49 - Demetra
Non riesco a dormire.
Mi rigiro nel letto per l'ennesima volta, voltandomi verso la finestra in cerca del cielo e della luna. La sua luce pallida appare solo a tratti, coperta com'è dalle nuvole, proprio come me.
Perché è così difficile ammettere che non riesco a togliermi Aidan dalla testa?
Non lo sento da un paio di giorni ormai, da quando sono sgusciata via dalle sue braccia tra panico e imbarazzo. Parlando al telefono con Rose ha chiesto come stessi, più e più volte, e mi ha anche salutato in vivavoce, ma non neanche sono stata in grado di scrivergli un SMS per ringraziarlo.
Cosa avrei potuto dirgli dopo?
"Ciao, Aidan! Volevo ringraziarti per tutto ciò che hai fatto per me mentre stavo male, e anche scusami per aver rovinato tutto andandomene via in quel modo, come fossi avvelenato o mi avessi fatto chissà quale torto imperdonabile. È che stare abbracciata a te mi ha fatto paura, perché stavo troppo bene, e quindi ti auguro una buona giornata!"
Sbuffo e mi spingo il cuscino sulla faccia per nascondermi. Nonostante le mie speranze e il mio rallentare il passo di fronte al Dipartimento di Scienze motorie, non l'ho incontrato neanche al campus. A momenti sospiro di sollievo, in altri ho timore che mi manchi...
Il ricordo del suo viso addormentato e delle sue braccia che mi stringono forte mi tormenta di continuo. Un tormento, e una coccola, a cui non so sfuggire. Le notti sembrano esser diventate più fredde dopo averne trascorsa una sola accanto a lui.
Quasi riesco a percepire ancora il calore del suo corpo, il suo cuore che batteva contro il palmo della mia mano. Ripenso al profumo della sua pelle, al pomo d'Adamo pronunciato, alla barba biondiccia che risplendeva alle luci del primo mattino e a quelle labbra carnose che, per un momento – un solo, unico, breve momento, ho avuto voglia di baciare.
Mi nascondo sotto la coperta, come se il buio del cuscino, della notte e della stanza non fossero abbastanza. Vorrei smettere di pensare a lui. Vorrei smettere di sentirmi così confusa, così bisognosa e sola in un letto troppo grande e troppo vuoto. Vorrei scrivergli e sapere anche solo come sta. Vorrei chiedergli scusa ancora una volta per la maniera frettolosa in cui sono scappata da lui, per le poche parole con cui l'ho salutato prima di eclissarmi in cucina con la scusa del tè.
Vorrei, ma non devo farlo. Devo resistere, è giusto così. Devo resistere per me stessa.
Posso aspettare, tanto dopodomani lo rivedrò.
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