Capitolo 1

Swords, Irlanda, 1° settembre 1972

Erano le 5:30 di mattina e io mi svegliai. Notai che James ed Elijah (i miei due fratelli, nonché miei compagni di stanza) stavano ancora dormendo, quindi decisi di far più rumore possibile per svegliarli. Ad un certo punto sentii una voce assonnata parlarmi «Ellis potresti fare più piano che starei dormendo?» a parlare era stato James, il maggiore. Buttai un occhio verso il suo letto e notai una massa di capelli corvini alzarsi. Elijah invece, aveva il sonno più pesante e si limitò a dire un "ha ragione" in un modo poco comprensibile. Era mio fratello gemello, ma incerti contesti eravamo l'opposto; per esempio, io ero sempre in orario e lui sempre in ritardo. Anche fisicamente non eravamo molto simili; lui aveva i capelli neri come la maggior parte della famiglia, mentre io avevo i capelli castani tendenti al biondo «Se mi avete risposto vuol dire che siete svegli» dissi con tono sarcastico «Dai alzatevi o perderete l'autobus» «L'autobus, ma che cosa stai ban- Oddio l'autobus per il College! Santo cielo perché non mi hai svegliato prima?! Lo so ora è già tardi e lo abbiamo perso!» «James calmati! Come possiamo aver perso un autobus che parte alle 6:30 di mattina se sono le5:30!» replicai «Ah sono le 5:30?» «Si, quindi inizia a prepararti se non lo vuoi perdere davvero» dissi con tono rimproverante. Verso le sei eravamo tutti e tre pronti, così ci recammo in cucina per fare colazione. Come immaginavo Helen e Jane (due delle mie tre cugine) stavano già mangiando. Helen la minore, portava i capelli biondi raccolti in una treccia, mentre l'altra li aveva sciolti come solito, rischiando di inzupparli nella ciotola di latte che aveva davanti «Ellis sei riuscita a far preparare quei due ritardatari in anticipo?» esordì Jane «Esatto, non so neanch'io come ho fatto!» Jane era la persona con cui passavo più tempo.  Lei era l'unica che mi capiva, potevo dirle qualsiasi cosa e lei non mi avrebbe criticata. In più condividevamo la stessa passione: la lettura. Quando eravamo più piccole passavamo le ore dentro la biblioteca del paese, scoprendo ogni giorno nuove storie. Una volta finita la colazione, controllai l'ora notai che erano già le sei, così dissi agli altri che era ora di partire. «Con calma l'autobus parte alle6:30» mi rispose Helen in un tono poco curante «Ti ricordo che dobbiamo andare alla fermata del bus a piedi» le ricordo James «Me ne ero scordata!» si giustificò la bionda con aria tonta «Hel lo so io che devo andare alla stazione per la prima volta!» dissi «Ansia da primo giorno» rispose «Ansia da primo giorno?! Ma se devi iniziare il terzo anno!» ribatte Jane. Ad interrompere il nostro battibecco fu James «Scusate ma Christine?» Christine era la maggiore delle mie tre cugine e a parer mio era anche la più antipatica. Era la tipica ragazza viziata e che non rispettava le regole «Ieri pomeriggio è andata da Lyons» gli risposi. Richard Lyons invece era il suo ragazzo. Era nato in una famiglia abbastanza benestante, quindi si credeva chi sa chi.

Erano all'incirca le sei quando ci avviammo verso la fermata. Hel, Jane ed Elijah camminavo per conto loro, mentre io e James li seguivamo poco distanti. «Mi presenti i tuoi amici?» chiesi a James «No» «Perché no?» «Devi imparare a fare amicizia da sola» mi rispose «Uffa!» Erano circa le sei e mezza quando arrivammo. Dopo aver appoggiato le valige, Helen, Jane ed Elijah andarono con i loro amici, mentre James cercava qualcuno con lo sguardo. Ad un certo mi urlò un nome nell'orecchio «David!» «Il mio orecchio!» gridai di rimando, ma non mi sentii. Nel frattempo, un ragazzo alto circa come James con capelli corvini e occhi marroni incorniciati da degli occhiali rotondi correva verso di noi. Mi scanso e senza farlo apposta mi diede una gomitata nello stomaco talmente forte da farmi cadere. Il sole che mi batteva in faccia venne oscurata da una figura alta «Tutto ok?» un ragazzo alto, con i capelli castano chiaro e due occhi color cioccolato mi porse una mano «Si grazie sto bene» risposi; poi il ragazzo tentò di presentarsi, ma una voce lo interruppe «Thomas!» «Ciao James» «Come stai? Spero che non ti abbia dato irritato è molto noiosa e sa dar molto fastidio» disse James «Scusa, ma di chi stai parlando» ribatté l'altro «Sta parlando di me» risposi ancora indolenzita dalla gomitata «No, perché dovrebbe darmi fastidio» disse Thomas «David, tu non ti sei nemmeno accorto che lei dato una gomitata nello stomaco facendola cadere» continuò «Ah... Scusa non me ne sono accorto. Comunque, sono David Sweeney» disse poi rivolto a me «Tranquillo David, io sono Ellis Doyle» dallo sguardo del ragazzo capii che era davvero dispiaciuto. «Ma non manca un vostro amico? Quello che si chiama William Green?» feci notare infine «El hai ragione... ASPETTA! Come fai a sapere come si chiama?!» mi interrogò mio fratello «La prossima estate cerca di abbassare il volume delle voce quando sei al telefono se non vuoi che io senta!» dissi ridendo «Sei una ficcanaso!»

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