Capitolo 10

POV Sara

-Bene, direi che per stanotte abbiamo finito!- disse Felicity stiracchiandosi e allontanandosi dalla sua postazione -Due rapine sventate e un furto d'auto evitato. Bel lavoro direi!-.

Annuimmo tutti, mentre pian piano iniziavamo a cambiarci.

-Posso parlarti un attimo?- mi chiese Oliver quando tutti gli altri erano già usciti.

-Certo- risposi sorridendo.

-Ecco... Stasera sembravi assente in certi momenti. Sai che se c'è qualcosa che non va puoi parlarne con me vero?-.

Annuii. Dovevo dirglielo di Nyssa oppure no? Con Ava ne avevo parlato e lei mi aveva consigliato di andarci, sapeva che non aveva nulla da temere, che le sarei rimasta fedele.

La vera domanda era: cosa avrei provato una volta che mi sarei trovata Nyssa di fronte?

-Ecco ci sarebbe qualcosa in effetti... Per farla breve, Nyssa vuole vedermi per spiegarmi cosa è successo veramente. Ma non capisco cosa intenda? Successo veramente cosa? Quando?- dissi esasperata.

-Nyssa? Quella Nyssa? Quella che ti ha mollata? Quella che ha detto di essersi pentita di averti salvato?-.

-Proprio lei. Secondo te dovrei andarci all'incontro?-.

Ci pensò su. -Ava cosa dice?-.

-Secondo lei dovrei andarci... Ma non so, cosa farò una volta che me la troverò davanti?-.

Posò le mani sulle mie spalle: -Segui l'istinto, solo lui sa cosa è meglio in questi casi- e mi diede un bacio sulla testa, come faceva sempre.

-Grazie, sei un ottimo amico in quanto a consigli- dissi sarcastica.

-Faccio del mio meglio. Dai andiamo, non vedo l'ora di andare a dormire, domani ho due riunioni e ho bisogno di energie-.

Ridemmo entrambi e ognuno andò verso casa sua.

Il giorno dell'appuntamento...

Ero davanti alla casa di Nyssa e la mia mano indugiava nel suonare il campanello. Sì o no? Suono o non suono?

Oh al diavolo!

Presi il coraggio a due mani e suonai il campanello.

Quei pochi istanti di attesa furono infiniti e il mio cuore batteva talmente forte che sembrava volesse uscire.

Sentii il rumore delle chiavi nella serratura e la porta si aprì: era lì, in piedi davanti a me, identica a com'era quando mi aveva lasciata.

Non sapevo bene quello che stavo provando in quel momento, un sacco di emozioni si sovrapponevano le une alle altre.

-Sei venuta- dal tono della sua voce si intuiva che lei non ci sperava più ormai.

Mi fece entrare e ci sedemmo sul divano.
-Voglio delle spiegazioni- dissi andando subito al punto.

-Assolutamente, ne hai tutto il diritto. Ma prima devi sapere che...-.

Non la feci finire e scattai in piedi. -Hai detto che mi avresti spiegato cosa è successo veramente, anche se non capisco a cosa tu ti riferisca! O vai subito al punto o me ne vado!-.

-Mio padre è morto!-.

Spalancai gli occhi. Onestamente non credevo nemmeno che quell'uomo sarebbe morto, era praticamente immortale.

-Quindi ora è il tuo amato Alan a comandare-.

-No, sono io a comandare. Mio padre l'ha cacciato prima di morire, ha capito che a lui non importava nulla di me-.

Sospirai e mi risedetti. -Meglio tardi che mai-.

-Insomma, quello di cui volevo parlarti è... ricordi il giorno che ci siamo lasciate?-.

Annuii. Eccome se me lo ricordavo!

-Tutto quello che ti ho detto quel giorno non è assolutamente vero. Io non amavo Alan, quello era l'unico modo per tenerlo lontano da te. E non è vero che mi sono pentita di averti salvata quel giorno, non potrei mai pentirmi-.

Stop. Fermi tutti. Mi stai dicendo che era tutto un modo per proteggermi?!

-Aspetta, non capisco: tu l'hai fatto per me?-.

Annuì. -Non volevo tirarti in mezzo a situazioni che riguardavano solo me-.

Sospirai. -Tu l'hai sopportato per mesi solo perché non volevi che se la prendesse con me?! Lo sai che so benissimo difendermi da sola!-.

-Sì, ma non potevo rischiare che ti succedesse qualcosa! Farti credere che per me non avessi mai contato nulla era il modo migliore per tenerti lontana!-.

Aveva le lacrime agli occhi: era la prima volta che la vedevo piangere.

Mi alzai in piedi e iniziai a camminare per la stanza.

-Alan mi aveva mandato un messaggio tempo fa, una foto con te e un bambino in braccio dicendo che aveva vinto lui...- dissi guardando la finestra.

La sentii sospirare: -Quel bambino è mio figlio Rabah-.

-Avevo immaginato. Rabah significa vincitore vero?-.

-Volevo che avesse un nome che gli desse forza-.

Si avvicinò a me, tra noi c'era pochissima distanza.

-Ascolta, io... non pretendo che ricominciamo come se nulla fosse successo, ti chiedo solo una seconda possibilità- disse prendendo le mie mani.

-Io... non posso, ho...-.

-Hai trovato un'altra non è vero? Va bene così, ne hai tutto il diritto. Ma almeno rimaniamo amiche, ok?-.

Sorrisi. -Certo. Amiche-.

Sorrise anche lei e ci abbracciammo. In un attimo tutta la tensione svanì, accompagnata da un pianto.

-Aspetta un attimo- disse Nyssa e corse nella stanza accanto.

Dopo alcuni secondi tornò con un bambino in braccio. -Shh va tutto bene. Guarda chi c'è- disse girando il bambino verso di me e avvicinandosi.

-Ehy piccolo- dissi sorridendo e ottenendo in cambio un sorriso del piccolo.

-Vuoi prenderlo in braccio?- mi chiese Nyssa.

-Davvero?-.

-Certo- e me lo porse. Era bellissimo, la faccia era uguale a quella della madre.

Sorrideva e allungava le manine per cercare di afferrarmi.

-È la cosa più pura e innocente che abbia mai visto- dissi cullandolo.

-Pure io ho pensato la stessa cosa quando l'ho tenuto in braccio per la prima volta-.

Tenendo in braccio quel bambino, in quella casa, avevo capito cosa fare.

Casa di Ava, qualche ora dopo...

-Quindi è andato tutto bene oggi?- mi chiese Ava dopo cena, mentre ci mettevamo sul divano pronte a continuare la serie tv che stavamo seguendo.

-Sì, abbiamo chiarito e mi ha mostrato suo figlio. Era bellissimo, te lo giuro-.

Lei sorrise. -Immagino. I bambini sono tutti stupendi-.

Annuii. -E, mentre ero lì, con il bambino in braccio, ho capito una cosa: ho capito quanto tu sia importante per me-.

Infilai una mano nella tasca dei pantaloni della tuta; gli occhi di Ava si illuminarono quando videro la scatoletta di velluto che avevo in mano.

-Ho capito quanto la mia vita sia cambiata da quando ti ho conosciuta, ho capito che non posso vivere una vita senza di te. Per questo ti chiedo, Ava Sharpe, vuoi sposarmi?- e le mostrai l'anello.

Note:

Cosa risponderà Ava??

Fatemi sapere che ne pensate con un commentino se vi va 😊

Bye

Ps:
Questa storia partecipa al concorso Nuovi talenti 2018, un concorso che permette a nuovi scrittori di emergere e far conoscere le proprie storie #NuoviTalenti2018
nuovitalenti

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