57 - Aidan

Non riesco a parlare durante il tragitto verso casa mia. I miei pensieri fanno troppa confusione, e il fatto che neanche Leo dica qualcosa mi fa sentire sollevato. Quando schiudo la porta, i miagolii di Shar subito ci danno il benvenuto. Sfila lungo le scale per venire a strusciarsi attorno alle mie caviglie con quel suo pelo lungo e candido, spruzzato di marrone solo sulle zampe, sulle orecchie e sulla punta della coda.

L'accarezzo un po', godendomi le fusa prima di inquadrare Leo alle mie spalle. «Ti prendo le lenzuola e il cuscino.»

Vado a recuperare ciò che serve e, cercando di fare il meno rumore possibile per non svegliare i miei e Dana, lo aiuto anche ad aprire il divano-letto in soggiorno.

«Grazie. A domani.» Mi dà una pacca sul torace, piuttosto sfuggente, prima di cominciare a spogliarsi.

«A domani...», ripeto un po' didascalico.

Qualcosa frena i passi che avevo cominciato a muovere verso il corridoio. «Devi dirmi una cosa...» Torno a guardarlo, a denti stretti, insicuro come mai.

Leo prende un respiro profondo, si sfila la felpa e la getta in un angolo del materasso. La sua espressione è calma, le spalle rigide sotto la T-shirt. «Sì, Demetra mi piace.»

Un pugno nello stomaco. Un colpo di fucile nel silenzio. Sento quelle parole rimbombarmi nella testa come me le avesse gridate addosso.

Molla le scarpe sul tappeto e drizza la testa verso di me, per guardarmi. «E piace anche a te, non è vero?»




Non ho idea di che ore siano ma il cielo fuori s'è già fatto più chiaro. Sospiro e piego un braccio sotto la testa perché persino il cuscino mi è scomodo ormai.

Non ho sonno. O meglio, sono stanco morto ma non riesco a dormire. Non riesco a calmarmi. Ho riflettuto su tutte le conseguenze che questa situazione potrebbe causare, dalla più stupida alla più grave, comprese quelle che sono emerse già stasera.

Non è semplice. Tutto questo non è solo un intralcio al mio rapporto con Leo. Ci sono altre cose in ballo, altre persone coinvolte.

Nessuno di noi quattro ci ha mai provato con qualcuna che piaceva ad un altro. Abbiamo sempre avuto relazioni parallele alla nostra amicizia, del tutto incapaci di intaccarla. Poi è arrivata Demetra e ha scombinato ogni equilibrio – a partire dal mio.

Se questa situazione mi rende tanto agitato, paranoico e preoccupato è proprio perché sto prendendo consapevolezza dei miei sentimenti per lei giorno dopo giorno... e perché Leo non è solo un grande amico per me, è un fratello che la vita mi ha fatto acquisire. Non voglio litigare né trasformare ogni momento in una lotta per vedere chi dei due si accaparra la vittoria. Demetra non è questo: lei non sarà mai il premio al traguardo da giocarci all'ultimo sangue.

Forse dovremmo solo conoscerci meglio e lasciar decidere al tempo che ne sarà di noi.

E se lei non fosse interessata a me? Se si trovasse meglio con Leo, sarei in grado di sopportare altre serate come questa... o peggio?

Per un attimo immagino le sue mani toccarla ovunque, le loro labbra sfiorarsi, il corpo di Demetra avvinghiato al suo, quella voce dolce mormorare il suo nome e non il mio...

Deglutisco e butto giù un groppo acuminato, come di saliva e filo spinato. Stringo i pugni quando lo stomaco mi si contorce. Mi alzo di scatto dal letto, tormentandomi i capelli con entrambe le mani mentre cammino su e giù per la stanza. La mia ombra si riflette sulla custodia semilucida della chitarra.

Sono davvero già geloso al punto da incazzarmi per roba immaginaria? Che cazzo...

Tutto nevrotico, socchiudo la finestra e spero che l'aria fredda mi calmi.

Conosco Demetra da poco, lo so, eppure ci sono già così tante cose che adoro di lei. Adoro la dolcezza che usa sempre quando parla con chiunque e quell'accento italiano che si fa più marcato quando è stanca, annoiata o concentrata su qualcosa. Adoro quando si lecca le labbra dopo aver morso un Chelsea Bun e anche la timidezza con cui nasconde il suo sorriso quando è più largo, quasi non riuscisse a concedersi troppa serenità. Adoro la maniera in cui mi fa sentire, perché con lei posso temere di meno me stesso.

Prendo una boccata d'aria pesante e mi lascio ricadere seduto sul bordo del letto. Gomiti sulle ginocchia, dita disperate davanti alla bocca, occhi al cielo che sta albeggiando.

Quasi mi sembra di rivedere il suo viso dormire sul mio petto, quel momento che profumava di cocco e mugcake al cacao, la luce del camino che ci scaldava, le schiariva i capelli e faceva innamorare me.

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