VIAGGIO

Era passata la notte ormai e non mi capacitavo ancora  di quello che era riuscito a sapere  il luschel. Adesso questa bestia mi stava portando in groppa, perché non potevo camminare per via della gamba, ma non sapevo minimamente dove mi stava portando, insomma forse un'idea c'è l'avevo, ma molto probabilmente era sbagliata. Passò un'ora e finalmente intravidi una piccola città, che non aveva un bell'aspetto.

 Mentre il luschel camminava provai a chiedergli-come ti chiami?-.Anche se forse era una domanda troppo diretta, non mi pentii della decisone.

 Dopo qualche secondo la mia mente incominciò a sentire una voce maschile che disse-Kyle.- Aspettai un'istante prima di dirgli il mio nome, perché non sapevo se potevo fidarmi veramente di lui, ma infondo non aveva accennato a volermi uccidere. -Io mi chiamo Natalia e...volevo ringraziarti per quello che hai fatto ieri-. Non mi rispose, ma io continuai-Volevo chiederti il perché tutto questo "affetto" nei miei confronti- -non sono cose che ti riguardano- disse con voce tetra.Si stava innervosendo!

 Una volta arrivati alle porte della città scorsi un piccolo scheletrino che stava giocando con la sabbia e allora pensai di essere giunta in un luogo abitato da scheletri primitivi. Ma mi sbagliavo, perché dopo alcuni minuti arrivò un altro luschel che prese il piccolo e proprio davanti ai miei occhi gli staccò osso dopo osso.

 Ovviamente lo scheletrino non poteva morire, però era come una tortura quello che stava subendo, perché l'avrebbe ricevuta per tutta la sua vita, finché l'animale non si fosse stufato dei suoi lamenti, ma era una cosa molto improbabile. Kyle una volta resosi conto che io avevo assistito a tutto mi disse-E' la sua giusta punizione, sua mamma ha tradito il nostro re e perciò  deve essere torturata a vita.- Non riuscivo a comprendere quello che mi aveva appena detto, perché bisognava sempre ricorrere alla violenza?! 

Presa dalla rabbia saltai giù dalla groppa del luschel, procurando ancora più dolore alla gamba ferita, ma decisi di rialzarmi e di correre verso il piccolo. Una volta arrivata vicino alla scena della tortura presi un sasso che avevo trovato per terra e lo lanciai di fronte alla bestia malvagia, che alzò la testa per guardarmi. In quel momento non sapevo veramente che fare, ma avevo seguito il mio istinto e questo per me contava molto. 

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