10

Zero

I lupi erano agitati.
Potevo sentirlo dall'odore pungente che aleggiava l'aria della camera.
Erano tutti riuniti nel salotto di casa mia e aspettavano che l'alpha desse degli ordini più precisi.
"Mio figlio lo conferma, stanno arrivando.."
"Chi è stato? Come è possibile che ci sia un lupo così vicino a noi e non siamo riusciti a sentirlo? Dove si trova il suo branco?"
Alan interruppe il discorso sul nascere in mezzo al consenso generale del branco.
Erano tutti preoccupati della presenza non conosciuta di un lupo.
Mio padre si voltò di scatto tirando un pugno sul tavolino e facendo cadere a terra una tazza del thè.
"Silenzio! Quando parlo io non voglio sentire nemmeno una voce!"
Guardò tutti con sguardo severo.
Poteva sembrare un tiranno visto da fuori, ma lo spirito dei lupi era ribelle e difficilmente accettavano ordini da qualcuno.
Avevano bisogno di qualcuno di autoritario che li mettesse d'accordo e mettesse a tacere fin da subito chiunque volesse fare di testa sua.
Negli anni era già successo che qualcuno avesse disobbidito agli ordini dell'alpha e non aveva mai portato nulla di buono.
"Necessitiamo di unità, ora più che mai. Dobbiamo correre tutti nella stessa direzione, dobbiamo proteggerci l'uno con l'altro e per farlo dobbiamo andare d'accordo. Dobbiamo essere una famiglia. Nessuno di noi ha fatto nulla di male, perciò non abbiamo nulla di cui temere. Lasceremo che la polizia controlli il nostro territorio e staremo attenti. Risponderemo alle loro domande e dopo di chè andremo noi stessi alla ricerca di quel lupo e credetemi, chiunque esso sia, pagherà per il male che ha fatto!"
Un ringhio generale si scatenò nella stanza.
Non potevamo sopportare che venisse fatto del male ad una donna.
Per noi erano un bene preziosissimo proprio perché ne sentivamo la mancanza.
Il branco proteggeva sempre con tutte le sue forze le componenti femminili, nonostante fossimo consapevoli che esse avessero la nostra stessa forza e molta più determinazione.
Poteva facilmente arrivare ad uccidere per difendere qualcuno del suo gruppo, in special modo se questa fosse stata una donna, o peggio, la sua donna.
I lipi innamorati perdevano totalmente il controllo dedicandosi con tutte le loro forze alle loro amate con dedizione completa.
"Voglio che facciate molta più attenzione ora. Mantenete il più possibile la forma umana e trasformatevi solo se necessario.
Quando sarete nei boschi a caccia, voglio che qualcuno faccia da sentinella in modo da accorgersi se dovesse arrivare qualcuno. Faremo attenzione e andrà tutto bene. Non abbiamo fatto nulla, manteniamo la calma"
Gli uomini iniziarono a parlare a bassa voce mettendosi d'accordo sul da farsi .
Mio padre li guardò uno ad uno in volto.
"Voglio sentire che avete capito"
"Abbiamo capito"
Risposero in coro balzando in piedi.
Tra i saluti generali si avvicinarono alla porta tirandosi pacche di incoraggiamento sulle spalle.
"Fra quanto saranno qui?"
Mi chiese mio padre quando uscirono tutti quanti dalla casa.
"Minuti"
Risposi osservando il volto corrugato dell'anziano.
Era preoccupato.
Lo conoscevo bene e sapevo che la sua apparente calma significava solo apprensione.
Doveva mantenere il suo ruolo ma ciò non significava che non temesse per il suo branco.
Mi fermai un istante per guardare le rughe che gli solcavano il volto.
Era invecchiato molto da quando il peso di tutte le responsabilità gli era ricaduto sulle spalle.
Non solo era l'alpha, ma anche un padre solo.
I capelli erano ormai più che brizzolati e le occhiaie scure segnavano il suo sguardo autoritario.
Era un uomo che incuteva timore dall'aspetto, ma in realtà era molto dolce e generoso.
L'abbaiare dei cani ci fece sobbalzare.
"Arrivano"
