Granger è impazzita...no, non è vero

Draco's pov

Hermione Granger entrò nell'infermeria come una furia impazzita, seguita dalla McGranitt che cercava di attirare la sua attenzione per bloccarla. Se per non farle sapere cosa era successo o per paura di Percy questo non lo sapevo.

- Stupido Furetto! - sbottò arrivandomi di fronte.

La guardai male.

- Punto 1 datti una calmata. Punto 2 smettila d'insultarmi, sei irritante - dissi.

E lei mi tirò uno schiaffo, scioccandomi.

Mi portai una mano al viso e la fissai.

- Ma sei impazzita! -

- Ti sei quasi fatto ammazzare! Ma dove hai la testa? -

- Per fortuna ancora attaccata al collo- si sentì in dovere di dire Percy.

- Ancora per poco - rispose lei.

- Non è colpa mia se un elfo domestico mi ha infilato un pugnale nel petto - borbottai - Non me la sono cercata -

- È puntualmente colpa tua...e gli elfi domestici non...-

- Fanno ciò che gli viene ordinato - la fermai - Su questo non ci piove, Granger -

- E tu sei un esperto in questo - ribattè.

Mi portai le mani nei capelli e sbuffai.

- Ti prego, non ho la forza di litigare con te oggi -

Lei fece un verso stizzito e incrociò le braccia sotto al seno. Si sedette sul letto al fianco del mio e mi fissò.

- Signorina Granger... - fece la McGranitt.

- Non se ne parla. Non me ne andrò da qui - si impuntò.

- N...non... - fece la professoressa scioccata.

Percy ridacchiò e ci fissò divertito.

- La lasci pure qui...la "signorina" non è un pericolo - rispose poco dopo.

- Signor Jackson.... -

Lui si limitò a fissarla e lei, di nuovo scioccandomi, lo ascoltò.
Gli sguardi del mio nuovo amico erano micidiali su questo non ci pioveva, dovevo farmi insegnare il trucco.

Granger lo guardò male.

- Non mi conosci. Non puoi sapere se sono un pericolo - gli rispose.

- L'unico pericolo di cui mi importa è quello che gira intorno a Draco e tu, oltre al prenderlo a schiaffi, non farai altro -

- Non puoi sapere se sono stata io a mandargli contro l'elfo domestico -

Sul fatto che Granger aveva la risposta pronta non c'erano dubbi. Sul discutere con Percy Jackson però era ovvio chi avrebbe vinto: lei aveva la lingua lunga ma Percy era cocciuto come un mulo e il confronto non c'era perché quel tipo era...bè lui! Non avevo davvero nulla a cui paragonarlo.

Percy le lanciò un sorriso provocatorio e anche un pò pericoloso.

- Forse - fece - Però poco ma sicuro che tu e lui ci date dentro come conigli -

Granger andò a fuoco e io spalancai la bocca, fissandolo.

- Quindi a meno che non sei così fuori di testa da provare ad ucciderlo solo perché magari le sue prestazioni non ti soddisfano abbastanza... -

- Percy - lo fermai - Smettila, ti prego -

Lui si strinse nelle spalle.

- Perché, siete pronti a negarlo? - ci chiese guardando prima l'uno e poi l'altro, divertito.

Dovevo ricordarmi di non sottovalutarlo...mai.
Come accidentaccio c'era arrivato non lo sapevo.
Io e Granger non avevamo mai fatto mistero del disprezzo reciproco: tutti sapevano che ci disprezzavamo...c'eravamo impegnati anche di più nell'ultimo periodo. Proprio per evitare che...che...

- Glielo hai detto! - sbottò Hermione.

- No, giuro - dissi - Non gli ho detto nulla, ma ti pare -

Percy rise di cuore. Sul serio, la cosa lo stava divertendo un mondo.
A me un pò di meno e ad Hermione per niente.
Era...imbarazzante.

- Come l'hai capito? - gli chiesi.

- Ho una ragazza Draco, so come funziona e capisco quando qualcuno è attratto da un altra. E voi urlate frustrazione sessuale a kilometri di distanza-

Io guardai Hermione e lei si limitò ad alzare gli occhi al cielo.

- Non dirlo a nessuno - disse lei guardando Percy.

- Non lo farò...non ho nessun interesse a farlo, sinceramente -

Granger annuì per poi rilassarsi e tornando a guardarmi.

- Come stai? E sul serio, come è successo? -

- È successo che un elfo domestico mi è apparso davanti mentre eravamo in biblioteca e mi ha infilato un pugnale nel petto. Non ricordo altro poi...- dissi guardando Percy - Ricordo solo di aver pensato di essere morto -

- Ma non lo sei - mi rispose stringendosi nelle spalle.

- Ero convinto di aver sputato sangue - insistei.

Avevo sentito, mentre ero semisvenuto, che era stato proprio Percy a dire che ero stato fortunato perché lui sapeva fermare un'emorraggia.

- Mi hai salvato tu, non è vero? - gli chiesi.

Hermione lo guardò, aspettando una risposta tanto quanto me.

- Te l'ho detto. Il mio compito è quello di tenerti in vita. Significa che non ti lascerò morire davanti ai miei occhi - disse alzandosi e mettendosi le mani in tasca - Vado a fare un giro. Tanto ti lascio in buone mani -

Detto questo se ne andò con fare annoiato e borbottando qualcosa che non capii. Mi voltai verso Hermione che guardava nella direzione da cui se ne era andato Percy. Tornò a guardarmi, confusa.

- Quella lingua...era greco? - mi chiese.

- Non lo so - dissi - Sto scoprendo sempre cose più strane su di lui -

Lei annuì per poi alzarsi e venire verso di me.

- Riposati - fece facendomi allungare - Quando ho saputo quello che ti era successo mi è preso un colpo. Per poco non ho fatto... -

- Scoprire il nostro sporco segreto? - continuai.

Hermione annuì e indietreggiò. Le presi la mano e la tirai verso di me.

- Stenditi, fammi compagnia - le chiesi.

Non ero un tipo sdolcinato. Il rapporto tra me ed Hermione Granger era chiaro: ci ignoravamo la maggior parte del tempo ma in segreto ci frequentavamo, eravamo amanti; avevo sempre provato attrazione per lei, in qualche modo e da quando aveva cominciato ad avere problemi con Weasley aveva cercato le mie attenzioni e mi aveva dato le sue.
Mi aveva detto, un giorno, di qualche settimana prima, che si era accorta che la guardavo in modo diverso e avevo ammesso di avere pensieri poco casti su di lei. E alla fine avevamo ceduto e ci eravamo messi d'accordo: davanti a tutti ci saremmo odiati, in privato avremmo soddisfatto frustrazioni e desideri.

Ed era la prima volta che si preoccupava palesemente per me. Ecco perché diceva di essersi quasi fatta scoprire.

- Solo questa volta...solo perché sei quasi morto - disse ma mi accontentò.

Mi spostai e si allungò al mio fianco, mise la testa nell'incavo del mio collo e mi circondò i fianchi con un braccio. Mi rilassai e chiusi gli occhi.

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