52 - Demetra
I jeans e il maglione che intendevo mettere stasera sono stati bocciati non appena li ho tirati fuori dalla borsa. Per metà pomeriggio, Louise e Dana hanno cercato qualcosa nell'armadio che potesse "esaltarmi ed essere più consono ad una serata rock al nightclub".
Ho perso il conto delle volte che ho fatto avanti e indietro dalla camera da letto al bagno, per provare ogni tipo di vestito, finché non ho visto entrambe esultare di fronte a quello che sentivo meno mio in assoluto. Un abito di maglina nero, aderente ed elastico, con le maniche lunghe, la scollatura rotonda e la minigonna che arriva a metà coscia. Nonostante le spalle e la schiena fossero già ben coperte, mi sono sentita a mio agio solo dopo averci messo sopra anche una camicia di flanella, a quadri rossi e neri. Con un paio di collant e i miei biker, sono riuscita ad avere la loro approvazione.
Davanti allo specchio, non riuscivo a smettere di pensare ad Aidan. Raccoglievo i capelli in una treccia sulla spalla, sistemavo gli orecchini di Louise ai lobi e continuavo a chiedermi come lui mi avrebbe trovata, se ai suoi occhi sarei stata ridicola, magari indifferente, niente di speciale come al solito o... altro.
Ho tentato di zittire questi pensieri per quanto ho potuto, fallendo miseramente nel momento stesso in cui ho sentito Louise bisbigliarmi nell'orecchio: «Aidan ti sta fissando inebetito, sappilo...»
L'ho cercato subito con lo sguardo, il mio cuore ha mancato un battito. Aidan era lì, ad aspettarci fuori dal locale come aveva promesso. In piedi sul marciapiede, con il ciuffo di capelli biondi caduto sulla fronte, le mani infilate nelle tasche dei jeans e il torace ampio avvolto da una camicia rossa. Non una qualunque, ma quella camicia rossa, quella con le nappine sulle spalle, in stile militare, per cui mi ero entusiasmata tanto per SMS. Aveva detto che non lo convinceva del tutto, che preferiva prendere la T-shirt di Seven. Una vampata di calore mi si irradia nel petto e sul viso al solo pensiero che l'abbia comprata, alla fine.
Aidan è talmente bello stasera che non riesco a togliergli gli occhi di dosso...
La sua mano ancora mi stringe forte mentre tiene spalancata la porta del Jamboree. Louise entra prima di me, lasciandomi il tempo di notare l'espressione tirata e severa con cui Aidan folgora ancora, da lontano, i due tizi che ci si sono parati davanti.
È normale che io mi senta così... coccolata e accaldata... in questo momento?
Deglutisco, sforzandomi di serrare di più le dita attorno a lui per distrarlo e spingerlo ad immergersi con me in quella bolgia di persone già ubriache, luci colorate e musica elettronica.
I fari viola e verdi saettano ovunque a ritmo di musica – sui muri, sul bancone, sulle teste sudaticce di chi balla e su quelle più leggere di chi trangugia cocktail e shottini. Fa caldo, e l'aria puzza di sudore e di fiati che sanno di fumo e alcool.
Con la mano libera sciolgo la stretta della sciarpa attorno al collo perché già sto soffocando. Troppo freddo fuori, troppo caldo dentro.
In mezzo a quel caos, Aidan fa da apripista verso il palco che si intravede in un angolo della sala. Lui tiene la mia mano mentre io tengo Louise.
Per un momento, nonostante la musica sovrasti ogni pensiero, abbasso lo sguardo alle nostre dita unite. Il mio cuore ha un sussulto, come fosse intrappolato in una gabbia che, per quanto stretta, non gli può impedire davvero di battere.
Ho come la sensazione che tutti i momenti vissuti con Aidan fino ad ora si siano presi qualcosa di me – qualcosa che ora gli appartiene. Lasciarmi conoscere e conoscere lui, lasciarmi stringere e stringerlo a mia volta: tutto questo sta minando la robustezza dell'armatura, o forse della prigione, dietro cui ho tentando di proteggere il mio cuore. Dovrei sentirmi furiosa con me stessa per questo fallimento, spaventata e pronta a correggere la direzione, a muovere dieci passi indietro per allontanarmi da lui il più in fretta possibile, eppure non ci riesco.
