Il trio d'oro

Percy's pov

Quando dicevano che i semidei erano caciaroni...bè, non avevano mai visto gli studenti di Hogwarts all'ora di pranzo.

Dopo gli avvisi che aveva dato la Preside prima di mangiare, alle quattro tavolate era scoppiato il caos.
Anche lì, come da noi, il cibo arrivava per magia sui tavoli ma lì era tutto a buffet: al centro della tavola c'era il cibo e i ragazzi facevano a gara per prendere quello che preferivano. Il risultato era che volava cibo e tutti gridavano su tutti.
E a peggiorare il caos c'erano i cosiddetti fantasmi che correvano tra gli studenti passandovi in mezzo. Per certi versi mi ricordava il campo Giove, anche lì c'erano gli spiriti degli antenati che vagavano tra i semidei.

- E poi io sarei il pazzo - borbottai afferrando al volo un panino farcito.

- Mh...? - fece Draco masticando un pezzo di pasta al forno che aveva preso non sapevo come dal vassoio che era passato davanti a noi alla velocità della luce.

Scossi il capo. Era meglio lasciar stare.

- Cosa? - mi chiese il mio compagno una volta che aveva mandato giù.

- Niente. Mangia e Rilassati. Era solo un'osservazione - risposi stringendomi nelle spalle.

- Ciao -

- Buongiorno -

Fecero due ragazze piombando davanti a noi e sedendosi.
Avevo constato che anche a pranzo Draco se ne stava in disparte e che gli spazi intorno a lui e davanti erano vuoti. Quindi...quelle tipe erano in cerca di guai.

- Tu sei...lo studente trasferito? - mi chiese una.

- È un vero peccato che non seguiamo gli stessi corsi - fece l'altra - Non vuoi cambiare? -

- Dovresti star lontano da Malfoy sai...ha una brutta reputazione - disse la prima - Ti facciamo conoscere noi la gente giusta -

Guardai il mio compagno che le stava semplicemente ignorando, come se non esistessero.

- Così pare. No, sto bene così. E preferisco Malfoy a delle micette in calore - risposi sorridendo alle loro domande.

Draco sputò l'acqua che stava bevendo e quelle due mi guardarono scioccate. Forse...avevo esagerato, ancora!

Se ne andarono borbottando indignate. Draco mi guardò e scoppiò a ridere di cuore. Sorrisi.

- Ma tu...rifletti mai quando parli? - mi chiese divertito.

- Annie dice che non ho filtro tra cervello e bocca - risposi.

- Annie? -

Mi grattai la testa.

- La mia ragazza - risposi.

Mi guardò in modo strano e sospirò.

- Cosa? - chiesi divertito.

- Niente...pensavo che deve essere proprio in gamba per stare con te. Dopo nemmeno mezza giornata io ho voglia di buttarmi di sotto - mi rispose.

Lo guardai male e finii il panino prima di rispondergli.

- Grazie tante - gli dissi - Lo prendo come un complimento -

- Jackson...tu stai fuori come un balcone -

- Lo so -

Qualcun'altro si parcheggiò davanti a noi e alzai lo sguardo: era la ragazza riccia che quella mattina aveva discusso con Draco. Per certi versi il suo sguardo mi ricordava Annabeth. Insieme a lei c'erano due ragazzi: uno moro con gli occhi verdi e gli occhiali e un tipo rosso con le lentiggini su tutta la faccia.

- Granger... - sospirò Draco.

- Il libro Malfoy - disse lei.

Lui glielo passò senza troppi giri di parole. Se l'era quasi scordato quando eravamo andati in stanza, stavamo per uscire quando aveva borbottato qualcosa ed era tornato indietro a prendere il libro.

- Mh...grazie-

- Prego - rispose lui tornando poi a mangiare.

Lei lo fissò come se aspettasse qualcosa.

- Si dice grazie, Malfoy- gli dissi il rosso acido.

La ragazza guardò l'amico, se amico era, come se volesse rimproverarlo di qualcosa ma sembrò trattenersi.
Il tipo con gli occhiali si sedette invece di fronte a me e mi guardò.

- Tu quindi sei lo studente trasferito? - mi chiese.

- Di nuovo, così pare - risposi - Me lo chiedono tutti oggi -

- Credo sia una domanda lecita - mi rispose per poi allungare una mano nella mia direzione - Harry Potter e loro sono Hermione Granger e Ronal Weasley-

Lo fissai e accettai la sua mano. Era la prima persona che si presentava e in modo educato. E soprattutto che non mi fissava come se fossi un'attrazione per il circo.

- Percy Jackson. Non studente trasferito - dissi.

- Si, siamo in classe insieme, credo che seguiamo gli stessi corsi - mi disse.

- Io seguo quelli suoi - risposi indicando Draco - Se sono uguali non lo so -

- Più o meno -

Hermione aveva continuato a cercare gli occhi del mio compagno per un pò e alla fine si era arresa, aveva sospirato e si era alzata.

- Andiamocene Harry non mischiamoci con questi...Serpeverde - disse il rosso - Senta contare il fetore di Malfoy. Sia mai che ci contamini -

Inarcai un sopracciglio, pronto a dirgliene quattro ma mi bloccai quando Draco mi tirò la giacca. Abbassai lo sguardo e poi cercai i suoi occhi. Lui scosse il capo e sbuffai.

- Non esagerare Ronald - disse Harry alzandosi a sua volta - Allora...ci vediamo in giro -

- Già - risposi scocciato.

Strattonai il braccio per liberarmi dalla presa di Draco e lo guardai male.

- Una sola cosa ho capito...una...a te piace proprio farti trattare male - gli dissi.

- Non è così facile - mi rispose.

Non gli dissi nulla. Mi alzai e me ne andai. Avevo capito, non ero stupido, la Preside mi aveva spiegato la situazione ma se restava così impassibile non andava bene. Non era menefreghismo il suo. Anche a me, spesso, a scuola mi avevano trattato male ma a me semplicemente non importava, ma non era quello il caso di Draco, anzi tutt'altro.
Lui subiva e lasciava che lo trattassero male, lo sentiva eccome, gli importava, altrimenti non avrebbe reagito silenziosamente: stringeva i denti, sospirava, si infilava le unghie nei palmi.
La cosa che mi preoccupava era che il suo atteggiamento passivo potesse metterlo ancora più in pericolo.

- Percy! - mi chiamò.

A quanto pareva aveva deciso di seguirmi.

- Percy! Aspetta! Guarda che ti perdi! -

- Sai che me ne importa! Il tuo atteggiamento mi urta - sbottai.

- Non ti riguarda! Quello che faccio non sono affari tuoi! Però adesso, fermati! - mi disse continuando a seguirmi.

Mi fermai.
Non. Erano. Affari. Miei?
Oh! Non aveva idea di come quello che faceva o gli succedeva influiva sulla mia di vita.

Mi raggiunse prendendomi per il mantello e tirandomi verso di sé e io...bè, feci la prima cosa che mi venne in mente in quel momento: mi voltai di scatto e gli tirai un pugno in faccia.

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