RACCONTI E SCONTRI

Penultimo primo giorno di scuola.
Ormai è un abitudine: mi sveglio alle 6:40, faccio la doccia, mi vesto, mi trucco e parto, vado a piedi perché la mia scuola dista solo 10 minuti da casa mia.

Arrivo sempre presto, alle 7:30 sono già in classe, datemi pure della pazza, ma è uno dei momenti che preferisco della giornata, da sola in silenzio mi fermo a pensare a tutti i momenti migliori degli anni passati, manca poco alla fine e voglio ricordare tutto.

Il primo giorno è uno dei più lunghi, dopo tre mesi di vacanza non sei più abituato a stare seduto nello stesso posto per molto tempo, la cosa positiva però è che non si fa niente (o almeno questo dipende dai prof.), fortunatamente a me il primo giorno hanno sempre e solo chiesto come è andata l'estate, io più che raccontare, mi limitavo ad ascoltare quella degli altri, costantemente più emozionante e movimentata della mia.

L'ordine dei banchi ormai è lo stesso da 2 anni: terza fila centrale, tra Katia e Noemi le mie migliori amiche.
Katia a luglio è partita per la Nuova Zelanda ed è tornata proprio ieri, non ho avuto ancora tempo di vederla, spero non sia distrutta dal jet leg.
Noemi l'ho praticamente vista tutti i giorni, l'estate è una sorta di breve convivenza, vedo più lei che i miei genitori.
Le prime due ore stranamente passano veloci, come sempre Paolo ha iniziato a raccontare tutte le sue avventure estive, come se non sapessimo, che più della metà sono inventate e le restanti sono storie che hanno avuto i suoi amici, Beatrice ha passato l'estate a lavorare nel bagno al mare dei suoi genitori ed ha cambiato totalmente colore, sembra un cioccolatino, gli altri non li ho ascoltati ero troppo impegnata a scarabocchiare il mio quaderno.
Appena suona la campanella ci precipitiamo di sotto al bar a prendere una pizzetta mentre Katia ci racconta dei momenti che ha passato con Davide, un Torinese che ha conosciuto in Nuova Zelanda, ero talmente tanto assorta ad ascoltare di quando ad agosto in riva sotto le stelle le si era dichiarato che vado a sbattere; alzo gli occhi e rimango imbambolata, e ora questo da dove salta fuori.

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