«Amore, finalmente!» La voce di Greg mi fa alzare il viso di scatto. Louise molla la presa che aveva attorno al mio braccio per corrergli incontro e stampargli un lungo e appassionato bacio sulle labbra. Sono adorabili, emozionanti come fossero appena usciti da un romanzo di Nicholas Sparks.
Quando cominciano a spalmarsi l'una contro l'altro però, distogliere l'attenzione è la scelta migliore. Dalla tenerezza al voyeur è un attimo, e Aidan deve aver pensato la stessa cosa perché ci ritroviamo a guardarci, divertiti e imbarazzati, con le labbra strette in sorrisi che fatichiamo a trattenere.
Si schiarisce la voce poi, portandosi una mano dietro la nuca mentre dice qualcosa che non riesco a sentire. Vedo solo la sua bocca muoversi, i suoni elettronici della tastiera che un giovane dai capelli multicolor sta suonando sono troppo alti.
«Cosa?», urlo per invitarlo a ripetere.
Con le sue dita ancora intrecciate alle mie, Aidan muove un passo per farsi più vicino. Il suo respiro caldo sul collo mi fa venire la pelle d'oca. «Dicevo che non ti ho neanche salutata!»
«Non importa!»
«Invece sì!», insiste, gridando di nuovo. «Quindi... Ciao!»
«Ciao!»
Rido intenerita, senza riuscire a farne a meno, col cuore che batte forte anche mentre le nostre mani si separano lentamente. Il palmo è sudaticcio, le dita mi formicolano per l'emozione.
«Non noti nulla?», incalza.
«Noto che hai una bellissima camicia! Complimenti a chi ti ha consigliato di prenderla, perché è stata proprio un'ottima scelta!»
Lui si gratta il sopracciglio e scoppia a ridere, e io non so se perdermi nei suoi occhi o nel suo sorriso. Sapere che quel divertimento è merito mio, un po' come ciò che indossa stasera, mi fa sfarfallare lo stomaco.
È così bello...
«Wow! Si soffoca qui dentro!», bofonchio accalorata. Tengo stretto lo zainetto tra le caviglie per potermi sfilare la sciarpa e cominciare a sbottonare anche il montgomery.
«Sì, fa molto caldo...!» L'espressione di Aidan sembra cambiare, farsi più impacciata e distratta quando mi tolgo la giacca. Il suo sguardo lucido scivola sul mio corpo, il pomo d'Adamo sprofonda. Schiudo le labbra per riuscire a respirare perché, a differenza dei due tipi fuori dal locale, il fatto che sia proprio lui a guardarmi... mi piace.
Lo osservo deglutire ancora, nella penombra a tratti verdi e a tratti viola del locale, senza staccare lo sguardo da me. «Demi, sei davvero molto bel-...»
«Oh, eccole! Siete arrivate sane e salve, alla fine!» Leo e Brett appaiono tra la folla, con le braccia tese e due pinte schiumose ciascuno. «Volete favorire? Samuel Smith Oatmeal appena spillata!»
Leo porge un boccale ad Aidan poi, con un sorriso gigante, mi stringe subito un braccio attorno alle spalle. «Sii consapevole che se stasera canno qualche nota sarà tutta colpa tua!» Mi schiocca un occhiolino buffo e irreverente prima di portarsi la birra alle labbra.
«O forse sarà colpa della birra?» Sorrido, per punzecchiarlo un po' e sfuggire a quello che credo fosse un complimento.
«Che mi tocca sentire!» Leo sbuffa, con un gilet di denim logorato addosso. «Noi Inglesi reggiamo benissimo!»
«Oh, sì, il bicchiere lo reggiamo sicuro.» Aidan incalza sarcastico, facendo ridere Brett e anche me.
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