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Zero

Volevo vederla sorridere ogni istante.
Me ne rendevo conto mentre era lì, sul mio divano, con il telefono all'orecchio e il suo volto ormai buio.
"Cosa succede?"
Domandai drizzandomi.
Alzò la mano per farmi tacere.
"Sid.. Mio Dio"
Si portò una mano alla bocca balzando in piedi.
Quando si girò a guardarmi notai le lacrime che le bagnavano gli occhi.
"Arrivo, certo"
Attaccò il telefono lasciandosi ricadere nuovamente sui cuscini.
"Miley?"
Allungai una mano toccandole la spalla.
"Quando finirà tutto questo?"
Scoppiò all'improvviso serrando i pugni per la rabbia.
Riprese il telefono digitando un nuovo numero e attese pazientemente che dall'altro capo rispondessero.
"Papà, chiamami quando senti il messaggio. Mi ha chiamato Sid, sto tornando a casa.."
"Hai intenzione di parlare o devi cavarti le parole dalla bocca?"
Mi misi completamente seduto avvicinandomi leggermente a lei.
Inaspettatamente, si voltò verso di me e mi lanciò le braccia intorno al collo stringendomi a sé.
Rimasi imbambolato per un istante.
Era sbagliato, scorretto, ingiusto..Ma dannatamente bello.
Annusai l'odore di vaniglia che emanavano i suoi capelli e chiusi gli occhi dimenticandomi del dolore che provavo nella sua stretta.
"Va tutto bene. Dimmi cosa è successo, sistemeremo tutto."
Sussurrai sorprendendomi io stesso per la mia dolcezza.
Mi sentivo sempre così protettivo nei suoi confronti.
Si scostò da me chiedendomi scusa imbarazzata.
"Ha chiamato Sid. L'amica della sua ragazza.."
Voltò la testa per nascondere le lacrime.
Sospirai capendo cosa fosse successo.
"L'hanno trovata morta? Oggi?"
Fece solo un cenno con la testa.
"Dove?"
"Nel bosco"
Tuonò la voce di mio padre facendoci spaventare entrambi.
Entrò in salotto con aria seria e grave e ci guardò con sguardo severo.
"L'hanno trovata poco fa. Qui, a due passi nell'interno del bosco. Dovresti andare a casa Miley."
Mi alzai in piedi trattenendo le smorfie di dolore che non volevo lasciar trapelare.
"Dove credi di andare?"
Domandò l'alpha.
Sollevai il mento con aria di sfida.
"Hanno ucciso una donna papà. Vuoi fare andare Miley a casa da sola?"
I nostri sguardi trasmettevano saette di ira. L'aria era evidentemente pesante nella stanza.
"È pieno giorno. Suo padre è qui vicino a fare degli accertamenti e tu sei ferito. Non vai da nessuna parte Zero. Ti hanno sparato. Corri più rischi tu di qualsiasi altra persona in questo momento."
Aprii la bocca per ribattere ma Miley si intromise.
"Si, non posso farti camminare così a lungo. Vado da mio padre e Sid mi aspetta a casa mia. Non preoccuparti per me"
Le sorrisi afferrandola per un braccio e conducendola verso la porta.
Ad ogni passo, il mio fianco sembrava strapparsi in due, ma non volevo mostrarmi debole di fronte a mio padre perciò stringevo i denti e camminavo il più diritto che potevo.
"E chi altri ho a cui pensare se non a te?"
Le domandai una volta soli.
Eravamo vicini, i nostri bracci si sfioravano ancora e da quella distanza potevo vedere tutti i dettagli del suo viso.
Le ciglia lunghe, un piccolo brufolo coperto con il fondotinta, le pupille leggermente gialle al centro..
Era decisamente troppo quello che sentivo nel petto.
Era troppo quello che le avevo appena detto, ma era come se i miei neurono si fossero bruciati.
Non riuscivo a ragionare.
"Non andrai da sola. Ti accompagno da tuo padre e non voglio discutere a riguardo. È troppo pericoloso."
Le dissi ad alta voce per farmi sentire da mio padre.
"Non c'è bisogno, andrò io."
Si intromise lui arrivando alla porta.
Ci vide così vicini e per un istante vacillò di fronte a quella scena.
"Andiamo Miley. Tuo padre aveva quasi finito. Non posso accompagnarti fino a casa."
Uscì sull'uscio spazientito e si allacciò la giacca che si era ormai tolto.
"Ci vediamo presto. Stai attenta."
Mi raccomandai sorridendole.
"Andiamo, forza."
Mio padre allungò la mano spingendo leggermente Miley verso le scale.
Mi osservò arrabbiato prima di voltarsi e seguirla.
Ero nei guai.
Lo sapevo bene, ma non mi importava.

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