Andai a sedermi sul divano e accesi la tv per fingere che fosse una giornata normale e che non ci aspettavamo la loro visita mentre mio padre si catapultò sul portico.
Lo sentii dare il benvenuto a qualcuno e poco dopo, il padre di Miley comparve in salotto.
"Accomodati pure. Ti preparo un thè, un caffè?"
"Robin caro, non affaticarti per me. Sono già abbastanza mortificato per il disturbo che ti sto recando perquisendo la tenuta.."
"È i tuo lavoro.. Capisco.."
Concluse l'alpha alzando le mani.
Il tenente prese posto accanto a me tirandomi una pacca sulla spalla.
"Signor Venezia, buongiorno"
"Vai a scuola con mia figlia giusto? Ti vedo alla fermata del bus talvolta. Robin tuo figlio è più grande e robusto di te"
Mi scappò un sorriso notando il suo sguardo stupito.
Per avere poco più di vent'anni sfioravo i due metri e pesavo oltre 120 chili.
"La palestra e la vita nei boschi Carlo"
Mio padre strizzò l'occhio divertito sedendosi a sua volta sul divano.
"Cosa cercate di preciso?"
Si fece serio all'improvviso e l'aria nella stanza cambiò totalmente.
"Non te lo so dire. Una donna è stata rapita, legata, picchiata e uccisa da un arma che non ci sappiamo spiegare. Se non avesse evidenti segni di percosse, avremmo pensato che fosse stato un animale.."
Mi irrigidii a quelle parole lanciando uno sguardo fugace all'alpha.
"Ho una figlia molto giovane. Un padre è sempre in apprensione per i propri figli.. Non posso dormire tranquillo sapendo che quel mostro.."
"Capisco Carlo, capisco. Sono genitore anche io. Ma la tua descrizione mi fa pensare ad un delitto passionale.. Tutta quella violenza."
L'uomo scosse la testa togliendosi il cappello.
"Non c'era violenza sessuale. Gli psicologi escludo il movente passionale. Non credono sia qualcuno che la vittima conoscesse. Dal modo in cui è stata picchiata, credono fosse un estranea. Non si è accanito su di lei come se fosse l'oggetto del suo disagio, piuttosto ha cercato di cambiarla vestendola con abiti non suoi. Pensiamo si sia sfogato su di lei in quanto non può fare del male alla persona con cui realmente ha qualcosa in sospeso.."
"Teorie. Ma ciò non spiega cosa fate in casa mia"
Mio padre fece un grande sorriso congiungendo le mani sul grembo.
Vidi rabbrividire il tenente nonostante i due si conoscessero da una vita e si rispettassero entrambi.
"Hai ragione Robin, ti devo una spiegazione. Abbiamo solo teorizzato che forse l'assassino fosse fuggito nei boschi. Questo perché la vittima è stata rapita in una città e il corpo è stato trasportato a Red Fall's. Dove poteva volerla portare? Forse nel bosco? E lui dove è fuggito?"
"Forse è stato un abitante di Red Fall's"
Mi intromisi io schiarendomi la voce.
"Stiamo indagando anche lì. Ma ci chiedevamo se qualcuno di voi avesse visto o udito qualcosa. Dobbiamo collaborare se vogliamo trovarlo.. "
"No amico. Non abbiamo visto nulla. Se potessimo aiutarti, non esiteremmo un secondo."
"Ci sono altre comunità che vivono nel bosco.."
"Non qui. Non con noi. Questo è il nostro territorio e qui nessuno sa nulla. Non posso parlare per le altre tribù. Dovresti indagare altrove.."
Gli altri lupi che abitavano il bosco erano piuttosto lontani da noi e non avevamo alcun contatto con loro.
Era in ogni caso molto strano che un lupo uccidesse una donna.
Quello era un codice morale che non aveva confini.
Carlo si alzò in piedi porgendomi la mano. Aveva capito dal tono di voce dell'alpha che la discussione era giunta al termine e che non avrebbe aggiunto altro.
"Abbiamo disturbato abbastanza. Per qualsiasi cosa..."
"Conta su di noi."
Ultimò la frase mio padre.
"Occhi aperti.."
Congedammo il tenente guardandolo andare via con i suoi uomini.

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