Risolvere i problemi alla Percy Jackson...colpisci!

Percy's pov

Mi afferrò il mantello, mi girai di scatto e gli diedi un pugno in faccia...Draco barcollò, tenendosi il punto colpito e cadde a terra, scioccato.

- Perché? - mi chiese.

Lo afferrai per il colletto della giacca e lo rimisi in piedi.

- Perché si! - sbottai - E adesso colpiscimi! -

Lui mi fissò, tenendosi ancora la parte dolorante.

- Ma che... -

- Fallo o te ne dò un altro - lo minacciai.

Draco indietreggiò perplesso.

Si, probabilmente non era abituato a colpire, ne ad essere colpito e molto probabilmente non aveva mai partecipato ad una rissa in vita sua.

Chiuse i pugni e strinse le labbra. Già dalla posizione che aveva assunto mi resi conto che no, non aveva mai fatto a botte.

- Stai sbagliando - dissi.

- In che...cosa... -

Mi avvicinai e lui si irrigidì; gli posizionai bene le mani, la posizione del bacino e quella delle braccia.

- E quando colpisci carica il braccio dalla spalla, se ti concentri solo sulla mano ti rompi un polso - lo avvisai - E adesso colpiscimi -

Esitò, ma io non ero molto paziente. Lo colpii alla bocca dello stomaco e si piegò in due.

- E ci sto andando piano...non sto usando nemmeno metà della mia forza - lo avvisai - Sei delicato come una femminuccia. Adesso capisco perché ti prendono di mira. Ti piaceva fare il gradasso quando avevi tutti dalla tua parte vero? Sei solo un balletto viziato che da solo non sa fa nulla -

Lo afferrai per i capelli e gli sollevai il viso per guardarlo negli occhi.

- Quanto impiegherai per andare a piangere da papino? - gli chiesi beffardo.

- Sta...zitto! - esclamò divincolandosi - Che ne sai tu di me! -

Mollai la presa e lo spintonai per poi caricare ancora e tirargli un altro pugno in faccia.
Si poggiò alla parete digrignando i denti e mi guardò malissimo.

- Andiamo principino. Non sarai mica un piagnucolone - provocai.

Mi sorprese quando tirò fuori la bacchetta e la puntò verso di me.
Mossa sbagliata. Non era quello che volevo.

- Rimangiati quello che hai detto! - sbottò.

Inclinai la testa di lato e sorrisi con cattiveria.

- Solo se riuscirai a colpirmi - risposi - E non con quella -

Purtroppo per lui ero veloce, lo raggiunsi, gli girai il polso e gli tolsi la bacchetta di mano, lanciandola nel corridoio.
Draco gemette tenendosi il polso dolorante e io indietreggiai.

- Pezzente - mi apostrofò.

- Sei tutto fumo e niente arrosto -

Lo vidi. Il momento in cui si arrabbiò sul serio. Il suo sguardo cambiò, diventando quasi di fuoco e con un urlo mi si scagliò addosso, caricando con il braccio alzato.

                               ***

Draco's pov

Mi diede uno schiaffo dietro la nuca e lo guardai malissimo.

Ero tutto un dolore, non c'era una parte del corpo che non mi facesse male: non mi sentivo più la faccia, le mie nocche erano spaccate, mi usciva il sangue dal naso e avevo un taglio sul labbro; per il resto era dolore un pò ovunque, spalle, stomaco, che si era divertito a colpire ripetutamente insieme alla mia faccia e sentivo uno stramaledetto dolore al ginocchio perchè mi aveva tirato un calcio.

Il problema era che mi ero fatto più male a colpire Percy Jackson che a ricevere i suoi colpi.

Ora ce ne stavamo seduti per terra, in corridoio, le spalle poggiate al muro, con il fiatone...no, io solo avevo il fiatone.
Percy sorrideva, la testa poggiata al muro e mi guardava divertito. Ero riuscito solo a spaccargli il labbro.

Ad un certo punto ero riuscito a buttarlo per terra e mi ero messo sopra di lui, gli avevo preso a pugni la faccia più volte finché non si era messo a ridere come un cretino e mi aveva detto che per ora andava bene così. Avevo continuato e mi aveva dato una testata per fermarmi, mandandomi per terra.

Mi era esplosa una rabbia nel petto che non avevo mai provato prima e non ci avevo visto più, la mia mente si era concentrata solo nel voler colpire Percy e fargli male. Solo quando mi aveva mandato al tappeto mi ero ripreso e mi ero reso conto di quello che avevo fatto.
Alla fine si era messo seduto e mi aveva aiutato a fare lo stesso.

E a quel punto bè...non ero stupido. Avevo capito che mi aveva preso in giro. Che l'aveva fatto proprio per farmi arrabbiare e farsi colpire.
Il problema era che non me l'ero nemmeno presa. Passato lo sfogo della rabbia mi ero come svuotato. E non riuscivo sul serio a prendermela con quel cretino.

- Tu...sei un maledetto masochista - gli dissi - Ma che problema hai? -

- Io nessuno - mi disse - E non sono masochista. Ero consapevole che non eri in grado di farmi male -

- Tu non sei normale! - sbottai.

Rise. Di nuovo.

- Come stai? - mi chiese dopo un pò.

- Non fare domande stupide, sono a pezzi -

Scosse il capo e mi piantò un dito in fronte.

- Qui - disse per poi spostare la mano al mio petto - E qui. Come va? -

Battei le palpebre.
Come stavo?
Mi sentivo...bene! In realtà. Era come se fino a quel momento avessi vissuto con un peso nel petto e con il fumo in testa e adesso all'improvviso era sparito tutto.

- Più...leggero, credo - confessai.

Lui annuì.

- Cosa? - chiesi.

- Tu avevi bisogno di sfogarti in qualche modo - disse - Una cosa avevo capito di te. Che tendi a tenerti tutto dentro per qualche motivo, non indagherò oltre, tranquillo. Prima o poi saresti esploso e casi come il tuo di solito finiscono molto male. Di solito, una bella scazzotata risolve una buona parte dei problemi. E infatti, hai detto di sentirti più leggero -

Sospirai.

- Che cosa mi stai proponendo esattamente? Di usarti come sacco per i pugni? - chiesi.

Lui scoppiò a ridere e si alzò per poi tendere una mano nella mia direzione.

- Anche no - fece - Ti sei fatto più male a colpirmi che a ricevere, è meglio che evitiamo di romperti qualcosa -

- Avrei potuto lanciarti un incantesimo pericoloso - gli dissi accettando il suo aiuto.

Mi sollevò ma barcollai e mi afferrò, si mise un mio braccio attorno alle spalle e mi sorresse.

- Hai provato ma senza successo e poi...scommetti che non mi avresti fatto nulla? -

- Ho paura a scommettere con te - ammisi con sincerità.

- E fai bene -

Ci incamminammo verso le camere. Zoppicavo e probabilmente dovevo andare in infermeria ma cosa cavolo avrei raccontato? Che il mio compagno di stanza era esaurito e aveva deciso di immolarsi per farmi sfogare?
Peccato che quello da ospedale ero io, non lui.

Il professor Vitious mi risolse il problema passando in quel momento in corridoio. Ci guardò scioccato.

- Che...che cosa è successo? - chiese.

Stavo per rispondere con qualcosa di stupido, come che ero inciampato e avevo tirato la faccia contro il muro quando Percy mi anticipò.

- L'ho colpito io - disse tranquillo - Potrei avere qualche problema con la gestione della rabbia -

Il professore boccheggiò.

- Da...da...va immediatamente...-

- Si si - lo bloccò Percy - Vado dalla Preside -

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