Fantasmi, quadri vivi e...spiegatemi come capisco se qualcuno mi segue!
Percy's pov
La scuola era davvero enorme. Ma prima di raggiungere le scale per gli alloggi degli studenti non avevo ancora capito quanto era strano quel posto!
- Spiegami...ti prego - dissi fissando le scale che si muovevano ad intervalli irregolari e senza un senso.
- Non c'è una spiegazione - mi rispose Draco.
C'era un via vai di studenti che si trovavano ad aspettare che le scale magiche facessero il giro per continuare a salire e a spostarsi. Tutti con tutta la calma del mondo.
Io ne avevo viste di cose strane al mondo ma questo era troppo anche per me.
Avevo come la sensazione che sarebbe stato più facile perdermi là dentro che nel Labirinto di Dedalo.
- Comunque...ti abituerai con calma e poi ti ho detto che non ti lascio girare da solo per la scuola- mi informò.
Lo guardai mentre saliva una scala. Lo raggiunsi appena in tempo che quella prese a muoversi.
- Posso farti una domanda? - chiesi.
Annuì.
- Perché mi stai aiutando e mi hai preso in simpatia? -
Mi fissò.
- Non so - rispose - A pelle. E poi sei l'unico che mi tratta...in modo normale...credo -
Non insistetti. Non lo conoscevo ancora bene per capire che cosa intendeva, ma mi stavo facendo una vaga idea da quello che mi aveva raccontato la Preside. Di certo non avrei aperto il discorso io se non l'avesse fatto di sua iniziativa.
Avevo perso il conto di quante volte avevamo cambiato scalinata, quando Draco si fermò su un pianerottolo di fronte ad un quadro. Nel dipinto c'era un uomo barbuto vestito di nero e verde, con espressione imbronciata.
- Chi è costui? - chiese il....
No aspetta...
L'uomo del quadro si era mosso!
E aveva parlato?!
- Sul serio?! - sbottai.
- Che problema ha il...mh...non sei un mago - disse il tipo.
- Fatti una scorpacciata di affari tuoi - risposi.
Ok, l'effetto sorpresa ma non ero così normale da rimanere scioccato per un quadro parlante.
- È uno studente trasferito dalla scuola in America, sarà con noi per un pò, nella casa del Serpeverde - spiegò Draco - Puoi aprire la porta? -
L'uomo guardò prima Draco e poi me...confuso.
- Per tutti i babbani! Chi ha raccontato questa sciocchezza? La scuola non esiste più da secoli ormai! Più o meno da quando quegli esseri mostruosi... -
Mi sarebbe davvero tanto piaciuto sentire il resto ma avevo fretta e quel tipo poteva far scoprire la mia vera identità, quindi mi avvicinai ad un palmo del suo naso dipinto e strinsi Vortice che tenevo in tasca.
- Ho un'arma davvero interessante con me...stavo pensando che non l'ho mai sperimentata su un quadro parlante. Ti andrebbe di farmi da cavia? - sussurrai con voce tagliente e guardandolo male.
Quello sussultò e indietreggiò, sbiancando.
- Dannato mostro - borbottò.
- Si certo - dissi alzando la voce, ridacchiando.
Si sentì uno scatto e il quadro si mosse, rivelando una porta.
Guardai il mio compagno per fargli capire che doveva farmi strada.
- Che intendeva? E cosa gli hai detto per terrorizzarlo a quel modo? - mi chiese Draco.
- Io? Niente - tirai fuori dal repertorio l'espressione più innocente che avevo - E non so davvero di cosa stava parlando -
- Ho dei dubbi al riguardo - mi rispose - Non so, non capisco, quando dici la verità o menti -
Mi strinsi nelle spalle e sorrisi.
- Chissà -
Sospirò ma si arrese, facendomi strada.
Salimmo altre scale e ci trovammo in una stanza enorme nera e verde, arredata con tutti i comfort di un salotto: divani in pelle, camino acceso, scaffali con i libri e tavolinetti da caffè davanti ad ogni gruppo di divani.
- Questa è la sala comune del Serpeverde - mi spiegò Draco - Di là, dietro le altre porte che vedi, ci sono le camere. Di solito sono suddivise per ospitare quattro o cinque persone e divise in due aree, quella delle ragazze e quella dei ragazzi; io ho sempre avuto un camera da solo ma se la McGranitt ci ha messo insieme, ci saranno anche due letti. Credo. Cioè sarà stata sistemata per due mentre eravamo a lezione -
Mi fece strada verso una delle porte ignorando i pochi ragazzi che erano nella sala comune. Dietro la porta che aveva aperto c'era un corridoio che dava su altre porte.
Un Labirinto in breve.
Aprì la terza a sinistra con una chiave che tirò fuori dalla tasca ed entrò: la stanza era bella grande, c'erano due letti a baldacchino uno di fronte all'altro, due mobili sugli stessi lati dei letti e due scrivanie. Il tutto con gli stessi colori della sala comune. Che erano gli stessi delle divise, evidentemente erano i colori della casa.
- Quello è il mio letto quindi... - disse indicando quello sulla parete di fronte alla porta.
L'altro era il mio.
Aprii il mobile e, come mi aveva promesso la Preside, c'erano diversi cambi e un paio di divise, più altre due che sembravano tute per la palestra. Sulla scrivania: libri e quaderni con una piuma e inchiostro.
Alzai gli occhi al cielo: avevo già notato che non usavano le penne d'oggi giorno ma quelle di secoli addietro.
Di bene in meglio per me, no?
Mi sedetti sul letto per provare il materasso e mi stesi, fissando il soffitto. Almeno non potevo lamentarmi di quello.
Mi sollevai sui gomiti e fissai il mio compagno di stanza che si era seduto sul suo letto.
- Allora...scale magiche, quadri vivi...c'è altro che devo sapere o sono finite le sorprese in questo castello? - chiesi - Perché, sinceramente, non credo di reggere alla prossima notizia -
- Non credo ci sia niente di rivel....ah no! - esclamò - Hai paura dei fantasmi per caso? -
Sgranai gli occhi.
- Perché? -
- Perché ci sono fantasmi che vivono e vagano nel castello - mi spiegò - Per noi è praticamente normale averci a che fare -
Sbuffai.
Non avevo paura dei fantasmi, per carità. Ma io ero in grado di capire se qualcuno mi fissava o seguiva quindi...ora spiegatemi come avrei fatto a sapere se le presenze che sentivo erano i fantasmi e i quadri...o qualche nemico?!
Mi sarei dovuto fare una chiacchierata con la Preside...di nuovo!!
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