12
MIley
Rimasi nuovamente in attesa che proseguisse in qualche modo.
Mi guardava sorridendo come se si stesse divertendo a lasciarmi in tensione.
"Perché mi hai cercata? E perché mi hai rapita? Non potevi semplicemente fermarmi in strada, mostrarmi la foto e dirmi che le nostre madri si conoscevano?"
Scosse la testa.
"Continui a non capire. Non capisci quanto sia importante tutto ciò e quanto sia difficile dirtelo."
"Provaci!"
lo scongiurai sull'orlo di una crisi.
"Sai cosa sta succedendo a Red Fall's?"
Mi chiese diventando improvvisamente serio.
"Tre donne, sono state sequestrate, picchiate, uccise e poi abbandonate nel bosco. Ma non è tutto!"
Scattò in piedi in preda all'ira.
"Sono state denudate, costrette ad indossare un abito elegante da sera, umiliate e poi giustiziate a sangue freddo con un colpo.."
Tremai. Aveva perso la calma ed era l'ultima cosa che desideravo.
"Lo so. È terribile. Mio padre.."
"Tuo padre non sa nulla! Non sa nulla perché tua madre non vi ha detto nulla!"
"Che c'entra lei con questa storia?"
Chiesi alzando il tono di voce come aveva fatto anche lui.
"Questa storia è già stata vissuta. Si sta solamente ripetendo."
Si rimise a sedere e si asciugò il sudore della fronte.
Abbassai gli occhi e iniziai a giocare con la pellicina delle unghie.
Volevo chiedere di più, ma non volevo rischiare di farlo arrabbiare ulteriormente.
"Anni e anni fa, quando tu eri ancora troppo piccola per ricordare, più a nord di qui una donna è stata uccisa. Nessuno era stato accusato per la sua morte e poco tempo dopo nessuno ne parlava più. Ma non era finita lì.. Una serie di donne iniziò a scomparire nel nulla e i cadaveri vennero ritrovati nella foresta. Non si riusciva a trovare il colpevole. Un serial killer era all'opera e stava uccidendo tantissime persone innocenti e non vi era alcun indizio che portasse a lui.
Nel clan delle Steppe però, una donna iniziò a sospettare del marito. Era sempre più strano. Usciva di notte e non se ne stava con il branco, vagava da solo nella foresta. Scoprì nell'armadio alcuni vestiti che non erano i suoi. Vestiti da donna, vestiti pieni di sangue.. Capì che qualcosa non stava funzionando e decise di denunciare il marito al suo alpha. Non fece in tempo. L'uomo, furibondo, la trovò mentre rovistava nell'armadio in cerca di un indizio e la uccise senza alcuna pietà.."
Alzò gli occhi su di me per controllare che stessi seguendo le sue parole.
"L'alpha si rese conto di ciò che era successo poche ore dopo, quando l'odore del sangue era distinguibile anche a chilometri di lontananza. Pieno di rabbia andò a cercare l'uomo che si era però rifugiato nelle foreste ma non lo trovò. Decise quindi di dargli la punizione peggiore che si possa dare a quelli come loro. Lo esiliò dal branco impedendogli così di tornare indietro per sempre. Ma ciò non bastava.
Preso dalla rabbia ormai incontenibile, quell'uomo continuava ad uccidere povere donne innocenti. Ed è qui che entrarono in gioco le nostre madri.."
"Io non capisco.. Branchi, alpha.."
Scossi la testa non riuscendo a collegare. Cosa c'entrava mia madre?
Pensai a Zero. Pensai al lupo e mi sentii la testa scoppiare.
"Tua madre non poteva parlartene. Doveva tenerti al sicuro ma ha provato in ogni modo ad aprirti la mente. Ha cercato di farti crescere con la consapevolezza che tutto può succedere, che non esiste solo ciò che noi conosciamo.."
Feci un segno positivo. Era vero. Me lo aveva ripetuto fin da piccola.
"Non sei pazza. Zero è un lupo. È un licantropo. Non è una cosa brutta o cattiva. È parte della natura. Per questo motivo vivono nel bosco. Sono un branco. Vivono a contatto con la natura e lontano dagli umani perché nel passato gli umani hanno quasi estinto la loro razza. Zero si è legato a te anche se questo è sbagliato. Non ha potuto farne a meno. È l'istinto. È l'istinto che porta il lupo da una donna e quando perde la testa per lei, quando inizia a costruire qualcosa con lei, non può più tornare indietro. Il legame fra di loro sarà eterno e l'amore e la passione saranno oltre ogni immaginazione."
Lo guardai attentamente.
Era serio.
Scoppiai a ridere in una fragorosa risata senza più riuscire a fermarmi.
Lo stavo facendo arrabbiare ma ero seriamente incapace di smettere.
"Quindi Zero e i suoi vicini di casa sono dei lupi. Lui senza saperlo si è innamorato di me e ora io sarò sua per l'eternità? È uno scherzo vero? Ci sono le telecamere piazzate in questa casa e mi state solo prendendo in giro. Bella mossa del cazzo!"
Continuai a ridere sentendomi sull'orlo di una crisi.
"Hai accarezzato con le tue mani il lupo!"
Tuonò quest'ultimo riportandomi alla realtà.
Era vero. Io lo avevo accarezzato.
Ero pazza quindi. Non poteva essere altrimenti.
"Apri la tua testa Miley. Pensaci. Eri in difficoltà e un lupo ti ha salvato la vita. Poco dopo chi è comparso?"
"Zero"
Risposi ormai seria.
"E ti ha chiesto di non dire nulla vero? Era preoccupato, alle volte strano. Sfuggente nonostante sembrasse che volesse davvero fidarsi di te e aprirsi. E suo padre?"
Mi sentii gelare il sangue.
"Non può essere vero. Non posso aver visto un uomo trasformarsi in lupo."
"Perché no? L'acqua non si trasforma forse in neve?"
"È diverso!"
Urlai picchiando un pugno sul tavolo.
"NO. Non lo è! Semplicemente ad uno abbiamo saputo dare una risposta scientifica mentre all'altro caso no. Non si credeva forse nel medioevo che il temporale fosse una punizione divina? Cosa cambia? Nulla! Semplicemente abbia saputo dare una risposta. Risposta che ancora non conosciamo per il mutamento genetico che incorre in un uomo quando si trasforma in lupo. Ma esiste. Tu lo hai visto."
"Io l'ho visto."
Sussurrai asciugandomi una lacrima.
Mi sentivo soffocare.
"Che c'entra questo? Cosa c'entra mia madre?"
"Il clan della Steppa, un clan di lupi. L'assassino era un lupo."
"Zero è l'assassino quindi? Sono bugie!"
Urlai alzandomi in piedi.
"No! Un assassino però ora è qui e si è spinto fino a qui per te."
"Per me? Ma che diavolo.. Cos'ho io di speciale?"
"Sei figlia di una strega."
Disse tutto d'un fiato.
Rimasi immobile, in silenzio a fissarlo.
lui fece lo stesso.
"Cosa..?"
Sussurrai scuotendo la testa.
"Basta."
Misi le mani sulle tempie sentendomi scoppiare.
"Basta!"
Urlai con quanto fiato avevo in gola.
Scoppiai in un pianto isterico e quando Paul provò ad avvicinarsi lo tempestai di pugni.
Lo colpii forte facendomi male ai polsi. Lo colpii con tutta la rabbia che avevo in corpo.
Non volevo più sentire nulla. Volevo solo andarmene.
Fuggire lontano.
Solo andare via.
Lontano.
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