il braccio sino al polso. Si porta la mia mano alle labbra per baciarmi le nocche con tenerezza.
«Ora che ci penso, avere un anno più di me fa di te il capo...», fa dopo un po', il tono troppo malizioso per potergli resistere.
«Giusto...»
Gli salgo addosso, a cavalcioni, le mie gambe ad avvolgergli i fianchi, pelle contro pelle, il suo cuore contro il mio. Sento Brett scaldarsi sotto di me. Gli mordo piano il labbro inferiore, iniziando a strusciare lentamente il bacino sul suo.
«Amore...» Ansima gutturale. Mi stringe le cosce tra le dita, senza alcuna intenzione di allontanarmi da lui. «Tra poco passerà tuo fratello... per andare alle prove... di stasera...»
La maniera sconnessa e distratta con cui comincia a parlare mi diverte. Sorrido e gli mordicchio il lobo. «C'è ancora tempo... E in caso, vorrà dire che aspetterà!»
Mi prende il viso, attirandomi a sé. Continua a baciarmi e un fremito bollente mi attraversa il corpo. «Ti amo...», mi ripete, guardandomi negli occhi con una strana emotività. «Promettimi di non dimenticarlo mai, Dana...»
«Tesoro?»
Il cuore mi scoppia quando sento il tocco di mia madre sulla spalla. Spalanco gli occhi e a fatica metto a fuoco la mia stanza. Il letto nel quale mi ritrovo è diverso, non c'è più l'odore di Brett su di me né la sua voce a coccolarmi. Abbandonare quel sogno mi logora dentro.
«Che succede?»
La sveglia sul comodino segna le 9:30 di una domenica mattina. Prendo un respiro profondo e mi stiracchio, cercando di togliermi certi sapori dalle labbra e certe immagini dalla mente.
«Ho promesso a Rose di aiutarla con le pulizie questo weekend, ricordi? Vuoi ancora venire?»
Ah, già. Avevo detto che l'avrei aiutata. Con la faccenda del talent scout e del ritorno di Brett sul palco coi ragazzi me n'ero dimenticata...
Annuisco e scosto le coperte. «Sì. Il tempo di lavarmi e vestirmi, e ci sono.»
«Vado a prepararti la colazione allora.»
Il bacio che mi stampa sulla fronte mi fa socchiudere le palpebre. Dura poco ma me lo godo.
«Aidan?», chiedo all'improvviso, frenandola sulla porta della stanza.
«Sta ancora dormendo. Ieri credo abbiano fatto tardi...», spiega, con quella lunga treccia bionda ad incorniciarle un lato del volto. «Leo ha dormito qui e Tom è andato ad accompagnarlo in stazione poco fa.»
«E Brett?» Deglutisco.
«Non so, tesoro, credo stia da Greg. Ti faccio il caffè e un paio di toast, va bene? Non metterci troppo in bagno!» Le parole di mia madre sfumano verso il fondo del corridoio.
Quel sogno ha messo in moto un vortice di frammenti di ricordi che mi lacerano dall'interno: il taxi fermo sul ciglio della strada e la valigia sui sedili posteriori con quello sticker a forma di cuore che avevo incollato io, i pugni di Brett contro la porta mentre mi prega di ascoltarlo, la sua voce spaventata che mi chiede di perdonarlo, che mi dice di averlo fatto per non ferirmi e di amarmi più della sua stessa vita.
Meno della musica però, aggiunsi io.
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